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“Vite apocrife di Francesco d’Assisi” di Massimiliano Felli leggi la recensione

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“Vite apocrife di Francesco d’Assisi” di Massimiliano Felli leggi la recensione

Titolo: Vite apocrife di Francesco d’Assisi
Autore: Massimiliano Felli
Genere: narrativa
Editore: Fazi Editore
Pagine: 372
Prezzo: Euro 17
Prezzo E-book: 7,99

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Trama: 1266: quarant’anni dopo la morte del «Poverello d’Assisi», l’Ordine francescano è lacerato dalle divisioni interne. Bonaventura da Bagnoregio, in qualità di ministro generale dell’Ordine, ha completato da poco una nuova biografia di san Francesco. Durante il Capitolo di Parigi, si decide che la sua opera – che passerà alla storia come Legenda Maior – dovrà essere la versione ufficiale. Per questo motivo, lo stesso Bonaventura intima di distruggere tutti i documenti esistenti sulla vita di Francesco e di cercare frate Leone. 

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Incaricato della missione è il giovane amanuense fra’ Deodato, segretario di Bonaventura, che tuttavia non ha il coraggio di distruggere i documenti e decide di trasgredire agli ordini dei suoi superiori. Un’avventura tra le strade d’Italia e tra polverosi manoscritti che si trasformerà in un pellegrinaggio impossibile alla ricerca del vero Francesco, dell’uomo che si cela all’ombra del Santo.

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“Vite apocrife di Francesco d’Assisi” racconta in una veste nuova la figura del Santo. Il lettore, seguendo Fra’ Deodato, ripercorre la vita di Francesco partendo proprio dalla sua giovinezza, quando ancora si chiamava Giovanni di Pietro di Bernardone. Ci troviamo di fronte ad un ragazzo dell’epoca, molto distante dalla figura del Santo. I racconti che scopriamo grazie a Fra’ Deodato sono estremamente interessanti e umani.

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La figura del Santo è veramente carismatica, in ogni pagina diventa sempre più forte e anche se non si parla direttamente di San Francesco è sempre presente e non abbandona mai il lettore. La stessa potenza la ritroviamo anche in Santa Chiara, che entra in punta di piedi nel racconto e nella vita di Francesco, eppure riesce travolge il lettore come un fiume in piena. La devozione di Santa Chiara riuscirebbe a mettere in difficoltà chiunque.

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Nel leggere il libro di Felli notiamo quanto lavoro ci sia dietro, uno studio molto accurato sia del contesto storico che della figura di San Francesco. Ma quello che il lettore percepisce è il profondo amore dello scrittore per il Santo. Infatti lo studio e la ricerca di fonti non è solo per puro nozionismo, ma proprio per cercare di cogliere il più possibile di questa figura così potente e umana.

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E’ un romanzo storico ma, anche se non tutti i racconti sono veritieri, la lettura è veramente piacevole grazie all’ottimo e curato stile di Massimiliano Felli. Il lettore, pagina dopo pagina, si ritrova catapultato nel mondo di San Francesco e se ne sente parte integrante. Gli amanti della storia, ricchissima, di San Francesco d’Assisi il libro di Felli trarranno ottimi spunti e una visione inedita della sua figura senza rimanerne delusi. Anzi, resteranno piacevolmente colpiti.

Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)

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“HAP E LEONARD: UNA STAGIONE SELVAGGIA, MUCHO MOJO, IL MAMBO DEGLI ORSI” DI JOE R. LANSDALE LEGGI LA RECENSIONE

“New Grub Street” di George Gissing leggi la recensione

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“New Grub Street” di George Gissing leggi la recensione

Titolo: New Grub Street
Autore: Geoerge Gissing
Genere: narrativa
Editore: Fazi editore
Pagine: 574
Prezzo: Euro 20
Prezzo e-book: Euro 9,99

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Trama: Nella Londra di fine Ottocento, Edwin Reardon è uno scrittore di grande talento ma dallo scarso successo commerciale. Sebbene la continua incertezza economica e la povertà incipiente minaccino il suo matrimonio con Amy, è incapace di piegare la sua arte alle logiche del mercato e porterà avanti la sua coerenza fino alle estreme conseguenze.

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Al contrario, Jasper Milvain, giornalista rampante e giovane sfrontato, in cambio di ricchezza e affermazione sociale è disposto a tutto. Curerà sempre e solo le relazioni convenienti, scriverà ponendosi come obiettivo primario di ottenere fama e denaro. E romperà la promessa di matrimonio fatta a Marian Yule, figlia dello scrittore Alfred Yule e scrittrice a sua volta, preferendole un’altra donna che può portargli maggiore vantaggio.

