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Gli USA compiono nuovi attacchi su obiettivi Houthi

Gli USA compiono nuovi attacchi su obiettivi Houthi

Gli USA compiono nuovi attacchi su obiettivi Houthi

da corriere.it

Il New York Times ha riportato su una nuova operazione degli USA, questa volta mirata a un impianto radar nello Yemen, nell’ambito delle crescenti tensioni con i ribelli Houthi. Questo nuovo attacco, secondo fonti del Pentagono, è concepito per aggravare i danni causati dai precedenti bombardamenti alla capacità degli Houthi di minacciare il traffico marittimo nel Mar Rosso. Il Comando Centrale degli USA ha dichiarato che l’obiettivo è ridurre la loro capacità di attaccare i trasporti marittimi, inclusi quelli commerciali.

Conferma dell’esercito statunitense sull’attacco agli Houthi

Washington ha ufficialmente annunciato di aver condotto un attacco contro i ribelli Houthi nello Yemen, subito dopo i bombardamenti congiunti americani e britannici contro siti Houthi accusati di minacciare il traffico marittimo internazionale nel Mar Rosso. Il Comando militare centrale degli USA (Centcom) ha comunicato che le forze statunitensi hanno attaccato un sito radar nello Yemen intorno alle 3:45 ora locale di sabato (00:45 GMT).

Gli USA compiono nuovi attacchi su obiettivi Houthi – Tensioni crescenti nel Mar Rosso

Nelle ultime settimane, la tensione nel Mar Rosso è salita, soprattutto a causa degli attacchi degli Houthi al traffico marittimo, in solidarietà con la Striscia di Gaza. Il presidente statunitense, Joe Biden, aveva precedentemente minacciato gli Houthi con ulteriori attacchi contro le loro posizioni se non avessero cessato il fuoco nel Mar Rosso.

Israele contro l’ONU

In un dibattito al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, Israele ha rivolto pesanti critiche all’ONU, definendola “uno strumento contro Israele” e affermando che è “non solo distrutta, ma pericolosa”. La difesa di Israele alla Corte penale internazionale ha sostenuto che “atti di genocidio sono perpetrati contro di noi”. In risposta, l’ambasciatore palestinese ha invocato un cessate il fuoco, sostenendo che Israele ha deliberatamente distrutto tutto a Gaza.

Dinamiche complesse nelle relazioni internazionali

Le azioni statunitensi contro gli Houthi rientrano in un contesto geopolitico complesso, in cui gli equilibri tra le potenze mondiali si fanno sempre più tesi. Le tensioni nel Mar Rosso, la minaccia al traffico marittimo e le critiche tra Israele e l’ONU rendono questo scenario diplomatico estremamente delicato.

Riflessioni sul futuro

Le azioni militari e le accuse di genocidio aumentano la complessità delle dinamiche internazionali. La comunità internazionale sarà chiamata a valutare attentamente le implicazioni di queste situazioni, cercando soluzioni diplomatiche e promuovendo il dialogo per ridurre le tensioni e prevenire ulteriori conflitti. Il futuro appare incerto, con molte incognite che richiederanno la collaborazione e l’impegno di tutte le parti coinvolte.

TAIWAN DALLE FOLLE PER LE ELEZIONI ARRIVA LA SFIDA A PECHINO MA LA CINA AVVERTE: “SCHIACCEREMO I COMPLOTTI INDIPENDENTISTI”

Taiwan dalle folle per le elezioni arriva la sfida a Pechino ma la Cina avverte: “Schiacceremo i complotti indipendentisti”

Taiwan dalle folle per le elezioni arriva la sfida a Pechino ma la Cina avverte: “Schiacceremo i complotti indipendentisti”

Taiwan dalle folle per le elezioni arriva la sfida a Pechino ma la Cina avverte: “Schiacceremo i complotti indipendentisti”

da corriere.it

Le piazze di Taipei hanno visto una notevole partecipazione di centinaia di migliaia di cittadini, in particolare giovani, nella notte precedente alle elezioni presidenziali e parlamentari. Questa straordinaria partecipazione popolare rappresenta una sfida significativa al Partito Comunista Cinese e al suo atteggiamento autoritario. La Cina, da parte sua, ha inviato un chiaro avvertimento a Taiwan attraverso il suo esercito, sottolineando la loro determinazione nel “schiacciare ogni complotto indipendentista”.

Elezioni cruciali per Taiwan

Le elezioni, decisive per il futuro dell’isola, vedranno l’elezione del nuovo leader taiwanese, il cui compito principale sarà difendere l’isola dalla minaccia di “riunificazione” avanzata dalla Cina. L’esercito cinese ha manifestato la sua prontezza nell’affrontare qualsiasi tentativo indipendentista, mentre i tre candidati presidenziali hanno proposte diverse per affrontare questa crescente minaccia.

