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“Labirinti” di Franck Thilliez leggi la recensione

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“Labirinti” di Franck Thilliez leggi la recensione

Titolo: Labirinti
Autore: Franck Thilliez
Genere: narrativa
Editore: Fazi editore
Pagine: 334
Prezzo: Euro 19
Ebook: Euro 10,99

Trama

Una giovane poliziotta, Camille Nijinski, si trova nello studio del dottor Fibonacci, uno psichiatra che si accinge a raccontarle una storia incredibile di cui è l’unico depositario. Si tratta, infatti, della testimonianza raccolta da una paziente, la quale è stata trovata priva di sensi e di memoria in un bosco accanto al cadavere di un uomo. Camille, poi, incaricata di seguire le indagini, ha bisogno di capire di più riguardo a questa improvvisa perdita di memoria, Ma lo psichiatra, infatti, ha molto altro da rivelarle.

Prima di dimenticare tutto, infatti, la sua paziente ha condiviso con lui i fatti del suo passato: una storia lunga e complessa, senza dubbio la più straordinaria che Camille ascolterà in tutta la sua carriera. Le protagoniste, quindi, sono cinque.  E, poi, la quinta? La quinta donna è, dunque, il filo del labirinto, è colei che fornirà le risposte a tutte le domande e, forse, anche una via d’uscita.

Senza dubbio, “Labirinti” di Franck Thilliez è un vero capolavoro che dimostra ancora una volta perché Thilliez è, infatti, il re del thriller francese. Con nove milioni di copie vendute e una maestria innegabile nel creare rompicapi letterari coinvolgenti.

Questo romanzo, infatti, rappresenta un eccezionale proseguimento dei precedenti successi di Thilliez, “Il Manoscritto” e “C’era due volte”, immergendo i lettori in una trama intricata e coinvolgente. Con uno stile narrativo affilato e una capacità unica di tenere i lettori incollati alle pagine, Thilliez, poi, ci porta in un mondo in cui il mistero e l’intrigo regnano sovrani.

La storia ruota, dunque, attorno a Camille Nijinski, una giovane poliziotta incaricata di indagare su una donna che è stata trovata priva di sensi e di memoria accanto al cadavere di un uomo. Questo è solo l’inizio di un viaggio in un labirinto di segreti, bugie e oscure rivelazioni. Il dottor Fibonacci, uno psichiatra, è, infatti, il guardiano di questa storia straordinaria e affascinante.

La testimonianza della paziente di Fibonacci svela un passato complesso che coinvolge cinque donne affascinanti, ognuna con un ruolo cruciale in questa intricata trama. Thilliez, dunque, ci guida attraverso un labirinto infernale di tranelli e vicoli ciechi, tenendo costantemente i lettori sulle spine mentre cercano di risolvere il mistero insieme ai protagonisti.

L’autore, infatti, dimostra ancora una volta di essere un maestro nell’arte di tenere il lettore intrappolato tra le pagine del suo libro. La sua genialità nel creare suspense e nell’intrecciare le storie è ineguagliabile. “Labirinti”, infatti, è un romanzo che vi terrà svegli fino a notte fonda, con il desiderio irresistibile di scoprire come si dipanerà questa intricata trama e, poi, quale sarà il destino delle sue affascinanti protagoniste.

In conclusione, “Labirinti” è un romanzo da leggere assolutamente per chi ama il thriller psicologico di alta qualità. Franck Thilliez, infatti, continua a dimostrare di essere un’autentica leggenda del genere, e questo libro è una prova tangibile del suo talento straordinario. Quindi, non rimarrete delusi da questo viaggio emozionante nel cuore di un labirinto letterario che non ha eguali.

Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)

“LA REGINA CARLOTTA” DI JULIA QUINN E SHONDA RHIMES LEGGI LA RECENSIONE

“Eureka street” di Robert McLiam Wilson leggi la recensione

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“Eureka street” di Robert McLiam Wilson leggi la recensione

Titolo: Eureka Street
Autore: Robert McLiam Wilson
Genere: narrativa
Editore: Fazi editore
Pagine: 384
Prezzo: Euro 18,50
Ebook: Euro 6,99

Trama: Belfast, Irlanda del Nord, 1994. In una città ridotta a un campo di battaglia, Chuckie e Jake, protestante il primo, cattolico l’altro, sono legati da profonda amicizia. Chuckie, antieroe grasso e sempliciotto, riesce a compiere mirabolanti imprese commerciali grazie a progetti tanto ingegnosi quanto bizzarri. Jake, nonostante la sua scorza da duro, ha un’anima romantica e non cerca denaro e ricchezza ma un amore che gli riempia la vita.

Sullo sfondo, i conflitti irrisolti del paese, che balzano brutalmente in primo piano quando un attentato sconvolge l’atmosfera farsesca che domina il racconto. Sarà la commedia della vita a cancellare il sangue, e a dominare di nuovo tra le pagine del romanzo saranno le vicende improbabili e sgangherate di Chuckie e Jake.

“Eureka Street” è il romanzo di Robert McLiam Wilson che racconta la storia di due amici, Jake e Chuckie, sullo sfondo della loro Belfast degli anni 90. I due ragazzi sono uno cattolico e l’altro protestante. Perchè specificarlo? Perchè a Belfast questa ‘ caratteristica’ ha un ruolo fondamentale nella vita di tutti i giorni.

Jake ci racconta la sua vita solitaria e le giornate passate tra un lavoro che odia e il pub con gli amici. Invece, la storia di Chuckie ci viene raccontata in terza persona ed è un ragazzone impacciato che cerca di farsi accettare dai suoi amici. Ma soprattutto vuole trovare un suo posto nel mondo e ci riesce creando dal nulla un piccolo impero.

La bellezza di questo romanzo oltre alla storia è proprio Belfast, una città splendida e desolante allo stesso tempo, tristemente nota nel mondo per i profondi e duri scontri che l’hanno accompagnata dalla fine degli anni 60 fino ai giorni nostri.

Il vero punto di forza di questo romanzo è lo stile dello scrittore nordirlandese: Jake è la voce narrante della sua storia personale, infatti le sue vicende sono raccontate in prima persona. Ma Jake è anche colui che narra le vicende dei suoi amici e soprattutto di Chuckie e di Belfast. Nel romanzo è un continuo alternarsi tra la prima e la terza persona e questo rende ancora più coinvolgente e profonda tutta la storia.

La svolta del romanzo arriva al capitolo 11 con l’attentato sanguinoso a Fountain Street. Qui l’autore cambia radicalmente registro stilistico. Diventa pura cronaca, anche molto dura. Un vero pugno allo stomaco del lettore, perché Wilson non lascia nulla all’immaginazione e ci racconta di corpi dilaniati, sofferenze e shock.

Questo attentato cambia la vita di tutti da Jake a Chuckie, ma anche a tutto il resto del mondo. Da lì in poi il romanzo cambia totalmente, come se Jake e gli altri prendessero una consapevolezza che fino a quel momento era in un loro angolo remoto.

E’ un romanzo di formazione che rende il mondo circostante molto più importante delle singole vicende dei ragazzi. Belfast prende prepotentemente il posto di tutti gli altri protagonisti nel romanzo. E’ una città che non può vivere come un semplice sfondo nella vita dei suoi cittadini, ma è un luogo che grida dolore in ogni strada, in ogni casa.

“Eureka Street” è un romanzo bellissimo e struggente che va assolutamente letto per la storia di Belfast degli anni 90. Ma soprattutto per la bellezza dello stile di Wilson, che sa incantare le lettore e lo catapulta sin dalle prime righe nella sua martoriata e umanissima Belfast.

Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)


“TESTIMONE LA NOTTE” DI DANIELE BRESCIANI LEGGI LA RECENSIONE

“Il manoscritto” di Franck Thilliez leggi la recensione

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“Il manoscritto” di Franck Thilliez leggi la recensione

Titolo: Il manoscritto
Autore: Franck Thilliez
Genere: thriller
Editore: Fazi editore
Pagine: 480
Prezzo: Euro 18
Prezzo E-book: 12,99

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Trama: Léane Morgan è considerata la regina del thriller, ma firma i suoi libri con uno pseudonimo per preservare la propria vita privata, che ha subito un profondo sconvolgimento. Sua figlia Sarah è stata rapita quattro anni prima e la polizia ha archiviato il caso come omicidio a opera di un noto serial killer.

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Dopo la tragedia, del suo matrimonio con Jullian non è rimasto che un luogo, la solitaria villa sul mare nel Nord della Francia che Léane ha ormai abbandonato da tempo. Ma quando il marito viene brutalmente aggredito subendo una perdita di memoria, lei si vede costretta a tornare in quella casa, carica di ricordi dolorosi e, adesso, di inquietanti interrogativi.

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“Il manoscritto” è un romanzo di Franck Thilliez che racconta le vicende della scrittrice di thriller Léane Morgan alle prese con la ricerca di giustizia per la scomparsa della figlia, Sarah, ad opera di un serial killer. Il romanzo è un continuo crescendo di crudeltà e angoscia che non lascerà scampo a nessuno, lettore compreso.

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Thilliez usa l’espediente del romanzo nel romanzo: il figlio di un noto scrittore, dopo la sua morte, trova questo testo, il manoscritto appunto, ma privo del finale. E così iniziamo la lettura aspettando il classico colpo di scena finale. Ma Thilliez non ci fa mancare nulla, e inventa un’altra chicca: anche la protagonista della storia è una scrittrice di thriller di fama mondiale. Quindi ci ritroviamo tra le mani una sorta di scatola cinese e, pagina dopo pagina, non possiamo farne più a meno.

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La scrittura è scorrevole e ricca di crudezza. Non ci viene risparmiato nulla: le efferratezze del serial killer sono descritte nei minimi particolati. Certo, per chi è facilmente impressionabile, non sarà la lettura più adatta. Ma è impossibile abbandonare la lettura, Thilliez sa come tenere alta l’attenzione e la tensione del lettore. Ogni capitolo ti invoglia ad andare avanti per cercare di risolvere il caso.

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Ma è proprio la risoluzione il vero colpo di genio dello scrittore francese. Perchè va al di là della semplice scoperta del colpevole, vuole spiazzare il lettore e ci riesce alla perfezione. Ma non si accontenta vuole lasciare un dubbio, una domanda nella testa del lettore.

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“Il manoscritto” è un thriller veramente ben costruito, appassionante e spiazzante allo stesso tempo. E’ veramente completo ed è impossibile restare indifferenti al finale. I veri amanti del genere rimarranno soddisfatti. Ma questo thriller lo dovrebbero leggere tutti, perchè è un peccato lasciare un romanzo come “Il Manoscritto” sullo scaffale della libreria.

Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)

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“IL LIBRO DELLE CASE” DI ANDREA BAJANI LEGGI LA RECENSIONE

“Blu” di Giorgia Tribuiani leggi la recensione

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“Blu” di Giorgia Tribuiani leggi la recensione

Titolo: Blu
Autore: Giorgia Tribuiani
Genere: narrativa
Editore: Fazi editore
Pagine: 256
Prezzo: Euro 16
Prezzo E-book: 9,99

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Trama: Ginevra, per tutti Blu fin da bambina, ha diciassette anni, frequenta il liceo artistico ed è una ragazza solitaria intrappolata in un mondo tutto suo fatto di rituali ossessivi e gesti scaramantici. I suoi genitori sono divorziati e Blu vive con la madre, una donna che lavora molto ed è spesso fuori casa. Blu ha un fidanzato, che non riesce a lasciare perché divorata dai sensi di colpa, un ragazzo che vorrebbe amare e di cui, invece, sopporta appena la presenza.

