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Calciomercato Napoli De Laurentiis svela: “Osimhen via a giugno Mourinho non verrà e Marotta nega che Zielinski andrà all’Inter”

Calciomercato Napoli De Laurentiis svela: “Osimhen via a giugno Mourinho non verrà e Marotta nega che Zielinski andrà all’Inter”

Calciomercato Napoli De Laurentiis svela: “Osimhen via a giugno Mourinho non verrà e Marotta nega che Zielinski andrà all’Inter”

da gazzetta.it

Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, ha scatenato una serie di dichiarazioni al termine dell’Assemblea di Lega Serie A, affrontando vari temi cruciali che circondano il suo club. Tra cui il futuro incerto di Zielinski, la probabile partenza di Osimhen e le voci su un possibile arrivo di José Mourinho sulla panchina.

Il caso Zielinski e le accuse a Marotta

Parlando delle questioni di mercato, De Laurentiis ha rivelato che il Napoli deve affrontare alcune assenze significative dovute alla Coppa d’Africa, che ha costretto il club a effettuare operazioni in entrata. Sulla possibile cessione di Zielinski all’Inter a giugno, De Laurentiis ha espresso la disponibilità del Napoli a trattenere il giocatore se desidera restare. Tuttavia, ha suggerito che l’intermediario del calciatore potrebbe aver influenzato un possibile trasferimento con l’attrattiva del denaro. Commentando in tono scherzoso che Marotta, dirigente dell’Inter, non si sta comportando correttamente. Marotta ha respinto queste accuse.

Calciomercato Napoli De Laurentiis svela: “Osimhen via a giugno Mourinho non verrà e Marotta nega” – Addio Osimhen e le destinazioni possibili

Rispetto al futuro di Victor Osimhen, il presidente ha dichiarato che non è sorpreso dalle recenti affermazioni del giocatore sulla scelta del prossimo passo nella sua carriera. De Laurentiis ha indicato che il calciatore lascerà il Napoli alla fine della stagione, elencando Real Madrid, Psg o qualche top club della Premier League come possibili destinazioni.

Mourinho escluso, Mazzarri elogiato

Smentendo le voci sull’arrivo di José Mourinho sulla panchina del Napoli, De Laurentiis ha dichiarato che, sebbene sia un grandissimo allenatore, Mourinho non è nel piano del club e probabilmente non continuerà la sua carriera in Italia. Ha concluso affermando che Walter Mazzarri, l’attuale allenatore del Napoli, sta svolgendo un ottimo lavoro ed è un professionista di alto livello.

CALCIOMERCATO JUVENTUS: OFFERTA FOLLE DELL’AL-ITTIHAD PER SOULE’ ECCO IL PIANO

“Le Iene” un arbitro di Serie A e le dichiarazioni choc sul VAR: “Così falsano il campionato”

“Le Iene” un arbitro di Serie A e le dichiarazioni choc sul VAR: “Così falsano il campionato”

“Le Iene” un arbitro di Serie A e le dichiarazioni choc sul VAR: “Così falsano il campionato”

da leggo.it

Introduzione

In un contesto di crescenti polemiche sugli errori arbitrali, la trasmissione televisiva “Le Iene” ha intervistato un arbitro di Serie A che ha scelto di rimanere anonimo per esporre gravi irregolarità all’interno del sistema arbitrale italiano. Le rivelazioni dell’arbitro, rilasciate in esclusiva a Filippo Roma, si sono concentrate su presunte anomalie relative agli errori commessi in campo e alle controversie legate alle decisioni del Var. Le sue affermazioni, se confermate, potrebbero gettare ulteriore ombra sull’integrità e la coerenza del sistema arbitrale italiano.

“Le Iene” un arbitro di Serie A e le dichiarazioni choc sul VAR: “Così falsano il campionato” – Errori in campo e al Var

L’arbitro ha iniziato la sua testimonianza esaminando gli errori ritenuti inspiegabili commessi dagli arbitri in campo, affermando che tali errori non sono sempre corretti dal Var. Ha citato esempi specifici, come il rigore negato al Bologna in Juventus-Bologna, il fallo di mano di Pulisic in Genoa-Milan e il fallo di Bastoni su Duda in Inter-Verona. Secondo l’arbitro, non solo gli arbitri in campo hanno sbagliato, ma anche il Var, nonostante immagini chiare, ha perseverato negli errori, sollevando dubbi sulla coerenza e l’efficacia del sistema tecnologico.