Taiwan dalle folle per le elezioni arriva la sfida a Pechino ma la Cina avverte: “Schiacceremo i complotti indipendentisti” – Giochi geopolitici tra Pechino e Washington

Allo stesso tempo, si stanno svolgendo giochi geopolitici cruciali tra Pechino e Washington. Gli USA, in consultazione con la Cina, cercano di evitare un aumento dell’aggressività militare in risposta alla proclamazione del nuovo leader taiwanese. La Cina, d’altra parte, ha condotto una campagna elettorale non ufficiale, avvertendo i taiwanesi di fare “la scelta giusta” tra pace e guerra.

La “bestia nera” di Xi Jinping

Il principale avversario di Xi Jinping, William Lai Ching-te del Partito Democratico Progressista (DPP), è considerato dalla Cina come la sua “bestia nera”. Lai parla apertamente di “sovranità di fatto” senza la necessità di proclamare l’indipendenza. La Cina, durante gli otto anni di governo del DPP, ha chiuso ogni canale di dialogo e ha minacciato di adottare soluzioni coercitive.

Tensioni tra Stati Uniti e Cina

Dopo i colloqui al Pentagono tra alti funzionari militari degli USA e della Cina, il segretario di Stato Antony Blinken ha programmato un incontro con Liu Jianchao, capo della divisione internazionale del Partito Comunista Cinese. Gli statunitensi cercano di proteggere il loro rapporto con la Cina, ma allo stesso tempo, la Casa Bianca sta preparando una missione non ufficiale per consultare il nuovo presidente taiwanese, confermando l’impegno statunitense per difendere Taipei da eventuali aggressioni.

La sfida del prossimo presidente di Taiwan

Il candidato principale del Kuomintang, Hou Yu-ih, propone una distensione con la Cina, pur senza illusione, sottolineando che Taiwan può cercare il dialogo, ma non può cedere alle pressioni per la “riunificazione”. Il terzo candidato, il chirurgo Ko Wen-jie del Partito del Popolo Taiwanese (TPP), suggerisce che Taiwan dovrebbe adottare mosse accettabili sia per la Cina che per gli Stati Uniti, resistendo alle minacce cinesi e navigando tra le tensioni tra le due superpotenze. La missione del prossimo presidente di Taiwan sarà di alto rischio, ma cruciale per il futuro stabile dell’isola.

VITTORIO SGARBI E IL QUADRO DI MANETTI SEQUESTRATO: “L’HO CONSEGNATO IO”

Vittorio Sgarbi e il quadro di Manetti sequestrato: “L’ho consegnato io”

Vittorio Sgarbi e il quadro di Manetti sequestrato: “L’ho consegnato io”

Vittorio Sgarbi e il quadro di Manetti sequestrato: “L’ho consegnato io”

da corriere.it

La posizione di Vittorio Sgarbi nell’inchiesta relativa al presunto auto riciclaggio di un’opera d’arte si complica ulteriormente per via del “sequestro probatorio” del dipinto incriminato e della sua controversa replica in 3D. Il sottosegretario alla Cultura è indagato per la presunta acquisizione di un quadro del ‘600 di autore ignoto, rubato nel 2013 da un castello in Piemonte. La sua abitazione a Roma, quella a San Severino Marche e i magazzini della fondazione Sgarbi-Cavallini a Ro’ Ferrarese sono stati perquisiti, con il quadro ora soggetto a un esame per determinarne l’autenticità.

Complicazioni nell’indagine

Nel corso della perquisizione, sono stati sequestrati non solo il dipinto, ma anche computer, dispositivi telematici e documenti dalle abitazioni di Sgarbi. Questo materiale sarà scrutinato per stabilire se “La cattura di San Pietro”, esposta da Sgarbi nel 2021 a Lucca, sia la stessa opera rubata otto anni prima o una sua versione modificata. Il decreto di perquisizione afferma che Sgarbi avrebbe compiuto operazioni per ostacolare l’identificazione del dipinto come oggetto di furto, sostenendo che la versione esposta presenti alcune discrepanze rispetto all’originale.

Vittorio Sgarbi e il quadro di Manetti sequestrato: “L’ho consegnato io” – Il motivo del sequestro

Il decreto di perquisizione sottolinea che Sgarbi avrebbe acquisito illegalmente il dipinto rubato, compiendo azioni finalizzate a occultarne l’origine criminale. Il quadro, intitolato “Un giudice che condanna un uomo dal viso venerando dal profilo di San Pietro”, è di autore ignoto e proverrebbe dal furto avvenuto nel 2013 presso il castello di Buriasco. Si sospetta che Sgarbi abbia compiuto queste azioni in concorso con individui ancora non identificati.

La copia in 3D

Il decreto di perquisizione menziona anche la replica in 3D del dipinto, commissionata da Sgarbi a un laboratorio di Correggio. Tale copia, secondo l’inchiesta, sarebbe stata modificata per attenuare i segni del restauro, probabilmente effettuato quando il dipinto fu “ritagliato” dalla cornice, spiegando così le dimensioni ridotte rispetto all’originale. Questa replica è ora parte integrante dell’indagine che cerca di svelare la verità dietro il presunto auto riciclaggio.