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Con “New Grub Street” George Gissing ci porta nella Londra di di fine ‘800, concentrandosi principalmente sulla profonda crisi del mondo letterario classico. Infatti risale proprio a questi anni la nascita della cultura di massa e ovviamente anche la letteratura e le riviste culturali ne risentono profondamente. Se fino a quel momento tra i letterati e il popolo c’era un enorme divario culturale, con il passare del tempo ogni cosa diventa alla portata di tutti.

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E proprio questa richiesta di piacere ai più ha creato enormi difficoltà ai protagonisti del romanzo. Ogni letterato ha dovuto fare i conti con un nuovo modo di fare editoria e non tutti sono riusciti a mantenere il giusto passo. Uno di questi è Edwin Reardon, con alle spalle due libri di buon successo, ma il lettore lo conoscerà in piena crisi dello scrittore. Il suo personaggio è uno dei più tormentati e pagina dopo pagina si soffre insieme a lui, grazie alla perfetta scrittura di Gissing.

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Di tutt’altra pasta è l’altro protagonista: Jasper Milvain. Un giovane letterato che cerca solo ed esclusivamente il successo, anche calpestando i suoi ideali e scavalcando le amicizie e gli affetti. I due protagonisti sono proprio i due modi di vedere la letteratura: uno ha la visione classica e potente del grande romanzo corposo, l’altro la lettura veloce, camaleontica e molto di piaggeria, quasi finta.

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Chi avrà ragione? Purtroppo Milvain, uno dei protagonisti più antipatici e arrivisti raccontati in un romanzo. Una menzione, però, va fatta per uno dei tanti personaggi secondari del romanzo: Harold Biffen. La sua vicenda entra piano piano nel romanzo e ne esce con una potenza che difficilmente il lettore potrà dimenticare.

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Pur essendo un romanzo di piena epoca vittoriana la caratterizzazione che Gissing dà ai suoi personaggi femminili è molto particolareggiata e intensa. Non sono le classiche donne che si fanno travolgere o che svengono per ogni motivazione e aspettano di essere salvate. Ma anzi, sono loro stesse a cercare di trovarsi un posto nella società e di farsi un nome anche nel mondo della letteratura come nel caso di Marian. Veramente molto bello e ricco il suo personaggio: una donna di fine ‘800 che cerca di andare avanti in un mondo di difficoltà e di povertà.

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George Gissing con “New Grub Street” ha confermato di essere uno tra i migliori autori dell’età vittoriana. La sua scrittura molto ricercata, ma anche ricca di humor tipicamente inglese coinvolge subito il lettore e la lettura scorre molto velocemente pur essendo un romanzo molto corposo. Pur lasciando tutta la visibilità ai sui protagonisti, nel corso del racconto non mancano dei piccoli vezzi che fanno entrare di prepotenza nella vicenda anche lo stesso Gissing. “New Grub Street” è un ottimo romanzo che sarà molto apprezzato dagli amanti del genere, ma sarà anche un ottimo inizio per chi vuole avvicinarsi alla letteratura inglese di fine ‘800.

Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)

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“LA RAGAZZA CON LA MACCHINA DA SCRIVERE” DI DESY ICARDI LEGGI LA RECENSIONE

“La ragazza con la macchina da scrivere” di Desy Icardi leggi la recensione

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“La ragazza con la macchina da scrivere” di Desy Icardi leggi la recensione

Titolo: La ragazza con la macchina da scrivere
Autore: Desy Icardi
Genere: narrativa
Editore: Fazi editore
Pagine: 366
Prezzo: Euro 15
Prezzo e-book: Euro 7,99

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Trama: Sin da ragazza, Dalia ha lavorato come dattilografa, attraversando il ventesimo secolo sempre accompagnata dalla sua macchina da scrivere portatile, una Olivetti MP1 rossa. Negli anni Novanta, ormai anziana, la donna viene colpita da un ictus che, pur non rivelandosi letale, offusca parte della sua memoria. I ricordi di Dalia tuttavia non si sono dissolti, essi sopravvivono nella memoria tattile dei suoi polpastrelli, dai quali possono essere liberati solamente nel contatto con i tasti della Olivetti rossa.

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Attraverso la macchina da scrivere, Dalia ripercorre così la propria esistenza: gli amori, i dispiaceri e i mille espedienti attuati per sopravvivere. Soprattutto durante gli anni della guerra, riemergono dal passato restituendole un’immagine di sé viva e sorprendente. La storia di una donna capace di superare decenni difficili procedendo sempre a testa alta con dignità e buonumore. Un unico, importante ricordo, però, le sfugge, ma Dalia è decisa a ritrovarlo seguendo gli indizi che il caso, o forse il destino, ha disseminato lungo il suo percorso.

