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“Elite 4” scheda e recensione della serie tv Netflix

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“Elite 4” scheda e recensione della serie tv Netflix

“Elite 4” scheda e recensione della serie tv Netflix

Disponibile su: Netflix

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Genere: Drammatico
Anno: 2021
Ideatore: Carlos Montero, Darío Madrona
Cast: Itzan Escamilla, Miguel Bernardeau, Arón Piper, Mina El Hammani, Omar Ayuso, Claudia Salas, Georgina Amorós, Carla Díaz, Martina Cariddi
Paese: Spagna
Durata: 50 minuti (per episodio)
Produzione: Zeta Ficción
Voto (media ponderata): ♥♥1/2 (su 5)

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La trama

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Scritta da Carlos Montero (Fisica o chimica) e Darío Madrona, Elite è un racconto di crescita personale, relazioni, lotte tra classi sociali diverse, amore e un caso da risolvere. La serie, un teen drama dai toni crime e le sfumature thriller, trova il suo fulcro ne Las Encinas. E’ la scuola più privilegiata della Spagna, nella quale studiano esclusivamente i figli delle famiglie più agiate, l’élite appunto.

Questo equilibrio si incrina quando, a seguito di un terremoto che ha distrutto la loro scuola, tre ragazzi della classe operaia sono assegnati a Las Encinas. Il loro arrivo nell’esclusivo liceo fa scattare una lotta di classe. Che unita ai divari sociali e ai classici problemi adolescenziali, sfocia in un omicidio. La serie targata Netflix vede tra le file del suo cast le star de La casa di carta María Pedraza, Miguel Herrán e Jaime Lorente. I quali accanto ad altri giovani volti dello schermo.

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La recensione di Cinematographe.it

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La nuova stagione di Élite è un diesel. Fatica a smaltire eredità e inserimento dei nuovi personaggi, ma, una volta fatto, inizia a parlare di privacy, molestie e della violenza legata al potere, sia per chi lo esercita che per chi lo subisce, proponendo una sua versione credibile su argomenti sensibili e molto fluidi. Una ripartenza frenata dalle aspettative intorno al nome, ma che, piano piano, emerge. Dopotutto siamo solo all’inizio: la stagione 5 è già confermata.

Recensione di Jacopo Fioretti. Voto: 2.7 (su 5)Leggi la recensione completa

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“Elite 4” scheda e recensione della serie tv Netflix – La recensione di MoviePlayer.it

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La stagione 4 abbandona i toni più cupi della stagione 3, e punta forte sul sesso e sullo scandalo. Ma risulta anche meno appassionante per quel che riguarda la trama gialla. Ma è una serie che, come al solito, si lascia vedere, un classico guilty pleasure.

Recensione di Maurizio Ermisino. Voto: 2.5 (su 5)Leggi la recensione completa

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La recensione di IGNItalia

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Nella quarta stagione di Elite non mancano i colpi di scena. E nemmeno l’attenzione al dettaglio, che possiamo intravedere già dai primi episodi della serie Netflix grazie al filo che lega ogni personaggio. Certo, l’originalità non è sempre presente. Ma alcune dinamiche tra i protagonisti e determinati dialoghi mettono in luce la potenza creativa della serie spagnola.

Recensione di Roberta Greco. Voto: 3.8 (su 5)Leggi la recensione completa

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“SEX/LIFE” SCHEDA E RECENSIONE DELLA SERIE TV NETFLIX

“Sex/Life” scheda e recensione della serie tv Netflix

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“Sex/Life” scheda e recensione della serie tv Netflix

“Sex/Life” scheda e recensione della serie tv Netflix

Disponibile su: Netflix

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Genere: Drammatico
Anno: 2021
Ideatore: Stacy Rukeyser
Cast: Sarah Shahi, Mike Vogel, Adam Demos, Margaret Odette
Paese: USA
Durata: 43 minuti (per episodio)
Produzione: Demilo Productions
Voto (media ponderata): ♥♥ (su 5)

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La trama

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Sex/Life è una serie tv di Netflix creata dalla sceneggiatrice di UnREAL Stacy Rukeyser basandosi sul romanzo di BB Easton 44 Chapters About 4 Men. In Italia pubblicato con il titolo Sex Diary. Il dramedy, la storia di un triangolo amoroso tra una donna, suo marito e il passato di lei, si concentra su Billie Connelly (interpretata dalla star di Person of Interest Sarah Shahi). Una moglie e madre casalinga di periferia la quale, prima di sposare l’affettuoso e affidabile Cooper (Mike Vogel, The Brave) e di trasferirsi nel Connecticut, era una ragazza ribelle e libertina.

