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Alabama: Kenneth Smith e quella pena di morte disumana con azoto è il primo caso al mondo

Alabama: Kenneth Smith e quella pena di morte disumana con azoto è il primo caso al mondo

Alabama: Kenneth Smith e quella pena di morte disumana con azoto è il primo caso al mondo

da corriere.it

Il 25 gennaio, negli Stati Uniti, Kenneth Eugene Smith è stato giustiziato con un metodo rivoluzionario nell’ambito delle esecuzioni capitali. Questo caso, che ha attirato l’attenzione internazionale, rappresenta la prima volta al mondo in cui l’ipossia da azoto è stata impiegata per porre fine alla vita di un condannato a morte.

La condanna di Kenneth Eugene Smith

Kenneth Eugene Smith, 58 anni, era stato condannato per l’omicidio di Elizabeth Dorlene Sennett, la moglie di un pastore protestante, avvenuto nel 1988. Questa non era la prima volta che Smith si trovava di fronte alla pena capitale; nel 2022 aveva già sopravvissuto a un tentativo di esecuzione tramite iniezione letale.

La procedura di esecuzione

L’attesa per l’esito dell’ultimo appello alla Corte suprema americana ha ritardato l’inizio dell’esecuzione, che ha avuto luogo alle 20.25, ora locale dell’Alabama. Una volta respinto l’appello, la procedura finale ha avuto inizio nella camera della morte del carcere di Holman.

Alabama: Kenneth Smith e quella pena di morte disumana con azoto è il primo caso al mondo – Le ultime parole di Kenneth Smith

Legato al lettino, Smith è stato sottoposto a un nuovo metodo di esecuzione: l’ipossia da azoto. Prima di indossare la maschera per inalare il gas, ha condiviso le sue ultime parole, dichiarando: “Stasera l’Alabama fa compiere all’umanità un passo indietro. Me ne vado con amore, pace e luce, vi amo. Grazie per avermi sostenuto, vi amo tutti.”

La durata dell’esecuzione

La procedura di esecuzione è durata circa 22 minuti, con testimoni che hanno riportato che Smith è rimasto cosciente per diversi minuti dall’inizio e successivamente ha manifestato segni di agitazione. Il respiro del condannato ha rallentato gradualmente fino a diventare impercettibile, e la sua morte è stata dichiarata alle 20.25.

L’ipossia da azoto: un approccio crudelmente innovativo

L’uso dell’ipossia da azoto, una tecnica ideata dallo sceneggiatore Stuart Creque, è stato il fulcro di questa esecuzione. L’azoto, costituente del 78% dell’aria che respiriamo, diventa letale quando ne viene aumentata la concentrazione, riducendo la quantità di ossigeno. Tuttavia, sorgono preoccupazioni etiche e mediche riguardo alla possibilità di provocare una morte dolorosa e umiliante.

Alabama: Kenneth Smith e quella pena di morte disumana con azoto è il primo caso al mondo – Reazioni e critiche

L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha espresso preoccupazione, definendo l’ipossia da azoto come potenzialmente equivalente a tortura o degradante ai sensi del diritto internazionale sui diritti umani. Nonostante le numerose critiche e gli appelli provenienti da varie parti, l’esecuzione ha avuto luogo.

Passato criminale di Kenneth Smith

La condanna di Smith risaliva al 1988, quando aveva assassinato Elizabeth Dorlene Sennett su commissione del marito della vittima, un pastore protestante che successivamente si suicidò. Inizialmente condannato all’ergastolo, un giudice aveva successivamente modificato la sentenza in pena di morte nel 1996.

Appelli ignorati e implicazioni etiche

Nonostante gli appelli contro l’utilizzo di un metodo ritenuto da alcuni esperti una forma di tortura, le autorità dell’Alabama hanno proceduto con l’innovativa esecuzione. L’Alto Commissario Onu per i diritti umani ha sottolineato l’incompatibilità della pena di morte con il diritto fondamentale alla vita, esortando gli Stati a considerare una moratoria come passo verso l’abolizione universale.

L’ipossia da azoto: criticità etiche e mediche

L’utilizzo della maschera d’azoto, mai impiegata sull’uomo prima di questa esecuzione, solleva interrogativi inquietanti sia dal punto di vista etico che medico-scientifico. L’azoto, se inalato in concentrazioni elevate, può interrompere processi vitali, ma la sua lentezza nel causare la morte solleva preoccupazioni sulla possibilità di prolungare l’agonia del condannato.

