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“Il grande me” di Anna Giurickovic Dato leggi la recensione

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“Il grande me” di Anna Giurickovic Dato leggi la recensione

Titolo: Il grande me
Autore: Anna Giurickovic Dato
Genere: narrativa
Editore: Fazi editore
Pagine: 230
Prezzo: Euro 18
Prezzo E-book: 10,99

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Trama: Simone, davanti alla consapevolezza di una morte certa, viene raggiunto a Milano dai suoi tre figli, dopo molti anni di lontananza. È l’inizio di un periodo doloroso, ma per Carla si tratta anche dell’ultima occasione per recuperare del tempo con suo padre. Simone, angosciato dal pensiero di aver fallito e di non poter più cambiare il suo passato, ripercorre le tappe della propria eccentrica esistenza, vissuta con grande passione e voracità.

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Mentre la sua lucidità mentale vacilla sempre più, vuole usare il poco tempo che gli resta anche per rimediare a vecchi errori e confessa ai figli un segreto. In Carla e i suoi fratelli riaffiorano ricordi di anni lontani. I momenti dell’infanzia in cui la famiglia era ancora unita e quelli legati alla separazione dei genitori, nel tentativo di ricostruire una verità dai contorni sempre più incerti. I ragazzi non possono far altro che assecondare il padre, tra realtà e delirio, mentre la malattia si dilata richiedendo sempre più attenzioni e occupando la totalità delle loro giornate.

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“Il grande me” di Anna Giurickovic Dato è un romanzo sul dolore e sull’impossibilità di accettare la morte di un proprio caro. Sin dalle prime pagine la malattia di Simone è predominante nella storia ed è chiaro quello che vuole dire: “Sono qui e ci sarò per tutto il tempo”.

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La malattia vista con gli occhi di un parente è destabilizzante, ci si sente già sconfitti e si vuole subito correre ai ripari. Proprio come fanno Carla i suoi fratelli Mario e Laura: si trasferiscono dal padre morente per aiutarlo, o forse per aiutare loro stessi.

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Anna Giurickovic Dato ha uno stile diretto e non edulcora nulla, è una scrittura realistica e dolorosa. Tutto si svolge in famiglia e anche nei momenti di distacco la malattia e gli affetti sono lì presenti come macigni.

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Anche il lettore si sente sopraffatto da tanto dolore, sa bene che non ci sarà un lieto fine, ma assiste passivo al precipitare della situazione. Non si parla solo di malattia, ma sono molti i momenti incentrati sui ricordi anche piacevoli, che però rendono la realtà ancora più dura da accettare.

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Non si è mai pronti a perdere un proprio caro e le ultime pagine sono un vero pugno allo stomaco. Si potrebbe pensare che l’epilogo già noto possa liberare e invece non è così. Anzi, fa sprofondare ancora di più nel dolore e nella sensazione di vuoto.

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“Il grande me” di Anna Giurickovic Dato è un bellissimo e straziante romanzo, che entra dentro fino alle ossa e il lettore lo fa suo. Una volta terminato bisogna prendersi del tempo per metabolizzare, ma è un libro necessario e che va letto!

Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)

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“GIRO DI VITE” DI HENRY JAMES LEGGI LA RECENSIONE

“Giro di vite” di Henry James leggi la recensione

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“Giro di vite” di Henry James leggi la recensione

Titolo: The Turn of the Screw
Autore: Henry James
Genere: romanzo gotico
Editore: Nua Edizioni
Pagine: 150
Prezzo: Euro 13
Prezzo E-book: 3,99

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Trama: Una giovane donna al suo primo lavoro. Due piccoli orfani dall’aspetto angelico e dall’indole stranamente silenziosa di cui prendersi cura. Una dimora isolata all’interno della quale si aggirano, minacciose, due presenze. Forse i fantasmi di due vecchi servitori morti in circostanze misteriose che sembrano determinati ad attirare i bambini in un’oscura trappola. Possedendo le loro menti e corrompendo le loro giovani anime innocenti.

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“Giro di vite” di Henry James è stato pubblicato per la prima volta a puntante nel 1898- E’ uno dei capisaldi della letteratura gotica e delle storie di fantasmi. La sua peculiarità è il modo in cui tutta la vicenda viene narrata. Ha proprio la struttura di una sceneggiatura di un film (dal 9 ottobre su Netflix The Haunting of Bly Manor, serie tv ispirata proprio a questo libro).

