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“La casa degli sguardi” di Daniele Mencarelli leggi la recensione

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“La casa degli sguardi” di Daniele Mencarelli leggi la recensione

Titolo: La casa degli sguardi
Autore: Daniele Mencarelli
Genere: narrativa
Editore: Mondadori
Pagine: 224
Prezzo: Euro 12
Prezzo E-book: 9,99

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Trama: Daniele, giovane poeta in profonda crisi, non ha più uno scopo. Ma vuole provarci ancora, vuole sopravvivere e lo farà attraverso il lavoro. Firma così un contratto con una cooperativa legata al Bambino Gesù, l’ospedale pediatrico di Roma. Una casa speciale, in cui incontra molti sguardi che lo spingeranno a porsi domande scomode. Ma gli offriranno anche le risposte.

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“La casa degli sguardi” è un romanzo di Daniele Mencarelli e racconta uno spaccato della vita dello scrittore, che ormai è sull’orlo del baratro e passa le giornate sopravvivendo. La sofferenza non la riesce proprio a gestire e affoga tutto nel “bicchiere di bianco”.

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Ma il punto di svolta arriva con il contratto con una cooperativa legata all’ospedale Bambino Gesù. Mencarelli, anche in questo romanzo, riesce a farci provare tutto il male di vivere che lo attanaglia. In ogni pagina c’è sofferenza e lo scontro con la malattia sarà duro, straziante, ma salvifico.

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Lo scrittore con uno stile crudo eppure, allo stesso tempo, delicato ci mette davanti agli occhi la morte. La sofferenza che ci fa provare si scontra con il male di vivere di Daniele, e questo lo aiuta a cambiare e a rivedere la luce in fondo al tunnel.

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Mencarelli nasce come poeta e, anche nei suoi romanzi, bellissimi, ritroviamo la sua poetica e la delicatezza con cui riesce a raccontare il brutto della vita. Ha uno stile tutto suo: semplice, molto coinciso, che colpisce dritto al cuore. Quello che racconta in questo romanzo è la quotidianità che si vive in un ospedale pediatrico.

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Un microcosmo a sé stante, che se da una parte toglie molto, dall’altra fortifica e fa capire cosa è veramente importante nella vita. Ci aiuta ad apprezzare anche le cose più semplici, che spesso diamo troppo per scontate, ma per molti piccoli malati non lo sono. Anche solo un sorriso, un ciao con la mano a distanza li aiuta a dimenticare e li fa tornare per un attimo spensierati.

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“La casa degli sguardi” è un romanzo ricco di emozioni e sofferenza, che in alcuni punti lacera veramente il cuore. Ma la sua lettura è scorrevole e fondamentale per ognuno di noi. E’ un romanzo che non si dimentica. Tutti abbiamo bisogno di avvicinarsi al mondo e alla poetica di Daniele Mencarelli.

Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)

“TUTTO CHIEDE SALVEZZA” DI DANIELE MENCARELLI LEGGI LA RECENSIONE

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“LORO” DI ROBERTO COTRONEO LEGGI LA RECENSIONE

“Vecchie conoscenze” di Antonio Manzini leggi la recensione

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“Vecchie conoscenze” di Antonio Manzini leggi la recensione

Titolo: Vecchie conoscenze
Autore: Antonio Manzini
Genere: narrativa
Editore: Sellerio editore
Pagine: 416
Prezzo: Euro 15
Prezzo E-book: 9,99

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Trama: È morta nel suo appartamento Sofia Martinet, colpita alla testa con un oggetto pesante. Mentre Rocco Schiavone porta avanti una nuova inchiesta, alcuni ritorni dal passato scuotono emotivamente il vicequestore, che si sorprende quasi quasi a pentirsi della propria scorza di durezza. Forse perché aleggia dappertutto un’invitante allusione alla forza emancipatrice dell’amore. Amore di qualunque tipo.

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“Vecchie conoscenze” è l’ultimo romanzo di Antonio Manzini con protagonista il vice questore Rocco Schiavone. In questo libro troviamo un protagonista sempre più disamorato della vita e del lavoro. Più volte la moglie Marina, nei loro bellissimi dialoghi, lo esorta a lasciare tutto per tornare a vivere.