USA TRUMP TRIONFA NELLE PRIMARIE REPUBBLICANE IN NEW HAMPSHIRE MA NIKKI HALEY NON SI RITIRA

USA Trump trionfa nelle primarie repubblicane in New Hampshire ma Nikki Haley non si ritira

USA Trump trionfa nelle primarie repubblicane in New Hampshire ma Nikki Haley non si ritira

USA Trump trionfa nelle primarie repubblicane in New Hampshire ma Nikki Haley non si ritira

da corriere.it

Una vittoria attesa

Donald Trump ha ottenuto la vittoria nelle primarie repubblicane in New Hampshire, confermando i risultati delle proiezioni con il 54,4% dei voti contro il 43,5% di Nikki Haley. L’ex presidente degli Stati Uniti ha commentato la vittoria attraverso i social media, sottolineando la sua delusione per le dichiarazioni di Haley e proclamando la sua sicurezza nel vincere anche le prossime sfide.

USA Trump trionfa nelle primarie repubblicane in New Hampshire ma Nikki Haley non si ritira – Il commento di Trump: “Haley ha perso”

Attraverso il canale Truth, Trump ha esclamato: “Haley ha detto che avrebbe vinto in New Hampshire. Non lo ha fatto!!! Delirante!!! La scorsa settimana è arrivata terza”. Durante un intervento a Nashua, Trump ha ribadito la sconfitta di Haley, definendo la sua performance “una nottataccia”. Ha criticato le affermazioni della sua rivale e anticipato il prossimo appuntamento in Nevada, dichiarando già la sua vittoria. Inoltre, Trump ha avvertito che, se Haley ottenesse la nomination, sarebbe oggetto di indagini in breve tempo.

L’importanza della vittoria in New Hampshire

Trump ha sottolineato l’importanza della vittoria in New Hampshire, definendola la più significativa dopo l’Iowa. Ha espresso fiducia nell’inversione di rotta del Paese, guardando con ansia alle elezioni di novembre e anticipando una possibile sfida con “il peggior presidente nella storia del nostro Paese”, Joe Biden.

Possibili sostegni: Ramaswamy e Scott

Durante la celebrazione della vittoria, Trump è stato affiancato dall’imprenditore Vivek Ramaswamy e dal senatore della South Carolina Tim Scott, entrambi ex rivali nelle primarie repubblicane. Entrambi hanno annunciato il loro sostegno al tycoon. Inoltre, Trump ha lasciato intendere che Scott potrebbe essere la sua scelta per il ruolo di vicepresidente, definendolo “la persona alla quale sto guardando”.

USA Trump trionfa nelle primarie repubblicane in New Hampshire ma Nikki Haley non si ritira – La risposta di Nikki Haley

Nikki Haley ha ringraziato gli elettori di New Hampshire per il loro sostegno e ha espresso gratitudine al governatore Chris Sununu. Nonostante la sconfitta, Haley ha annunciato che non si ritirerà dalla corsa, congratulandosi con Trump per la vittoria, ma sottolineando che “la corsa non è finita”. Trump ha risposto suggerendo a Haley di ritirarsi per evitare sprechi di risorse, focalizzando l’attenzione su Biden, l’obiettivo principale del partito repubblicano.

Prospettive future

Sebbene Trump non abbia ancora assicurata la nomination, la vittoria in entrambi gli stati, Iowa e New Hampshire, rappresenta un forte precedente storico. Il New Hampshire, che fu cruciale per la vittoria di Trump nelle primarie repubblicane del 2016, potrebbe essere di nuovo un trampolino di lancio per la sua campagna. Nikki Haley, pur rimanendo indietro nei sondaggi, non si arrende e guarda avanti alle sfide future, sottolineando che la corsa è “tutt’altro che finita”.

La “vittoria simbolica” di Joe Biden

Da notare anche la “vittoria simbolica” di Joe Biden alle primarie democratiche in New Hampshire, nonostante la sua assenza formale nella competizione. Biden è emerso come il candidato “write-in”, votato come preferenza non prestampata sulla scheda elettorale. Le primarie democratiche nel New Hampshire, fuori dal calendario ufficiale del partito, hanno comunque visto Biden primeggiare, nonostante l’assenza di assegnazione di delegati.

AUTONOMIA DIFFERENZIATA ARRIVA IL PRIMO SI: LA LEGA FESTEGGIA E POI LITIGA CON PD E M5S

Autonomia differenziata arriva il primo sì: la Lega festeggia e poi litiga con PD e M5S

Autonomia differenziata arriva il primo sì: la Lega festeggia e poi litiga con PD e M5S

Autonomia differenziata arriva il primo sì: la Lega festeggia e poi litiga con PD e M5S

da corriere.it

Il Senato dà il via libera: 110 sì, 64 no e 3 astensioni per l’Autonomia differenziata delle Regioni, un momento celebrato dalla Lega ma accompagnato da polemiche con PD e M5S. In un’aula presieduta da Gian Marco Centinaio, la riforma Calderoli è stata approvata, segnando il primo passo verso una maggiore autonomia territoriale. Tuttavia, il cammino non è privo di discordie, con il PD e i 5 Stelle che hanno manifestato il loro dissenso intonando l’Inno di Mameli e ironicamente ribattezzando Fratelli d’Italia (FdI) come “Fratelli di Mezz’Italia”.