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Un prologo introduce il racconto e poi si passa in soggettiva con il ‘diario’ della giovane donna. Ci troviamo subito immersi nella campagna dell’Essex, dove tutto sembra perfetto e molto tranquillo. Conosciamo i vari protagonisti della storia che rispecchiano perfettamente le caratterizzazioni dell’epoca, ma questo equilibrio viene spezzato con le prime apparizioni.

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E’ proprio questo taglio netto il punto di svolta della storia e Henry James lo fa con una maestria unica, grazie a una scrittura molto ricercata che alza la tensione e cattura il lettore. L’ansia e le paure di Miss Giddens prendono il sopravvento su tutto e la narrazione diventa molto più intima e psicologica. Quello che interessa a Henry James non è tanto la storia in sé, quanto indagare l’animo umano in queste situazioni.

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L’espediente delle apparizioni serve solo a portare alla luce le paure, le fobie e le ansie dell’essere umano. Non a caso la storia ha un finale aperto, perché Henry James vuole che il lettore si ponga tante domande e abbia poche risposte certe.

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“Giro di vite” di Henry James, quindi, è un vero gioiello della letteratura gotica. Per gli amanti delle storie di fantasmi la sua lettura è un passaggio obbligatorio. Saper creare ansia e destabilizzare il lettore è fondamentale in questo genere letterario ed Henry James ci riesce alla perfezione.

Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)

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“IL CRIMINALE PALLIDO” DI PHILIP KERR LEGGI LA RECENSIONE

“Il criminale pallido” di Philip Kerr leggi la recensione

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“Il criminale pallido” di Philip Kerr leggi la recensione

Titolo: Il criminale pallido
Autore: Philip Kerr
Genere: thriller
Editore: Fazi editore
Pagine: 348
Prezzo: Euro 15
Prezzo E-book: 7,99

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Trama: Durante la torrida ondata di caldo estivo che affligge Berlino nel 1938, il popolo tedesco attende con ansia l’esito della conferenza di Monaco domandandosi se Hitler trascinerà l’Europa in una nuova guerra. Nel frattempo, in città sono scomparse diverse ragazze adolescenti, tutte bionde con gli occhi azzurri, tutte bellezze ariane. Heydrich in persona assolda il detective Bernie Gunther, costringendolo a tornare nella Kriminalpolizei, a capo di una squadra che faccia luce sul caso.

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Mentre qualcuno cerca di far ricadere la colpa su un membro della comunità ebraica, l’investigatore si cala nei meandri della prostituzione, della pornografia e della stampa estremista. la Germania hitleriana, sotto la sua patina di ordine e decoro, nasconde sentieri sotterranei cosparsi di depravazione. E, come se non bastasse, la Notte dei cristalli è alle porte.

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“Il criminale pallido” è il secondo capitolo della trilogia berlinese di Philip Kerr, che ha come protagonista Bernie Gunther. Dopo il caso narrato in “Violette di marzo”, ritroviamo l’investigatore privato alle prese con una nuova indagine.

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Il contesto storico è sempre parte integrante nei libri di Kerr. I suoi thriller storici sono perfetti, riesce senza difficoltà a far incastrare i fatti realmente accaduti con le indagini di Bernie Gunther.

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Come in “Violette di marzo”, la scrittura è molto scorrevole, ma estremamente crudo: nulla è lasciato all’immaginazione. Il lettore si ritrova nelle vicende della Germania Hitleriana e per tutto il romanzo è presente una senso di oppressione e di incertezza storica.

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La punta di diamante de “Il criminale pallido” è proprio il protagonista. Bernie Gunther è un investigatore privato antinazista, freddo e disincantato. Riesce anche in situazioni molto complesse a far trapelare il suo humor nero, che spezza un po’ la pesantezza della vicenda. Kerr in questo secondo romanzo lo ha caratterizzato ancora di più e il lettore ne rimane ancora più affascinato.

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“Il criminale pallido” è veramente un ottimo thriller storico. Un caso forse meno potente di quello di “Violette di marzo”, ma sempre avvincente e sconcertante. E quando il caso lascia il posto agli eventi realmente accaduti, il pugno che arriva allo stomaco del lettore fa veramente male. La cattiveria e la follia umana sono molto più spaventose e pericolose. E ora non ci resta che attendere il capitolo finale della trilogia.

Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)

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“VIOLETTE DI MARZO” DI PHILIP KERR LEGGI LA RECENSIONE

“MAI STATI COSI’ FELICI” DI CLAIRE LOMBARDO LEGGI LA RECENSIONE

“Mai stati così felici” di Claire Lombardo leggi la recensione

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“Mai stati così felici” di Claire Lombardo leggi la recensione

Titolo: Mai stati così felici
Autore: Claire Lombardo
Genere: narrativa
Editore: Bompiani
Pagine: 560
Prezzo: Euro 22
Prezzo E-book: 11,99

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Trama: Chicago, anni settanta. David sta per iscriversi a medicina quando incontra Marilyn, studentessa di letteratura. Grande amore istantaneo, rapide nozze, tre figlie in rapida successione, poi, a distanza, la quarta. Una bella casa nei sobborghi: lui medico di famiglia, lei madre a tempo pieno, poi alla guida di un negozio di ferramenta. Ma se i tuoi genitori sono stati così fortunati, o così abili, o tutt’e due le cose, non è detto che tu riesca a imitarli. Anzi.

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Dopo un’adolescenza complicata Wendy, la primogenita, vedova troppo presto di un marito adorato, cerca vie di fuga nell’alcol e nel sesso facile. Violet rinuncia alla carriera da avvocato per fare la mamma perfetta e scoprire che non lo è. Liza, accademica in carriera, aspetta un bambino che forse non vuole da un uomo che forse non ama. E Grace, la più piccola, nasconde i suoi fallimenti alla famiglia e diventa schiava delle sue stesse bugie.

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“Mai stati così felici” è una bellissima storia familiare di Claire Lombardo. La scrittrice ci porta all’interno della famiglia Sorenson: da fuori può sembrare una famiglia perfetta, senza problemi o sofferenze. Ma non è così. Pagina dopo pagina conosciamo David, Marilyn, Wendy, Violet, Liza e Grace. Sei persone comuni, con le loro difficoltà e le loro insicurezze, ma allo stesso tempo una famiglia forte e carismatica.

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Quello che predomina per tutto il romanzo è l’amore tra David e Marilyn. Un sentimento forte e quasi perfetto che è difficilissimo, se non impossibile, da eguagliare. E’ proprio il rapporto tra i genitori quello che fa sentire imperfette e sbagliate le figlie e le loro vite. Chi ne risente è la più piccola, che si trova ad affrontare la vita di tutti i giorni collezionando un fallimento dopo l’altro, e sentendosi al di fuori del nucleo familiare.

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La Lombardo ha un’ottima capacità nel raccontare la quotidianità senza farla sembrare patinata. E’ vero che la famiglia Sorenson è borghese, ma non è assolutamente patinata. Ogni personaggio è ben caratterizzato, il lettore, pagina dopo pagina, può immaginare la possibile reazione di ognuno di loro davanti ad un evento.

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“Mai stati così felice” è un bel romanzo corposo, ma la lettura scorre velocemente ed è impossibile da abbandonare. Leggendo le vicende dei protagonisti è impossibile restare indifferenti a quello che gli accade e si viene coinvolti totalmente. La scrittura della Lombardo è chiara, schietta, ma mai volgare: i dialoghi sono reali, nulla di costruito.

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“Mai stati così felici” è un ottimo romanzo familiare, ben scritto e coinvolgente. Per gli appassionati di saghe familiari la sua lettura è fondamentale. E arrivati alla fine sarà dura lasciar andare la famiglia Sorenson.

Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)

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“VA TUTTO BENE SIGNOR FIELD” DI KATHARINE KILALEA LEGGI LA RECENSIONE

“Va tutto bene signor Field” di Katharine Kilalea leggi la recensione

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“Va tutto bene signor Field” di Katharine Kilalea leggi la recensione

Titolo: Va tutto bene signor Field
Autore: Katharine Kilalea
Genere: narrativa
Editore: Fazi Editore
Pagine: 162
Prezzo: Euro 18
Prezzo E-book: 9,99

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Trama: Il signor Field è un pianista e concertista alla deriva, la cui carriera subisce una definitiva battuta d’arresto dopo un incidente in treno. Con i soldi del risarcimento, si trasferisce a Città del Capo, in una casa costruita dall’architetto Jan Kallenbach come una replica di Villa Savoye di Le Corbusier, dove lo raggiunge anche la moglie Mim. Il signor Field è un uomo triste e rassegnato, che vive in uno stato di sonnolenza perenne e di straniamento dalla realtà che lo circonda.