La versione di Sgarbi

Nonostante l’indagine in corso, Vittorio Sgarbi appare tranquillo e sostiene di essere stato lui a consegnare volontariamente il dipinto. Secondo Sgarbi, ha informato il procuratore di Macerata della sua disponibilità a consegnare il quadro, ma sembra che ci sia stato un malinteso sulla sua residenza, con i carabinieri che sono arrivati prima a Roma e successivamente a Ro Ferrarese. Sgarbi insiste sul fatto che non si tratta di una perquisizione vera e propria, ma di una consegna volontaria da parte sua.

Ottimismo di Sgarbi

Sgarbi rimane ottimista riguardo all’evolversi della situazione, nonostante abbia ricevuto un avviso di garanzia. Egli sostiene che il dipinto originale di Manetti è perfettamente integro e sottolinea che una perizia eseguita da un esperto conferma l’autenticità. Secondo Sgarbi, la versione esposta presenta solo tracce di un restauro malfatto, e la parte della candela è ben conservata. Ritiene che tutto si risolverà presto, credendo che l’indagine porterà alla luce una spiegazione semplice.

USA E GRAN BRETAGNA ATTACCANO HOUTHI IN YEMEN E BIDEN SPIEGA: “RISPOSTA A ATTACCHI CONTRO NAVI”

USA e lo stop agli aiuti all’Ucraina: Casa Bianca annuncia la fine dei fondi

USA e lo stop agli aiuti all’Ucraina: Casa Bianca annuncia la fine dei fondi

USA e lo stop agli aiuti all’Ucraina: Casa Bianca annuncia la fine dei fondi

da ansa.it

Il Consiglio per la Sicurezza Nazionale degli USA, attraverso il portavoce John Kirby, ha dichiarato la cessazione dell’assistenza militare dell’America all’Ucraina nella sua lotta contro la Russia. Questa notizia arriva come un duro colpo per Kiev, che vede ridursi sempre di più il tempo per ottenere nuove forniture militari dagli alleati occidentali. I fondi precedentemente stanziati dal Congresso statunitense si sono esauriti, gettando un’ombra di incertezza sul futuro delle operazioni militari ucraine.

Negoziazioni in corso a Washington: nuovo pacchetto di aiuti in discussione

Mentre dem e repubblicani continuano i negoziati a Washington per un nuovo pacchetto di aiuti, potenzialmente correlato a misure di sicurezza al confine con il Messico per affrontare la crisi migratoria, l’Ucraina si trova in una posizione critica. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha lanciato un appello per un sostegno militare più robusto nei confronti dei Paesi baltici. Che sono fortemente convinti della necessità di perseguire una vittoria ucraina sul campo.

USA e lo stop agli aiuti all’Ucraina: Casa Bianca annuncia la fine dei fondi – Minacce nucleari da parte di Mosca: Medvedev avverte l’Occidente

Dmitry Medvedev, ex presidente russo e attuale vice capo del Consiglio di Sicurezza nazionale, ha minacciato l’uso di armi atomiche nel caso in cui l’Occidente fornisse all’Ucraina missili a lungo raggio capaci di colpire profondamente nel territorio russo. Questa minaccia è stata formulata come una risposta potenziale a una crescente tensione nella regione, mettendo ulteriormente a rischio la stabilità geopolitica.

Scadenza critica per il Congresso Americano: possibili conseguenze di uno shutdown

Il Congresso statunitense ha un breve periodo di tempo per negoziare le voci della spesa pubblica, tra cui gli aiuti all’Ucraina, prima della scadenza del 19 gennaio, che potrebbe portare a un parziale shutdown. Tuttavia, Zelensky avverte che qualsiasi interruzione nell’assistenza militare dell’Ucraina darebbe a Mosca l’opportunità di riarmarsi e rafforzare la sua presa sul Paese. Il presidente ucraino ha sottolineato la necessità che l’impegno dell’Europa venga mantenuto, richiedendo il milione di munizioni promesso e garanzie più concrete sull’adesione futura all’NATO e all’UE.

USA e lo stop agli aiuti all’Ucraina: Casa Bianca annuncia la fine dei fondi – Appello di Zelensky e critiche alle misure di mobilitazione: dibattito in Ucraina

Zelensky ha rivolto un appello ai leader europei dall’Estonia, affermando che qualsiasi pausa nella difesa ucraina darebbe a Mosca un vantaggio strategico. Nel frattempo, il dibattito in Ucraina riguardo a nuove misure di mobilitazione è acceso. Il Parlamento ha rimandato al governo una proposta di legge su una nuova leva, citando preoccupazioni riguardo a violazioni dei diritti umani. Zelensky ha esortato coloro che possono essere mobilitati a rimanere nel Paese e supportare l’Ucraina, definendo la questione etica e morale.

