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“Sulle ali dell’onore” film streaming (VIDEO)

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A”Sulle ali dell’onore” film streaming (VIDEO)

da primevideo.com

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“Sulle ali dell’onore” film streaming racconta dell’afroamericano Jesse Leroy Brown e il tenente Tom Hudner. Sono, poi, due piloti di caccia della Marina degli USA. Inoltre, rischiano la loro vita durante la guerra di Corea e diventano degli eroi. Comunque, racconta dell’afroamericano Jesse Leroy Brown e il tenente Tom Hudner. Sono, poi, due piloti di caccia della Marina degli USA. Inoltre, rischiano la loro vita durante la guerra di Corea e diventano degli eroi. Tuttavia, racconta dell’afroamericano Jesse Leroy Brown e il tenente Tom Hudner. Sono, poi, due piloti di caccia della Marina degli USA. Inoltre, rischiano la loro vita durante la guerra di Corea e diventano degli eroi. Perciò, racconta dell’afroamericano Jesse Leroy Brown e il tenente Tom Hudner. Sono, poi, due piloti di caccia della Marina degli USA.

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Inoltre, rischiano la loro vita durante la guerra di Corea e diventano degli eroi. Insomma, racconta dell’afroamericano Jesse Leroy Brown e il tenente Tom Hudner. Sono, poi, due piloti di caccia della Marina degli USA. Inoltre, rischiano la loro vita durante la guerra di Corea e diventano degli eroi. Dunque, racconta dell’afroamericano Jesse Leroy Brown e il tenente Tom Hudner. Sono, poi, due piloti di caccia della Marina degli USA. Inoltre, rischiano la loro vita durante la guerra di Corea e diventano degli eroi. Nondimeno, racconta dell’afroamericano Jesse Leroy Brown e il tenente Tom Hudner. Sono, poi, due piloti di caccia della Marina degli USA. Inoltre, rischiano la loro vita durante la guerra di Corea e diventano degli eroi. Ad ogni modo, racconta dell’afroamericano Jesse Leroy Brown e il tenente Tom Hudner.

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“Sulle ali dell’onore” film streaming racconta dell’afroamericano Jesse Leroy Brown e il tenente Tom Hudner. Sono, poi, due piloti di caccia della Marina degli USA. Inoltre, rischiano la loro vita durante la guerra di Corea e diventano degli eroi. Comunque, racconta dell’afroamericano Jesse Leroy Brown e il tenente Tom Hudner. Sono, poi, due piloti di caccia della Marina degli USA. Inoltre, rischiano la loro vita durante la guerra di Corea e diventano degli eroi. Tuttavia, racconta dell’afroamericano Jesse Leroy Brown e il tenente Tom Hudner. Sono, poi, due piloti di caccia della Marina degli USA. Inoltre, rischiano la loro vita durante la guerra di Corea e diventano degli eroi. Perciò, racconta dell’afroamericano Jesse Leroy Brown e il tenente Tom Hudner. Sono, poi, due piloti di caccia della Marina degli USA.

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“SULLE ALI DELL’ONORE” FILM STREAMING GUARDA IL VIDEO

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“RAI 1 STREAMING DIRETTA” GUARDA IL VIDEO

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“Io e mio fratello” film streaming (VIDEO)

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“Io e mio fratello” film streaming (VIDEO)

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“Io e mio fratello” film streaming racconta di quando Sofia scopre che Michela, suo primo e unico amore, sta per sposare proprio suo fratello Mauro. Poi, decide di lasciare Milano e tornare in Calabria. Inoltre, qui, devono capirsi e scegliere cosa fare da grandi. Comunque, racconta di quando Sofia scopre che Michela, suo primo e unico amore, sta per sposare proprio suo fratello Mauro. Poi, decide di lasciare Milano e tornare in Calabria. Inoltre, qui, devono capirsi e scegliere cosa fare da grandi. Tuttavia, racconta di quando Sofia scopre che Michela, suo primo e unico amore, sta per sposare proprio suo fratello Mauro. Poi, decide di lasciare Milano e tornare in Calabria. Inoltre, qui, devono capirsi e scegliere cosa fare da grandi.