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Desy Icardi, dopo il successo de “L’annusatrice di libri” è tornata con un nuovo romanzo, sempre fortemente legato ai 5 sensi. Dopo l’olfatto, con “La ragazza con la macchina da scrivere” la scrittrice ci parla del tatto, e lo fa con la sua solita delicatezza e poesia. Dalia è una donna di 70 anni che dopo il ‘piccolo incidente’ cerca di recuperare il suo più recente passato, e l’aiuto lo trova proprio nel tatto e grazie alla sua Olivetti rossa.

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Dalia nel cercare di ritrovarsi si affida alle sue mani e alla macchina da scrivere e ricorda la sua vita. La donna racconta tutto in terza persona, proprio come se fosse un libro, e ripercorre il suo passato dal momento in cui inizia a fare la dattilografa. “L’incontro” con la sua Olivetti è l’inizio della sua storia. La vita di Dalia è molto semplice, non ha fatto nulla di così particolare, ma la bravura della Icardi è proprio il modo in cuo lo scrive.

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La scrittrice riesce a dare il giusto valore a ogni piccolo dettagli della vita ‘normale’ di Dalia, e la rende viva e molto interessante. La sua scrittura è misurata, delicata e accompagna il lettore nella lettura. Per chi ha letto il precedente romanzo, il momento dell’ingresso nella storia dell’avvocato Ferro non può che provocare un piccolo momento di gioia e nostalgia. Questo personaggio ha la capacità di far diventare qualsiasi situazione, anche la più triste, una poesia.

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Desy Icardi con questo suo nuovo romanzo ci racconta il forte legame che si può creare tra la memoria e il tatto, ma anche la potenza di questo senso che può avere nella vita di una persona. Dalia, grazie alla sua Olivetti, riesce a trovare quella serenità che le viene a mancare in alcune situazioni, come sotto i bombardamenti. Ma l’aiuta anche a riallacciare il suo passato con il presente, facendole ricordare quello che aveva dimenticato per via dell’ictus.

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“La ragazza con la macchina da scrivere” è un bel romanzo che emoziona e riporta alle bellissime sensazioni a cui la Icardi ci aveva abituato con “L’annusatrice di libri”. E’ molto difficile interrompere la lettura, perchè il lettore viene completamente avvolto dalla storia che entra dentro in punta di piedi per restarci. E anche Dalia, dopo Adelina entra nel cuore del lettore.

Barbara Piergentili

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“THE HOUSE OF SECRETS” DI BRAD MELTZER E TOD GOLDBERG LEGGI LA RECENSIONE

“The House of Secrets” di Brad Meltzer e Tod Goldberg leggi la recensione

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“The House of Secrets” di Brad Meltzer e Tod Goldberg leggi la recensione

Titolo: The House of Secrets
Autore: Brad Meltzer e Tod Goldberg
Genere: thriller
Editore: Fazi editore
Pagine: 392
Prezzo: Euro 15
Prezzo e-book: Euro 7,99

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Trama: Jack Nash, celebre conduttore di The House of Secrets, un programma televisivo su complotti e segreti, ha sempre detto alla figlia che i misteri devono essere risolti. Da bambina, Hazel adorava ascoltare i racconti del padre, soprattutto quello su una Bibbia appartenuta a Benedict Arnold, rinvenuta nel petto di un cadavere. Quando, molti anni dopo, padre e figlia rimangono coinvolti in un incidente, lui muore sul colpo e lei viene colta da un’amnesia che le impedisce di riportare alla mente ricordi legati a emozioni intense. Proprio adesso che gli insegnamenti del padre le servirebbero.

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Un agente dell’FBI, Trevor Rabkin, si presenta in ospedale facendole strane domande su suo padre. Una volta tornata a casa, cercando di riconnettere i tasselli della propria identità. Hazel scopre dettagli della propria vita di cui non ha alcuna memoria e che le fanno nutrire sempre più dubbi su chi sia veramente. Cosa ha fatto in tutti quegli anni? Perché ha viaggiato per il mondo ripercorrendo i luoghi di alcune puntate di The House of Secrets? La ragazza si rende conto che le cose sono molto più complicate di quanto sembrino.

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“The House of Secrets” è un romanzo scritto a quattro mani da Brad Meltzer e Tod Goldberg, tutto incentrato sulle vicende di Hazel Nash e sui tanti segreti nascosti. Il libro è ricchissimo di flashback, che aiutano ancora di più il lettore a capire le vicende raccontate. Ma la capacità dei due scrittori è quella di sapersi fermare al momento giusto, con capitoli molto brevi che non appesantiscono la lettura.