Le minacce di Medvedev e gli scontri sul terreno: tensioni in aumento

Medvedev, dal canto suo, sostiene che gli ucraini stiano valutando l’utilizzo di missili a lungo raggio forniti dall’Occidente per colpire le basi di lancio russe. Tuttavia, questo potrebbe innescare una risposta nucleare da parte russa, secondo la clausola 19 della dottrina russa sull’uso delle armi atomiche in risposta a un’aggressione che minacci l’esistenza dello Stato. Nel frattempo, sul terreno, gli scontri proseguono con attacchi aerei e missilistici da entrambe le fazioni, causando danni e feriti, compresi giornalisti colpiti in un attacco a Kharkiv.

Annuncio di Mosca: cessate il fuoco per l’Iaea sulla strada per la centrale nucleare di Zaporizhzhia

Il Ministero della Difesa russo ha dichiarato un cessate il fuoco di 12 ore lungo la strada che gli ispettori dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica avrebbero dovuto percorrere per raggiungere la centrale nucleare di Zaporizhzhia. Questa mossa sembra essere un gesto per agevolare il cambio di personale dell’Iaea, anche se il contesto di tensione nella regione solleva dubbi sulla reale efficacia di tale iniziativa.

STRAGE DI ERBA I TESTIMONI DELLA DIFESA FANNO EMERGERE NUOVE PROSPETTIVE: “FU UNA FAIDA PER DROGA”

 

Strage di Erba i testimoni della difesa fanno emergere nuove prospettive: “Fu una faida per droga”

Strage di Erba i testimoni della difesa fanno emergere nuove prospettive: “Fu una faida per droga”

Strage di Erba i testimoni della difesa fanno emergere nuove prospettive: “Fu una faida per droga”

da corriere.it

Il processo di riapertura per il caso della strage di Erba, avvenuta l’11 dicembre 2006, si arricchisce di nuove testimonianze che potrebbero scagionare Olindo Romano e Rosa Bazzi. Questi ultimi sono attualmente detenuti con l’accusa di aver commesso l’omicidio di Raffaella Castagna, suo figlio Youssef, sua madre Paola e la vicina Valeria Cherubini, attraverso l’utilizzo di coltelli e spranghe. La difesa sostiene che dietro questi omicidi si nasconda una faida legata al traffico di droga, una teoria già scartata dalla Cassazione.

Il dubbio sulle piste giuste: guerra per il controllo della droga

Gli avvocati della coppia detenuta sono ottimisti riguardo al peso delle “nuove testimonianze”. Fabio Schembri, particolarmente impegnato nel dimostrare l’innocenza degli imputati, ritiene che queste testimonianze possano contribuire a ricostruire l’intero quadro e a indirizzare le indagini verso una possibile faida. Secondo questa prospettiva, la faida sarebbe una guerra tra un gruppo di marocchini e i rivali tunisini, tra cui Azouz Marzouk, il marito di Raffaella. Il presunto movente dietro questa guerra sarebbe legato al traffico di droga.

Strage di Erba i testimoni della difesa fanno emergere nuove prospettive: “Fu una faida per droga” – Le testimonianze controverse

Tuttavia, alcune di queste testimonianze sono già state ascoltate in passato, senza essere giudicate di particolare rilevanza dalle tre sentenze emesse finora. Un esempio è l’ex capitano dei carabinieri di Erba, Beveroni, che secondo la difesa dovrebbe raccontare di come il suo luogotenente, il maresciallo Gallorini, avrebbe influenzato il testimone oculare della strage, Mario Frigerio, inducendolo a un “falso ricordo” e suggerendogli il nome di Olindo. Tuttavia, la credibilità di queste affermazioni è messa in discussione, dato che nessuna delle sentenze emesse le ha considerate significative.

Contraddizioni e dubbi: la verità dietro l’accusa

La Cassazione ha già escluso la pista della faida legata alla droga, sostenendo che non ci sono prove che Marzouk avesse conti in sospeso con ambienti criminali. Tuttavia, i nuovi testimoni, come Abdi Kais, ex compagno d’affari di Marzouk nel traffico di droga, forniscono un’ulteriore prospettiva. Kais, ora compagno di cella di Marzouk, afferma che quest’ultimo si era mostrato preoccupato per la sicurezza della sua famiglia e aveva chiesto a Kais di vigilare su di loro dopo la sua liberazione.

Sospetti sulla conduzione dell’indagine: i carabinieri e le Interferenze

La difesa insinua che l’indagine potrebbe essere stata condotta in modo scorretto, suggerendo la possibile interferenza del maresciallo Gallorini nel processo investigativo. Un altro testimone, Giovanni Tartaglia, un ex maresciallo congedato con disonore dall’Arma, potrebbe sollevare dubbi sulla correttezza delle intercettazioni ambientali in ospedale, anche se il suo coinvolgimento nel caso potrebbe essere influenzato da un’errata interpretazione.