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“IO E MIO FRATELLO” FILM STREAMING GUARDA IL VIDEO

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“Citadel” serie tv cast episodi e streaming (VIDEO)

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“Citadel” serie tv cast episodi e streaming (VIDEO)

da primevideo.com

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“Citadel” serie tv cast episodi e streaming racconta la storia di un’agenzia di spionaggio globale, ormai caduta in disgrazia. Poi, i suoi agenti non hanno più ricordi a causa della cancellazione della loro memoria. Inoltre, ora il potente sindacato Manticore sorge nel vuoto. Poi, gli agenti della Citadel ricordano il passato e trovano la forza di reagire. Comunque, racconta la storia di un’agenzia di spionaggio globale, ormai caduta in disgrazia. Poi, i suoi agenti non hanno più ricordi a causa della cancellazione della loro memoria. Inoltre, ora il potente sindacato Manticore sorge nel vuoto. Poi, gli agenti della Citadel ricordano il passato e trovano la forza di reagire. Tuttavia, racconta la storia di un’agenzia di spionaggio globale, ormai caduta in disgrazia. Poi, i suoi agenti non hanno più ricordi a causa della cancellazione della loro memoria.

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“Citadel” serie tv cast episodi e streaming racconta la storia di un’agenzia di spionaggio globale, ormai caduta in disgrazia. Poi, i suoi agenti non hanno più ricordi a causa della cancellazione della loro memoria. Inoltre, ora il potente sindacato Manticore sorge nel vuoto. Poi, gli agenti della Citadel ricordano il passato e trovano la forza di reagire. Comunque, racconta la storia di un’agenzia di spionaggio globale, ormai caduta in disgrazia. Poi, i suoi agenti non hanno più ricordi a causa della cancellazione della loro memoria. Inoltre, ora il potente sindacato Manticore sorge nel vuoto. Poi, gli agenti della Citadel ricordano il passato e trovano la forza di reagire. Tuttavia, racconta la storia di un’agenzia di spionaggio globale, ormai caduta in disgrazia. Poi, i suoi agenti non hanno più ricordi a causa della cancellazione della loro memoria.

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“CITADEL” SERIE TV CAST EPISODI E STREAMING GUARDA IL VIDEO

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“Nine Perfect Strangers” scheda e recensione della serie tv Prime Video

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“Nine Perfect Strangers” scheda e recensione della serie tv Prime Video

“Nine Perfect Strangers” scheda e recensione della serie tv Prime Video

Disponibile su: Prime Video

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Genere: Thriller, drammatico, giallo
Anno: 2021
Ideatore: David E. Kelley, John Henry Butterworth
Cast: Nicole Kidman, Melissa McCarthy, Bobby Cannavale, Regina Hall, Michael Shannon, Asher Keddie, Grace Van Patten, Luke Evans, Samara Weaving, Melvin Gregg, Tiffany Boone, Manny Jacinto, Zoe Terakes
Paese: USA
Durata: 55 minuti 
Episodi: 8
Voto (media ponderata): ♥♥1/2 (su 5)

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La trama

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Riverso a terra dopo essere stato colpito da Diana, Billy sogna di trovarsi in una città del Far West chiamata Hadleyville. Qui gli viene chiesto con insistenza di indossare la stella dello sceriffo. Anche se Billy non si sente più in grado di assolvere questo compito. Nel sogno appaiono suo padre e Denise, entrambi vorrebbero che Billy tornassse alla vita ad affrontare nuovi avversari. Sopravvissuto alla sparatoria, Billy si è trasferito nel quartiere cinese di San Francisco, sperando di stare alla larga dai guai. Il suo tranquillo isolamento è però rotto da Patty. Che, però, appena assunta presso il prestigioso studio Margolis & True, lo vuole al suo fianco in un’importante causa contro l’industria degli oppiacei.