Che viveva a New York City con la sua migliore amica Sasha (Margaret Odette), lavorando sodo e divertendosi ancora di più. Esausta di prendersi cura dei suoi due figli piccoli e provando nostalgia per il suo passato, Billie inizia a scrivere un diario delle sue avventure con Brad (Adam Demos, UnREAL). E’ il suo sexy fidanzato dell’epoca, una delusione amorosa che non ha mai superato. Ma più Billie ripercorre il passato, più si chiede come abbia fatto a finire nella situazione in cui si trova oggi. Il tutto si complica quando il marito trova le sue confessioni.

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La recensione di Cinematographe.it

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Non ci sono guizzi narrativi, tutto è talmente o bianco e nero da risultare noioso, tanto da infastidire e la narrazione è un alternarsi di ricordi eccitanti e realtà familiari. Il gioco diventa quasi monotono perché si comprende che se c’è sex non c’è life e viceversa. E perché Billie compie sempre gli stessi errori, compie sempre gli stessi percorsi e si ritrova poi nello stesso punto.

Al centro di tutto c’è Billie che è quell’amica che tutti abbiamo, quella che si butta nelle cose senza riflettere. Che torna con quel fidanzato tossico ancora e ancora, che butta ogni cosa all’aria quando ha tutto perché alla ricerca di qualcosa d’altro. Sex/life porta in scena un pensiero trito e ritrito e anche vecchio. Sex/Life non conquista, anzi fa storcere il naso narrando una storia che è fuori dal tempo.

Recensione di Eleonora Degrassi. Voto: 2.1 (su 5)Leggi la recensione completa

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“Sex/Life” scheda e recensione della serie tv Netflix – La recensione di MoviePlayer.it

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Raramente ci siamo trovati così in difficoltà nel portare a termine la visione di una serie. Sex/Life, pur partendo da una premessa che potrebbe anche essere interessante, non riesce mai a creare una vera connessione con i suoi spettatori. Trascinandoli in una visione completamente priva di guizzi narrativi, in cui la trama si riduce spesso a riempitivo tra una scena di sesso e l’altra.

Sopratutto facciamo fatica ad empatizzare con la protagonista, ma anche a capirla, cosa che in una serie di questo tipo dovrebbe essere fondamentale. E dobbiamo ammettere che ci siamo ritrovati ad alzare gli occhi al cielo all’ennesima scena in cui si fa trasportare dai ricordi dei momenti passionali vissuti con il suo ex, in presenza del marito, delle amiche, addirittura dei figli.

Lei, ma anche tutte le altre donne che incontriamo in Sex/Life, sono stereotipate. E – anche quando vengono presentate come acculturate, emancipate e libere nella loro avventurosa sessualità – assolutamente monodimensionali. Asservite al desiderio che uomini (altrettanto monodimensionali) riescono a scatenare dentro di loro. Si poteva fare decisamente di meglio tanto per caratterizzazione dei personaggi – e il cast ci prova a dare un po’ più di spessore al materiale con cui deve lavorare – che per sviluppo della trama. Il risultato, purtroppo, fa però acqua da tutte le parti.

Recensione di Carlotta Deiana. Voto: 1.5 (su 5)Leggi la recensione completa

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La recensione di Madforseries.it

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Per quanto riguarda la questione del nudo, sollevata da numerosi critici, Sex/Life è ripreso sotto forma di diario quotidiano, ergo… Da qui le docce, da qui il seno in mostra per pompare il latte, da qui i ricordi in HD. Nelle parti più sensibili e cruciali riguardanti l’atto sessuale, gli attori sono stati aiutati sul set da Casey Hudecki, coordinatrice dell’intimità. Una figura professionale nata dopo il #MeToo.

È vero, gli attori sono tutti troppo belli, ma è pur vero che dovranno lavorare anche loro, e qui lo hanno fatto davvero molto bene. Un bel nove e mezzo alla costumista Avery Plewes, la quale perde mezzo punto per aver fatto indossare a Sarah Shahi delle ballerine. E un applauso ai direttori della fotografia David A. Makin e Michael McMurray che hanno reso perfettamente leggibili i distacchi tra sogno e realtà. Inoltre, la colorista Joanne Rourke ha rifinito in modo impeccabili le pellicole di ogni episodio. E la scelta delle colonne sonore, sensuali e rilassanti, è assolutamente in linea con le scelte di regia, fotografia e di ambientazione.