Denunce legali e pressioni nell’ambiente arbitrale

L’arbitro anonimo ha rivelato che almeno cinque arbitri e assistenti, tra Serie A e B, stanno intraprendendo azioni legali contro l’Associazione Italiana Arbitri (AIA) e la Commissione Arbitri Nazionali (CAN). Ha affermato che ci sono arbitri che continuano ad arbitrare nonostante gravi errori, mentre altri vengono fermati, influenzando sia il risultato di una singola partita che la carriera degli arbitri coinvolti. Queste affermazioni sollevano interrogativi sulle dinamiche interne, sulle valutazioni arbitrali e sulle presunte pressioni esercitate all’interno dell’ambiente arbitrale italiano.

“Le Iene” un arbitro di Serie A e le dichiarazioni choc sul VAR: “Così falsano il campionato” – Incoerenze del Var e scelte discutibili delle immagini

L’arbitro ha sottolineato inoltre le incoerenze nell’intervento del Var, citando esempi come Juventus-Verona, dove un chiaro fallo di Gatti nei confronti di Djuric non è  sanzionato, e la revoca di un calcio di rigore in Torino-Frosinone senza un valido motivo. Ha evidenziato anche la questione delle immagini selezionate dal Var per giustificare le decisioni, con un esempio significativo tratto da Juve-Roma, dove la scelta del frame sembra influire sulla valutazione del fuorigioco.

Reazioni nel mondo del calcio

Le rivelazioni dell’arbitro hanno trovato riscontri nelle critiche espresse da noti commentatori sportivi come Fabio Caressa e Ivan Zazzaroni, che hanno già sollevato dubbi sull’utilizzo del Var in Serie A. Le interviste a Caressa e Zazzaroni forniscono un ulteriore contesto alle preoccupazioni espresse dall’arbitro anonimo. Caressa ha sottolineato le lotte interne e le tensioni nell’ambiente arbitrale, ipotizzando che ciò potrebbe influire sull’efficacia del Var. Zazzaroni, invece, ha evidenziato la confusione derivante dalle competizioni interne, dalla carriera e dalle gerarchie nel mondo arbitrale, affermando che gli arbitri sono particolarmente permalosi.

Reazioni della dirigenza arbitrale

Le dichiarazioni dell’arbitro sono  oggetto di una successiva intervista al designatore degli arbitri, Gianluca Rocchi. Quest’ultimo ha difeso con fermezza il lavoro della sua squadra, negando l’esistenza di problemi significativi e sostenendo che lavorano in modo trasparente. Tuttavia, Rocchi è  anche messo alla prova riguardo alle accuse di valutazioni arbitrali discutibili e ha risposto con dichiarazioni che hanno suscitato ulteriori dubbi sulla trasparenza del sistema.

Rocchi ha risposto alle preoccupazioni sollevate dall’arbitro anonimo riguardo alle valutazioni interne, sostenendo che lavora in modo trasparente e non vede alcun problema di dinamiche interne influenzare i giudizi degli arbitri. Tuttavia, ha evitato di rispondere in modo chiaro alla proposta di trasmettere le conversazioni della sala Var alla fine delle partite, una pratica già adottata in Spagna per aumentare la trasparenza.

Il caso Rocchi contro i tifosi del Verona:

Durante l’intervista, Rocchi è  anche chiamato a rispondere alle critiche relative a un’affermazione da lui fatta in passato riguardo al rigore concesso all’Inter contro il Verona. Rocchi aveva dichiarato che se i giocatori del Verona avessero segnato il rigore, avrebbero fatto un buon lavoro. Tale dichiarazione è  considerata poco rispettosa nei confronti dei tifosi del Verona, poiché sembrava minimizzare l’errore arbitrale. Rocchi ha difeso la sua posizione, sottolineando che voleva solo essere giudicato per gli errori e ha affermato che il rispetto dovrebbe essere esteso a tutti, non solo alla Serie A.

MORTE GIGI RIVA FISCHI DURANTE IL MINUTO DI SILENZIO: ECCO IL MOTIVO DEL COMPORTAMENTO DEL PUBBLICO DI RIAD

Morte Gigi Riva fischi durante il minuto di silenzio: ecco il motivo del comportamento del pubblico di Riad

Morte Gigi Riva fischi durante il minuto di silenzio: ecco il motivo del comportamento del pubblico di Riad

Morte Gigi Riva fischi durante il minuto di silenzio: ecco il motivo del comportamento del pubblico di Riad

da repubblica.it

Introduzione

Nel corso della Supercoppa, la finale tra Napoli e Inter, si è verificato un momento controverso durante il tributo a Gigi Riva. L’ex calciatore, scomparso a 79 anni, è stato commemorato prima dell’inizio del secondo tempo. Tuttavia, l’atmosfera di rispetto è stata interrotta da un rombo di fischi provenienti dal pubblico di Riad, generando domande sul comportamento inusuale della folla. Questo articolo esplorerà i motivi dietro i fischi durante il minuto di silenzio e i contrasti culturali che possono emergere in simili situazioni.