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Tutto questo cambiamento, comunque, non riguarda solo Schiavone, ma anche la sua squadra. D’intino è ancora nella lista nera del vice questore, Italo è ricaduto nel gioco d’azzardo e ormai non riesce più a rispettare il suo lavoro e sé stesso. Ma profondi cambiamenti li ha anche Deruta e le sue vicende vengono seguite con maggiore partecipazione, anche dallo stesso Schiavone. Sempre con i suoi modi burberi riesce, però, ad aiutarlo. E questo rapporto è l’unico positivo insieme alla bella amicizia tra Schiavone e il giovane Gabriele.

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Le giornate ad Aosta procedono dunque passivamente, Schiavone lavora si, ma senza troppo coinvolgimento. Ma quello che arriverà da Roma sarà il vero colpo di grazia per il vice questore. Manzini in questo romanzo diventa crudele con il suo personaggio, non gli lascia uno spiraglio positivo. Il passato gli presenta il conto ed è spiazzante e salatissimo.

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Lo stile di Manzini è asciutto e diretto. Complice anche la serie tv della Rai, il lettore riesce a entrare subito nella storia e, per certi versi, sa già cosa aspettarsi. Come Schiavone anche il lettore resterà spiazzato dalla rivelazione finale. Un amaro in bocca, anzi un vero pugno allo stomaco che è difficile da metabolizzare.

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“Vecchie conoscenze” è sicuramente il più cupo e duro tra i romanzi con protagonista Schiavone. Il vice questore è stanco di tutto e di tutti, ogni cosa diventa ‘una rottura di c…’ di altissimo livello. Ma ora viene da chiedersi: come reagirà Rocco Schiavone a questo pugno in faccia arrivato dal passato?

Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)

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“HAP E LEONARD 2: BAD CHILI. RUMBLE TUMBLE. CAPITANI OLTRAGGIOSI” DI JOE R LANSDALE LEGGI LA RECENSIONE

“Hap & Leonard 2 Bad Chili Rumble Tumble Capitani oltraggiosi” di Joe R Lansdale leggi la recensione

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“Hap & Leonard 2 Bad Chili Rumble Tumble Capitani oltraggiosi” di Joe R Lansdale leggi la recensione

Titolo: Hap & Leonard 2 Bad Chili Rumble Tumble Capitani oltraggiosi
Autore: Joe R Lansdale
Genere: narrativa
Editore: Giulio Einaudi editore
Pagine: 744
Prezzo: Euro 18
Prezzo E-book: 10,99

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Trama: Un biker ucciso da un colpo di fucile, un’infermiera con un passato da dimenticare e due bellissime gambe. Un nano cerimonioso e fanciulle non proprio virtuose che vanno messe in salvo da bande di malviventi piú arrabbiati di sciami di vespe impazzite. Una giovane messicana che porta sciagure, un capomafia maniaco nudista che ha assoldato un killer grande come una montagna.

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“Hap & Leonard 2” è la seconda raccolta di Joe R Lansdale che contiene: “Bad Chili”, “Rumble Tumble” e “Capitani oltraggiosi”. Ritroviamo in questi libri i nostri amati Hap e Leonard, che come al solito vivono la loro vita in modo anonimo. Ma nel giro di poche pagine si trovano invischiati in avventure sempre al limite.

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In “Bad Chili” si parte alla grande, con uno scoiattolo con la rabbia che attacca e morde Hape e tanto basta a farci capire che sta per prendere il via una nuova storia. Questo ‘caso’ è molto difficile, soprattutto emotivamente, per Leonard, che vedrà concludersi nel modo più tragico la storia con Raul. Anche qui non mancano i dialoghi scurrili ed esilaranti tra i due protagonisti, sempre al di sopra della comune decenza, ma che proprio per questo ci piacciono tanto.