Autonomia differenziata: il primo varo al Senato

Il Senato ha approvato la proposta con 110 voti favorevoli, 64 contrari e 3 astensioni, con la senatrice Mara Bizzotto della Lega che ha sollevato una bandiera autonomista scatenando il caos e sospendendo temporaneamente la seduta.

Autonomia differenziata arriva il primo sì: la Lega festeggia e poi litiga con PD e M5S – Il commento di Matteo Salvini e le reazioni del PD

Il vicepremier Matteo Salvini ha definito l’approvazione come “il primo passo importante verso un Paese più moderno ed efficiente”, sottolineando l’importanza di bilanciare maggiori poteri al premier con una maggiore autonomia locale. Al contrario, Elly Schlein del PD ha criticato il risultato come “un orrendo baratto” che risveglia il sogno secessionista della Lega, promettendo di fermarlo con ogni mezzo possibile.

Una riforma dedicata a Roberto Maroni

Salvini ha dedicato la riforma al defunto ministro dell’Interno leghista Roberto Maroni, ricordando il suo impegno nei referendum federalisti del 2017. La proposta, ripresentata da Calderoli all’inizio della legislatura, concede alle Regioni la possibilità di legiferare autonomamente su temi cruciali come sanità, scuola e trasporti, con lo Stato che deve definire i livelli essenziali di prestazione (Lep) da garantire a tutti.

Autonomia differenziata arriva il primo sì: la Lega festeggia e poi litiga con PD e M5S – Il dibattito su autonomia e risorse

Mentre la Lega celebra il successo, il PD e il M5S, insieme all’Avs, si preparano a un referendum, contestando l’effettiva portata della proposta. Secondo il capogruppo dem Francesco Boccia, c’è un trucco nel sistema: “Per un’Autonomia seria servono Lep definiti e risorse garantite, ma non è stato allocato alcun euro nel fondo di perequazione.”

Le contestazioni: la mancanza di risorse e i 7 emendamenti di FdI

Il partito Fratelli d’Italia (FdI) respinge le contestazioni, preparandosi per l’approvazione finale. Alberto Balboni, presidente della commissione Affari Costituzionali, annuncia sette emendamenti, in particolare focalizzati sul cambio in corsa del premier votato dai cittadini. La discussione in commissione coinvolge anche la fine della legislatura in caso di caduta del premier eletto.

Conclusioni e prossimi passi

La riforma dell’Autonomia differenziata ora passa alla Camera per il via libera definitivo, con la Lega che spera di ottenere l’approvazione prima delle elezioni europee. Mentre la Lega celebra un passo avanti verso una maggiore autonomia, le critiche e le controversie rimangono vive, delineando un quadro complesso per il futuro di questa proposta di riforma.

ITALIA FRANCIA E GERMANIA ANNUNCIANO: “MISSIONE NAVALE NEL MAR ROSSO CON POSSIBILE USO DELLA FORZA

Italia Francia e Germania annunciano: “Missione navale nel Mar Rosso con possibile uso della forza”

Italia Francia e Germania annunciano: “Missione navale nel Mar Rosso con possibile uso della forza”

Italia Francia e Germania annunciano: “Missione navale nel Mar Rosso con possibile uso della forza”

da corriere.it

Verso la difesa comune europea

Il ministro degli Esteri, Tajani, annuncia la partecipazione italiana alla missione navale nel Mar Rosso insieme a Francia e Germania, sottolineando il significato di questa iniziativa nella direzione della difesa comune europea.

Aspides: la nuova missione militare Ue

Il trio Italia, Francia e Germania ha condiviso un documento congiunto evidenziando la necessità di sicurezza e la libertà di navigazione nel Mar Rosso. La missione, denominata Aspides, avrà l’incarico di difendere le navi mercantili, anche con l’uso della forza se necessario, minacciate dagli attacchi degli Houthi, con possibili impatti significativi sul commercio internazionale. La discussione di questa iniziativa è prevista nell’incontro del Consiglio Affari Esteri dell’Unione Europea.