Tributo a Gigi Riva

Il minuto di silenzio in onore di Gigi Riva è stato pianificato prima dell’inizio del secondo tempo, una decisione presa a causa dell’annuncio tardivo della sua morte. Nonostante l’altoparlante avesse spiegato le ragioni del momento di raccoglimento, il pubblico di Riad ha risposto con fischi, un comportamento che ha destato sorpresa e suscitato domande. La cultura araba, secondo quanto ricostruito dalla Lega di Serie A, non prevede il silenzio in ricordo dei defunti, anzi, sembra essere accolto con fastidio.

Morte Gigi Riva fischi durante il minuto di silenzio: ecco il motivo del comportamento del pubblico di Riad – Fischi e controversie culturali

I fischi provenienti dagli spalti di Riad hanno messo in evidenza una divergenza culturale significativa. Mentre in molte società il minuto di silenzio è considerato un gesto di rispetto e riflessione in onore dei defunti, nella cultura araba sembra essere alquanto inusuale e, addirittura, fastidioso. La reazione contrastante degli italiani presenti sugli spalti, che hanno risposto con applausi, sottolinea la differenza di percezione di questo gesto tra le due culture.

Applausi come risposta

La reazione degli italiani, che hanno scelto di applaudire durante il tributo a Gigi Riva, è stata una risposta spontanea per onorare la memoria del giocatore. In un contesto in cui il silenzio è stato accolto con fischi, gli italiani hanno scelto un gesto di elogio e rispetto. Questo momento ha evidenziato non solo la diversità culturale, ma anche la capacità di adattamento delle persone di fronte a situazioni impreviste.

Morte Gigi Riva fischi durante il minuto di silenzio: ecco il motivo del comportamento del pubblico di Riad – Parallelo con il tributo a Beckenbauer

Curiosamente, una scena analoga si era già verificata nello stesso stadio all’inizio di gennaio, durante il tributo a Franz Beckenbauer. Il leggendario Kaiser era stato commemorato prima della semifinale di Supercoppa spagnola tra Real e Atletico Madrid. Anche in quel caso, il minuto di silenzio era stato accolto con fischi dalla folla araba, confermando una tendenza culturale radicata.

Conclusioni

Il comportamento del pubblico di Riad durante il tributo a Gigi Riva nella finale di Supercoppa ha sollevato importanti questioni sulla diversità culturale e sulle reazioni impreviste in contesti internazionali. Mentre il silenzio in memoria dei defunti è un gesto comune in molte società, la cultura araba sembra affrontare questa pratica con una prospettiva differente. La risposta degli italiani, attraverso gli applausi, sottolinea la capacità umana di adattarsi e rispondere in modo rispettoso, nonostante le differenze culturali. 

CASO MAIGNAN: COSA PREVEDONO LE NORME CONTRO IL RAZZISMO E COSA RISCHIA L’UDINESE

Caso Maignan: cosa prevedono le norme contro il razzismo e cosa rischia l’Udinese

Caso Maignan: cosa prevedono le norme contro il razzismo e cosa rischia l’Udinese

Caso Maignan: cosa prevedono le norme contro il razzismo e cosa rischia l’Udinese

da gazzetta.it

Caso Maignan: cosa prevedono le norme contro il razzismo e cosa rischia l’Udinese – L’appello di Maignan e la posizione del presidente federale

Mike Maignan, il portiere del Milan, ha sollevato una voce forte contro gli insulti razzisti subiti durante la partita contro l’Udinese. Le sue parole riflettono una crescente insoddisfazione per la persistente presenza del razzismo nel calcio. Egli sostiene che il sistema nel suo complesso debba affrontare le proprie responsabilità, chiedendo sanzioni severe per chi ha perpetrato tali atti e per coloro che hanno assistito senza intervenire. Il presidente federale, Gabriele Gravina, ha espresso solidarietà a Maignan, condannando duramente gli eventi di Udine e sottolineando la necessità di interrompere le partite quando si verificano comportamenti vergognosi.