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Nel quinto libro “Rumble Tumble” i nostri si ritrovano a dover salvare la figlia della nuova compagna di Hap. Questa, forse, è la storia meno riuscita, perchè Hap, ma soprattutto Leonard, non hanno l’attenzione che meritano. Troppi personaggi, tutti molto eccentrici, che ovviamente prendono spazio.

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La stessa cosa accade, poi, anche in “Capitani oltraggiosi”, che parte da una storia realmente accaduta e nota a Lansdale, ma poi viene lasciato tutto nelle mani dei due protagonisti. La vicenda in sé non è nulla di eclatante, anche i comprimari non hanno un carisma spiccato. Ma ritroviamo Hap e Leonard in ottima forma e la storia riprende il tono ben noto dei romanzi precedenti. Sicuramente Hap e Leonard qui sono molti più disillusi e maturi, ma allo stesso tempo reagiscono a modo loro alla perfezione.

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Lansdale quando racconta dei sui amati Hap e Leonard dà veramente il meglio di sé. Ha caratterizzato alla perfezione i personaggi, a tal punto che, pur avendo una storia più debole o poco coinvolgente, non appena entrano in scena loro due, con le loro battute, il romanzo riprende il volo.

Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)

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“LA BELLA INDIFFERENZA” DI ATHOS ZONTINI LEGGI LA RECENSIONE

“La Bella Indifferenza” di Athos Zontini leggi la recensione

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“La Bella Indifferenza” di Athos Zontini leggi la recensione

Titolo: La Bella Indifferenza
Autore: Athos Zontini
Genere: narrativa
Editore: Bompiani
Pagine: 256
Prezzo: Euro 17
Prezzo E-book: 10,99

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Trama: Una mattina Ettore Corbo, commercialista disilluso che lavora nello studio di famiglia, scopre di non riuscire più a vedere il volto delle persone. al suo posto un vuoto ovale da manichino. Le visite a cui si sottopone, convinto che si tratti di una malattia, non danno risultati. E per Corbo, intrappolato in un matrimonio privo di emozioni con Marta, non c’è via di uscita da quella cecità selettiva che gli nasconde o forse gli mostra la natura dell’essere umano. La nuova prospettiva fa emergere l’inutilità e la falsità delle faticose relazioni che intrattiene con il resto del mondo.

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“La Bella Indifferenza” è l’ultimo romanzo di Athos Zontini. Racconta la vita drammatica di Ettore Corbo, che, da un giorno all’altro, non riesce più a vedere i volti delle persone. Per il protagonista i visi sono dei gusci d’uovo, privi di lineamenti e ovviamente non riesce neanche a vedere le loro reazioni.

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Ettore si ritrova solo con il suo dramma e si chiude ogni giorno di più. E’ un uomo normale che si deve confrontare con un problema di difficile soluzione, che nemmeno i medici riescono a risolvere. Il protagonista ha vissuto accettando tutto quello che gli capitava. Non ha mai cercato di imporsi né nella vita privata, né sul lavoro. Insomma, si è fatto travolgere dalla vita, cercando di sopravvivere.

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Zontini, con la storia di Ettore, ci racconta il potere dell’indifferenza e della solitudine. Utilizza in modo surreale una malattia per parlarci del mondo. Ognuno, pur vivendo in società, è fondamentalmente solo. Nel momento in cui si rompe un legame che ci tiene attaccati alla società, per gli altri diventiamo strani, ma nulla di più.

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Ettore Corbo, infatti, viene visto dagli altri come un alieno, ma senza mai chiedere o interessarsi. Restano perplessi, ma poi tornano tutti al loro mondo. Fino a quando il ‘problema’ di Ettore non va a creargli un danno. E’ solo in quel momento che intervengono, ma solo per salvaguardare i propri interessi.

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Per tutto il romanzo, sentiamo sulla nostra pelle il malessere interiore e fisico che vive Ettore. E i momenti più duri e coinvolgenti sono quando il protagonista riesce per pochi istanti a rivedere i volti. L’emozione è forte, ma allo stesso tempo lo scoramento lo è ancora di più perchè non si riesce a capire cosa ha scatenato il tutto. E soprattutto la presa di coscienza di quanto sia difficile tornare alla normalità.