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“Nine Perfect Strangers” – Le recensioni

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“Lo spettacolo perfetto per questo formato, in modo da avere il tempo di pensare e costruire l’anticipazione tra gli episodi..” tt stern-enzi per WXIX-TV (Cincinnati, OH)

“Stai attento, Macduff. Pienamente consapevole, naturalmente, che, quando tutto sarà rivelato, il dente dolorante potrebbe cedere il passo a quella terribile sensazione di malinconia che si prova di fronte all’imminente trattamento canalare.” Ben Dowell per Times (UK)

“Nel ruolo di una figura di culto che gestisce un resort segreto, l’unica cosa più traballante dell’accento russo del premio Oscar australiano sono le sceneggiature senza vita.”. Ben Travers per IndieWire

“Jonathan Levine aggiunge poco alla saponosità del racconto, nonostante alcune composizioni freddamente eleganti del direttore della fotografia Yves Belanger, che ha anche girato Big Little Lies. Deludente davvero.” Graeme Blundell per The Australian

“Non è solo che Kelley ha agghindato il menu medio delle terme californiane in modo tale che tutto sembra stupido piuttosto che satirico. Più si stende sui misteri e sui segreti… meno avvincente sembra il tutto.” Rachel Cooke per New Statesman

“Se la serie pagherà a livello tematico nella sua esplorazione del dolore, del trauma e del danno psicologico non è ancora chiaro, e si vorrebbe che fosse più chiaro a tre quarti del percorso. Ma ciò che è chiaro è l’enorme quantità di talento sullo schermo.” Wenlei Ma per News.com.au

“Liquidare a priori Nine Perfect Strangers per non essere sufficientemente cinico gioca ironicamente con la psicosi vissuta dalla maggior parte dei personaggi di entrambi i drammi. Sentirsi superiori non sostituisce il sentirsi felici.” William Schwartz per HanCinema

“C’è troppo tempo da riempire, troppi episodi per allungare una trama abbastanza sottile, e troppi maledetti sconosciuti per rimanere interessati a qualcuno di loro.” Alexis Nedd per Mashable

“Nicole Kidman raramente fa un errore nelle sue scelte di carriera. Questa volta l’ha fatto.” Jackie K. Cooper per jackiekcooper.com

“Il cast è magnetico fin dall’inizio, rimbalzando l’uno sull’altro in scambi divertenti e a volte esplosivi.” Sabrina Barr per metro.co.uk

“Evans è esilarante nel ruolo dell’idiota di classe A che sembra non avere filtri. Non avendo mai visto Evans sotto questa luce, è stato abbastanza divertente vederlo mettere in mostra i suoi punti di forza comici.”  Marriska Fernandes per That Shelf

“Il divertimento sta nella stupidità – e nel grado in cui la Kidman telegrafa quanto male le cose stiano per andare per tutti scuotendo le sopracciglia.” Ed Power per Irish Times

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“GOLIATH 4” SCHEDA E RECENSIONI DELLA SERIE TV PRIME VIDEO

“Goliath 4” scheda e recensione della serie tv Prime Video

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“Goliath 4” scheda e recensione della serie tv Prime Video

“Goliath 4” scheda e recensione della serie tv Prime Video

Disponibile su: Prime Video

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Genere: Drammatico, giudiziario
Anno: 2021
Casa di produzione: David E. Kelley Productions, Jonathan Shapiro Productions, Amazon Studios
Cast: Billy Bob Thornton, Tania Raymonde, Nina Arianda, Diana Hopper
Paese: USA
Durata: 60 minuti 
Episodi: 8
Voto (media ponderata): ♥♥♥ 1/2 (su 5)

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La trama

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Riverso a terra dopo essere stato colpito da Diana, Billy sogna di trovarsi in una città del Far West chiamata Hadleyville. Qui gli viene chiesto con insistenza di indossare la stella dello sceriffo. Anche se Billy non si sente più in grado di assolvere questo compito. Nel sogno appaiono suo padre e Denise, entrambi vorrebbero che Billy tornassse alla vita ad affrontare nuovi avversari. Sopravvissuto alla sparatoria, Billy si è trasferito nel quartiere cinese di San Francisco, sperando di stare alla larga dai guai. Il suo tranquillo isolamento è però rotto da Patty. Che, però, appena assunta presso il prestigioso studio Margolis & True, lo vuole al suo fianco in un’importante causa contro l’industria degli oppiacei.