La procedura in campo: rigide norme contro il razzismo

La procedura seguita durante la partita al Bluenergy Stadium è stata attuata in conformità alle normative sportive, tra le più rigide in Europa. L’articolo 62 delle Norme Organizzative Interne alla Federazione (Noif), modificate nel febbraio 2019 su proposta di Gravina, prevede l’interruzione temporanea della partita da parte dell’arbitro in caso di comportamenti discriminatori. L’annuncio al pubblico avviene a gioco fermo, e se tali episodi si protraggono, l’arbitro ha il potere di sospendere la partita in considerazione delle condizioni ambientali. Dopo 45 minuti di interruzione, l’arbitro può dichiarare la chiusura della partita, riportando i fatti nel suo rapporto e lasciando agli Organi di Giustizia Sportiva l’applicazione delle sanzioni previste.

Caso Maignan: cosa prevedono le norme contro il razzismo e cosa rischia l’Udinese – La sospensione

A Udine, l’arbitro ha seguito correttamente questa procedura, interrompendo temporaneamente la partita dopo gli episodi di discriminazione contro Maignan. Dopo la sospensione, non si sono verificati ulteriori incidenti di questo tipo. Il portiere del Milan ha lamentato gli insulti razzisti, e l’arbitro ha annunciato la sospensione, concludendo la partita successivamente senza ulteriori problemi. 

L’intervento del giudice sportivo e la possibile indagine ampliata

Ora, il Giudice Sportivo Gerardo Mastrandrea dovrà decidere se infliggere sanzioni alla squadra e alla tifoseria dell’Udinese. Avrà a disposizione il referto arbitrale e il rapporto degli ispettori della Procura. Potrebbe decidere di chiudere la Curva dell’Udinese per un certo numero di partite o, data l’entità del caso, richiedere un’indagine ampliata alla Procura federale. In quest’ultimo scenario, il procuratore capo Chinè acquisirà testimonianze e immagini per stabilire la sanzione secondo l’art. 28 del Codice di Giustizia Sportiva, considerando anche possibili esimenti e attenuanti previste dall’art. 29 nei confronti della società. L’Udinese, impegnata da tempo contro la discriminazione, ha dichiarato la sua intenzione di collaborare pienamente con le autorità.

Possibili sanzioni e riflessioni finali

L’art. 28 del Codice di Giustizia Sportiva prevede una gamma di sanzioni in base alla gravità degli episodi, tra cui la chiusura di settori dello stadio, la sconfitta a tavolino, le porte chiuse e la squalifica del campo fino a due anni. In questo caso, si potrebbe optare per una delle prime tre sanzioni. Nel caso in cui i responsabili degli insulti razzisti vengano identificati e puniti individualmente, potrebbe non essere necessario penalizzare l’intero settore. La decisione del Giudice Sportivo sarà cruciale nel definire la risposta del calcio italiano a questa spiacevole vicenda, contribuendo a delineare un futuro più inclusivo e rispettoso.

MOURINHO ESONERATO DALLA ROMA PARLA JORGE MENDES: “NESSUNA TRATTATIVA PER IL RINNOVO”

Mourinho esonerato dalla Roma parla Jorge Mendes: “Nessuna trattativa per il rinnovo”

Mourinho esonerato dalla Roma parla Jorge Mendes: “Nessuna trattativa per il rinnovo”

Mourinho esonerato dalla Roma parla Jorge Mendes: “Nessuna trattativa per il rinnovo”

da tuttomercatoweb.com

Una sorpresa per Jorge Mendes

Jorge Mendes, l’acclamato agente di José Mourinho, ha espresso la sua sorpresa e il suo disappunto riguardo all’esonero dell’allenatore portoghese da parte della Roma. In un’intervista rilasciata direttamente dai Globe Soccer Awards, Mendes ha condiviso i suoi pensieri sulla situazione, fornendo uno sguardo interno sulle reazioni di Mourinho e sulle possibili strade per il suo futuro.

Mourinho: coscienza tranquilla nonostante le difficoltà

Secondo Mendes, Mourinho ha reagito con sorpresa alla notizia del licenziamento, non aspettandoselo. Tuttavia, nonostante la fine precoce dell’esperienza con la Roma, l’allenatore ha la coscienza tranquilla. Mourinho è consapevole di aver lavorato intensamente e con successo, nonostante le sfide rappresentate da una rosa di giocatori considerata meno competitiva rispetto a quella di Inter e Juventus, squadre in cui ha avuto successo in passato.

Nessuna trattativa per il rinnovo

Jorge Mendes ha anche affrontato la questione del possibile rinnovo del contratto di Mourinho con la Roma. Mendes ha smentito categoricamente la presenza di trattative in corso per il prolungamento del contratto. Afferma che non ha ricevuto telefonate dai Friedkin, i proprietari del club, riguardo a un possibile accordo di rinnovo. Mendes sottolinea che Mourinho è un campione con 26 titoli alle spalle e rimane sicuro che vincerà ancora in futuro. Nonostante la situazione triste vissuta con la Roma, Mourinho resta un tecnico di alto livello, secondo l’agente.