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Zontini ha uno stile molto coinvolgente e diretto, non cerca mai di entrare nel mondo di Ettore, ma vuole solo raccontare la sua vita. Anche il non dare una conclusione al romanzo spiazza, ma è totalmente coerente con la storia narrata. La vita di Ettore è stravolta e non si può concludere come se fosse una serie televisiva.

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“La Bella Indifferenza” è un romanzo profondamente angosciante e surreale, ma allo stesso tempo vero e coinvolgente. Entrare nel turbamenti del protagonista non è facile e spesso provoca anche del fastidio. E’ una lettura molto attuale e diversa dal solito.

Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)

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“IL MANOSCRITTO” DI FRANCK THILLIEZ LEGGI LA RECENSIONE

“Il manoscritto” di Franck Thilliez leggi la recensione

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“Il manoscritto” di Franck Thilliez leggi la recensione

Titolo: Il manoscritto
Autore: Franck Thilliez
Genere: thriller
Editore: Fazi editore
Pagine: 480
Prezzo: Euro 18
Prezzo E-book: 12,99

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Trama: Léane Morgan è considerata la regina del thriller, ma firma i suoi libri con uno pseudonimo per preservare la propria vita privata, che ha subito un profondo sconvolgimento. Sua figlia Sarah è stata rapita quattro anni prima e la polizia ha archiviato il caso come omicidio a opera di un noto serial killer.

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Dopo la tragedia, del suo matrimonio con Jullian non è rimasto che un luogo, la solitaria villa sul mare nel Nord della Francia che Léane ha ormai abbandonato da tempo. Ma quando il marito viene brutalmente aggredito subendo una perdita di memoria, lei si vede costretta a tornare in quella casa, carica di ricordi dolorosi e, adesso, di inquietanti interrogativi.

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“Il manoscritto” è un romanzo di Franck Thilliez che racconta le vicende della scrittrice di thriller Léane Morgan alle prese con la ricerca di giustizia per la scomparsa della figlia, Sarah, ad opera di un serial killer. Il romanzo è un continuo crescendo di crudeltà e angoscia che non lascerà scampo a nessuno, lettore compreso.

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Thilliez usa l’espediente del romanzo nel romanzo: il figlio di un noto scrittore, dopo la sua morte, trova questo testo, il manoscritto appunto, ma privo del finale. E così iniziamo la lettura aspettando il classico colpo di scena finale. Ma Thilliez non ci fa mancare nulla, e inventa un’altra chicca: anche la protagonista della storia è una scrittrice di thriller di fama mondiale. Quindi ci ritroviamo tra le mani una sorta di scatola cinese e, pagina dopo pagina, non possiamo farne più a meno.

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La scrittura è scorrevole e ricca di crudezza. Non ci viene risparmiato nulla: le efferratezze del serial killer sono descritte nei minimi particolati. Certo, per chi è facilmente impressionabile, non sarà la lettura più adatta. Ma è impossibile abbandonare la lettura, Thilliez sa come tenere alta l’attenzione e la tensione del lettore. Ogni capitolo ti invoglia ad andare avanti per cercare di risolvere il caso.

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Ma è proprio la risoluzione il vero colpo di genio dello scrittore francese. Perchè va al di là della semplice scoperta del colpevole, vuole spiazzare il lettore e ci riesce alla perfezione. Ma non si accontenta vuole lasciare un dubbio, una domanda nella testa del lettore.

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“Il manoscritto” è un thriller veramente ben costruito, appassionante e spiazzante allo stesso tempo. E’ veramente completo ed è impossibile restare indifferenti al finale. I veri amanti del genere rimarranno soddisfatti. Ma questo thriller lo dovrebbero leggere tutti, perchè è un peccato lasciare un romanzo come “Il Manoscritto” sullo scaffale della libreria.

Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)

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“IL LIBRO DELLE CASE” DI ANDREA BAJANI LEGGI LA RECENSIONE

“Il libro delle case” di Andrea Bajani leggi la recensione

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“Il libro delle case” di Andrea Bajani leggi la recensione

Titolo: Il libro delle case
Autore: Andrea Bajani
Genere: narrativa
Editore: Feltrinelli
Pagine: 256
Prezzo: Euro 17
Prezzo E-book: 8,99

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Trama: A quante parti di noi siamo disposti a rinunciare per continuare a essere noi stessi? E soprattutto: dove abbiamo lasciato ciò che non ci siamo portati dietro? Quali case lo custodiscono in segreto o lo tengono in ostaggio? Per raccontare la vita di un uomo, l’unica possibilità è setacciare le sue case, cercare gli indizi di quel piccolo inevitabile crimine che è dire “io” sapendo che dietro c’è sempre qualche menzogna.

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“Il libro delle case” è il nuovo romanzo di Marco Bajani, finalista de “Il premio Strega 2021”. Racconta la vita di Io attraverso le case che ha vissuto e abitato. Quello che colpisce sin da subito in questo romanzo è lo stile di scrittura di Bajani.

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Una scrittura molto poetica, evocativa, sicuramente non per tutti, perchè reggere uno stile così potente non è semplice. Anche chi ne rimane colpito, non arriverà al termine della storia senza faticare, in quanto, in alcuni punti, è molto dura andare avanti per quanto è estraniante.

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Nel corso della lettura, conosciamo la vita di Io grazie alle sue case e i suoi mobili. Tutto viene descritto nei minimi particolari, ma allo stesso tempo sono potentissimi anche i silenzi e i rapporti burrascosi all’interno delle singole case.

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Le vicende di Io le veniamo a conoscere non seguendo la normalità delle scorrere del tempo. Bajani, infatti, alterna capitoli tra presente e passato. E proprio questi continui salti temporali possono destabilizzare il lettore e potrebbero portare all’abbandono del romanzo. Il lettore che, invece, ne resterà coinvolto si troverà a pensare anche alla sua di vita, guardandosi intorno. Pensando alle case che ha cambiato o che visita, ed è proprio questo che rende unico questo romanzo.

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In questo viaggio nella vita di Io, il lettore riesce a provare le stesse emozioni soprattutto nei racconti della casa del 2020. La pandemia è entrata prepotentemente nella vita e la casa assume un ruolo fondamentale e sicuro contro il deserto del mondo esterno.

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“Il libro delle case ” di Andrea Bajani è un bel romanzo, molto particolare e, proprio per questo, non è per tutti. Ma, per chi ne rimarrà coinvolto, sarà una lettura molto intima, profonda che darà non pochi spunti di riflessione.

Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)

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“LANNO CHE A ROMA FU DUE VOLTE NATALE” DI ROBERTO VENTURINI LEGGI LA RECENSIONE

“L’anno che a Roma fu due volte Natale” di Roberto Venturini leggi la recensione

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“L’anno che a Roma fu due volte Natale” di Roberto Venturini leggi la recensione

Titolo: L’anno che a Roma fu due volte Natale
Autore: Roberto Venturini
Genere: narrativa
Editore: SEM
Pagine: 192
Prezzo: Euro 17
Prezzo E-book: 8,99

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Trama: Villaggio Tognazzi, Torvaianica, sul litorale romano. Alfreda, un’accumulatrice seriale con i primi segni di demenza senile, ha reso il suo villino un tugurio invivibile, dove vive per inerzia tra insetti e cianfrusaglie. Sopra di lei abita il figlio Marco, un giovane fattone, profondamente insicuro, la cui unica occupazione è accudire la madre.
Da qualche tempo Alfreda soffre di disturbi del sonno durante i quali le appare Sandra Mondaini.

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Nei suoi deliri notturni, immagina di parlare con l’attrice, sofferente per la “separazione” dal marito Raimondo Vianello, che riposa a Roma mentre lei è sepolta a Milano. Alfreda decide di mettere fine a quella “ingiustizia” e pone al figlio una condizione per lo sgombero del villino: trafugare la salma di Raimondo dal Verano e portarla al cimitero di Lambrate, da Sandra. Dopo le prime resistenze, Marco getta le basi del piano, aiutato da Carlo, un vecchio pescatore, e da Er Donna, il travestito più ambito della Pontina.