Italia Francia e Germania annunciano: “Missione navale nel Mar Rosso con possibile uso della forza” – Appoggio alla missione Ue e al piano Borrell

Il documento congiunto sottolinea il sostegno dei tre Paesi Ue al piano Ue e all’importanza della missione militare. Essi evidenziano l’utilizzo delle strutture già esistenti di Emasoh Agenor, una missione lanciata su proposta francese nel 2020 per proteggere i flussi marittimi attraverso lo Stretto di Hormuz. Agenor ha sviluppato una cooperazione con gli Stati regionali arabi e del Corno d’Africa, modello che si prevede replicare con Aspides.

Invito alla partecipazione degli Stati Membri

I tre Paesi invitano l’Alto Rappresentante a compiere sforzi diplomatici per garantire un ampio supporto regionale a Aspides. Invitano gli Stati membri a considerare favorevolmente la loro partecipazione, sia con mezzi navali che con contributi di personale. L’operazione potrebbe essere avviata in base all’articolo 44 del Trattato, consentendo al Consiglio di affidare la missione a un gruppo di Stati membri in grado di contribuire in modo significativo.

Italia Francia e Germania annunciano: “Missione navale nel Mar Rosso” – Sostenitori della soluzione a due Stati

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani sottolinea che Aspides è più di una missione di polizia internazionale, rappresentando un segnale politico significativo verso la direzione della difesa comune europea, essenziale per una politica estera comune. Nel frattempo, i ministri discuteranno del piano di Borrell, focalizzato sul rilancio del processo di pace in Medio Oriente basato sulla soluzione a due Stati.

Conseguenze per il mancato impegno nel processo di pace

Il piano di Borrell prevede conseguenze per il mancato impegno nel processo di pace, coinvolgendo gli Stati Ue, altri attori regionali e organizzazioni internazionali. L’obiettivo è favorire i negoziati, ma il documento sottolinea chiaramente che dovrebbero essere definite le conseguenze in caso di mancato impegno nel piano di pace. Questo costituisce un avviso esplicito a Netanyahu, il premier israeliano, noto per la sua opposizione a uno Stato palestinese.

Prossimi passi e lancio dell’operazione

I dettagli della nuova missione Aspides sono in fase di definizione, e si attende di comprendere il contributo di altri Paesi e l’utilizzo delle risorse già disponibili. L’Italia potrebbe ospitare il quartier generale della missione, e il lancio ufficiale è previsto nella riunione del 19 febbraio.

ISRAELE: “DUE MESI DI PAUSA PER IL RILASCIO DEGLI OSTAGGI” E I PARENTI DEI RAPITI IRROMPONO NELLA KNESSET: “RIPORTATELI A CASA”

Israele: “Due mesi di pausa per il rilascio degli ostaggi” e i parenti dei rapiti irrompono nella Knesset “Riportateli a casa”

Israele: “Due mesi di pausa per il rilascio degli ostaggi” e i parenti dei rapiti irrompono nella Knesset “Riportateli a casa”

Israele: “Due mesi di pausa per il rilascio degli ostaggi” e i parenti dei rapiti irrompono nella Knesset “Riportateli a casa”

da ansa.it

Israele ha presentato una proposta attraverso i mediatori egiziani e qatarioti, proponendo fino a due mesi di pausa nei combattimenti come parte di un accordo a più fasi che coinvolgerebbe il rilascio degli ostaggi rimasti a Gaza.

Fasi del rilascio

Secondo le fonti citate da Axios, Israele è in attesa di una risposta da parte di Hamas e si mostra cautamente ottimista riguardo ai progressi futuri. La proposta prevede il rilascio di tutti gli ostaggi vivi e dei corpi di coloro deceduti, strutturato in più fasi:

  1. Prima Fase:

    • Donne
    • Uomini sopra i 60 anni
    • Ostaggi in condizioni mediche difficili
  2. Fasi Successive:

    • Soldatesse
    • Uomini sotto i 60 anni non militari
    • Soldati
    • Corpi degli ostaggi deceduti

Israele: “Due mesi di pausa per il rilascio degli ostaggi” e i parenti dei rapiti irrompono nella Knesset “Riportateli a casa” – Irruzione dei parenti degli ostaggi alla Knesset

Un gruppo di familiari degli ostaggi israeliani a Gaza ha fatto irruzione nella commissione finanze della Knesset, chiedendo azioni urgenti per il rilascio dei loro cari. Questo atto è parte di una più ampia protesta contro la presunta inazione del governo, che ha portato alla sospensione dei lavori della commissione.

Tensione a Khan Yunis

La tensione è elevata a Khan Yunis, con l’esercito israeliano che circonda l’ospedale Nasser. Le forze israeliane si dirigono verso il mare e Rafah, raggiungendo la università al-Aqsa e isolando l’area umanitaria di Moassi. L’esercito ha anche stretto d’assedio l’edificio centrale della Mezzaluna Rossa, paralizzando le sue attività.