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Hazel Nash nel corso del romanzo riacquista parzialmente la memoria e anche il lettore si trova a provare le sue stesse emozioni e paure. Tutto viene messo in discussione, ogni singolo personaggio ha un lato oscuro, che viene sapientemente descritto con poche e criptiche parole. Fino alla fine non si sa chi è dalla parte dei buoni e chi da quella dei cattivi, ma è anche vero che non è questo che si vuole raccontare.

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Durante la lettura, difficilmente il lettore riesce a capire in anticipo quello che accadrà, grazie alla scrittura molto avvincente e per niente noiosa. E proprio grazie alla brevità dei capitoli è difficile smettere di leggere, si ha il desiderio di scoprire cosa accadrà nella pagina successiva. Una parte molto importante della storia è il profondo disagio di Hazel, perchè per la ragazza non è importante solo scoprire la verità. Ma soprattutto ritrovare una sua dimensione nella vita e questo suo desiderio coinvolgerà fino alla fine il lettore.

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“The house of secrets” è un buonissimo thriller dove nulla è dato per scontato, ricchissimo di colpi di scena. E’ vero: ci sono i servizi segreti, tanti morti e traffici internazionali poco leciti. Ma tutto è reso in modo tutt’altro che banale, grazie alla bravura di Meltzer che in questa occasione ha avuto un ottimo aiuto da Tod Goldberg. E Il lettore amante del thriller non rimarrà deluso.

Barbara Piergentili

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“TUFF E LA SUA BANDA” DI PAUL BEATTY LEGGI LA RECENSIONE

“Tuff e la sua banda” di Paul Beatty leggi la recensione

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“Tuff e la sua banda” di Paul Beatty leggi la recensione

Titolo: Tuff e la sua banda
Autore: Paul Beatty
Genere: narrativa
Editore: Fazi editore
Pagine: 366
Prezzo: Euro 18.50
Prezzo e-book: Euro 9,99

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Trama: Winston Foshay, detto Tuff, è un energumeno di Harlem che ha abbandonato la scuola, si è sposato giovanissimo con la fidanzata incinta e lavora come picchiatore nel giro dello spaccio. Dopo essere sopravvissuto a un regolamento di conti tra bande rivali decide di dare una svolta alla sua vita. E di aderire al Programma Fratello Maggiore, un programma di assistenza psicologica e sociale per ragazzi in condizioni svantaggiate. Il suo mentore è Spencer Throckmorton, un nero convertito all’ebraismo e diventato rabbino.

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Dopo lunghe discussioni con Spencer, la moglie Yolanda, il padre Clifford, ex militante delle Pantere Nere, e gli amici (tra cui spicca Fariq, disabile, musulmano e antisemita). Winston decide di presentarsi alle elezioni comunali, finanziato da Inez Nomura, una nippoamericana a sua volta ex militante delle Pantere che sta cercando il nuovo Malcolm X. La sua popolarità nel quartiere, di cui conosce ogni persona, la fama di “spaventoso figlio di puttana”. E un paio di giorni trascorsi in galera ad arringare i compagni di ghetto dopo essersi fatto arrestare con un pretesto gli fanno guadagnare sempre più consensi.

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“Tuff e la sua banda” è il secondo romanzo di Paul Beatty, conosciuto ai più per “Lo schiavista”, che gli è valso il Man Booker Prize 2016. La storia è ambientata ad Harlem, uno dei quartieri più famosi al mondo, soprattutto per la sua forte connotazione culturale. Sin da subito, grazie a Tuff ci ritroviamo nel tipico ambiente povero dell’America, che contrasta con la versione patinata dei film.

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Si viene subito rapiti da Tuff per la sua schiettezza e senso dell’umorismo. Riesce a raccontare le sue vicissitudini con una semplicità e comicità, anche quando parla dei crimini che ha commesso. Dopo alcuni racconti è impossibile non scoppiare a ridere. Grazie a Tuff, il lettore impara a conoscere il resto della banda: tutti personaggi particolarissimi, quasi surreali, ma non lo sono proprio perchè si trovano ad Harlem. Ognuno di loro è ben caratterizzato ed è parte integrante del romanzo.