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“Goliath 4” – Le recensioni

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“Uno spettacolo formidabile, e non c’è bisogno di conoscere le trame tortuose delle stagioni precedenti per entrare nel flusso surreale in perfetto stile Grisham.” Tim Appelo per AARP Movies for Grownups

“Grazie alla consistente performance di Thornton e all’aggiunta di personaggi importanti come J.K. Simmons e Bruce Dern, ne vale più che la pena.” Jade Budowski per Decider

“La quarta stagione di Goliath può essere l’ultima, ma è la più forte finora”. Daniel Hart per Ready Steady Cut

“Goliath Stagione 4 è un addio visivamente abbagliante ed emotivamente gratificante e un’ultima possibilità per Billy McBride di reinventarsi.” Carissa Pavlica per Tv Fanatic

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“LA CUOCA DI CASTAMAR” SCHEDA E RECENSIONE DELLA SERIE TV NETFLIX

 

“Sound of metal” la recensione del film

“Sound of metal” la recensione del film

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“Sound of metal” la recensione del film

Disponibile su Amazon Prime Video

Regia: Darius Marder
Cast: Riz Ahmed, Olivia Cooke, Paul Raci, Lauren Ridloff, Mathieu Amalric, Tom Kemp
Genere: drammatico
Durata: 120 minuti
Voto: ♥♥♥♥ (su 5)

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Il nostro giudizio

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In “Sound of Metal”, Riz Ahmed interpreta Ruben Stone, un drogato che ha cambiato la sua vita. Ora è un batterista in una band metal con la sua ragazza, Lou (Olivia Cooke). Insieme vivono una vita nomade in giro per gli Stati Uniti a bordo di una roulotte. La loro relazione professionale e personale, però, è messa in pericolo quando Ruben scopre che sta perdendo l’udito. Così, Lou comincia a preoccuparsi che il compagno stia scivolando, di nuovo, nel pericoloso tunnel degli stupefacenti. Insieme cercano una soluzione, che sia un intervento chirurgico per cercare di correggere la sua perdita di udito. Oppure un nuovo sistema di supporto, composto da persone della comunità sorda che possano aiutarlo ad accettare la sua situazione.

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C’è una domanda, profonda ed inquietante, che incombe sul film e assilla Ruben mentre cerca di dare un senso alla sua sordità. Se tu potessi porre rimedio ad una disabilità così invalidante, lo faresti? Ci sono persone nella vita di Ruben che cercano di aiutarlo a vedere i lati positivi, invitandolo nella loro comunità e insegnandogli ‘come essere sordo’. Ma Ruben si aggrappa alla sua vecchia vita, desideroso di tornare a come erano le cose prima. Sia Ruben che Lou sono creature vulnerabili, completamente devoti l’uno all’altra. Le circostanze, però, li cambiano profondamente, portandoli all’esasperazione. Un’esasperazione inevitabile, quando si è travolti da una cosa del genere.

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La performance di Ahmed è probabilmente la migliore della sua carriera: tenera, frustrata e furiosa, senza mai evocare alcun tipo di pietà. Ruben vuole vivere la sua vita alla sue condizioni, senza pensare a tutto il resto. E questo significa fare degli errori. Ma c’è anche la sensazione che questo suo egoismo non sia poi tanto da condannare, anzi. Al suo fianco, il personaggio della Cooke risulta un po’ troppo marginale, ma l’interpretazione è ottima e la chimica tra lei e Ahmed è notevolissima. Splendido anche il resto del cast, composto in gran parte da attori sordi, che offre una straordinaria, crudissima rappresentazione di questa disabilità.

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Altrettanto importante, poi, è l’intricato ed eccezionale sound design che, oltre a simulare l’esperienza disorientante di perdere l’udito, mette in evidenza la melodia e il rumore. Quelli che le persone udenti, spesso, danno per scontato: il frullatore, il lento gocciolare di una caffettiera, persino parlare al cellulare. La comunicazione diventa una fonte di frustrazione per Ruben che è così abituato ad esprimersi attraverso la musica. Come si fa a trovare un senso di identità quando la fonte di essa viene strappata via senza preavviso? “Sound of Metal” riflette sul nuovo stato dell’essere del protagonista, sospeso tra il mondo degli udenti e quello dei non udenti. Per questo, ampi tratti del linguaggio dei segni non vengono tradotti. E noi, pubblico udente che non conosce la lingua dei segni, ci sentiamo persi tanto quanto lui.