Le accuse

Secondo Israele, l’ospedale Nasser è stato utilizzato da Hamas per scopi militari, citando informazioni di intelligence. L’edificio è stato circondato da mezzi blindati israeliani, interrompendo le attività della Mezzaluna Rossa.

Israele: “Due mesi di pausa per il rilascio degli ostaggi” e i parenti dei rapiti irrompono nella Knesset – Appello di Borrell e sfiducia laburista

Josep Borrell, Alto rappresentante dell’UE, solleva dubbi sulla quantità di vittime a Gaza e annuncia la discussione della situazione al consiglio esteri. Sottolinea la necessità di una soluzione a due stati. Nel frattempo, i laburisti israeliani presentano una mozione di sfiducia, la prima dall’inizio della guerra, criticando il governo per il mancato rilascio degli ostaggi.

Appelli per un cessate il fuoco

La Presidenza dell’UE, rappresentata dal Belgio, chiede un cessate il fuoco immediato e la liberazione degli ostaggi. La Giordania si unisce a questo appello, esortando l’UE a lavorare per una soluzione a due stati.

Posizione della Francia su sanzioni

Il ministro degli Esteri francese, Stephane Sejourné, esprime la speranza che siano imposte sanzioni ai coloni israeliani violenti in Cisgiordania nei prossimi giorni. Critica le dichiarazioni del premier Netanyahu sulla soluzione a due stati e sottolinea la necessità di creare uno Stato palestinese con garanzie di sicurezza per tutti.

PROTESTA NEL MONDO DELLO SPETTACOLO: NOMINA DI DE FUSCO AL TEATRO DI ROMA SCATENA LA CRITICA DEGLI ARTISTI

Protesta nel mondo dello spettacolo: nomina di De Fusco al Teatro di Roma scatena la critica degli artisti

Protesta nel mondo dello spettacolo: nomina di De Fusco al Teatro di Roma scatena la critica degli artisti

Protesta nel mondo dello spettacolo: nomina di De Fusco al Teatro di Roma scatena la critica degli artisti

da corriere.it

Una Rivolta artistica contro la nomina di De Fusco: Da Garrone a Germano, protesta al Teatro Argentina

Una lettera aperta, firmata da importanti personalità del mondo dello spettacolo, esprime forte dissenso per la nomina di Luca De Fusco come nuovo direttore generale del Teatro di Roma. Nomi come Matteo Garrone, Elio Germano, Lino Guanciale, Fanny&Alexander, Roberto Latini e Vinicio Marchioni si uniscono alla protesta, organizzando un sit-in presso il Teatro Argentina.

Protesta nel mondo dello spettacolo: nomina di De Fusco al Teatro di Roma scatena la critica degli artisti – La critica di Elly Schlein: “Per Meloni, solo questioni di poltrone”

La segretaria del Pd, Elly Schlein, condanna aspramente la nomina di De Fusco, definendola una “vergogna morale”. Schlein accusa la destra di considerare la cultura solo come una questione di poltrone, sottolineando il disprezzo per l’aspetto culturale e intellettuale di questa decisione.

Una lista di artisti contrari: Garrone, Germano, Bergamasco e altri contro il “colpo di mano”

Il documento, sottoscritto da numerosi esponenti dello spettacolo, elenca una serie di nomi che si oppongono alla nomina di De Fusco. Da Fabrizio Parenti a Sonia Bergamasco e Fabrizio Gifuni, gli artisti protestano contro ciò che considerano un “colpo di mano” nella decisione di procedere con la nomina, ignorando la sospensione del presidente del Teatro romano, Francesco Siciliano.

Un atto “inguardabile” – Presidio di fronte al Teatro Argentina

Gli artisti ritengono essenziale contrattaccare questa decisione “come un assoluto dovere morale”. Il presidio di domenica, organizzato da Christian Raimo, scrittore ed ex assessore alla Cultura, vede la partecipazione di cittadini, lavoratori dello spettacolo e rappresentanti delle istituzioni. La situazione è definita “inguardabile”, con l’accusa di una forzatura fascista delle regole democratiche.

La preoccupazione di Siciliano e le critiche a De Fusco

Il presidente del Teatro di Roma, Francesco Siciliano, esprime preoccupazione per la situazione, definendo la decisione una rottura dell’idea di paese. Siciliano sostiene che la funzione di nomina gli è stata espropriata durante il consiglio e solleva preoccupazioni sul contratto di De Fusco, definendo la cifra proposta come “abnorme”.