Prossima tappa: 1° Marzo

Nel frattempo, Olindo e Rosa hanno ribadito la propria innocenza in una dichiarazione al Tg1. Descrivendosi come “due persone semplici”, affermano di essere stati ingiustamente incarcerati e accusati. Sottolineano il ruolo dei carabinieri nel suggerire loro di confessare per ottenere uno sconto di pena. La prossima tappa del processo è fissata per il 1° marzo, quando ulteriori testimonianze potrebbero gettare luce sulla complessa vicenda della strage di Erba, ancora priva di colpevoli.

ACCA LARENTIA SCHLEIN ATTACCA E PIANTEDOSI RISPONDE: “I VOSTRI GOVERNI NON HANNO MAI SCIOLTO ORGANIZZAZIONI EVERSIVE”

Acca Larentia Schlein attacca e Piantedosi risponde: “I vostri governi non hanno mai sciolto organizzazioni eversive”

Acca Larentia Schlein attacca e Piantedosi risponde: “I vostri governi non hanno mai sciolto organizzazioni eversive”

Acca Larentia Schlein attacca e Piantedosi risponde: “I vostri governi non hanno mai sciolto organizzazioni eversive”

da tg.la7.it

Durante l’ultima sessione di question time alla Camera, il focus è stato sui recenti eventi accaduti ad Acca Larentia. Elly Schlein, segretaria del Pd, ha preso la parola attaccando duramente il governo e accusando di connivenza con organizzazioni legate al passato fascista.

Schlein difende la sua posizione

Schlein ha rincarato la dose definendo l’approccio del governo come un “branco organizzato”, riferendosi alle gesta di esponenti politici come Rampelli e sottolineando la nostalgia del partito fascista. Ha rilevato l’assenza di distanziamento della presidente del Consiglio, definendo l’atteggiamento della Meloni “imbarazzante”.

Attacco alla Meloni

Le critiche non si sono limitate al governo, con Schlein che ha attaccato direttamente la presidente Meloni, ricordando il suo legame con Rampelli e Castellino, quest’ultimo condannato per l’assalto alla Cgil nel 2008. Schlein ha accusato la Meloni di non aver dichiarato apertamente la propria posizione antifascista durante la conferenza di fine anno.

La Russa nel mirino

Anche La Russa non è sfuggito alle critiche di Schlein, che ha definito inaccettabili le sue parole sul saluto romano, accusandolo di insultare la resistenza.

Acca Larentia Schlein attacca e Piantedosi risponde: “I vostri governi non hanno mai sciolto organizzazioni eversive” – Risposta del Ministro Piantedosi

Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha risposto alle interrogazioni durante il question time, affrontando le accuse di Schlein. Ha sottolineato la complessità nel prendere iniziative contro organizzazioni eversive, richiamando l’attenzione sul fatto che anche i governi passati non hanno agito in tal senso.

Eventi ad Acca Larentia

La commemorazione dell’anniversario della strage di Acca Larentia ha visto centinaia di militanti di estrema destra radunarsi, manifestando con saluti romani. Le opposizioni chiedono a Meloni di prendere una posizione chiara, mentre le polemiche continuano tra gli schieramenti politici.

Acca Larentia Schlein attacca e Piantedosi risponde: “I vostri governi non hanno mai sciolto organizzazioni” – Azioni delle forze dell’ordine

Piantedosi ha dichiarato che la questura ha già trasmesso una prima informativa di reato alla magistratura, contestando il delitto di apologia del fascismo a cinque esponenti di CasaPound presenti alla manifestazione. Ha evidenziato la distanza trasversale delle forze politiche da tali comportamenti e la consistente riduzione del numero di partecipanti rispetto agli anni precedenti.

La complessità dello scioglimento delle organizzazioni eversive

Sull’insistenza del Pd nel chiedere lo scioglimento di gruppi neofascisti, Piantedosi ha ribadito la complessità normativa e la mancanza di iniziative passate da parte di governi, anche di orientamento politico simile agli interroganti.

In conclusione, la questione di Acca Larentia continua a sollevare dibattiti accesi in Parlamento, con accuse e controaccuse che rendono evidente la profonda divisione riguardo alle azioni da intraprendere nei confronti delle organizzazioni legate al passato fascista.

“STRAGE DI ERBA” NUOVO PROCESSO PER OLINDO ROMANO E ROSA BAZZI LA DIFESA: “SPERIAMO NELL’ASSOLUZIONE”

“Strage di Erba” nuovo processo per Olindo Romano e Rosa Bazzi La difesa: “Speriamo nell’assoluzione”

“Strage di Erba” nuovo processo per Olindo Romano e Rosa Bazzi La difesa: “Speriamo nell’assoluzione”

“Strage di Erba” nuovo processo per Olindo Romano e Rosa Bazzi La difesa: “Speriamo nell’assoluzione”

da corriere.it

La Corte d’Appello di Brescia ha convocato Olindo Romano e Rosa Bazzi per discutere la revisione del processo inerente alla strage di Erba, che li ha condannati all’ergastolo in via definitiva nel 2006. L’udienza, prevista per il 1° marzo, affronterà le istanze di revisione avanzate dalla difesa e dal sostituto procuratore generale di Milano, Cuno Tarfusser.