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Paul Beatty ha una scrittura molto fluida e veloce, i suoi personaggi parlano in modo diretto e incisivo. Elemento sempre presente nei romanzi dello scrittore americano è un umorismo feroce, che rende ancora più piacevole la lettura. Il lettore, grazie ai suoi romanzi, ha uno spaccato della società americana molto reale e crudo e ovviamente non ne esce benissimo. Perchè tra una battuta e l’altra Beatty fa una durissima critica alla struttura americana, che difficilmente lascia qualche speranza a chi nasce in alcuni quartieri, tipo Harlem.

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“Tuff e la sua banda” è un romanzo piacevolissimo, ma al tempo stesso molto profondo, che cerca in tutti i modi di dare ancora più dignità a persone, che normalmente non l’avrebbero. Tuff cerca una rivalsa nella politica in modo anche svogliato. Ma è un ragazzo intelligente, che se solo avesse avuto le stesse possibilità di altri, forse non si sarebbe trovato in alcune situazioni e non sarebbe stato emarginato. Paul Beatty, anche con questo romanzo, si conferma uno dei migliori scrittori americani contemporanei.

Barbara Piergentili

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“VIOLETTE DI MARZO” DI PHILIP KERR LEGGI LA RECENSIONE

“Violette di marzo” di Philip Kerr leggi la recensione

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“Violette di marzo” di Philip Kerr leggi la recensione

Titolo: Violette di marzo
Autore: Philip Kerr
Genere: thriller
Editore: Fazi editore
Pagine: 318
Prezzo: Euro 15
Prezzo e-book: Euro 7,99

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Trama: Nella Berlino del 1936, alla vigilia delle Olimpiadi, marito e moglie vengono assassinati nel loro letto e il loro appartamento viene incendiato. Il padre della donna, Hermann Six, un industriale milionario, vuole fare giustizia. O meglio, rivuole la preziosissima collana di diamanti della figlia Grete, che è stata rubata. Si rivolge perciò al detective privato Bernie Gunther, veterano di guerra ed ex poliziotto. Grete non ha fatto testamento e dunque tutti i suoi averi spetterebbero al marito, Paul Pfarr, il quale ha nominato suo unico erede legittimo il Reich stesso.

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Come scopre in seguito Gunther, Pfarr era una “violetta di marzo”: un affiliato dell’ultima ora al Partito Nazionalsocialista. L’investigatore si troverà invischiato in una vicenda pericolosissima che tocca le alte sfere del potere nazista, tormentato da un conflitto interno. Bugie, eccessi, corruzione e brutalità sono all’ordine del giorno, mentre a muovere le fila di tutto ci sono Himmler e Göring.

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“Violette di marzo” di Philip Kerr, dopo tanti anni, è tornato in una nuova veste nell’edizione della Fazi Editore, con la tradizione di Patrizia Bernardini. Questo è il primo libro della trilogia che vede come protagonista il detective privato Bernie Gunther. Un personaggio che ricorda molto i ‘colleghi’ americani: scanzonato, donnaiolo e sempre al limite.

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Bernie Gunther è il classico antieroe, che si trova in uno dei periodi più bui della Germania. La storia infatti è ambientata negli anni ’30, in pieno regime nazista. Il detective per poter risolvere il caso dovrà anche ‘combattere’ contro la dittatura. La trama è la classica di questo genere, quindi il lettore potrebbe avere la sensazione di leggere un qualcosa di già letto e sentito. Ma la bravura di Kerr sta proprio di rendere la storia molto più avvincente, puntando molto sul contesto storico.

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La Germania raccontata da Kerr è quella nazista che si sta preparando alle Olimpiadi, quindi tutta la feroce repressione deve essere in parte nascosta, edulcorata. Ma Gunther, antinazista, si scontra sempre con il regime e racconta uno spaccato che rende ancora più cupa l’ambientazione. Pur trovandosi in un ambiente così pesante, il nostro protagonista riesce comunque a trovare il modo di fare battute. Così come di trovarsi in situazioni molto tese, ma di riuscire sempre a sdrammatizzare.

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Questo primo romanzo della trilogia di Kerr non può essere classificato come un classico thriller, piuttosto è un thriller storico. In tutta la vicenda la Berlino nazista è sempre presente e lo scrittore aiuta il lettore a comprendere il contesto storico da un punto di vista più interno e insolito. E’ un romanzo crudo che lascia poche speranze nel lieto fine, ma il vero gioiello è proprio Bernie Gunther. Non ci resta che aspettare l’uscita degli altri due romanzi!