Bergamasco e Gifuni: “I luoghi della cultura appartengono alla gente”

Attori come Sonia Bergamasco e Fabrizio Gifuni si uniscono alla protesta, sottolineando che i luoghi della cultura devono appartenere alla comunità e al pubblico. Bergamasco dichiara che la politica dovrebbe restare fuori da questi luoghi e che la scelta del direttore generale è cruciale per il rilancio del Teatro di Roma.

ANCONA: INDAGATO PER OMICIDIO IL FIDANZATO DI ANDREEA RABCIUC

Ancona: indagato per omicidio il fidanzato di Andreea Rabciuc

Ancona: indagato per omicidio il fidanzato di Andreea Rabciuc

Ancona: indagato per omicidio il fidanzato di Andreea Rabciuc

da open.online

Simone Gresti, precedentemente sotto inchiesta per sequestro di persona e traffico di stupefacenti, si trova ora al centro di un’indagine ancora più grave. La sua compagna, Andreea Rabciuc, scomparsa il 12 marzo 2022, sembra essere stata ritrovata senza vita in un casolare nelle campagne di Castelplanio, Ancona. Questa tragica scoperta ha portato all’aggiunta dell’accusa di omicidio volontario alle precedenti indagini.

Ancona: indagato per omicidio il fidanzato di Andreea Rabciuc – La Procura di Ancona intensifica l’inchiesta

Il fidanzato di Rabciuc, Simone Gresti, era già sotto la lente della procura di Ancona per reati gravi come sequestro di persona e spaccio di stupefacenti. Tuttavia, la scoperta del cadavere ha accelerato il processo investigativo, portando all’aggiunta dell’accusa più grave di omicidio volontario. L’avvocato di Gresti, Emanuele Giuliani, ha ricevuto un avviso di accertamento irripetibile sui resti, in vista dell’autopsia che si terrà domani, martedì 23 gennaio.

La scomparsa di Andreea Rabciuc

La scomparsa di Andreea Rabciuc il 12 marzo 2022 ha scatenato un intricato caso che ha coinvolto già Simone Gresti in questioni legali. La giovane donna è stata ritrovata morta in un casolare isolato, sollevando domande su cosa sia realmente accaduto durante il suo periodo di assenza. L’aggiunta dell’accusa di omicidio volontario complica ulteriormente la vicenda, gettando nuova luce sui dettagli finora sconosciuti.

L’autopsia come chiave per la verità

Martedì 23 gennaio, l’autopsia sui resti ritrovati sarà eseguita, e rivelerà potenzialmente nuovi dettagli cruciali per comprendere la dinamica dietro la morte di Rabciuc. L’avviso di accertamento irripetibile, notificato all’avvocato di Gresti, suggerisce l’importanza di questa procedura nel delineare la verità dietro questo tragico evento.

ASPIS TUTTO QUELLO CHE C’E’ DA SAPERE SULLA MISSIONE EUROPEA CHE PORTERA’ LE NAVI ITALIANE NEL MAR ROSSO CONTRO GLI HOUTHI

Aspis tutto quello che c’è da sapere sulla missione europea che porterà le navi italiane nel Mar Rosso contro gli Houthi

Aspis tutto quello che c’è da sapere sulla missione europea che porterà le navi italiane nel Mar Rosso contro gli Houthi

Aspis tutto quello che c’è da sapere sulla missione europea che porterà le navi italiane nel Mar Rosso contro gli Houthi

da open.online

Aspis: uno ‘scudo’ europeo contro gli attacchi Houthi

Un’importante iniziativa europea, denominata “Aspis” (che tradotto dal greco antico significa “scudo”), sta prendendo forma per proteggere le navi italiane nel Mar Rosso dagli attacchi degli Houthi, i ribelli yemeniti responsabili di recenti attacchi a navi e cargo commerciali. L’Italia sarà coinvolta in questa missione, che dovrebbe ricevere il via libera il 22 gennaio durante la riunione dei ministri degli Esteri dell’Unione Europea a Bruxelles. La proposta della missione è stata avanzata dal Servizio per l’azione esterna dell’UE (Seae) su indicazione di Josep Borrell, Alto Rappresentante per la politica estera di Bruxelles. La missione collaborerà strettamente con la già esistente Prosperity Guardian, guidata da forze angloamericane.

Gli attacchi degli Houthi e le implicazioni commerciali

La crescente attività terroristica degli Houthi ha ridotto significativamente il volume di container in transito nel Mar Rosso, con una diminuzione del 66%. Settori cruciali come l’energia sono stati particolarmente colpiti, con il Qatar, principale esportatore di Gas Naturale Liquefatto (GNL), che ha interrotto i transiti delle sue navi gasiere nella zona. Secondo Confartigianato, il valore dell’import-export italiano che attraversa il Canale di Suez ammonta a 148,1 miliardi di euro annui. Gli attacchi degli Houthi rappresentano una minaccia significativa al commercio internazionale, con il 12% di tutto il commercio mondiale che transita attraverso questa regione.