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Il film va avanti e indietro su una questione vana ed essenziale allo stesso tempo: accettare o meno un’offerta, che, forse, nemmeno esiste. Se potessi togliere la cosa che mi ha causato tanto dolore, sarei ancora quello che sono oggi? Una domanda talmente personale, da rendere qualsiasi risposta dura da dare e difficilissima da comprendere. “Sound of Metal” si confronta in maniera sorprendente con l’anima più profonda del suo protagonista, in una sinfonia di suono e silenzio.

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Una pellicola devastante e speranzosa allo stesso tempo, ancorata alla preziosissima interpretazione di Ahmed. Sarebbe troppo facile sostenere che colpisce di più chi ha vissuto un’esperienza simile o chi vive accanto ad una persona con lo stesso tipo di disabilità. Non è così. Chi è capace di introspezione non potrà che sentire la sua anima inchiodata dall’inizio alla fine della visione. Un’opera prima sorprendente, che non lascerà nessuno uguale a prima.

Francesco G. Balzano

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“RAYA E L’ULTIMO DRAGO” LA RECENSIONE DEL FILM DISPONIBILE SU DISNEY PLUS

“Tanti piccoli fuochi” di Celeste Ng leggi la recensione

Vuoi leggere la recensione di “Tanti piccoli fuochi” di Celeste Ng? “Tanti piccoli fuochi” di Celeste Ng leggi la recensione

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“Tanti piccoli fuochi” di Celeste Ng leggi la recensione

Titolo: Tanti piccoli fuochi
Autore: Celeste Ng
Genere: narrativa
Editore: Bollati Boringhieri
Pagine: 384
Prezzo: Euro 14
Prezzo E-book: 7,99

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Trama: 1998, Shaker Heights, Cleveland, Ohio. Una comunità fondata su un insediamento Shaker e popolata da una maggioranza di benintenzionati democratici e abbienti, seguaci. Anche se non proprio rigorosi, delle drastiche regole di vita stabilite dai loro predecessori.

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E due protagoniste diversissime: Mrs Richardson, quattro figli, perfezionista, impegnata in attività benefiche, ricca, che incarna la filosofia Shaker. Mia, madre single che ha scelto una vita itinerante fatta di lavori saltuari per dedicare tutto il tempo libero alla fotografia artistica.

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“Tanti piccoli fuochi” è il secondo romanzo della scrittrice americana Celeste Ng e racconta le vicende che si svolgono a Shaker Heights. E’ una piccola cittadina in Ohio, un luogo a prima vista perfetto, con famiglie abbienti e ben integrate. L’arrivo di Mia e di sua figlia Pearl farà scoprire quello che si nasconde dietro una facciata di pura perfezione.

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La scrittrice racconta in terza persone le vicende di Mia e della famiglia Richardson, e così ci troviamo ad osservare dall’esterno, senza nessun tipo di influenza da parte della Ng. E’ un racconto molto fluido e veramente ben caratterizzato.

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Tanti i temi trattati: il razzismo, la famiglia, la società, ma il punto centrale è la maternità. Sia Mia che Elena sono madri, eppure hanno affrontato la vita in modo diametralmente opposto. La vicenda giudiziaria sull’adozione della bambina di Bebe è proprio terreno di scontro tra la perfezionedi Elena e l’impulsività e l’istinto di Mia.

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La lettura di questo romanzo è molto scorrevole e avvincente grazie alla bravura della scrittrice, che sa raccontare e descrivere in modo molto dettagliato, ma mai voyeristico, la vita a Shaker Heights. L’aspetto più accattivante, però, è nei dialoghi serrati, che tirano fuori la vera anima dei protagonisti.

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“Tanti piccoli fuochi” è un buon romanzo che tratta temi molto attuali, senza mai, però, giudicare. La scrittrice lascia libero il lettore di farsi una propria opinione, anche perchè non ha nessun interesse a far sapere la sua opinione. E poi, grazie allo stile, la lettura scorre con estrema facilità senza mai annoiare. Piccola nota: da questo romanzo è stata tratta la serie televisiva omonima, disponibile su Amazon Prime.

Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)

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“TUTTO IL BENE CHE SI PUO'” DI RYE CURTIS LEGGI LA RECENSIONE

“Rocketman” recensione film

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“Rocketman” recensione film

“Rocketman” recensione film

Disponibile su Amazon Prime Video

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Regia: Dexter Fletcher
Cast: Taron Egerton, Jamie Bell, Richard Madden, Bryce Dallas Howard, Gemma Jones, Steven Mackintosh, Tom Bennett, Charlie Rowe, Stephen Graham, Tate Donovan, Matthew Illesley, Kit Connor, Jason Pennycooke, Harriet Walter
Genere: Biografico, drammatico, musicale
Durata: 121 minuti
Voto: ♥♥♥ (su 5)

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La trama

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Il film racconta la storia di Elton John. Ripercorrendo la sua vita dagli albori della Royal Academy of Music, in cui era un timido e talentuoso pianista, fino agli anni ottanta, momento di massimo splendore della sua carriera. Iniziando con dei flashback, partendo dal momento in cui Elton fa parte del gruppo di recupero nella rehab in cui si ricovera nel 1983 per abuso di alcol e droga. L’artista parla di sé stesso nella Londra di metà anni cinquanta, dove era ancora conosciuto con il nome di Reginald Dwight.

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Il nostro giudizio

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Parlare di “Rocketman” senza fare nemmeno un paragone con “Bohemian Rhapsody” è praticamente impossibile. Perché il regista Dexter Fletcher è lo stesso che ha preso il posto di Bryan Singer, licenziato in tronco durante la lavorazione del biopic sui Queen e Freddie Mercury. Visto il grande successo ottenuto da quest’ultimo, è stato proprio lo stesso Elton John a scegliere il medesimo autore per mettere in scena la sua vita al cinema.

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Un paragone, dicevamo, tanto obbligato quanto ingeneroso, perché Fletcher sceglie di seguire una strada completamente diversa da quella intrapresa in “Bohemian Rhapsody”. Se, infatti, in quel caso scelse di rimanere fortemente attaccato alla realtà, in “Rocketman” opta per un musical che chiede molto in prestito alla fantasia. Una scelta che sembra dettata dal voler seguire le vicende con gli occhi allucinati del protagonista. Protagonista che appare sin da subito come un supereroe della Marvel, ovvero dotato di un grande superpotere (quello della Musica) dal quale derivano enormi responsabilità, troppo difficili da portare su due spalle soltanto. L’opzione musical, però, per assurdo, va a penalizzare proprio le canzoni, soprattutto le più iconiche. La volontà di far ascoltare le hit più celebri (pure quelle trascurabili) fa sì che pietre miliari della sua discografia (“Your Song” e la title song, su tutte) scorrano quasi senza lasciare traccia.

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La bellezza di “Rocketman” sta nella volontà di non voler nascondere le tante (troppe) debolezze di Elton John. Ecco, dunque, che non ci vengono risparmiati abuso di droghe, alcol e tentati suicidi. Tutto qui viene reso evidente, dal carattere scorbutico dell’artista fino (evviva!) alla sua omosessualità, vissuta e raccontata senza alcuna ‘censura’. Decisamente meno apprezzabile, invece, è il tono assolutorio che la pellicola mostra nel giustificare le scelte autodistruttive del musicista.

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“Rocketman” recensione film

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Sebbene non si possa parlare di ‘agiografia’ di Elton John, bisogna però dire che è fin troppo evidente che ad orchestrare l’intero progetto ci sia la sua mano. A guardare il film, infatti, pare che dietro la sua caduta nel tunnel di alcol e droga ci sia soltanto la mancanza d’affetto, riscontrata da bambino e proseguita in età adulta. Un anatema lanciato dalla madre che l’ha condannato a non essere amato, come se non esistesse, al contempo, un libero arbitrio che è l’unica bussola delle scelte di qualsiasi essere umano. Che le colpe dei padri (e delle madri) ricadano sui figli, insomma, è una teoria tutta da dimostrare.