Barbara Piergentili

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“LE PEGGIORI PAURE” DI FAY WELDON LEGGI LA RECENSIONE

“Le peggiori paure” di Fay Weldon leggi la recensione

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“Le peggiori paure” di Fay Weldon leggi la recensione

Titolo: Le peggiori paure
Autore: Fay Weldon
Genere: Narrativa
Editore: Fazi editore
Pagine: 270
Prezzo: Euro 16
Prezzo e-book: Euro 9,99

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Trama: Alexandra Ludd, attrice e donna affermata, è appena rimasta vedova. Il marito Ned, un critico teatrale molto in vista, è morto inaspettatamente a causa di un infarto nella loro bella casa di campagna, mentre lei si trovava a Londra. Fino a quel momento il rapporto tra i due sembrava felice e privo di ombre, e ora Alexandra è sconvolta, ma una serie di strani dettagli la obbliga a porsi delle domande. Accenni di indizi e mezze parole nel giro di pochi giorni si concretizzano in una verità che sovverte ogni sua convinzione in quanto donna, madre e artista. Una rivelazione dopo l’altra, la protagonista giunge alla definitiva presa di coscienza. Le sue amicizie erano false, tutte le sue peggiori paure avevano un fondamento, Ned aveva una vita parallela di cui lei era totalmente all’oscuro.

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“Le peggiori paure” di Fay Weldon è un romanzo molto particolare. Si legge velocemente, grazie anche allo stile pulito e privo di frivolezze della scrittrice. Ma soprattutto non annoia il lettore, che continua la lettura perchè vuole scoprire cosa altro può accadere nella vicenda. Alexandra, la protagonista del romanzo, è una donna che fino a quel momento ha tutto e ha una vita perfetta. Già, fino a quel momento…

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La Weldon, pur concentrandosi sul dolore di Alexandra, lascia nel corso della narrazione tanti piccoli indizi, che invogliano ad andare avanti con la lettura. Il bel mondo della protagonista, comincia subito a scricchiolare. Tutto quello in cui ha sempre creduto vacilla e emergono delle situazioni che fanno accrescere le paure: la sua bella famiglia e la sua bella vita sono solo di facciata.

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I tanti personaggio della storia hanno tutti una loro immagine esteriore che è solo finzione, la loro vera natura è quanto di più squallido si possa immaginare. La scrittrice smonta tutto: la complicità tra donne, l’amore e il matrimonio. Tutto diventa grottesco e sconvolgente, più si va vanti nella lettura e più si ha la sensazione di arrivare al limite. E invece c’è sempre qualcosa in più sempre più assurdo.

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Ne “Le peggiori paure” la Weldon inserisce tutto il suo anticonformismo che la caratterizza. Per lei nulla si salva: il matrimonio, le amicizie, i legami famigliari sono tutti basati sulla falsità. Il libro è una durissima e feroce riflessione sulla vita coniugale e sulla società, in cui non si salva nessuno. Un libro piacevole e scorrevole, ma con una piccola avvertenza. Se il proprio motto nell’amore e nella quotidianità è: “e vissero tutti felici e contenti”, forse è meglio non leggerlo!

Barbara Piergentili

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“IL DIRITTO DI OPPORSI” DI BRYAN STEVENSON LEGGI LA RECENSIONE

“Il diritto di opporsi” di Bryan Stevenson leggi la recensione

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“Il diritto di opporsi” di Bryan Stevenson leggi la recensione

Titolo: Il diritto di opporsi
Autore: Bryan Stevenson
Genere: Narrativa
Editore: Fazi editore
Pagine: 446
Prezzo: Euro 16
Prezzo e-book: Euro 7,99

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Trama: Bryan Stevenson era un giovane avvocato da poco laureatosi a Harvard quando decise di trasferirsi a Montgomery, in Alabama. Per fondare la Equal Justice Initiative, un’organizzazione senza scopo di lucro impegnata a porre fine all’incarcerazione di massa e alle pene estreme. A sfidare l’ingiustizia razziale ed economica e a proteggere i diritti umani fondamentali delle persone più deboli e vulnerabili. Al resoconto della sua formazione Stevenson intreccia le storie delle persone che ha difeso. E che lo hanno condotto in un groviglio di cospirazioni, macchinazioni politiche, inganni legali e razzismo diffuso, modificando profondamente la sua concezione della giustizia. Tra i vari casi spicca quello di Walter McMillian, un afroamericano condannato a morte per l’omicidio di una ragazza bianca, nonostante innumerevoli prove dimostrassero la sua innocenza.

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“Il diritto di opporsi” di Bryan Stevenson è un libro potente sulla giustizia americana e sulla pena di morte. Un pugno allo stomaco proprio come “Il buio oltre la siepe” di Harper Lee. Un’opera che ha sconvolto e segnato molte generazioni di lettori, insieme alla trasposizione cinematografica di Robert Mulligan con Gregory Peck. Anche qui ci troviamo davanti un avvocato che decide di dare anima e corpo alla giustizia, nel vero senso della parola.