Aspis tutto quello che c’è da sapere sulla missione europea che porterà le navi italiane nel Mar Rosso contro gli Houthi – Estensione della missione: Mar Rosso e Golfo Persico

La missione europea Aspis coprirà le acque del Mar Rosso e del Golfo Persico, aree che sono diventate particolarmente problematiche a causa degli attacchi degli Houthi. I cambiamenti nelle rotte di navigazione adottati dagli armatori hanno causato rallentamenti nelle consegne delle merci, con ripercussioni su scala globale. La missione, fortemente sostenuta da Italia, Francia e Germania, si aggancerà alla già operante missione Agenor. Le navi coinvolte si avvicineranno ai confini con l’Iran.

Coinvolgimento dell’Italia e ruolo della Marina Militare

L’Italia svolgerà un ruolo chiave nella missione Aspis, con la Marina Militare impegnata a garantire la sicurezza delle acque. La presenza di due fregate, la Fasan e la Martinengo, è prevista per proteggere le navi italiane. La Fasan, presente nella zona dal periodo poco prima di Natale, è in fase di ritiro, seguendo l’esempio della Luigi Rizzo, ritirata a La Spezia a settembre.

Approvazione parlamentare e visione di Tajani

Il Ministro della Difesa Antonio Tajani ha dichiarato che la partecipazione italiana richiederà un passaggio parlamentare. Tajani è pronto a presentare al Parlamento tutte le attività svolte per garantire la sicurezza della navigazione. Egli vede questa operazione come un potenziale precursore “per la creazione di una difesa comune europea”. Tajani sostiene che, di fronte a una crisi che colpisce la sicurezza e l’economia, è fondamentale garantire la libertà di movimento per le navi e le merci, analogamente a quanto fatto vent’anni fa con l’introduzione dell’euro.

LA CASSAZIONE DECIDE PER L’APPLICAZIONE DELLA LEGGE SCELBA CONTRO IL SALUTO ROMANO

La Cassazione decide per l’applicazione della legge Scelba contro il saluto romano

La Cassazione decide per l’applicazione della legge Scelba contro il saluto romano

La Cassazione decide per l’applicazione della legge Scelba contro il saluto romano

da ansa.it

La decisione delle Sezioni Unite della Suprema Corte in merito al saluto romano ha portato a una chiara interpretazione della legge Scelba. Tale gesto, insieme alla chiamata del ‘presente’, è stato definito come “un rituale evocativo della gestualità propria del disciolto partito fascista”, integrando così il delitto contemplato dall’articolo 5 della legge Scelba. La Corte ha sottolineato che, considerate tutte le circostanze, il gesto può costituire un concreto pericolo di riorganizzazione del disciolto partito fascista.

Riapertura del processo per la commemorazione di Ramelli a Milano nel 2016

La pronuncia delle Sezioni Unite è intervenuta a seguito di controversie e sentenze discordanti sulla questione del saluto fascista. La vicenda specifica si è verificata nell’aprile del 2016 durante una commemorazione a Milano dedicata a Sergio Ramelli, Carlo Borsani ed Enrico Pedenovi. La sentenza ha attirato l’attenzione del presidente del Senato, Ignazio La Russa, il quale ha accolto con “rispettoso riconoscimento” la decisione delle Sezioni Unite, affermando che “la sentenza si commenta da sola”.

La Cassazione decide per l’applicazione della legge Scelba contro il saluto romano – Nuovo processo di appello per gli 8 Imputati

Dopo tre ore di camera di consiglio, la Suprema Corte ha ordinato un nuovo processo di appello per gli 8 imputati, precedentemente assolti in primo grado ma successivamente condannati in secondo grado. La richiesta del pubblico ministero di confermare la condanna è stata parzialmente respinta, poiché la Corte ha dichiarato che il saluto romano non costituisce di per sé un reato. Tuttavia, la Corte non ha escluso completamente il richiamo alla legge Mancino, specificando che, in determinate condizioni, potrebbe configurarsi una violazione di quest’ultima legge.

Possibile violazione della legge Mancino

Le Sezioni Unite hanno indicato che “a determinate condizioni” potrebbe configurarsi una violazione della legge Mancino, che proibisce manifestazioni esteriori di organizzazioni che incitano alla discriminazione o violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. La sentenza ha “riqualificato” i fatti in base all’articolo del 1952, affermando che chi partecipa a pubbliche riunioni compiendo manifestazioni del disciolto partito fascista può essere punito con reclusione fino a tre anni e una multa.