Recensione di Roberta Greco. Voto: 3.8 (su 5)Leggi la recensione completa

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https://www.youtube.com/watch?v=X-lkQ3WedqQ

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“NON HO MAI 2” SCHEDA E RECENSIONE DELLA SERIE TV NETFLIX

“Non ho mai 2” scheda e recensione della serie tv Netflix

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“Non ho mai 2” scheda e recensione della serie tv Netflix

“Non ho mai 2” scheda e recensione della serie tv Netflix

Disponibile su: Netflix

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Genere: Commedia
Anno: 2021
Ideatore: Mindy Kaling, Lang Fisher
Cast: Maitreyi Ramakrishnan, Poorna Jagannathan, Richa Moorjani, Jaren Lewison, Darren Barnet, John McEnroe, Lee Rodriguez, Ramona Young
Paese: USA
Durata: 30 minuti (per episodio)
Produzione: Universal Television
Voto (media ponderata): ♥♥♥ 1/2 (su 5)

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La trama

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La comedy Non ho mai…, co-ideata per Netflix da Mindy Kaling (The Mindy Project, The Office), racconta una storia di formazione incentrata su Devi Vishwakumar (l’esordiente Maitreyi Ramakrishnan). Una quindicenne di Sherman Oaks, in California, la quale, dopo un primo anno di liceo da dimenticare, spera di dare uno scossone al suo status sociale. Tutto però sembra andarle contro.

Segnata dalla perdita del padre e reduce da un grave infortunio, Devi inizia il nuovo anno scolastico consapevole di dover affrontare non solo il suo dolore e il fatto di essere indiana. Ma anche una madre, Nalini (Poorna Jagannathan, Big Little Lies), che non la capisce. Una cugina, Kamala (Richa Moorjani), molto più bella di lei. Due migliori amiche, Eleanor (Ramona Young, DC’s Legends of Tomorrow) e Fabiola (Lee Rodriguez), imbranate tanto quanto lei.

E, come se tutto questo non bastasse, persino una nemesi, Ben (Jaren Lewison). Ma Devi è determinata: vuole diventare più popolare e, soprattutto, perdere la verginità. E sogna di farlo con Paxton (Darren Barnet), il ragazzo più affascinante di tutta la scuola. Come spesso accade, tra il volere e il riuscire a fare c’è però un mare di inettitudine, disperazione, difficoltà e… risate.

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La recensione di MoviePlayer.it

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Celebriamo ancora una volta il ricco intrattenimento e il ritmo con cui le nuove avventure della giovane nerd indiana Devi vengono declinate. Partendo da un insolito e improbabile triangolo amoroso per arrivare alla crisi per trovare la migliore versione di sé. Non ho Mai…2 non si lascia sfuggire occasione per divertire ed allo stesso tempo empatizzare con lo spettatore. Maitreyi Ramakrishnan si riconferma eroina sempre più imperfetta ma irrinunciabile per quelle che speriamo siano le molte altre stagioni a venire.

Recensione di Chiara Nicoletti. Voto: 4 (su 5)Leggi la recensione completa

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“Non ho mai 2” scheda e recensione della serie tv Netflix – La recensione di Serial.EveryEye.it

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La seconda stagione di Non Ho Mai… si dimostra una valida erede della precedente. Seppur colpevole, in alcune istanze, di calcare troppo la mano sullo stile e gli elementi che la contraddistinguono. Con un numero inferiore di episodi avrebbe forse potuto brillare ancora di più. Ma anche così facendo porta a termine la missione che ogni nuova stagione di uno show si prefigge. Tenere alta l’attenzione dello spettatore e fargli desiderare un altro appuntamento.

Recensione di Laura Silvestri. Voto: 7.5 (su 10)Leggi la recensione completa

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La recensione di Cinematographe.it

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Questa seconda stagione fa un buon lavoro ma in parte delude. Perché da una serie come questa lo spettatore si sarebbe aspettato un lavoro ancora più interessante del precedente. Il finale di stagione fa intendere che potrebbe esserci una terza stagione. In cui Devi sarà costretta ancora a riflettere sui poli opposti del suo desiderio. Da una parte Ben, dall’altra Paxton. Se sotto molti punti di vista Non ho mai… 2 è ancora interessante e riuscita, sotto altri chiede a gran voce una rivoluzione narrativa e qualche altro volo pindarico. Speriamo nella terza stagione.

Recensione di Eleonora Degrassi. Voto: 3.2 (su 5)Leggi la recensione completa

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https://www.youtube.com/watch?v=qc2Kgm6qp8g

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“LOKI” SCHEDA E RECENSIONE DELLA SERIE TV DISNEY PLUS

“Atypical 4” scheda e recensione della serie tv Netflix

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“Atypical 4” scheda e recensione della serie tv Netflix

“Atypical 4” scheda e recensione della serie tv Netflix

Disponibile su: Netflix

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Genere: Commedia drammatica
Anno: 2021
Regia: Seth Gordon
Cast: Jennifer Jason Leigh, Keir Gilchrist, Brigette Lundy-Paine, Amy Okuda, Michael Rapaport
Paese: USA
Durata: 26-38 minuti (per episodio)
Produzione: Sony Pictures Television
Voto (media ponderata): ♥♥♥1/2 (su 5)

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La trama

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Atypical è una serie tv statunitense ideata da Robia Rashid per Netflix. Il dramedy segue le vicende di Sam Gardner (Keir Gilchrist, United States of Tara), un adolescente alla soglia dei diciotto anni affetto dalla sindrome dello spettro autistico, appassionato dell’Antartide e degli animali che lo popolano, che cerca disperatamente di togliersi l’etichetta che la società e le persone che lo circondano gli hanno affibbiato, quella di “anormale”.