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L’unica cosa che ama davvero è l’arte, e disegnare risulta un’attività in cui dimostra di avere talento. Così, quando durante una gita scolastica assiste a un’esibizione di performance art, resta folgorata, fino a sviluppare per lei una vera e propria ossessione. A questo punto, i pensieri maniacali si fanno via via più opprimenti, finché la sua determinazione a essere una brava ragazza la porta a vivere uno sdoppiamento della personalità subdolo e pericoloso.

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“Blu” è il nuovo romanzo di Giorgia Tribuiani che racconta la storia della diciassettenne Ginevra, conosciuta da tutti come Blu. La sua narrazione non è lineare, ma è tutto un insieme di frammenti, ossessioni e ricordi che la stessa Blu riporta a galla.

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E’ un romanzo molto complesso, scritto con la seconda persona singolare, una scelta stilistica che lo rende ancora più particolare. Allo stesso tempo, può destabilizzare quei lettori abituati a stili di scrittura più ordinari. La Tribuiani riesce a raccontare il disturbo ossessivo di Blu, e lo fa dall’interno, portando il lettore nella testa della ragazzina, tenendolo intrappolato.

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Tutto il romanzo porta con sé il peso dell’inadeguatezza di Blu nel relazionarsi col mondo. Il suo unico vero sfogo è l’arte, che però, in un animo così fragile, non può che sfociare in una vera e propria ossessione. Un’ossessione che, per Blu, si chiama Dora, un’artista che se, da una parte, farà aprire gli occhi alla giovane protagonista, dall’altra la renderà ancora più fragile, tanto da farla cadere sempre più giù.

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Il racconto che fa la scrittrice sul disturbo ossessivo non si ferma a pura esteriorità. Ma va a fondo e ci aiuta a scoprire anche il profondo senso di colpa e di inadeguatezza che attanaglia Blu. Tutto è circondato dalla confusione, eppure la scrittrice non perde mai il punto centrale della storia.

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“Blu” è un romanzo molto complesso, sicuramente non per tutti e non solo per lo stile di scrittura, che già di per sé destabilizza. Ma soprattutto perchè non è un libro rassicurante, non cerca di impressionare per il puro gusto di farlo, ed è carico di dolore. Consigliato a chi vuole leggere una storia autentica, che lascia il segno.

Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)

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“ANNI LUCE” DI ANDREA POMELLA LEGGI LA RECENSIONE

“Cercando Beethoven” di Saverio Simonelli leggi la recensione

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“Cercando Beethoven” di Saverio Simonelli leggi la recensione

Titolo: Cercando Beethoven
Autore: Saverio Simonelli
Genere: narrativa
Editore: Fazi editore
Pagine: 320
Prezzo: Euro 18
Prezzo E-book: 9,99

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Trama: Spinto dal desiderio di scoprire il segreto della musica di Beethoven, un giovane si mette sulle tracce del celebre compositore durante un’estate trascorsa a Heiligenstadt, un sobborgo di Vienna dove Beethoven si reca abitualmente in villeggiatura. Il sogno di Wilhelm è quello di diventare un grande musicista, ma non è il solo a coltivare questo desiderio di successo in una città in cui abbonda l’ambizione, vista la presenza di numerosi intellettuali, artisti e scrittori. Con lui ci sono anche Andreas, un giovane boemo – violinista e pianista – discendente da una famiglia nobile, e una ragazza a dir poco enigmatica, Queenia.

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“Cercando Beethoven” è un omaggio ad uno dei più grandi compositori di tutti i tempi. Proprio nel 2020 ricorrono i 250 anni dalla sua nascita e Simonelli con questo suo romanzo ha voluto rendere omaggio non solo al compositore ma alla Vienna dell’800.