Reazioni e commenti

Le difese hanno accolto favorevolmente la sentenza, affermando che il saluto romano non costituisce un reato a meno che non vi sia un tentativo di ricostituire il partito fascista o programmi di discriminazione. Casapound ha dichiarato la sentenza come una “vittoria storica”, annunciando che continueranno a eseguire il saluto romano. Al contrario, l’avvocato dell’Anpi ha sottolineato l’importanza di distinguere i saluti romani individuali da quelli di carattere generale che potrebbero essere interpretati come un tentativo di ricostituzione del partito fascista.

Conclusione: una decisione che richiede chiarezza

In attesa delle motivazioni dettagliate della sentenza, la decisione delle Sezioni Unite ha sollevato importanti questioni sulla possibile violazione della legge Scelba e della legge Mancino. La Corte di appello di Milano è ora chiamata a verificare se, dai fatti accertati, sia derivato un concreto pericolo di riorganizzazione del disciolto partito fascista. La sentenza rappresenta un punto di svolta su come il saluto romano è considerato dal punto di vista legale, richiedendo chiarezza su quali condizioni possano configurare un reato in base alle leggi Scelba e Mancino.

OMICIDIO ALEXANDRU IVAN A ROMA: TEORIA DEL DOPPIO AGGUATO

Omicidio Alexandru Ivan a Roma: teoria del doppio agguato

Omicidio Alexandru Ivan a Roma: teoria del doppio agguato

Omicidio Alexandru Ivan a Roma: teoria del doppio agguato

da corriere.it

Teoria del doppio agguato: uno sguardo approfondito alle circostanze

Nell’indagine sull’omicidio di Alexandru Ivan, il 14enne studente di Rocca Cencia, avvenuto venerdì notte nel parcheggio del capolinea della metro C a via Casilina, emergono dettagli complessi e una teoria del “doppio agguato”. I carabinieri ritengono che il grilletto fu premuto dal cugino Dino (o Dylan) Petrov, 31 anni, attualmente ricercato, mentre Corum Petrov, in carcere con l’accusa di concorso in omicidio, era a bordo dell’auto bianca da cui sono partiti i colpi fatali.

Veicoli coinvolti e la fuga dei sospettati

Secondo le testimonianze, si ipotizza che tre veicoli siano coinvolti nell’aggressione: una Ford Fiesta bianca, un’auto grigia e un’auto gialla. Tuttavia, i carabinieri sostengono che i quattro sospettati, compreso il cugino di Corum Petrov e due fratelli, erano tutti su un’unica vettura e sono ancora in fuga. La scena del crimine, il capolinea della metro C, è  il luogo in cui si sono verificati i tragici eventi.

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Gli investigatori sostengono di avere elementi concreti che indicano la presenza dei quattro sospettati nella zona del capolinea. Dall’altra parte, la difesa di Corum Petrov, assistito dagli avvocati Luca Guerra e Fabio Frattini, ritiene la situazione più confusa, basandosi sulle testimonianze della madre di Tiberiu Maciuca e di Gregorio, zio del ragazzo di 14 anni assassinato. Queste testimonianze indicano non una, ma ben tre auto coinvolte nella scena del crimine, da cui partirono i colpi di pistola calibro 22 in due occasioni, causando la morte di Alexandru Ivan.

L’uomo con la maglia grigia e una possibile seconda vendetta

La ricostruzione degli avvenimenti ruota attorno a un rumeno, già identificato e interrogato dagli investigatori, che è stato picchiato da Tiberiu alle 24.10 di venerdì nel bar “Esse Café” di via Casilina. L’aggressore sarebbe il cugino Dino Petrov, ma la difesa afferma che Corum Petrov avrebbe difeso l’uomo durante un successivo pestaggio del patrigno di Alex. Da quel momento, Tiberiu avrebbe chiesto a Corum di incontrare il cugino picchiatore per risolvere la questione, ma la madre di Corum avrebbe cercato di dissuaderlo considerando le propensioni aggressive di entrambi.

Versioni contraddittorie e interrogativi sulla scena del crimine

La difesa propone l’ipotesi che l’uomo con la maglia grigia, già colpito nel bar, avesse organizzato una spedizione punitiva precedente all’incontro programmato tra Dino e Tiberiu. Tale spedizione avrebbe coinvolto almeno sei persone su tre auto diverse. Tuttavia, i carabinieri non credono a questa versione, e l’unico fatto certo è che Alexandru Ivan è tragicamente ucciso nella confusione di questa notte violenta. La complessità degli eventi continua a sollevare interrogativi e il dramma si svela attraverso intricati dettagli emersi dalle testimonianze e dalle indagini.

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