Sam, a suo modo, cerca di avvicinarsi alle esperienze comuni per i ragazzi della sua età, quali l’amicizia, l’amore, il sesso e la ricerca di indipendenza mentre la serie indaga il concetto di normalità, mostrando, con ironia e semplicità, quanto sia sopravvalutata.
Ad aiutare Sam, sostenendolo nel suo percorso di crescita, ci sono la sua terapeuta Julia Sasaki (Amy Okuda, Le regole del delitto perfetto), una ragazza di 27 anni che ha scelto di intraprendere questa carriera a causa del fratello anch’esso affetto da sindrome autistica, e la sua famiglia.

Famiglia composta dalla madre Elsa (Jennifer Jason Leigh, Weeds), dal padre Doug (Michael Rapaport, Prison Break) e dalla sorella Casey (Brigette Lundy-Paine, Irrational Man). Il padre di Sam, nonostante sia un paramedico, non riesce ad avvicinarsi al figlio e ad affrontare il suo problema, rimanendo bloccato nel timore di sbagliare e sentendosi al contempo frustrato, inutile e colpevole per aver privilegiato il rapporto con la figlia Casey cresciuta come un maschiaccio per sopperire alle mancanze del fratello.

Casey è una sorella diligente e premurosa che nasconde però tutta la pesantezza della precoce responsabilità che le è stata data, ossia quella di vegliare costantemente sul fratello, cosa che le impedisce di esprimersi liberamente e realizzare i suoi sogni, nonostante nutra per il fratello un affetto profondo e sincero. Elsa è invece una madre iper-protettiva, costantemente ossessionata dal controllo del figlio e preoccupata di non riuscire ad aiutarlo.

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La recensione di MoviePlayer.it

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La chiusura del cerchio per Sam e compagni è in realtà l’inizio di un nuovo capitolo delle loro vite, e questo dà non solo grande speranza agli spettatori ma anche ampio respiro alla narrazione, non facendo sentire mai una sorta di conto alla rovescia da ultima stagione. Proprio come la vita, soprattutto quella contemporanea, non c’è nulla di tipico nella quotidianità, e questa serie lo celebra nel modo più sincero, onesto, delicato, totalizzante possibile.

Recensione di Federico Vascotto. Voto: 4 (su 5)Leggi la recensione completa

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“Atypical 4” scheda e recensione della serie tv Netflix – La recensione di LegaNerd.com

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Una sorpresa è il personaggio di Sid di Tal Anderson, che dà davvero il meglio di sé. Ogni episodio chiede ai suoi personaggi di imparare qualcosa su se stessi e sul mondo, cosa che inevitabilmente fanno, e la risoluzione è invariabilmente costruttiva. In quasi tutte le altre serie, troverei questo trucco narrativo insopportabile, ma in questa è piacevole e dolce, ma mai sdolcinato. La mancanza di cinismo della serie è rara e adorabile.

Come abbiamo appena menzionato però, non tutte le trame raggiungono note alte (perché Paige la avete ridotta a un misero stereotipo?), e c’è la netta sensazione, con il progredire della stagione, che Atypical stia per finire. La serie aveva davvero fatto il suo corso e detto ciò che doveva dire? La serie nella sua totalità è davvero inaspettata, e celebra la differenza, l’adattabilità e un approccio alla vita a cuore aperto sempre più rari da vedere. Nel mondo a volte stagnante delle sitcom di mezz’ora, è di per sé una boccata d’aria fresca.

Recensione di Laura Della Corte. Voto: 3.5 (su 5)Leggi la recensione completa

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https://www.youtube.com/watch?v=QWhwfmHeGBA

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“ANNETTE” SCHEDA E RECENSIONI DEL FILM

“Virgin River 3” scheda e recensione della serie tv Netflix

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“Virgin River 3” scheda e recensione della serie tv Netflix

“Virgin River 3” scheda e recensione della serie tv Netflix

Disponibile su: Netflix

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Genere: Drammatico, sentimentale
Anno: 2021
Ideatore: Sue Tenney
Cast: Alexandra Breckenridge, Martin Henderson, Tim Matheson, Annette O’Toole, Jenny Cooper, Lauren Hammersley, Colin Lawrence
Paese: USA
Durata: 41-48 minuti (per episodio)
Produzione: Netflix
Voto (media ponderata): ♥♥♥ (su 5)

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La trama

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Virgin River è un drama romantico scritto per Netflix da Sue Tenney (Settimo Cielo) basandosi sull’omonima serie di romanzi Virgin River di Robyn Carr. Alexandra Breckenridge (This Is Us) veste i panni di Melinda, un’infermiera che, per fuggire da un passato doloroso, decide di vendere casa e accettare un’offerta di lavoro in una cittadina sperduta nel verde, chiamata appunto Virgin River.