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Dal punto di vista culturale l’800 è senza dubbio uno dei periodi storici più floridi. E leggendo il romanzo il lettore si ritrova a sentir parlare di Mozart e altri artisti dell’epoca.

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Molto toccante e anche ricco di tenerezza il racconto del personaggio di Beethoven. Simonelli, pur ricordando il suo carattere scontroso, porta alla luce un aspetto del compositore che lo rende ancora più umano. E il lettore non può che restarne affascinato.

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Il punto forte del romanzo, infatti, è proprio la capacità dello scrittore di analizzare e delineare la psicologia dei personaggi: non sono solo dei nomi. Lo stile di scrittura è molto curato e ricercato, ma sempre scorrevole e coinvolgente.

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Il romanzo non è solo il racconto dell’amicizia tra il protagonista e Beethoven, ma, pagina dopo pagina, l’amore per la musica si fa sempre più forte, tanto da diventarne la vera protagonista di tutto il romanzo.

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“Cercando Beethoven” è un toccante omaggio al compositore e alle sue opere. Ma anche un bellissimo tuffo nel passato, in una Vienna ricca di storia e di musica che fa sognare. Una lettura piacevole da accompagnare con le bellissime opere di Beethoven.

Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)

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“ARRIVA IL DIAVOLO” DI LINDA LADD LEGGI LA RECENSIONE

“Il viaggio di Halla” di Naomi Mitchison leggi la recensione

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“Il viaggio di Halla” di Naomi Mitchison leggi la recensione

Titolo: Il viaggio di Halla
Autore: Naomi Mitchison
Genere: fantasy
Editore: Fazi editore
Pagine: 148
Prezzo: Euro 15
Prezzo E-book: 7,99

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Trama: Questa è la storia di Halla, figlia di un re che decide di abbandonarla nei boschi. Qui viene accudita dagli orsi e poi cresciuta dai draghi sulle montagne rocciose; ma il tempo dei draghi, minacciati dagli odiosi e crudeli esseri umani, sta per finire. Odino, Padre di tutte le cose, offre ad Halla una scelta.

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Vivere alla maniera dei draghi, accumulando tesori da difendere, o viaggiare leggera e attraversare il mondo con passo lieve? Iniziano così le fantastiche avventure della ragazza, che girovagherà alla scoperta di nuove terre e antiche leggende, in mezzo a creature incredibili, luoghi misteriosi e magie dimenticate.

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“Il viaggio di Halla” di Naomi Mitchison è un fantasy pubblicato nel 1952 e narra la storia di Halla, un’umana cresciuta da un’orsa e dai draghi. Sin da subito la Mitchison stravolge i personaggi: qui gli umani sono cattivi e violenti. Mentre i draghi hanno una capacità di ingegno e intelligenza unica.

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E’ un romanzo breve che si legge tutto d’un fiato sia per la bellezza della storia che per la fluidità del racconto. Anche se alcune parti scorrono più lentamente, il lettore è totalmente coinvolto dalle vicende di Halla.

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Nel romanzo troviamo tutte le caratteristiche del classico fantasy, ma in più ha la bellezza e la delicatezza di una fiaba. L’incipit è veramente scritto con un’abilità e delicatezza unica. Ricchissimo di simbolismo, ogni scena lascia al lettore uno spunto per pensare e cercare di apprezzare il significato vero del romanzo.

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La Mitchison ha uno stile di scrittura molto chiaro e mai banale. E’ un fantasy molto credibile, soprattutto per la semplicità nel raccontare della scrittrice. Bello, poi, il rapporto tra Halla e Uggi: tra loro si crea un legame fortissimo e puro, che rende i due personaggi veramente carismatici.

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“Il viaggo di Halla” è un fantasy di formazione. La protagonista prende sempre più consapevolezza di sé stessa e del suo ruolo nel mondo. Per gli amanti del genere è una lettura fondamentale, una storia classica ma allo stesso tempo modernissima.

Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)

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“LE CANAGLIE” DI ANGELO CAROTENUTO LEGGI LA RECENSIONE

“Il grande me” di Anna Giurickovic Dato leggi la recensione

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“Il grande me” di Anna Giurickovic Dato leggi la recensione

Titolo: Il grande me
Autore: Anna Giurickovic Dato
Genere: narrativa
Editore: Fazi editore
Pagine: 230
Prezzo: Euro 18
Prezzo E-book: 10,99

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Trama: Simone, davanti alla consapevolezza di una morte certa, viene raggiunto a Milano dai suoi tre figli, dopo molti anni di lontananza. È l’inizio di un periodo doloroso, ma per Carla si tratta anche dell’ultima occasione per recuperare del tempo con suo padre. Simone, angosciato dal pensiero di aver fallito e di non poter più cambiare il suo passato, ripercorre le tappe della propria eccentrica esistenza, vissuta con grande passione e voracità.

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Mentre la sua lucidità mentale vacilla sempre più, vuole usare il poco tempo che gli resta anche per rimediare a vecchi errori e confessa ai figli un segreto. In Carla e i suoi fratelli riaffiorano ricordi di anni lontani. I momenti dell’infanzia in cui la famiglia era ancora unita e quelli legati alla separazione dei genitori, nel tentativo di ricostruire una verità dai contorni sempre più incerti. I ragazzi non possono far altro che assecondare il padre, tra realtà e delirio, mentre la malattia si dilata richiedendo sempre più attenzioni e occupando la totalità delle loro giornate.

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“Il grande me” di Anna Giurickovic Dato è un romanzo sul dolore e sull’impossibilità di accettare la morte di un proprio caro. Sin dalle prime pagine la malattia di Simone è predominante nella storia ed è chiaro quello che vuole dire: “Sono qui e ci sarò per tutto il tempo”.

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La malattia vista con gli occhi di un parente è destabilizzante, ci si sente già sconfitti e si vuole subito correre ai ripari. Proprio come fanno Carla i suoi fratelli Mario e Laura: si trasferiscono dal padre morente per aiutarlo, o forse per aiutare loro stessi.

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Anna Giurickovic Dato ha uno stile diretto e non edulcora nulla, è una scrittura realistica e dolorosa. Tutto si svolge in famiglia e anche nei momenti di distacco la malattia e gli affetti sono lì presenti come macigni.

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Anche il lettore si sente sopraffatto da tanto dolore, sa bene che non ci sarà un lieto fine, ma assiste passivo al precipitare della situazione. Non si parla solo di malattia, ma sono molti i momenti incentrati sui ricordi anche piacevoli, che però rendono la realtà ancora più dura da accettare.

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Non si è mai pronti a perdere un proprio caro e le ultime pagine sono un vero pugno allo stomaco. Si potrebbe pensare che l’epilogo già noto possa liberare e invece non è così. Anzi, fa sprofondare ancora di più nel dolore e nella sensazione di vuoto.

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“Il grande me” di Anna Giurickovic Dato è un bellissimo e straziante romanzo, che entra dentro fino alle ossa e il lettore lo fa suo. Una volta terminato bisogna prendersi del tempo per metabolizzare, ma è un libro necessario e che va letto!

Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)

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“GIRO DI VITE” DI HENRY JAMES LEGGI LA RECENSIONE

“Il criminale pallido” di Philip Kerr leggi la recensione

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“Il criminale pallido” di Philip Kerr leggi la recensione

Titolo: Il criminale pallido
Autore: Philip Kerr
Genere: thriller
Editore: Fazi editore
Pagine: 348
Prezzo: Euro 15
Prezzo E-book: 7,99

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Trama: Durante la torrida ondata di caldo estivo che affligge Berlino nel 1938, il popolo tedesco attende con ansia l’esito della conferenza di Monaco domandandosi se Hitler trascinerà l’Europa in una nuova guerra. Nel frattempo, in città sono scomparse diverse ragazze adolescenti, tutte bionde con gli occhi azzurri, tutte bellezze ariane. Heydrich in persona assolda il detective Bernie Gunther, costringendolo a tornare nella Kriminalpolizei, a capo di una squadra che faccia luce sul caso.