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Nel libro non vengono solo raccontante le vicende di alcuni condannati a morte tra cui quella di Walter McMillian, ma Stevenson con dati alla mano vuol far conoscere la storia della giustizia americana. Che è tutt’altro che perfetta: tantissimi i casi di incarcerazioni e condanne alla pena di morte totalmente sbagliate. Questi errori non sono solo dettati dall’incompetenza di alcuni avvocati o giudici, ma soprattutto da un’insito razzismo e convinzione dell’inferiorità di alcuni esseri umani.

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Bryan Stevenson ha una scrittura molto fluida, racconta senza fronzoli tutto quello che ha vissuto e che tutt’ora combatte per salvare degli innocenti. Il lettore si ritrova subito nel vortice del libro ed è impossibile restare indifferenti a tutta questa ingiustizia. La rabbia e la profonda commozione aumentano di pagina in pagina. Veramente molto apprezzata anche la completa bibliografia, che ogni lettore può approfondire, per avere un quadro della situazione della giustizia americana.

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“Il diritto di opporsi” è un libro importante, reale, che mostra al lettore come è la giustizia americana, la sua evoluzione e i tanti cambiamenti che ha subito. Ovviamente c’è ancora molto da fare per garantire una giustizia sana ed equa, ma avvocati come Stevenson danno tanta speranza e il suo libro è un tassello importante. Non va assolutamente lasciato sullo scaffale, ma va letto. Da segnalare che dal libro è stato tratto il film (ora nelle sale) diretto da Destin Daniel Cretton con Michael B. Jordan e Jamie Foxx.

Barbara Piergentili

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“CITTA’ SOMMERSA” DI MARTA BARONE LEGGI LA RECENSIONE

“Eugenia” di Lionel Duroy leggi la recensione

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“Eugenia” di Lionel Duroy leggi la recensione

Titolo: Eugenia
Autore: Lionel Duroy
Genere: Narrativa
Editore: Fazi Editore
Pagine: 420
Prezzo: Euro 19
Prezzo e-book: Euro 9,99

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Trama: Eugenia è cresciuta a Iasi, centro culturale cosmopolita e raffinato, dove però, così come nel resto della Romania degli anni Trenta, gli ebrei iniziano a essere malvisti. Lo stesso accade nella famiglia di questa giovane studentessa di Lettere: sia i genitori che il fratello maggiore di Eugenia si lasciano contagiare dai pregiudizi razziali. Quando lo scrittore ebreo Mihail Sebastian, invitato per una conferenza all’università, viene violentemente aggredito da alcuni militanti di estrema destra, soltanto la ragazza si schiera in sua difesa.

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Colpita da un’improvvisa presa di coscienza, che le apre gli occhi di fronte al pericoloso espandersi dell’odio razziale, si trasferisce a Bucarest, dove ritrova Mihail e finisce per innamorarsene. Mentre il malinconico scrittore, impegnato a confrontarsi con il suo ruolo di intellettuale nel contesto dell’antisemitismo crescente, è esposto a rischi sempre maggiori. Eugenia è determinata a opporsi alla barbarie e a difendere i suoi ideali di libertà. Cercando di sopravvivere in un paese sconvolto dalla guerra arriverà a comprendere che l’unico modo per combattere il male è ricercarne l’origine.

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“Eugenia” di Lionel Duroy è un romanzo storico molto dettagliato sulle vicende della Romania al tempo della Seconda Guerra Mondiale. Ma lo scrittore oltre a raccontare quello che è realmente accaduto, ha scelto di parlare di Eugenia. Duroy ha creato questa bellissima protagonista: una ragazza molto giovane, ma veramente tanto coraggiosa.

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Eugenia racconta tutto quello che è accaduto durante il secondo conflitto mondiale nella sua Romania: soprattutto incentrando il racconto su quello che è accaduto agli ebrei romeni. Grazie alla giovane donna il lettore entra nell’ambiente culturale e intellettuale dell’epoca e li conosce tramite gli occhi di Eugenia. Su tutti Mihail Sebastian, uno scrittore ebreo, del quale si innamora perdutamente e farà di tutto per salvarlo dalla violenza inaudita del resto del mondo.

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Duroy non si è limitato a raccontare le vicende della giovane Eugenia, inserendola nel contesto storico, ma ha cercato di coinvolgere il lettore a prendere una posizione a pensare. E’ veramente impossibile rimanere distaccati o non provare rabbia leggendo le pagine di questo libro. Come la protagonista chi legge si pone le stesse domande e rimane spiazzato per la violenza e la crudeltà di cui è capace un uomo.