Riunione delle istanze di revisione da parte della Corte d’Appello

La Corte d’appello di Brescia, agendo come giudice della revisione, ha accolto e unito le istanze di revisione presentate dagli avvocati di Romano e Bazzi, insieme al sostituto procuratore generale Tarfusser. Un decreto di citazione è stato notificato, indicando il primo marzo come data per l’inizio delle discussioni sul merito delle richieste di revisione.

“Strage di Erba” nuovo processo per Olindo Romano e Rosa Bazzi La difesa: “Speriamo nell’assoluzione” – Possibili esiti del processo di revisione

Nel corso della prima udienza, sarà dibattuto l’ammissione di nuove prove o testimonianze. Il processo potrebbe concludersi con l’assoluzione di Rosa Bazzi e Olindo Romano, oppure con una condanna, o ancora con la dichiarazione di inammissibilità dell’istanza di revisione.

Ottimismo nella difesa e nelle dichiarazioni di Tarfusser

Un difensore di Romano e Bazzi, Fabio Schembri, ha espresso ottimismo, dichiarando: “Speriamo che questa volta il processo finisca in modo diverso, con un’assoluzione.” Anche Cuno Tarfusser ha mostrato soddisfazione per la decisione della Corte d’Appello, dichiarando: “Sono contento, è una grandissima soddisfazione professionale.”

“Strage di Erba” nuovo processo per Olindo Romano e Rosa Bazzi La difesa: “Speriamo nell’assoluzione” – Punto di vista di Beppe Castagna: “La verità giudiziaria è stata già scritta”

Beppe Castagna, che perse la madre, la sorella e il nipote nella strage di Erba, ha ribadito la convinzione nella colpevolezza di Romano e Bazzi. “Non parteciperemo come parte civile se si dovesse rifare un nuovo processo, per noi la verità giudiziaria è stata già scritta,” ha affermato Castagna, respingendo la possibilità di un nuovo esame del caso.

Richiesta di revisione: nuovi elementi e approfondimenti

La richiesta di revisione presentata dalla difesa, firmata da un team di legali, chiede la riesame del caso sia per l’introduzione di nuovi elementi che per l’approfondimento di aspetti specifici della normativa. Secondo Fabio Schembri, uno degli avvocati, la revisione è richiesta in relazione alle lettere C e D della norma che regola la materia.

SALVINI SULLE EUROPEE: “NON MI CANDIDO MA MI PIACEREBBE AVERE TRA I NOSTRI IL GENERALE VANNACCI”

Salvini sulle Europee: “Non mi candido ma mi piacerebbe avere tra i nostri il generale Vannacci”

Salvini sulle Europee: “Non mi candido ma mi piacerebbe avere tra i nostri il generale Vannacci”

Salvini sulle Europee: “Non mi candido ma mi piacerebbe avere tra i nostri il generale Vannacci”

da corriere.it

Una svolta nel piano politico di Salvini: rinuncia alle Europee e punta a raggiungere il Movimento 5 Stelle

Matteo Salvini, vicepremier e ministro delle Infrastrutture, ha ufficialmente annunciato il suo distacco dalle elezioni europee imminenti. Durante un’intervista a Quarta Repubblica su Retequattro, il leader della Lega ha comunicato la sua decisione di non candidarsi, preferendo concentrarsi sul suo ruolo attuale e puntando a raggiungere il Movimento 5 Stelle in termini di consenso elettorale.

Salvini sulle Europee: “Non mi candido ma mi piacerebbe avere tra i nostri il generale Vannacci” – Rinuncia alle Europee: priorità al ruolo di Ministro

“Non mi candido” sono state le parole chiare di Salvini, sottolineando il suo impegno attuale come ministro delle Infrastrutture. Ha manifestato il desiderio di continuare a svolgere il ruolo al massimo delle sue capacità e ha indicato che il futuro della Lega sarà orientato verso una collaborazione con il Movimento 5 Stelle.

Obiettivo: raggiungere il consenso del Movimento 5 Stelle

Salvini ha spiegato che la sua ambizione è quella di superare il consenso ottenuto dal Movimento 5 Stelle alle elezioni europee precedenti. Questa dichiarazione indica un cambio di strategia elettorale, con il leader leghista che cerca di consolidare il proprio sostegno elettorale puntando a risultati migliori rispetto alle elezioni passate.