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Ma in “Rocketman” viene data per assunta, ed allora il protagonista è costantemente dipinto come vittima degli eventi, come la gallina dalle uova d’oro da sfruttare. Una via d’uscita facile da intraprendere e persino un espediente ottimo per rendere la sua vita un perfetto esempio di romanzo cinematografico. Da evidenziare, poi, le ottime scelte fatte in fase di casting, perché la crescita di Elton John è raccontata coi volti giusti sia nell’età infantile che in quella adulta. Taron Egerton e i suoi giovanissimi colleghi, infatti, sono molto somiglianti e perfettamente calati nella parte. Tutto bello, insomma, ma, probabilmente, una maggiore sincerità avrebbe reso il film di un livello superiore a un prodotto di buona fattura per accattivarsi, ancor di più, la simpatia dei fan.

Francesco G. Balzano

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“STO PENSANDO DI FINIRLA QUI” RECENSIONE FILM

“La mia vita da zucchina” recensione film

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“La mia vita da zucchina” recensione film

“La mia vita da zucchina” recensione film

Disponibile su: Amazon Prime Video

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Regia: Claude Barras
Voci italiane: Lorenzo D’Agata, Lucrezia Roma, Riccardo Suarez, Stefano Mondini, Gabriele Meoni, Chiara Fabiano, Luca Tesei, Anita Ferraro, Barbara Salvucci, Paola Giannetti, Fabrizia Castagnoli, Riccardo Scarafoni
Genere: Animazione, Commedia, Drammatico
Durata: 66 minuti
Voto: ♥♥♥♥

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La trama

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Il protagonista della storia è un bambino di 9 anni soprannominato Zucchina. Dopo la scomparsa della madre viene mandato a vivere in una casa famiglia. Grazie all’amicizia di un gruppo di coetanei, tra cui spicca la dolce Camille, riuscirà a superare ogni difficoltà. Abbracciando infine una nuova vita.

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Il nostro giudizio

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“La mia vita da zucchina” è un film che ha molto coraggio, perché riesce a parlare di argomenti assai delicati senza mai ricorrere ad un buonismo di comodo. Racconta, infatti, una storia solo apparentemente ruvida, ma in realtà carica di una profonda umanità ed un’incredibile carica empatica nei confronti dei piccoli protagonisti. Il merito è, soprattutto, della splendida sceneggiatura ci Céline Sciamma che, con incredibile bravura, riesce a creare un perfetto mix di elementi drammatici, anche profondissimi, mitigati con una giusta dose di speranza.

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Non è facile parlare ad un pubblico di giovanissimi di un loro pari età con una vita familiare insostenibile. Nessun bambino dovrebbe sapere che esistono genitori tutt’altro che amorevoli e, anzi, deleteri per la propria crescita, come accade a Zucchina. Però è innegabile che anche questa, seppur amarissima, è una realtà. Allora, è bene indorare la pillola e dire pure che gli istituti minorili non sono sempre un inferno in terra, anzi, molte volte offrono una speranza, seppur piccola, a chi, suo malgrado, a costretto a viverci.

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“La mia vita da zucchina” recensione film

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“La mia vita da zucchina”, come se non bastasse, affronta pure lo spinosissimo tema della sessualità. Perché non è vero che le domande su cosa accade nei rapporti con l’altro sesso sono appannaggio della pubertà, ma iniziano molto prima. E la risposta non può e non deve essere pudica, ma, al contrario, libera da ogni pudore, come sono (che bellezza!) le menti dei bambini. Parlavamo di questa pellicola come di una pellicola coraggiosa, ed effettivamente è così.

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Perché si immerge nei problemi, li indaga da dentro e non li giudica da fuori. La splendida regia di Claude Barras non ha intenti moralistici. Preferisce piuttosto mettere a confronto diretto il pubblico con i suoi pupazzi in step-motion, che hanno occhi troppo grandi e innocenti per poter mentire. Splendida e commovente la cover di “Le vent nous portera” dei Noir Desir realizzata, chitarra, controbasso e vibrafono, dalla splendida voce della svizzera Sophie Hunger.

Francesco G. Balzano

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“GLI ANNI PIU’ BELLI” RECENSIONE FILM

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