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Lo stile di Duroy è molto scorrevole ed è impossibile staccarsi dal libro. Eugenia entra dentro al lettore e difficilmente lo lascerà andare, la sua voglia di scoprire l’origine del male è la stessa che ogni essere umano vorrebbe scoprire. Ma spesso è un lavoro difficile e ancora più duro da accettare. Sono passati tanti anni dalle vicende narrante nel libro, ma purtroppo molti dialoghi, molte idee sono quanto mai attuali. “Eugenia” di Lionel Duroy è un romanzo bello, puro ma allo stesso tempo cattivo e crudo. Da leggere per ricordare e per far aprire gli occhi perchè non accada di nuovo.

Barbara Piergentili

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“FUGA DI MORTE” DI SHENG KEYI LEGGI LA RECENSIONE

“Fuga di morte” di Sheng Keyi leggi la recensione

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“Fuga di morte” di Sheng Keyi leggi la recensione

Titolo: Fuga di morte
Autore: Sheng Keyi
Genere: Narrativa
Editore: Fazi Editore
Pagine: 430
Prezzo: Euro 18,50
Prezzo e-book: Euro 9,99

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Trama: Sulla piazza principale di Beiping, capitale dello Stato di Dayang, un giorno compare un enorme escremento a forma di pagoda. Un atto dissacrante, che fa esplodere le gravi tensioni sociali latenti da tempo, innescando un movimento di protesta guidato da poeti e intellettuali. Yuan Mengliu, giovane e rispettato poeta, vive però una crisi profonda. Da un lato si dimostra incapace di sopportare la violenza della rivolta e della sua repressione da parte del governo. 

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Dall’altro non riesce ad abbracciare gli ideali rivoluzionari della sua compagna Qi Zi, la quale si afferma invece come leader della protesta. Quando la ragazza scompare in circostanze misteriose, Yuan Mengliu, ormai abbandonata la poesia e diventato un chirurgo, si mette alla sua ricerca. Dopo anni di viaggi, si ritrova in un luogo sperduto chiamato Valle dei Cigni. Un mondo utopico apparentemente perfetto che si rivela invece sottoposto a imposizioni ferree dall’alto, dove ogni aspetto della vita è regolamentato ai fini del benessere dello Stato, con tragiche conseguenze.

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“Fuga di morte” è il romanzo della giovane scrittrice cinese Sheng Keyi, che è stato rifiutato in Cina per il suo contenuto controverso. Infatti raccontando al lettore la storia di Yuan Mengliu, ha portato alla luce tutto quello che è accaduto nel 1989: la protesta di Tienanmen e la sua aspra repressione. La Keyi lo ha fatto creando un vero e proprio racconto allegorico, senza aver paura di narrare anche i fatti più crudi.

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Nel romanzo si racconta la storia di Yuan Mengliu a 20 anni di distanza dalla dura repressione, ma non è assolutamente un romanzo autobiografico. Le vicende del protagonista sono utilizzate dalla scrittrice per puntare il dito contro ogni forma di regime autoritario. Perchè anche la Valle dei Cigni, dove si ritrova Mengliu, se all’inizio sembra la democrazia perfetta, piano piano ci ritroviamo in un mondo distopico. La perfezione deriva dal controllo ferreo sulla vita di tutti i giorni.

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“Fuga di morte” non è assolutamente un romanzo facile da leggere, la scrittura di Sheng Keyi è molto curata, ricca di metafore. Bisogna conoscere il rapporto che ogni cinese ha con la cultura e l’arte per comprendere tutto il racconto. L’importanza della poesia è centrale in tutto il romanzo: il nostro protagonista insieme ai suoi amici inizialmente si oppone alla repressione proprio grazie alla poesia. Mentre nella Valle dei Cigni la poesia viene utilizzata per cercare di assoggettare Mengliu alle regole della società.

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Sheng Keyi è una scrittrice molto coraggiosa e con un grandissimo talento. Grazie al suo romanzo, scritto con uno stile molto ricercato e poetico, ha riportato alla luce un periodo storico che ha segnato in mondo indelebile il popolo cinese, ma che ha anche colpito molto il resto del mondo per le immagini forti che si vedevano in televisione. Leggendo il romanzo il lettore ha la sensazione che non ci sarà mai la speranza di avere una vita libera da oppressori, ma la forza di Yuan Mengliu, di Qi Zi e di tutti gli altri giovani lascia un piccolo spiraglio verso la libertà.

Barbara Piergentili

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“NINFEE NERE” DI MICHEL BUSSI LEGGI LA RECENSIONE

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