Una scelta molto coraggiosa, di cui inizia a dubitare quando, invece della splendida baita che pensava di aver affittato, si trova davanti una baracca malconcia, e il medico per cui dovrebbe lavorare, lo scontroso Vernon Mullins (Tim Matheson, West Wing), non la vuole nel suo studio. Ma, pur di non tornare al suo senso di colpa e al dramma che ha vissuto, Mel accetta tutto. Per fortuna, però, qualcosa di positivo sembra esserci a Virgin River.

Jack (Martin Henderson, Grey’s Anatomy), il barista della città ed ex comandante dei Marine, è un uomo molto affascinante che sembra piuttosto interessato a conoscerla meglio. Con il suo aiuto, a poco a poco, Mel riesce a crearsi un proprio spazio, a ricostruirsi una vita e soprattutto a far pace con se stessa.

Il resto del cast include Annette O’Toole (The Punisher) nei panni dell’esuberante sindaca Hope McCrea; David Cubbit (Medium) di Calvin, un ribelle che coltiva marijuana; Colin Lawrence (Riverdale) di John, il migliore amico di Jack; Daniel Gillies (The Vampire Diaries) di Mark, un medico di Los Angeles nonché primo amore della protagonista; e Jenny Cooper di Joey Barnes, la sorella e migliore amica di Mel.

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La recensione di MoviePlayer.it

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Pur passando del tempo piacevole in compagnia dei protagonisti della serie, diventati ormai come dei vecchi amici con cui intrattenerci e rilassarci, questi 10 episodi si prendono fin troppo tempo per sviluppare le storie dei personaggi. A causa di questo suo stato riflessivo e questa sua mancanza di autonomia narrativa, la stagione 3 può classificarsi più come un ponte per prepararci alla stagione 4, non riuscendo a dare giustizia al cliffhanger con cui era stata annunciata.

La chimica tra i protagonisti principali Mel e Jack rimane intatta e contribuisce a rendere comunque la stagione 3 degna di essere vista e in più c’è attenzione alla coralità, alla comunità di Virgin River e i suoi familiari personaggi. Neanche la new entry Brie ,sorella di Jack, con le sue avventure, riesce del tutto a rianimare le cose ma il cliffhanger a chiusura dell’ultimo episodio lascia la speranza che questa stagione riflessiva, sia solo propedeutica a farci amare la successiva.

Recensione di Chiara Nicoletti. Voto: 3 (su 5)Leggi la recensione completa

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“ANNETTE” SCHEDA E RECENSIONI DEL FILM

“Generazione 56k” scheda e recensioni della serie Netflix

“Generazione 56k” scheda e recensioni della serie Netflix

“Generazione 56k” scheda e recensioni della serie Netflix

Disponibile su Netflix 

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Genere: Commedia, drammatico
Anno: 2021
Regia: Francesco Ebbasta
Cast: Angelo Spagnoletti, Cristina Cappelli, Alfredo Cerrone, Azzurra Iacone, Gianluca Fru, Gennaro Filippone, Fabio Balsamo, Egidio Mercurio, Claudia Tranchese, Sveva Sansone, Sebastiano Kiniger, Biagio Forestieri
Paese: Italia
Durata: 26-33 min. per episodio
Produzione: Cattleya
Voto (media ponderata): ♥♥♥ 1/2 (su 5)

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La trama

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Generazione 56K è una serie tv italiana creata per Netflix da Francesco Ebbasta e realizzata in collaborazione con il celebre gruppo comico The Jackal. La comedy è una storia di amori fuori tempo e amicizie inossidabili. Vissuti tra il desiderio di diventare adulti e il coraggio di inseguire i propri sogni. Le vicende si concentrano su Daniel e Matilda, che si conoscono da giovanissimi e si innamorano da adulti. E che, insieme agli amici di sempre Luca e Sandro, sono il simbolo della Generazione del Modem 56K.

Ambientata tra Napoli e Procida, la storia vede Daniel e Matilda (interpretati da Angelo Spagnoletti e Cristina Cappelli) vivere una relazione destinata a rivoluzionare il loro mondo. E che li constringerà a fare i conti con il passato e con quella parte più pura e vera di se stessi che, in modi opposti, hanno dimenticato. Con loro, gli amici di una vita di Daniel, Luca e Sandro (Gianluca Fru e Fabio Balsamo dei The Jackal).