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Mentre qualcuno cerca di far ricadere la colpa su un membro della comunità ebraica, l’investigatore si cala nei meandri della prostituzione, della pornografia e della stampa estremista. la Germania hitleriana, sotto la sua patina di ordine e decoro, nasconde sentieri sotterranei cosparsi di depravazione. E, come se non bastasse, la Notte dei cristalli è alle porte.

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“Il criminale pallido” è il secondo capitolo della trilogia berlinese di Philip Kerr, che ha come protagonista Bernie Gunther. Dopo il caso narrato in “Violette di marzo”, ritroviamo l’investigatore privato alle prese con una nuova indagine.

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Il contesto storico è sempre parte integrante nei libri di Kerr. I suoi thriller storici sono perfetti, riesce senza difficoltà a far incastrare i fatti realmente accaduti con le indagini di Bernie Gunther.

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Come in “Violette di marzo”, la scrittura è molto scorrevole, ma estremamente crudo: nulla è lasciato all’immaginazione. Il lettore si ritrova nelle vicende della Germania Hitleriana e per tutto il romanzo è presente una senso di oppressione e di incertezza storica.

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La punta di diamante de “Il criminale pallido” è proprio il protagonista. Bernie Gunther è un investigatore privato antinazista, freddo e disincantato. Riesce anche in situazioni molto complesse a far trapelare il suo humor nero, che spezza un po’ la pesantezza della vicenda. Kerr in questo secondo romanzo lo ha caratterizzato ancora di più e il lettore ne rimane ancora più affascinato.

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“Il criminale pallido” è veramente un ottimo thriller storico. Un caso forse meno potente di quello di “Violette di marzo”, ma sempre avvincente e sconcertante. E quando il caso lascia il posto agli eventi realmente accaduti, il pugno che arriva allo stomaco del lettore fa veramente male. La cattiveria e la follia umana sono molto più spaventose e pericolose. E ora non ci resta che attendere il capitolo finale della trilogia.

Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)

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“VIOLETTE DI MARZO” DI PHILIP KERR LEGGI LA RECENSIONE

“MAI STATI COSI’ FELICI” DI CLAIRE LOMBARDO LEGGI LA RECENSIONE

“Va tutto bene signor Field” di Katharine Kilalea leggi la recensione

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“Va tutto bene signor Field” di Katharine Kilalea leggi la recensione

Titolo: Va tutto bene signor Field
Autore: Katharine Kilalea
Genere: narrativa
Editore: Fazi Editore
Pagine: 162
Prezzo: Euro 18
Prezzo E-book: 9,99

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Trama: Il signor Field è un pianista e concertista alla deriva, la cui carriera subisce una definitiva battuta d’arresto dopo un incidente in treno. Con i soldi del risarcimento, si trasferisce a Città del Capo, in una casa costruita dall’architetto Jan Kallenbach come una replica di Villa Savoye di Le Corbusier, dove lo raggiunge anche la moglie Mim. Il signor Field è un uomo triste e rassegnato, che vive in uno stato di sonnolenza perenne e di straniamento dalla realtà che lo circonda.

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Mentre manda in frantumi il vetro della grande finestra di casa sua, cerca di ricomporre i pezzi della propria identità iniziando un dialogo silenzioso e fittizio con Hannah Kallenbach. La vedova dell’architetto, per la quale sviluppa a poco a poco una vera e propria mania: la segue, si apposta sotto la sua finestra, la spia nella sua vita privata e nelle strane conversazioni con un uomo misterioso.

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“Va tutto bene signor Field” è il romanzo d’esordio della scrittrice sudafricana Katharine Kilalea. E’ un flusso di coscienza del protagonista: un uomo ormai alla deriva sia nella vita privata che nel lavoro. Il signor Field non ha più la forza di chiedere qualcosa alla sua esistenza.