Salvini sulle Europee: “Non mi candido ma mi piacerebbe avere tra i nostri il generale Vannacci” – Il Generale Vannacci come possibile candidato: una riflessione di Salvini

Durante l’intervista, Salvini ha fatto riferimento al generale Vannacci come una possibile candidatura per la Lega alle europee. Ha espresso il suo favore per questa scelta, presentando il generale come una vittima delle politiche della sinistra radical chic. Tuttavia, il generale ha risposto con prudenza, dichiarando di valutare attentamente l’offerta e ribadendo il suo attuale ruolo di soldato.

Ringraziamenti e riflessioni future

Il possibile candidato ha ringraziato per i pensieri positivi e la fiducia espressa nei suoi confronti. Ha sottolineato che valuterà con calma le prossime mosse politiche, mantenendo comunque il suo ruolo di soldato a servizio del Paese. Questa dichiarazione apre uno spazio per ulteriori riflessioni sulla direzione futura della Lega e sulle dinamiche politiche in vista delle elezioni europee.

Scenario politico in evoluzione e la posizione di Meloni

La scelta di Salvini arriva in un momento di evoluzione politica, con i partiti di governo che stanno valutando le proprie strategie per le elezioni europee. La posizione di Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, sulla sua candidatura condizionata al consenso degli alleati, evidenzia la complessità delle dinamiche di coalizione. La situazione è destinata a evolversi nei prossimi mesi, con la figura del generale Vannacci che potrebbe assumere un ruolo centrale nella strategia elettorale della Lega.

In conclusione, la decisione di Salvini di non candidarsi alle elezioni europee apre nuovi scenari politici, con l’obiettivo dichiarato di superare il consenso del Movimento 5 Stelle. L’eventuale candidatura del generale Vannacci aggiunge un elemento intrigante alle prospettive della Lega in vista del prossimo scrutinio europeo.

LOTTERIA ITALIA IL FONDATORE DEL BAR CHE HA VENDUTO IL BIGLIETTO FORTUNATO: “IL VINCITORE E’ DI CERTO NON UNA PERSONA GIA’ RICCA”

Lotteria Italia il fondatore del bar che ha venduto il biglietto fortunato: “Il vincitore è di certo non una persona già ricca”

Lotteria Italia il fondatore del bar che ha venduto il biglietto fortunato: “Il vincitore è di certo non una persona già ricca”

Lotteria Italia il fondatore del bar che ha venduto il biglietto fortunato: “Il vincitore è di certo non una persona già ricca”

da fanpage.it

Nel cuore di Milano, in un quartiere popolare, un bar è diventato l’epicentro dell’entusiasmo e della gioia. I festeggiamenti sono in corso al Bar Valdagno, situato in via delle Forze Armate al civico 212, dopo che un fortunato acquirente ha vinto un incredibile premio di 5 milioni di euro grazie a un biglietto della Lotteria Italia 2023-2024. Il fondatore del bar, Emanuele Stella, padre del titolare Luigi, ha condiviso la sua gioia con Fanpage.it.

Una storia leggendaria

Il bar Valdagno, che ha una storia radicata nel quartiere, è stato teatro della fortuna. Il padre, Emanuele Stella, un pensionato che ha rilevato il bar negli anni Settanta e lo ha poi passato al figlio, è stato intervistato mentre il locale era sommerso dalla frenesia dei festeggiamenti. La notizia della vincita ha trasformato il bar in un punto di attrazione per giornalisti e curiosi.

Il fascino della Lotteria Italia nel quartiere popolare

Stella ha condiviso dettagli intriganti sulle persone che hanno acquistato i biglietti. “I clienti chiamano per sapere il nome del vincitore”, ha raccontato il fondatore del bar. La vendita dei biglietti è continuata fino a mezzogiorno di sabato 6 gennaio, coinvolgendo una varietà di acquirenti: anziani, muratori, vigili e persino un signore anziano che ha raggiunto il bar con la bombola d’ossigeno.

Lotteria Italia il fondatore del bar che ha venduto il biglietto fortunato: “Il vincitore è di certo non una persona già ricca” – La speranza di una vincita locale

Mentre raccontava la sua esperienza personale, Stella ha rivelato di aver acquistato anche lui un biglietto. Tuttavia, il suo numero fortunato era il 33, mentre il vincitore aveva il numero 31. Nonostante la leggera delusione personale, il fondatore del bar è fiducioso che l’acquirente fortunato sia un residente del quartiere. “Il nostro è un quartiere popolare. Sono certo che questi soldi sono andati a una persona che non era già ricca”, ha affermato con ottimismo.

Lombardia in festa: vincite totali di 8,5 milioni di euro

Milano non è l’unico luogo in cui la gioia è esplosa. In Lombardia, un totale di 8,5 milioni di euro è stato distribuito tra i fortunati vincitori della Lotteria Italia. Il terzo premio, del valore di due milioni di euro, è stato venduto ad Albuzzano, in provincia di Pavia, nella tabaccheria di Chiara Delmonte, sita in viale Lodi al civico 11. Nel frattempo, il quarto premio da 1,5 milioni di euro è stato assegnato a Roncadelle, Brescia, con il biglietto fortunato acquistato in via Enrico Mattei al civico 37, presso il locale di Valerio Cornali.