Il futuro di Mourinho e le offerte dall’Arabia

Quando si tratta del futuro di Mourinho, Mendes ritiene che sia ancora troppo presto per fare previsioni. Tuttavia, sottolinea che Mourinho è un allenatore di alto calibro, abituato a gestire grandi squadre durante tutta la sua carriera. Mendes crede che sia solo una questione di tempo prima che Mourinho trovi una nuova opportunità. Riguardo a un’offerta proveniente dall’Arabia, Mendes rivela che gli arabi avevano già contattato Mourinho mesi fa, presentando un’offerta economica allettante. Tuttavia, Mourinho ha scelto di rimanere fedele alla Roma, dimostrando il suo attaccamento al club.

In conclusione, l’intervista di Jorge Mendes offre uno sguardo approfondito sulla reazione di Mourinho all’esonero e sugli sviluppi futuri del suo percorso professionale. Resta da vedere quale sarà la prossima tappa per l’allenatore portoghese, ma Mendes è fiducioso che Mourinho continuerà a collezionare successi nel mondo del calcio.

MOURINHO ESONERATO DALLA ROMA: TUTTI I MOTIVI DEL CLAMOROSO ADDIO

Mourinho esonerato dalla Roma: tutti i motivi dietro il clamoroso addio

Mourinho esonerato dalla Roma: tutti i motivi dietro il clamoroso addio

Mourinho esonerato dalla Roma: tutti i motivi dietro il clamoroso addio

da iltempo.it

Il 16 gennaio ha segnato la fine dell’era Mourinho sulla panchina della Roma. Dan Friedkin, giunto nella Capitale il giorno precedente, ha comunicato al portoghese la decisione di interrompere la collaborazione. Il comunicato ufficiale annunciava la separazione immediata, senza penali ma con lo stipendio garantito fino al 30 giugno.

I Retroscena della Decisione

La decisione, già maturata nel post-partita della sconfitta con il Milan, era sul tavolo dei Friedkin da un po’ di tempo. I risultati deludenti e il logoro rapporto hanno portato alla scelta, nonostante l’apertura di Mourinho a rimanere e rinnovare il contratto.

Mourinho esonerato dalla Roma: tutti i motivi dietro il clamoroso addio – Valutazione dei Risultati

I 29 punti in 20 partite di campionato, il secondo posto nell’Europa League, l’eliminazione dalla Coppa Italia, e l’andamento negativo dell’ultimo mese hanno contribuito alla decisione. Nonostante l’apertura di Mourinho a un nuovo progetto, i texani hanno preferito interrompere anticipatamente il rapporto.

Divergenze di Opinione

La gestione degli insuccessi è stata una delle principali divergenze tra Mourinho e i Friedkin. La distanza sull’atteggiamento da adottare nelle valutazioni dei risultati ha pesato sulla decisione. I proprietari non comprendevano l’uso di attenuanti esterne ad ogni sconfitta, come nel caso del rigore assegnato alla Lazio o le assenze di Dybala e Smalling.

Momento Adeguato per un Cambiamento

Il momento attuale, considerato opportuno per uno scossone, ha portato alla decisione di esonerare Mourinho. La valutazione era che ritardare il cambio avrebbe compromesso ulteriormente la stagione, e pertanto, era necessario un cambiamento immediato.

Saluto di Friedkin e L’addio di Mourinho

Nel comunicato ufficiale, Dan e Ryan Friedkin hanno ringraziato Mourinho per la passione e l’impegno, augurandogli il meglio per il futuro. Mourinho, accolto da Dan Friedkin nell’ufficio, ha salutato i giocatori e il personale di Trigoria, uscendo dal centro sportivo per l’ultima volta intorno alle 13. Un affettuoso addio al tifo romanista, che di certo sabato con il Verona avrà modo di esprimere il proprio affetto a un allenatore che ha lasciato un segno indelebile nel cuore della Roma.