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Mentre manda in frantumi il vetro della grande finestra di casa sua, cerca di ricomporre i pezzi della propria identità iniziando un dialogo silenzioso e fittizio con Hannah Kallenbach. La vedova dell’architetto, per la quale sviluppa a poco a poco una vera e propria mania: la segue, si apposta sotto la sua finestra, la spia nella sua vita privata e nelle strane conversazioni con un uomo misterioso.

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“Va tutto bene signor Field” è il romanzo d’esordio della scrittrice sudafricana Katharine Kilalea. E’ un flusso di coscienza del protagonista: un uomo ormai alla deriva sia nella vita privata che nel lavoro. Il signor Field non ha più la forza di chiedere qualcosa alla sua esistenza.

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La sua totale apatia è un contrasto con lo scorrere delle stagioni, che però incidono poco o nulla sulla sua vita. Tutto gli scorre accanto, ma non ha proprio la forza di cercare di aggrapparsi a qualcosa, neanche la moglie riesce a risollevarlo. L’unico legame con il mondo esterno è Hannah Kallenbach. Per Field la donna da una semplice voce nella sua testa, si materializza e diventa una vera ossessione.

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Katharine Kilalea ha una scrittura molto ricca e poetica. Ma non è una lettura per tutti. Un continuo di pagine su pagine di pensieri, spesso anche molto pessimisti, non è certo facile da leggere. Il lettore viene travolto da ciò che pensa il Signor Field e difficilmente ne esce indenne.

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“Va tutto bene Signor Field” è un romanzo d’esordio senza dubbio di forte impatto, ma non è una lettura adatta a tutti. La scrittura della Kilalea è veramente molto interessante e per il lettore che riuscirà a farsi coinvolgere sarà un bel viaggio nel mondo del protagonista.

Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)

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“L’ABITO DA SPOSO” DI PIERRE LEMAITRE LEGGI LA RECENSIONE

“L’abito da sposo” di Pierre Lemaitre leggi la recensione

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Titolo: L’abito da sposo
Autore: Pierre Lemaitre
Genere: thriller
Editore: Fazi Editore
Pagine: 334
Prezzo: Euro 17
Prezzo E-book: 8,99

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Trama: Chi è veramente Sophie? Sappiamo che ha trent’anni ed è la babysitter di Léo, il figlio di una coppia di ricchi parigini. Il resto è un mistero. Ma sappiamo che è ossessionata da una doppia identità, dimentica cosa ha fatto poche ore prima e vive in un costante stato di oblio. Una sera la mamma di Léo rientra tardi e trova Sophie addormentata davanti alla tv, le propone di restare a dormire e lei accetta. 

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Il mattino dopo la ragazza si risveglia sola in casa e fa la terribile scoperta: nella notte Léo è stato strangolato nel sonno, proprio accanto a lei. Infatti da qui ha inizio una lunga fuga, un sentiero che condurrà Sophie fin negli abissi del crimine per salvarsi da un omicidio che non ha commesso ma per il quale è l’imputato perfetto. Fino a quando scoprirà cosa è davvero accaduto quella notte e chi l’ha condannata alla sofferenza.

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“L’abito da sposo” di Lemaitre è un thriller psicologico molto complesso. Sin dalle prime pagine ci troviamo nella vita di Sophie, che è un concentrato di ansie e paure. Anche la lettura non sarà semplice, perché, anche se narrativamente parlando succede poco, entrare nella testa della protagonista è spaventoso. E’ un continuo vortice di emozioni che destabilizzano.

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Questa prima parte è in netto contrasto con la seconda: è tutto un susseguirsi in modo metodico di date e racconti. Da qui in poi per il lettore sarà impossibile abbandonare il libro. Si crea una dualità tra la protagonista e il mondo che la opprime e sarà tutto un continuo di colpi di scena spiazzanti.