I quali completano questo ritratto – ricco di contraddizioni – della generazione dei Millennial, travolta alle soglie dell’adolescenza negli anni ’90 dall’arrivo di Internet. E che oggi vede nella tecnologia un elemento indispensabile, perché offre velocità, connessioni e infinite possibilità. Ma orientarsi in questa varietà di opzioni non è sempre facile.

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La recensione di Cinematographe.it

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“Già dopo i primi due episodi, il pubblico capisce bene come finirà la storia. Forse qualche colpo di scena in più sarebbe servito per rendere più accattivante la visione della serie. Soprattutto negli episodi centrali che risultano meno scorrevoli rispetto alla fase iniziale e a quella finale della storia”.

“In ogni caso, il punto di forza è nella leggerezza di cui si ha sempre più bisogno. E che si sposa perfettamente con il periodo dell’anno in cui Netflix ha scelto di aggiungere la serie nel suo catalogo. Una dimostrazione di crescita rispetto ad Addio fottuti musi verdi che fa ben sperare per le opere future di Francesco Ebbasta e dei The Jackal. A cominciare da una eventuale nuova stagione di Generazione 56K, in cui si potrà alzare ulteriormente l’asticella”. Recensione di Patrizia Monaco. Voto: 3.3 (su 5)Leggi la recensione completa

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“Generazione 56k” scheda e recensioni della serie Netflix – La recensione di MoviePlayer.it

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“Piacevolmente soddisfatti dalla visione della serie Netflix in collaborazione con i The Jackal. Per un prodotto confezionato con cura e freschezza che sa raccontare una storia d’amore alternando due piani narrativi. Due diversi punti di vista e due momenti diversi di quel rapporto interpersonale che i due protagonisti Angelo Spagnoletti e Cristina Cappelli riescono a mettere in scena con credibilità. Prezioso lo spazio ritagliato per i due comprimari di casa The Jackal, Gianluca Fru e Fabio Balsamo, che assicurano sorrisi e leggerezza. Confermando quei tempi comici che i loro video su web avevano abbondantemente evidenziato”. Recensione di Antonio Cuomo. Voto: 4 (su 5)Leggi la recensione completa

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La recensione di ComingSoon.it

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“Non emozionarsi guardando Generazione 56K è praticamente impossibile. Chi ha vissuto internet come un bene di lusso e fuggiva a gambe levate quando arrivavano le bollette. Chi tornava a casa e faceva partire un trillo su MSN. E chi oggi ha paura di diventare grande (anche se grande lo è già) troverà questa serie irresistibile. Un viaggio nella memoria a cui si perdonano anche qualche ingenuità nella sceneggiatura e un finale, per certi versi, prevedibile”.

“Se c’è un messaggio, importante, che gli autori vogliono far passare è questo. a un certo punto della vita bisogna avere il coraggio di chiederci cosa ci rende davvero felici. Anche rompendo quel bottiglione dei ricordi – e guardando la serie capirete questa metafora – che ci tiene legati al passato. E a quella parte di noi più pura che abbiamo dimenticato”. Recensione di Carolina Mautone. Voto: 4 (su 5)Leggi la recensione completa

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“Generazione 56k” scheda e recensioni della serie Netflix – La recensione di DiTuttoUnPop.it

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“Una serie molto malinconica, a tratti convincente, a tratti eccessivamente posticcia. Ammetto di averla apprezzata: è nelle mie corde, tocca i tasti giusti. Ed è riuscita in più di un’occasione a strapparmi un sorriso o un secondo di occhi lucidi. I primi cinque episodi li ho trovati convincenti e ben realizzati, gli ultimi tre un po’ meno, arrivando a un finale – ahimè – troppo banale e prevedibile. Generazione 56K guarda oltreoceano, prova a emulare alcune serie americane, e in fin dei conti, per molti aspetti ci riesce. E l’obiettivo, ovvero conquistare i più romantici e nostalgici, alla fine se lo porta a casa”.

“Complici location, citazioni e colonna sonora, la generazione cresciuta col suono del modem della connessione citata nel titolo, c’è tutta in questa serie. Nei pregi e nei difetti, nelle idiosincrasie e nelle abitudini. Gli interrogativi portati a galla – “come sarebbero oggi le relazioni se non ci fosse Internet?”, “Cosa sarebbe successo se…?” – hanno il loro perché. Mi aspettavo qualcosa in più da Fru e Fabio dei The Jackal ed ero convinta di ridere più spesso. Così non è stato, ma la seconda stagione (che quasi sicuramente ci sarà) la guarderò volentieri”. Recensione di Redazione. Voto: 3.1 (su 5)Leggi la recensione completa

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“NOMADLAND” LA RECENSIONE DEL FILM

“La vita davanti a sé” scheda recensione trailer e link per lo streaming del film Netflix

“La vita davanti a sé” scheda recensione trailer e link per lo streaming del film Netflix

“La vita davanti a sé” scheda recensione trailer e link per lo streaming del film Netflix