MOURINHO NON E’ PIU L’ALLENATORE DELLA ROMA: LO SPECIAL ONE VOLERA’ IN ARABIA SAUDITA  CON UN CONTRATTO DA CAPOGIRO

Mourinho non è più l’allenatore della Roma: lo Special One volerà in Arabia Saudita con un contratto da capogiro

Mourinho non è più l’allenatore della Roma: lo Special One volerà in Arabia Saudita con un contratto da capogiro

Mourinho non è più l’allenatore della Roma: lo Special One volerà in Arabia Saudita con un contratto da capogiro

da corriere.it

La certezza del terzo esonero consecutivo ha oscurato il percorso di José Mourinho, il celebre allenatore noto come lo “Special One”. Dopo aver attraversato le esperienze difficili con Manchester United e Tottenham, emerge la domanda inevitabile: stiamo assistendo al declino irreversibile di Mourinho? Le recenti interruzioni di contratto con Manchester United nel dicembre 2018 e Tottenham nell’aprile 2021, unite alle “rescissioni consensuali” con Real Madrid nel giugno 2013 e Chelsea il 17 dicembre 2015, gettano un’ombra sulla sua carriera.

Un passato glorioso e l’ombra del declino

La lunga e illustre carriera di Mourinho, che si estende per 24 anni e annovera la conquista di 26 trofei, ha visto l’allenatore portoghese smentire più volte coloro che prevedevano il suo declino. Tuttavia, ultimamente, la sua filosofia calcistica, considerata non all’avanguardia, sembra averlo messo in difficoltà. La sua abilità di creare empatia con i giocatori, che un tempo sembrava magica, sembra essersi dissolta. A quasi sessantuno anni, il suo fallimento con la Roma potrebbe essere un punto di svolta significativo.

Il futuro in Arabia Saudita: nuove prospettive e indizi dichiarati

Le dichiarazioni di Mourinho a ottobre scorso forniscono un indizio sulle sue prossime mosse. Durante un’intervista con il canale egiziano Mbc Masr, ha affermato chiaramente di considerare un futuro contratto con un club della Saudi Pro League: “Sicuramente mi vedranno perché ci andrò quando accadrà. Sono convinto che lavorerò lì. Non lo so quando. Nessuno conosce il futuro, ma è qualcosa che farò sicuramente.”

In un certo senso, il suo futuro sembra già tracciato. Mourinho è diventato membro del consiglio di amministrazione della Mahd Sports Academy dell’Arabia Saudita ad agosto. Questa nomina triennale è stata personalmente approvata dal principe ereditario Mohammed bin Salman. L’obiettivo principale dell’accademia è scoprire e valorizzare nuovi talenti per plasmare una nuova generazione di campioni.

Un futuro redditizio: il richiamo della Saudi Pro League

Il futuro di Mourinho sembra già promettente e redditizio. Le voci circolano di un contratto da favola, un ingaggio straordinario di 120 milioni di euro per due anni. Questo lo posizionerebbe come l’allenatore più pagato nella storia del calcio. Pur avendo forse perso la sua magia distintiva, Mourinho potrebbe diventare il protagonista di una nuova avventura calcistica in Arabia Saudita.

Nonostante possa non essere più l’artefice del Triplete o il fuoriclasse della panchina, la sua etichetta di “Special One” è destinata a rimanere incisa nella storia del calcio. La sua prossima tappa in Arabia Saudita potrebbe essere una nuova sfida, un capitolo intrigante che definirà il suo leggendario percorso nel mondo del calcio.

SARRI CRITICA LA SUPERCOPPA ITALIANA: “PRENDI I SOLDI E SCAPPA” UN TROFEO SENZA VALORE REALE

Sarri critica la Supercoppa italiana: “Prendi i soldi e scappa” un trofeo senza valore reale

Sarri critica la Supercoppa italiana: “Prendi i soldi e scappa” un trofeo senza valore reale

Sarri critica la Supercoppa italiana: “Prendi i soldi e scappa” un trofeo senza valore reale

da calciomercato.com

Sarri esprime disappunto per la Supercoppa

Il tecnico della Lazio, Maurizio Sarri, ha espresso apertamente il suo disappunto nei confronti della Supercoppa italiana, definendola un evento che porta solo a “prendere i soldi e scappare.” Le sue dichiarazioni rivelano una visione critica nei confronti di un trofeo che, secondo lui, non apporta alcun vero valore alla crescita della società.

“Una corsa miope per i soldi”

Sarri ha iniziato la sua critica definendo la Supercoppa come una corsa miope per ottenere denaro. Ritiene che questo evento sia più incentrato sul guadagno immediato che sulla costruzione di qualcosa di duraturo. Il commento denota un certo scetticismo nei confronti delle priorità nel calcio moderno, evidenziando il suo disaccordo con l’approccio “prendi e scappa” verso le competizioni.

Sarri critica la Supercoppa italiana: “Prendi i soldi e scappa” un trofeo senza valore reale – Elemosinare soldi in giro per il mondo

L’allenatore ha proseguito criticando l’approccio di “elemosinare soldi in giro per il mondo.” Questa affermazione riflette il suo disinteresse per un torneo che, secondo lui, non solo manca di valore sportivo, ma è anche sostenuto da pratiche finanziarie discutibili. Sarri sembra mettere in discussione l’etica di un’organizzazione che, a suo dire, cerca finanziamenti attraverso richieste globali piuttosto che sulla base di meriti sportivi.