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Lemaitre ha un’abilità nel descrivere tutti i disagi psicologici: dai disturbi della personalità alla vendetta più cruda. Il tutto condito da una continua confusione e angoscia crescente. La sua scrittura è asciutta e cattiva che per tutto il romanzo ha la capacità di destabilizzare il lettore, che non riesce mai a trovare un appiglio.

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“L’abito da sposo”, quindi, è un ottimo thriller psicologico che tocca corde molto sensibili e difficilmente ci lasceranno impassibili. Infatti, al termine del libro il lettore si guarderà intorno con molta più paura e sospetto: tutto ‘merito’ della bravura di Lemaitre.

Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)

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“UN UOMO A PEZZI” DI FRANCESCO MUZZOPAPPA LEGGI LA RECENSIONE

“Un uomo a pezzi” di Francesco Muzzopappa leggi la recensione

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“Un uomo a pezzi” di Francesco Muzzopappa leggi la recensione

Titolo: Un uomo a pezzi
Autore: Francesco Muzzopappa
Genere: narrativa
Editore: Fazi Editore
Pagine: 160
Prezzo: Euro 15
Prezzo E-book: 7,99

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Trama: Se si è nati al Sud, quanto coraggio occorre per tornare a casa durante le vacanze? Come ci si procura del caffè decente quando si è all’estero? È possibile uscire vittoriosi dopo l’immancabile chiamata di un call-center? Cresciuto in Puglia, dove ogni anno la famiglia metteva in piedi un’efficiente catena di montaggio per preparare pentoloni di salsa fatta in casa.

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Il narratore si è fatto strada in mezzo a idraulici maschilisti e coinquilini di ogni tipo per approdare infine a Milano. Una moderna metropoli in cui la vita è scandita da hair stylist e frigoriferi vuoti, dove per sopravvivere occorre tener testa alla sarta cinese del quartiere ed evitare di finire schiacciati dalla libreria storta ma chic raccattata al mercatino dell’usato.

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“Un uomo a pezzi ” è una raccolta di racconti, uno più divertente dell’altro. In ogni storia è sempre presente la vena ottimistica e scanzonata di Muzzopappa. Lo scrittore, infatti, ha la capacità di saper scrivere e intrattenere il lettore con poche parole, con un linguaggio diretto e scorrevole. E ognuno può ritrovarsi in questi racconti.

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In alcuni, quello sulla salsa su tutti, è impossibile trattenere le risate e viene spontaneo dover leggerne una parte a chi si ha vicino. Piacevolissimo anche il racconto sulla libreria storta. Muzzopappa anche quando parla d’amore riesce a far sorridere. Ma il punto più alto lo raggiunge con il racconto “Come montare un tagadà”.

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Anche qui è sempre presente il suo umorismo pungente, il sapersi prendere in giro. Ma c’è anche tanta malinconia e poesia nel ricordare la sua adolescenza. E proprio in questo racconto che si nota l’ottima capacità di scrittura di Muzzopappa: non è mai banale e riesce a toccare le corde dei ricordi di ognuno di noi.

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“Un uomo a pezzi” è una divertentissima raccolta di racconti che racchiude lo scrittore e l’uomo Muzzopappa, che conferma la sua originalità nel mondo degli scrittori italiani. Per chi già lo conosce è un ulteriore modo per apprezzarlo. Chi, invece, per la prima volta si trova tra le mani un suo libro, avrà voglia di recuperare gli altri.

Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)

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“SOLO DIO E’ INNOCENTE” DI MICHELE NAVARRA LEGGI LA RECENSIONE

“Solo Dio è innocente” di Michele Navarra leggi la recensione

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“Solo Dio è innocente” di Michele Navarra leggi la recensione

Titolo: Solo Dio è innocente
Autore: Michele Navarra
Genere: legal thriller
Editore: Fazi Editore
Pagine: 250
Prezzo: Euro 16
Prezzo E-book: 7,99

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Trama: Nella Sardegna profonda, tra le alture della Barbagia, l’omicidio a sangue freddo di un quindicenne riapre vecchie ferite. La faida implacabile che oppone da sempre due famiglie rivali sembra non risparmiare proprio nessuno. Il principale sospettato del delitto, Mario Serra, ha già alle spalle una lunga storia di crudeltà e di sangue, forse troppo per poter credere che vi sia ancora un briciolo di umanità in lui.