Il bar Valdagno: nuovo cuore del quartiere

Il Bar Valdagno continua a essere il fulcro della celebrazione nel quartiere popolare di Milano. La vincita ha non solo portato felicità al fortunato vincitore, ma ha anche donato nuova vitalità e allegria al locale. Con i suoi 5 milioni di euro, il premio ha cambiato il destino del bar e, senza dubbio, lasciato un’impronta indelebile nella memoria del quartiere e dei suoi abitanti.

HEZBOLLAH E TEHERAN MINACCIANO RAPPRESAGLIE CONTRO ISRAELE

Hezbollah e Teheran minacciano rappresaglie contro Israele

Hezbollah e Teheran minacciano rappresaglie contro Israele

Hezbollah e Teheran minacciano rappresaglie contro Israele

da ansa.it

La retorica infiammata del fronte sciita dopo gli attentati a Beirut e Kerman

La tensione nel Medio Oriente aumenta in seguito agli attentati avvenuti a Beirut e Kerman, con Hezbollah e Teheran che intensificano la loro retorica contro Israele.

Nasrallah e Raisi: promesse di vendetta

In risposta agli attacchi, il leader di Hezbollah, Hasan Nasrallah, e il presidente iraniano Ebrahim Raisi si sono rivolti alla folla con minacce di rappresaglie. Nasrallah ha promesso una risposta all’omicidio del numero due di Hamas, Arouri, mentre Raisi ha dichiarato: “Sceglieremo noi il luogo e il tempo della vendetta”, evocando la fine dello Stato israeliano durante i funerali delle vittime dell’attacco terroristico sulla tomba del comandante dei Pasdaran Qassem Soleimani.

Gli USA e il tentativo di de-escalation

In questo contesto di crescente tensione, gli Stati Uniti cercano nuovamente di favorire una de-escalation. Antony Blinken è giunto in Turchia per avviare la sua quarta missione nella regione dal 7 ottobre.

Hezbollah e Teheran minacciano rappresaglie contro Israele – Il contesto degli attacchi e le mosse di Israele

L’assassinio di Arouri con un drone alle porte di Beirut sembra inserirsi nella fase tre della guerra a Gaza, con Israele concentrato su operazioni mirate per eliminare i leader di Hamas ovunque si trovino. Nel frattempo, l’offensiva a terra continua, specialmente nella zona meridionale della Striscia di Gaza a Khan Yunis. Tuttavia, colpire sul suolo libanese ha provocato la reazione di Hezbollah, l’alleato di lunga data dell’Iran, che continua a destabilizzare Israele con attacchi lungo il confine.

Le minacce di Nasrallah e le opportunità storiche

Nasrallah, per la seconda volta in pochi giorni, alza i toni delle sue dichiarazioni. Il suo movimento, afferma, “risponderà sul campo di battaglia” all’omicidio di Arouri, sottolineando che se Israele avrà successo a Gaza, il Libano meridionale sarà il prossimo obiettivo. Definendo l’attuale situazione come un’ “opportunità storica” per liberare la terra occupata, fa riferimento alle fattorie di Shebaa, posizionate sulle contese alture di Golan. Anche il presidente iraniano Raisi, di fronte a migliaia di persone ai funerali delle vittime dell’attentato a Kerman, rivendicato dall’Isis, accusa gli Stati Uniti e Israele di aver “creato il Califfato” e promette la “fine del regime sionista”.

Hezbollah e Teheran minacciano rappresaglie contro Israele – Le preoccupazioni degli Stati Uniti e la missione diplomatica di Blinken

Nonostante le minacce incendiare, la possibilità di un’escalation militare non è certa, data la complessità delle sfide interne, soprattutto di natura economica, che entrambe le parti devono affrontare. Gli Stati Uniti seguono con preoccupazione gli sviluppi e hanno riattivato il canale diplomatico a livello elevato. Blinken, in Turchia per iniziare la sua missione, si recherà successivamente in Grecia, Giordania, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Israele, Cisgiordania ed Egitto. La sua agenda include la richiesta di un significativo aumento degli aiuti umanitari a Gaza e riflessioni sul futuro governo della Striscia.

Le richieste di Blinken e le possibili soluzioni

Blinken, durante la sua missione, solleverà anche la questione di un futuro governo per la Striscia, considerando il recente suggerimento del ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, riguardo a un coinvolgimento dei palestinesi. Inoltre, saranno discusse le opzioni di trasferimento degli sfollati dalla Striscia, una proposta avanzata dai settori più conservatori del governo Netanyahu. Blinken chiederà anche ai partner regionali di esercitare la loro influenza per evitare che il conflitto si estenda oltre i confini di Gaza.

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