Una Supercoppa a quattro: una decisione che toglie rilevanza al trofeo

Sarri ha anche evidenziato la stranezza della decisione di organizzare una Supercoppa a quattro squadre. Questo formato, secondo lui, rappresenta un problema aggiuntivo nei calendari già fitti di impegni. L’allenatore sembra indicare che tale scelta compromette ulteriormente il significato e la rilevanza del trofeo, spostandolo lontano dalla sua originaria intenzione di essere un riconoscimento prestigioso nel panorama calcistico.

Sarri critica la Supercoppa italiana: “Prendi i soldi e scappa” un trofeo senza valore – Il vero significato della Supercoppa: un trofeo per allenatori, non per le società

Sarri ha sottolineato la sua visione della Supercoppa come un trofeo utile principalmente per gli allenatori. Ha suggerito che vincere questo torneo può essere un punto di vanto personale per gli allenatori, ma non contribuisce significativamente alla crescita e al prestigio delle rispettive società. La sua critica pone l’accento sul fatto che il vero valore dovrebbe essere misurato dalla crescita a lungo termine della squadra e della sua reputazione.

Un viaggio di 6.000 chilometri: sacrifici per un trofeo dal valore discutibile

Infine, Sarri ha sottolineato il paradosso di dover affrontare un viaggio di 6.000 chilometri per partecipare a una competizione che, secondo lui, ha un valore discutibile. Tuttavia, ha confermato il suo impegno nel fare del suo meglio nonostante le sue riserve. Questo dimostra che, nonostante le critiche, l’allenatore è determinato a perseguire la competizione, rispettando al massimo i suoi doveri professionali.

INTER-VERONA SPUNTA L’AUDIO DEL VAR E IL DESIGNATORE ROCCHI SPIEGA: “NASCA E FABBRI RESPONSABILI ALLO STESSO MODO”

Inter-Verona spunta l’audio del Var e il designatore Rocchi spiega: “Nasca e Fabbri responsabili allo stesso modo”

Inter-Verona spunta l’audio del Var e il designatore Rocchi spiega: “Nasca e Fabbri responsabili allo stesso modo”

Inter-Verona spunta l’audio del Var e il designatore Rocchi spiega: “Nasca e Fabbri responsabili allo stesso modo”

da gazzetta.it

La controversa decisione dell’arbitro Fabbri

Il controverso episodio avvenuto durante la partita Inter-Verona, che ha portato al gol del 2-1 di Frattesi nel recupero, continua a generare polemiche. L’audio relativo all’episodio è stato reso pubblico, evidenziando la situazione incriminata in cui l’arbitro Fabbri ha lasciato proseguire l’azione nonostante il difensore Duda fosse a terra in area.

L’audio in questione

Nell’audio, si sente Nasca, responsabile del Var per la partita a San Siro, esclamare: “Fischia, fischia, ma fischia santo cielo” prima che Frattesi realizzi il gol. La sua richiesta di fermare l’azione è legata al fatto che Duda è a terra in area e avrebbe voluto che l’arbitro interrompesse il gioco, nonostante Fabbri non potesse udire tale richiesta in quel momento. Rocchi, designatore arbitrale, ha successivamente confermato la correttezza di Nasca sulla necessità di fermare l’azione: “Fabbri doveva interrompere l’azione con il difensore a terra in area, soprattutto dopo che è stata colpita la traversa: lì l’azione era finita e non doveva proseguire. Non si può far giocare 3′ con un giocatore a terra in area.”

Inter-Verona spunta l’audio del Var e il designatore Rocchi spiega: “Nasca e Fabbri responsabili allo stesso modo” – La giustificazione di Fabbri

Nell’audio, Fabbri risponde a Nasca sostenendo che Duda l’avesse guardato e si fosse “rimesso giù”, definendo l’azione una mossa furba del giocatore. Nasca, a questo punto, opta per la regolarità del gol, mentre Rocchi ammette che c’era effettivamente un fallo che non è stato notato dal Var. “Non so perché non l’ha colto il Var. L’atteggiamento di Faraoni durante Juve-Verona ci ha fatto arrabbiare tantissimo, ma non ha condizionato la decisione. E così è giusto. Fabbri non dà la giusta importanza al fallo di Bastoni. Le responsabilità su questo gol sono di entrambi, allo stesso modo.”