Disponibile su Netflix

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Genere: Drammatico
Anno: 2020
Regia: Edoardo Ponti
Attori: Sophia Loren, Ibrahima Gueye, Renato Carpentieri, Massimiliano Rossi, Abril Zamora, Babak Karimi
Paese: Italia
Durata: 94 minuti
Produzione: Palomar
Voto: 9.1 (su 10)

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La trama

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Madame Rosa (Loren) è una superstite dell’Olocausto che si prende cura di bambini in difficoltà. Accoglie in casa sua a Bari il dodicenne Momo, un ragazzino di strada che l’ha derubata. Questi due spiriti solitari impareranno a proteggersi l’un l’altro, diventando un’insolita famiglia. Comunque, Madame Rosa (Loren) è una superstite dell’Olocausto che si prende cura di bambini in difficoltà. Accoglie in casa sua a Bari il dodicenne Momo, un ragazzino di strada che l’ha derubata. Questi due spiriti solitari impareranno a proteggersi l’un l’altro, diventando un’insolita famiglia.

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Madame Rosa (Loren) è una superstite dell’Olocausto che si prende cura di bambini in difficoltà. Accoglie in casa sua a Bari il dodicenne Momo, un ragazzino di strada che l’ha derubata. Questi due spiriti solitari impareranno a proteggersi l’un l’altro, diventando un’insolita famiglia. Comunque, Madame Rosa (Loren) è una superstite dell’Olocausto che si prende cura di bambini in difficoltà. Accoglie in casa sua a Bari il dodicenne Momo, un ragazzino di strada che l’ha derubata. Questi due spiriti solitari impareranno a proteggersi l’un l’altro, diventando un’insolita famiglia.

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Link per lo streaming legale e trailer

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Per vedere “La vita davanti a sé” in streaming legale basta cliccare sul link in maiuscolo subito dopo il trailer della serie.

A cura di Francesco G. Balzano

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“LA VITA DAVANTI A SE'” LINK LEGALE PER GUARDARE IL VIDEO DEL FILM NETFLIX

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“LA REGINA DEGLI SCACCHI” SCHEDA RECENSIONE TRAILER E LINK PER LO STREAMING DELLA SERIE NETFLIX

“La regina degli scacchi” scheda recensione trailer e link per lo streaming della serie Netflix

“La regina degli scacchi” scheda recensione trailer e link per lo streaming della serie Netflix

“La regina degli scacchi” scheda recensione trailer e link per lo streaming della serie Netflix

Disponibile su Netflix

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Genere: Miniserie TV
Ideatore: Scott Frank, Allan Scott
Attori: Anya Taylor-Joy, Bill Camp, Moses Ingram, Christiane Seidel, Rebecca Root, Chloe Pirrie, Akemnji Ndifornyen, Marielle Heller, Harry Melling
Anno: 2020
Paese: USA
Produzione: Flitcraft Ltd, Wonderful Films
Durata: 46-67 min (puntata)
Stato: Conclusa (7 puntate)
Voto: 9.8 (su 10)

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La trama

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La regina degli scacchi è una miniserie di Netflix creata dal nominato all’Oscar Scott Frank (Godless) con Allan Scott basandosi su un romanzo di Walter Tevis. Il drama, una storia di formazione che esplora il prezzo della genialità, racconta la storia di Beth Harmon (Anya Taylor-Joy, Peaky Blinders). E’ una giovane donna che, crescendo in un orfanotrofio del Kentucky verso la fine degli anni ’50, ha scoperto di avere un talento incredibile per il gioco degli scacchi. Sviluppando però al contempo un problema di dipendenza dai tranquillanti che lo Stato somministrava ai bambini come sedativi.

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Tormentata dai propri demoni e sospinta da una miscela di narcotici e ossessioni, Beth si trasforma in una figura eccentrica, estremamente abile e glamour. Decisa a superare i confini tradizionali del mondo competitivo e prettamente maschile delle gare di scacchi, fino a conquistarlo. Nella miniserie recitano anche Marielle Heller nei panni di Alma Wheatley, una casalinga sola che adotta Beth. Thomas Brodie-Sangster è Benny (Il Trono di Spade), un arrogante bambino prodigio degli scacchi che diventa presto il rivale numero uno di Beth. Bill Camp (The Outsider) è il Sig. Shaibel, colui che insegna a Beth come giocare. Nel cast sono presenti anche Harry Melling e Moses Ingram.

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Link per lo streaming legale e trailer

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Per vedere “La regina degli scacchi” in streaming legale basta cliccare sul link in maiuscolo subito dopo il trailer della serie.