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“L’anno che a Roma fu due volte Natale” è il secondo romanzo di Roberto Venturini, presente nella dozzina de “Il Premio Strega 2021”. Racconta la storia surreale di Fernanda e Marco. E’ un romanzo sulla perdita, sull’elaborazione del lutto. La vicenda è ambientata sul litorale romano, Torvaianica, dove il passato e il ricordo dei bei tempi andati la fa da padrone.

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Lo stesso accade nella casa di Fernanda: dopo la prematura morte dell’adorato marito, si è rinchiusa nei ricordi e nell’accumulo seriale di oggetti. E’ impossibile entrare, ma lei, lì dentro, ci vive benissimo: i ricordi le danno quella forza che serve per sopravvivere. L’unico che riesce e accetta la situazione è suo figlio Marco, che è anche il legame con il mondo esterno. Ma anche lui vive ai margini di tutto.

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Nel romanzo, Venturini ci ricorda tanti slogan, personaggi del passato e nel momento che li leggiamo non possiamo che sorridere e volare con i nostri ricordi. Tutto il romanzo è all’interno di una bolla che non fa contaminare ‘il bello che hanno vissuto i protagonisti’. Per Fernanda, infatti, è impossibile superare la morte del marito e questa difficoltà nei suoi sogni prende la forma di Sandra Mondaini. L’artista, nelle visti di fantasma, soffre per la lontananza dal marito Raimondo.

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Dopo questa richiesta di aiuto, Fernanda e Marco decidono di profanare la tomba di Raimondo Vianello per portare il feretro accanto a quello della moglie Sandra. Tutta la vicenda è resa in modo grottesco, ma senza mai scadere nel ridicolo. Ogni avvenimento è perfetto e funzionale alla storia.

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Una particolarità: leggendo il romanzo si ritrovano molte ambientazioni dei film di Claudio Caligari. E infatti, lo stesso Venturini cita nel libro una battuta tratta proprio da un film del regista: “Amore tossico”.

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“L’anno che a Roma fu due volte Natale” è un romanzo particolare, sia per lo stile di scrittura non banale, sia per tutta l’ambientazione. La desolazione, l’emarginazione vista in chiave grottesca, non è proprio per tutti. Ma la lettura risulta piacevole. La malinconia che ci accompagna per tutto il libro che culmina nel finale dolce/amaro, torna ad avvolgerci anche una volta terminata la lettura.

Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)

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“LA PIETRA OSCURA” DI MARCO BALIANI LEGGI LA RECENSIONE

“La pietra oscura” di Marco Baliani leggi la recensione

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“La pietra oscura” di Marco Baliani leggi la recensione

Titolo: La pietra oscura
Autore: Marco Baliani
Genere: narrativa
Editore: Bompiani
Pagine: 368
Prezzo: Euro 17
Prezzo E-book: 10,99

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Trama: Sono cinque e sono inseparabili. C’è Ulisse che viene dal Senegal, Inco grande, grosso e trasognato, Ago il minuscolo, Gemma, magra magra e con una memoria invidiabile, e Giorgio, detto Stampa per via delle stampelle. Insieme in terza media, in questa fine di primavera che è l’ultima da passare come una banda. Poi le loro strade si divideranno, è inevitabile, e fa un po’ male. Intanto condividono tempo e passioni: i giochi di ruolo nel negozio di fumetti di Sebastiano, e anche i fumetti, certo, i silenzi e le chiacchiere.

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E poi un gioco che li prende tantissimo, un gioco inventato da loro, in cui invece di trasformarsi in eroi potranno restare quello che sono. Un lago che custodisce oscure leggende, una cavità nella roccia, dentro il bosco: una grotta, un rifugio, forse il varco per un altro mondo. E lì, nella grotta, una pietra che si stacca dalle altre, scotta, lampeggia.

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“La pietra oscura” è il nuovo romanzo di Marco Baliani, noto regista e attore. Racconta la storia di un gruppo di ragazzini che si trovano a svelare un mistero in cui si ritrovano catapultati.