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La sua totale apatia è un contrasto con lo scorrere delle stagioni, che però incidono poco o nulla sulla sua vita. Tutto gli scorre accanto, ma non ha proprio la forza di cercare di aggrapparsi a qualcosa, neanche la moglie riesce a risollevarlo. L’unico legame con il mondo esterno è Hannah Kallenbach. Per Field la donna da una semplice voce nella sua testa, si materializza e diventa una vera ossessione.

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Katharine Kilalea ha una scrittura molto ricca e poetica. Ma non è una lettura per tutti. Un continuo di pagine su pagine di pensieri, spesso anche molto pessimisti, non è certo facile da leggere. Il lettore viene travolto da ciò che pensa il Signor Field e difficilmente ne esce indenne.

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“Va tutto bene Signor Field” è un romanzo d’esordio senza dubbio di forte impatto, ma non è una lettura adatta a tutti. La scrittura della Kilalea è veramente molto interessante e per il lettore che riuscirà a farsi coinvolgere sarà un bel viaggio nel mondo del protagonista.

Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)

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“L’ABITO DA SPOSO” DI PIERRE LEMAITRE LEGGI LA RECENSIONE

“L’abito da sposo” di Pierre Lemaitre leggi la recensione

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“L’abito da sposo” di Pierre Lemaitre leggi la recensione

Titolo: L’abito da sposo
Autore: Pierre Lemaitre
Genere: thriller
Editore: Fazi Editore
Pagine: 334
Prezzo: Euro 17
Prezzo E-book: 8,99

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Trama: Chi è veramente Sophie? Sappiamo che ha trent’anni ed è la babysitter di Léo, il figlio di una coppia di ricchi parigini. Il resto è un mistero. Ma sappiamo che è ossessionata da una doppia identità, dimentica cosa ha fatto poche ore prima e vive in un costante stato di oblio. Una sera la mamma di Léo rientra tardi e trova Sophie addormentata davanti alla tv, le propone di restare a dormire e lei accetta. 

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Il mattino dopo la ragazza si risveglia sola in casa e fa la terribile scoperta: nella notte Léo è stato strangolato nel sonno, proprio accanto a lei. Infatti da qui ha inizio una lunga fuga, un sentiero che condurrà Sophie fin negli abissi del crimine per salvarsi da un omicidio che non ha commesso ma per il quale è l’imputato perfetto. Fino a quando scoprirà cosa è davvero accaduto quella notte e chi l’ha condannata alla sofferenza.

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“L’abito da sposo” di Lemaitre è un thriller psicologico molto complesso. Sin dalle prime pagine ci troviamo nella vita di Sophie, che è un concentrato di ansie e paure. Anche la lettura non sarà semplice, perché, anche se narrativamente parlando succede poco, entrare nella testa della protagonista è spaventoso. E’ un continuo vortice di emozioni che destabilizzano.

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Questa prima parte è in netto contrasto con la seconda: è tutto un susseguirsi in modo metodico di date e racconti. Da qui in poi per il lettore sarà impossibile abbandonare il libro. Si crea una dualità tra la protagonista e il mondo che la opprime e sarà tutto un continuo di colpi di scena spiazzanti.

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Lemaitre ha un’abilità nel descrivere tutti i disagi psicologici: dai disturbi della personalità alla vendetta più cruda. Il tutto condito da una continua confusione e angoscia crescente. La sua scrittura è asciutta e cattiva che per tutto il romanzo ha la capacità di destabilizzare il lettore, che non riesce mai a trovare un appiglio.

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“L’abito da sposo”, quindi, è un ottimo thriller psicologico che tocca corde molto sensibili e difficilmente ci lasceranno impassibili. Infatti, al termine del libro il lettore si guarderà intorno con molta più paura e sospetto: tutto ‘merito’ della bravura di Lemaitre.

Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)

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