A cura di Francesco G. Balzano

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https://www.youtube.com/watch?v=Ya1MgSu8Pxc

 

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“LA REGINA DEGLI SCACCHI” LINK LEGALE PER GUARDARE IL VIDEO DELLA SERIE TV NETFLIX

“ROCKETMAN” RECENSIONE FILM

“Sto pensando di finirla qui” recensione film

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“Sto pensando di finirla qui” recensione film

“Sto pensando di finirla qui” recensione film

Disponibile su Netflix

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Regia: Charlie Kaufman
Cast: Toni Collette, Jesse Plemons, Jessie Buckley, David Thewlis, Jason Ralph, Colby Minifie, Abby Quinn, Guy Boyd
Genere: Drammatico, grottesco
Durata: 134 minuti
Voto: ♥♥♥ 1/2 (su 5)

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La trama

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Una giovane donna si mette in viaggio insieme al suo nuovo fidanzato Jake per per conoscere la famiglia del ragazzo. Nonostante il grande passo, i due non stanno insieme da molto e la ragazza è incerta sul loro rapporto. Nonostante il grande passo, i due non stanno insieme da molto e la ragazza è incerta sul loro rapporto. Quando arrivano nell’isolata fattoria di famiglia, una bufera costringe i due fidanzatini bloccati in casa insieme ai genitori di lui, che non si rivelano essere come lei si aspettava…

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Il nostro giudizio

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Ormai da decenni, Charlie Kaufman, uno degli artisti più ispirati che bazzicano Hollywood, mette in scena dei viaggi esistenziali profondi e spiazzanti. Inutile parlare di sceneggiatura con lui, perché più che raccontare lascia scorrere liberamente dei flussi di coscienza. Questi, piano piano, prendono il largo dopo aver rotto ogni fragile argine costruito dallo script, per addentrarsi, senza alcun freno, in ogni meandro dell’animo umano. Così, lo spettatore si ritrova perso in un labirinto di specchi, dove ad ogni anfratto si nascondono ansie esistenziali ed idee poco rassicuranti di inevitabili fallimenti. Probabilmente, l’intelligenza è la più grande nemica di Kaufman, perché le troppe domande che pone a sé stesso e agli altri lo hanno condannato ad un’infelicità di fondo, pronta ad emergere in ogni tappa della sua geniale filmografia.

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Stavolta, Kaufman è angosciato soltanto (si fa per dire) da una domanda: esiste vita al di fuori della nostra mente? Una risposta, il regista la fa dare al suo protagonista, Jake: “È bene ricordare a se stessi che il mondo è più grande di ciò che abbiamo in testa”. Tutto risolto, dunque? Ma nemmeno per sogno, perché questa frase è solo l’inizio di un viaggio nel quale il regista ci conduce nei meandri più cupi e inspiegabili dell’essere umano. “Sto pensando di finirla qui” è il suo film più disorientato e disorientante, dove è difficile prendere punti di riferimento ed usarli per comprenderne a fondo il significato.

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“Sto pensando di finirla qui” recensione film

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Già, perché un vero e proprio senso la pellicola non lo ha. Vuole essere, in sostanza, un road movie nei posti più gelidi della mente umana. “Sto pensando di finirla qui” comincia come un banalissimo film romantico, in cui una coppia fresca di formazione si mette in viaggio per far conoscere lei ai genitori di lui. Ma Kaufman utilizza i personaggi nati dalla penna Iain Reid e li conduce nel suo mondo nevrotico e li mette in fuga dalla realtà per trasportarli nella metafisica, in un mondo (simboleggiato da una fattoria) dove le loro esistenze saranno scomposte e ricomposte.

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Così, quando i due piccioncini troveranno, apparentemente, riparo dalla bufera in casa dei genitori di lui, nulla sarà come prima. Toni Collette e David Thewlis sono una madre ed un padre grotteschi, capaci di trasmettere un insopportabile senso di disagio agli spettatori in chiave tragicomica. Il regista si diverte nel ridere cinicamente di questo imbarazzo e, allo stesso tempo, confonde le carte e spariglia il banco mettendo in discussione tutto. Lo spettatore, in quelle quattro mura, perde completamente la bussola e si ritrova perso in un gioco dove non ci sono regole a cui appigliarsi. Il segreto è perdersi e lasciarsi trasportare, di nuovo, fuori, nel gelo che circonda i due protagonisti.

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“Sto pensando di finirla qui” chiede un grosso, enorme, quasi impraticabile sforzo a chi guarda: non porsi domande e, piuttosto, ascoltare e vedere per il solo piacere di farlo. Del resto, Kaufman, nei suoi film, non si è mai preso la briga di voler spiegare qualcosa. Semmai, preferisce elargire visite guidate nella sua mente. Una mente bellissima e complicata, capace persino di commuovere qualche visitatore piuttosto sensibile. Ma è una mente in cui nessuno, a pensarci bene, vorrebbe abitare.

Francesco G. Balzano

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“LA MIA VITA DA ZUCCHINA” RECENSIONE FILM

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