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Se dovessimo, catalogare il romanzo questo, sicuramente, rientrerebbe nella categoria dei fantasy per ragazzi. Ma, leggendolo, riscontriamo subito il limite di questa categorizzazione, perchè non è solo un fantasy. Ma un bel romanzo con un significato molto profondo, che terrà incollati anche gli adulti.

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Nel corso della lettura ci sembra di ritrovare le ambientazioni e le dinamiche tipiche de “I Goonies”, l’iconico film degli anni ’80 diretto da Richard Donner. Il romanzo di Baliani se ne discosta, però, non solo per l’ambientazione, ma soprattutto per il suo sottotesto. L’amicizia tra i ragazzini, emarginati dagli altri, è si fondamentale, ma è solo l’inizio. Baliani racconta la purezza, l’innocenza, propria dei più giovani, che devono lottare contro l’avidità e la corruzione degli adulti.

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Infatti, gli unici adulti che aiutano la giovane comitiva sono anch’essi degli emarginati. Ovvero un’insegnante derisa dai colleghi, il proprietario di una fumetteria che vive immerso nel suo negozio e un barbone che ha deciso di non avere più contatto con il mondo esterno. Questi sono stati ‘contaminati’ e oppressi dal mondo avido e tutti e tre rivedono nei giovani protagonisti il loro passato, capendone l’importanza.

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Baliani ha uno stile di scrittura molto colloquiale, mai noioso o prolisso. Non perde mai il contatto con la realtà e, soprattutto, non si perde in descrizioni che farebbero distrarre il lettore. Pagina dopo pagina si entra in sintonia con i ragazzini, grazie alla buona caratterizzazione che gli ha dato lo scrittore.

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“La pietra oscura” è un romanzo, si per ragazzi, ma un adulto non avrà difficoltà ad appassionarsi alla storia. E sicuramente leggendo il finale, scritto veramente bene, ne rimarrà profondamente colpito. Consigliato agli amanti de “I Goonies” e a chi crede che prima o poi un mondo migliore arriverà.

Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)

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“AVANTI PARLA” DI LIDIA RAVERA LEGGI LA RECENSIONE

“Blu” di Giorgia Tribuiani leggi la recensione

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“Blu” di Giorgia Tribuiani leggi la recensione

Titolo: Blu
Autore: Giorgia Tribuiani
Genere: narrativa
Editore: Fazi editore
Pagine: 256
Prezzo: Euro 16
Prezzo E-book: 9,99

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Trama: Ginevra, per tutti Blu fin da bambina, ha diciassette anni, frequenta il liceo artistico ed è una ragazza solitaria intrappolata in un mondo tutto suo fatto di rituali ossessivi e gesti scaramantici. I suoi genitori sono divorziati e Blu vive con la madre, una donna che lavora molto ed è spesso fuori casa. Blu ha un fidanzato, che non riesce a lasciare perché divorata dai sensi di colpa, un ragazzo che vorrebbe amare e di cui, invece, sopporta appena la presenza.

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L’unica cosa che ama davvero è l’arte, e disegnare risulta un’attività in cui dimostra di avere talento. Così, quando durante una gita scolastica assiste a un’esibizione di performance art, resta folgorata, fino a sviluppare per lei una vera e propria ossessione. A questo punto, i pensieri maniacali si fanno via via più opprimenti, finché la sua determinazione a essere una brava ragazza la porta a vivere uno sdoppiamento della personalità subdolo e pericoloso.

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“Blu” è il nuovo romanzo di Giorgia Tribuiani che racconta la storia della diciassettenne Ginevra, conosciuta da tutti come Blu. La sua narrazione non è lineare, ma è tutto un insieme di frammenti, ossessioni e ricordi che la stessa Blu riporta a galla.

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E’ un romanzo molto complesso, scritto con la seconda persona singolare, una scelta stilistica che lo rende ancora più particolare. Allo stesso tempo, può destabilizzare quei lettori abituati a stili di scrittura più ordinari. La Tribuiani riesce a raccontare il disturbo ossessivo di Blu, e lo fa dall’interno, portando il lettore nella testa della ragazzina, tenendolo intrappolato.