Riflessioni sul caso

L’episodio solleva interrogativi sull’efficacia del Var nel cogliere situazioni cruciali e sulla soggettività delle decisioni arbitrali. La polemica riguardo alle azioni contestate e alle responsabilità dell’arbitro e del Var continua a dividere gli appassionati di calcio, sollevando la necessità di una maggiore chiarezza e coerenza nelle decisioni arbitrali.

SVEN-GORAN ERIKSSON ANNUNCIA: “HO LO STESSO TUMORE DI VIALLI ORA VOGLIO STARE BENE IL PIU’ A LUNGO POSSIBILE”

Sven-Goran Eriksson annuncia: “Ho lo stesso tumore di Vialli ora voglio stare bene il più a lungo possibile”

Sven-Goran Eriksson annuncia: “Ho lo stesso tumore di Vialli ora voglio stare bene il più a lungo possibile”

Sven-Goran Eriksson annuncia: “Ho lo stesso tumore di Vialli ora voglio stare bene il più a lungo possibile”

da open.online

La dichiarazione coraggiosa di Sven-Goran Eriksson sulla sua salute

Il noto allenatore di calcio, Sven-Goran Eriksson, ha recentemente rivelato di essere affetto da un cancro allo stadio terminale, con una prognosi di circa un anno di vita. In un’intervista con Hoara Borselli su Libero, Eriksson ha condiviso apertamente la sua situazione e ha espresso la sua determinazione a vivere pienamente nel tempo che gli rimane.

Paragoni con Gianluca Vialli e decisione di continuare a vivere

Eriksson ha sottolineato che la sua condizione è simile a quella di Gianluca Vialli, scomparso a causa di un tumore al pancreas. Tuttavia, anziché cedere allo sconforto, l’allenatore svedese ha dichiarato: “Devo continuare a vivere finché posso”. Ha rivelato di non aver chiesto ai medici dettagli sulla durata della sua vita rimanente, preferendo concentrarsi sulla qualità del tempo che gli resta.

Sven-Goran Eriksson annuncia: “Ho lo stesso tumore di Vialli ora voglio stare bene il più a lungo possibile” – La sua attuale condizione e scelte di vita ottimistiche

Nonostante la grave malattia, Eriksson ha dichiarato di sentirsi attualmente in condizioni “abbastanza normali” e ha evitato di farsi sopraffare dal pensiero della malattia. Ha sottolineato la sua volontà di vivere cercando di mantenere un atteggiamento positivo e concentrarsi sul presente anziché sul futuro incerto.

Il ruolo chiave del calcio nella sua vita e i successi memorabili

Ripercorrendo la sua carriera nel calcio, Eriksson ha evidenziato tre momenti significativi: la vittoria dello scudetto con la Lazio, il successo con la squadra nazionale svedese e l’esperienza come commissario tecnico dell’Inghilterra. Ha condiviso ricordi emozionanti della sua gestione dell’IFK Goteborg, portando la squadra a vincere la Coppa UEFA nonostante le sfide legate alla professionalità e ai salari dei giocatori.

Sven-Goran Eriksson annuncia: “Ho lo stesso tumore di Vialli ora voglio stare bene il più a lungo possibile” – Riflessioni su maestri e eccellenze del calcio attuale

Eriksson ha rivelato chi considera il suo maestro, citando Tord Grip, suo storico collaboratore durante le esperienze italiane. Attualmente, elogia Pep Guardiola come il miglior allenatore, evidenziando i successi del Manchester City. Ha espresso il suo sogno non realizzato di allenare il Liverpool, la squadra del cuore fin dall’infanzia.

Pronostici calcistici e speranze per il futuro

Guardando al futuro, Eriksson ha formulato un pronostico audace sul vincitore del campionato italiano, sostenendo che l’Inter prevarrà. Ha sottolineato l’importanza di una squadra bilanciata con attaccanti, difensori e un portiere di qualità per conseguire il successo. Nonostante la sua malattia, il suo primo programma per il futuro è “continuare a viaggiare per il calcio e vedere più partite possibile”.

Ottimismo, fede nella scienza e auguri per il benessere altrui

Nonostante la sua situazione difficile, Sven-Goran Eriksson affronta la malattia con coraggio, determinato a godersi ogni momento rimasto. Fiducioso nella scienza, non nutre speranze di guarigione, ma si impegna a continuare la sua vita con speranza e positività. Nel suo ultimo auspicio, esprime il desiderio che le persone soffrano il meno possibile. La sua testimonianza è un esempio di forza mentale e speranza, affrontando la vita con determinazione anche di fronte a sfide insormontabili.

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