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Questo è il dubbio che tormenta l’avvocato incaricato della sua difesa, Alessandro Gordiani, che, dal suo studio di Roma, parte per l’isola in vista di un processo che minerà le sue convinzioni sulla natura umana e sulla giustizia, che non sempre coincide con il giudizio espresso in tribunale. Costretto a immergersi in una società antiquata e omertosa, Gordiani si sposterà tra Roma e la Sardegna per prepararsi, anche emotivamente, a un complicato processo penale.

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Con “Solo Dio è innocente” Navarra ci porta in un piccolo paese della Sardegna (Fonni), in un ambiente semplice, ma dove l’onore e il rispetto la fanno da padrone. Infatti, è ancora ‘in uso’ il codice barbaricino: la vendetta dopo un torto subito. Sin da subito il lettore si trova di fronte alla rivalità tra le famiglie Rutzu e Serra. Tutti sanno tutto, ma nessuno parla, eppure la morte del giovane Gregorio cambierà il corso della storia.

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In questo legal thriller il lettore si trova davanti ad una storia asciutta e senza fronzoli, proprio come il lavoro di un avvocato. Infatti Gordiani inizia subito a lavorare per il suo assistito, ma non è un legale freddo e distaccato, ha anche lui un suo codice.

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Navarra coinvolge il lettore nella storia, che non è un semplice thriller, ma è un vero tuffo nella procedura penale e nelle singole fasi di un processo. Il tutto usando un linguaggio si tecnico, ma mai incomprensibile e proprio per questo il lettore non può che divorare le pagine per arrivare alla conclusione del caso.

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“Solo Dio è innocente” è un ottimo legal thriller. Navarra non abusa mai delle immagini splatter, anzi le scene più ‘forti’ servono al racconto e all’avvocato Gordiani per arrivare alla verità. I singoli personaggi sono ben costruiti e funzionali alla storia. E’ un libro che verrà molto apprezzato dagli appassionati del genere, ma sarà anche una piacevolissima lettura per chi vorrà addentrarsi per la prima volta in un bel thriller.

Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)

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“NOI” DI PAOLO DI STEFANO LEGGI LA RECENSIONE

“Noi” di Paolo Di Stefano leggi la recensione

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“Noi” di Paolo Di Stefano leggi la recensione

Titolo: Noi
Autore: Paolo Di Stefano
Genere: Narrativa
Editore: Bompiani
Pagine: 608
Prezzo: Euro 22
Prezzo E-book: 12,99

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Trama: Lo scherzo tormentoso inflitto a un fratellino minore, un frutto mangiato insieme al nonno sotto un albero di mandorle, l’intercalare di un padre – “picciotti mei!”. Ma soprattutto un giorno dell’aprile 1967 in cui piove, Patty Pravo compie diciannove anni, a San Siro Burgnich segna il secondo gol contro il Bologna. E un bimbo di cinque anni muore per una malattia che di lì a pochi mesi diventerà curabile. Ci sono nella vita infiniti momenti che scorrono senza che ne conserviamo memoria. E altri invece destinati a imprimersi nella mente in modo così vivido da renderli misteriosamente compresenti a ogni istante che verrà.

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“Noi” è un romanzo molto intimo. Di Stefano racconta la storia della sua famiglia e lo fa con una delicatezza e una malinconia struggente che arriva al cuore. Nel corso del racconto non viene mai tralasciato nulla: dai momenti più allegri e felici agli eventi dolorosi che cadono addosso come macigni e lasciano il segno.

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Per il lettore è impossibile staccarsi dalle vicende dei Di Stefano e Confalonieri, che partono dal Ventennio fino ad arrivare ai giorni nostri. E per tutto il racconto il filo conduttore è il legame fortissimo tra Di Stefano e il padre: spesso conflittuale ma sempre ricco d’amore.

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Altro legame fortissimo presente in tutto il libro è quello tra lo scrittore e il fratellino Claudio, morto troppo presto. Piacevolissime le parti ‘lasciate’ al piccolo Claudio (in rosso come le brutte macchine sulla sua pelle), molto intime, ma di notevole impatto e spesso divertenti, come solo un bimbetto di 5 anni sa essere.