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Tutto il romanzo porta con sé il peso dell’inadeguatezza di Blu nel relazionarsi col mondo. Il suo unico vero sfogo è l’arte, che però, in un animo così fragile, non può che sfociare in una vera e propria ossessione. Un’ossessione che, per Blu, si chiama Dora, un’artista che se, da una parte, farà aprire gli occhi alla giovane protagonista, dall’altra la renderà ancora più fragile, tanto da farla cadere sempre più giù.

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Il racconto che fa la scrittrice sul disturbo ossessivo non si ferma a pura esteriorità. Ma va a fondo e ci aiuta a scoprire anche il profondo senso di colpa e di inadeguatezza che attanaglia Blu. Tutto è circondato dalla confusione, eppure la scrittrice non perde mai il punto centrale della storia.

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“Blu” è un romanzo molto complesso, sicuramente non per tutti e non solo per lo stile di scrittura, che già di per sé destabilizza. Ma soprattutto perchè non è un libro rassicurante, non cerca di impressionare per il puro gusto di farlo, ed è carico di dolore. Consigliato a chi vuole leggere una storia autentica, che lascia il segno.

Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)

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“ANNI LUCE” DI ANDREA POMELLA LEGGI LA RECENSIONE

“Anni luce” di Andrea Pomella leggi la recensione

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“Anni luce” di Andrea Pomella leggi la recensione

Titolo: Anni luce
Autore: Andrea Pomella
Genere: narrativa
Editore: Add Editore
Pagine: 160
Prezzo: Euro 13
Prezzo E-book: 5,99

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Trama: Questa è la storia di un viaggio al crepuscolo del secolo, una spedizione da vagabondi sulle strade d’Europa per esorcizzare la paura della vita adulta che bussa alle porte. Anni luce è un romanzo di formazione, e i Pearl Jam sono la colonna sonora di uno spazio di luce e di ombre che ha affascinato una generazione.

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“Anni luce” è il romanzo di Andrea Pomella che si può racchiudere in poche parole: disagio esistenziale, grunge e Pearl Jam. In questo libro lo scrittore racconta della sua adolescenza segnata o scandita dagli album della band di Seattle. Per il protagonista Eddie Vedder e tutto il grunge rappresentano la sua esistenza.

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La continua estraneità dalla società che lo circonda e l’angoscia esistenziale vanno a stretto contatto con la sua vita. Tutto questo non riguarda solo Andrea e il suo amico Q., perché tra la fine degli anni 80 e per tutti i ’90 il grunge ha segnato e riunito una grossa fetta di giovani. Per la società erano dei giovani totalmente privi di ideali e abbandonati a se stessi.

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Il romanzo di Pomella, per chi ha vissuto l’adolescenza negli stessi anni, è un continuo ritrovarsi, sia per sensazioni che per la magia e anche la rabbia che lasciano le canzoni dei Pearl Jam. Ogni volta che Andrea parla di una canzone o di un gruppo per il lettore è un colpo al cuore. Si ritorna al passato con un piacevole senso di malinconia nel ricordare.

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In “Anni luce” lo scrittore racconta il passaggio dall’adolescenza alla vita adulta con uno sguardo più maturo e anche distaccato. Riesce a mettere nero su bianco tutto quello che provava, le sensazione e il continuo malessere, alleviato soltanto dall’ascolto di “Ten” dei Pearl Jam.

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“Anni luce” è un romanzo di formazione che accomuna un’intera generazione (quella degli anni 90) totalmente allo sbando, schiacciata da un passato ingombrante e da un futuro pieno di aspettative. Questo libro è una vera chicca per gli amanti dei Pearl Jam, che si ritroveranno in ogni singola pagina. Un consiglio: leggetelo ascoltando gli album della band di Seattle, sarà un viaggio ancora più profondo.

Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)

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“IL PANE PERDUTO” DI EDITH BRUCK LEGGI LA RECENSIONE

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