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Di Stefano scrive molto bene e riesce ad essere estremamente coinvolgente. Il lettore entra a far parte della sua famiglia e non si sente un estraneo, proprio come accade nella loro casa: sempre piena di parenti e amici. Intensissime, poi, le pagine sul piccolo Claudio. Il racconto della sua morte è un colpo al cuore ed è necessario fermarsi un attimo con la lettura per cercare di metabolizzarla. E come per Di Stefano, anche per il lettore è difficile lasciar andare Claudio.

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“Noi” è un bellissimo romanzo su una famiglia: il luogo dove ognuno trova la propria dimensione tra alti e bassi. La felicità è quella vera e genuina e la nostra famiglia ci fa sentire sempre meno soli in una società dove ormai conta solo l’individualismo.

Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)

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“IL SOGNO” DI FRANCK THILLIEZ LEGGI LA RECENSIONE

“Il sogno” di Franck Thilliez leggi la recensione

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“Il sogno” di Franck Thilliez leggi la recensione

Titolo: Il sogno
Autore: Franck Thilliez
Genere: thriller
Editore: Fazi editore
Pagine: 510
Prezzo: Euro 18,50
Prezzo E-book: 12,99

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Trama: Se non fosse per le sue cicatrici e le strane foto che tappezzano le pareti del suo ufficio, si direbbe che Abigael sia una donna come le altre. Se non fosse per i momenti in cui sprofonda nel mondo dei sogni, si giurerebbe che dica il vero. Ma Abigael, la psicologa che tutti si contendono per risolvere i casi criminali più intricati, soffre di una grave narcolessia che le rende tutto più difficile. Spesso per lei il confine tra sogno e realtà si confonde, ed è costretta a ricorrere a bruciature e tatuaggi per assicurarsi di essere sveglia e che quello che vede stia realmente accadendo. L’indagine a cui sta lavorando insieme al fidanzato poliziotto Frédéric riguarda un rapitore seriale di bambini, Freddy.

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I piccoli scomparsi finora sono tre, a quattro mesi di distanza l’uno dall’altro. Ogni rapimento viene annunciato con uno spaventapasseri che indossa gli abiti del bambino rapito precedentemente. Intanto, Abigael è l’unica sopravvissuta a un terribile incidente d’auto di cui non ricorda nulla e dove hanno perso la vita suo padre e sua figlia. Presto capirà che molte cose di quell’episodio non tornano. E si renderà conto che Freddy sa più di quanto dovrebbe. E non è il solo. Ma per Abigael il nemico più pericoloso rimane uno: se stessa.

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“Il sogno” di Franck Thilliez è un thriller psicologico e investigativo con un intreccio ben strutturato, dove nulla è lasciato al caso. Per il lettore questo tipo di libro è un ottimo esercizio di attenzione, non bisogna mai tralasciare nulla. Thilliez in questo è veramente un maestro: tutto è funzionale alla storia, anche un oggetto o un personaggio che appare per pochi secondi.

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Il romanzo è incentrato tutto tra il labile confine tra sogno e realtà, il tutto portato fino all’estremo per una grave malattia della protagonista. Nel corso della lettura spesso il lettore si chiede se quello che sta leggendo sia reale o frutto di un sogno di Abigael. In ogni pagina è sempre presente quello stato di confusione non solo per la narcolessia della protagonista, ma anche per i continui salti temporali.

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C’è pero da dire che per un lettore amante del genere questo lavoro di Thilliez potrebbe lasciare un po’ di amaro in bocca. Già a metà libro si riesce ad intuire qualcosa di troppo e questo potrebbere deludere, tanto più che lo scrittore francese è un vero maestro nello spiazzare chi legge.

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Thilliez ama sempre giocare con il lettore, renderlo partecipe e anche questa volta lo ha fatto, però personalmente mi ha molto infastidita. Probabilmente perchè avevo già abbastanza chiara la vicenda, ma la soluzione dell’enigma non mi ha dato quel guizzo in più, né quel qualcosa che mi facesse dire: “Ecco come è andata!”

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“Il sogno” è un buon thriller con una scrittura chiara e scorrevole, è sempre piacevole leggere un libro di Thilliez. Forse il lettore rimane sorpreso più per la costruzione della storia che della vicenda in sé (sin troppo chiara), ma senza dubbio lo scrittore ha un’ottima capacità di tenere il lettore incollato alle pagine fino alla fine. Pur con qualche difetto è una lettura piacevole e sicuramente adatta al periodo estivo.

Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)

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