Hamas annuncia la morte di due dei tre ostaggi mostrati domenica e diffonde un video dei corpi
da corriere.it
Nel corso dei bombardamenti israeliani effettuati lunedì sera su diverse zone della Striscia di Gaza, l’agenzia di stampa palestinese Wafa ha riportato la morte di 25 persone e decine di feriti. Fonti mediche locali hanno indicato undici vittime in seguito a raid aerei su un’abitazione di Mirage, a nord di Rafah, otto morti vicino al quartier generale della Protezione Civile a Khan Yunis, nel centro della Striscia, quattro vittime in un raid sul campo profughi di Bureij e due morti in un bombardamento a Tel al-Hawa, quartiere di Gaza. Il bilancio complessivo delle vittime degli attacchi israeliani nelle ultime 24 ore è di almeno 132 morti, secondo fonti mediche palestinesi citate dalla Wafa.
Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha sollecitato un’indagine approfondita sulle violenze carnali commesse da Hamas e da altri il 7 ottobre. Guterres ha dichiarato che tali resoconti devono essere rigorosamente esaminati e portati a una completa persecuzione. Ha sottolineato che nulla può giustificare l’uccisione deliberata, il ferimento e il rapimento di civili, né il lancio di razzi su obiettivi civili. La dichiarazione è stata pubblicata sul suo account X nelle prime ore di oggi.
Le Brigate al-Qassam di Hamas hanno confermato la morte di due degli ostaggi israeliani che erano apparsi in un video del braccio armato di Hamas il giorno precedente. Nel nuovo video, Noa Argamani, sopravvissuta del trio, ha rivelato che Yossi Sharabi e Iti Sabirsky sono stati uccisi nei bombardamenti israeliani. La clip include anche immagini dei corpi dei due ostaggi deceduti. In precedenza, Hamas aveva segnalato la perdita di contatto con alcuni ostaggi durante i bombardamenti israeliani, lasciando intendere che potessero essere stati uccisi nei raid.
Le forze di difesa israeliane (Idf) hanno riferito di aver aperto il fuoco su un gruppo di persone armate vicino al valico di Nitzana, al confine con l’Egitto. Circa 20 sospetti, tra cui diversi armati, sono stati avvistati provenire dal territorio egiziano verso la zona del confine con Israele. I soldati dell’Idf hanno sparato contro le persone armate, secondo quanto dichiarato dall’Idf su Telegram.
La giovane Noa Argamani è diventata il simbolo delle vittime nel tragico evento del festival rave nel deserto. Il video virale la mostra portata via sulla sella di una moto, bloccata davanti e dietro dai sequestratori. Lei è stata costretta a annunciare la morte degli altri due ostaggi di fronte alla telecamera tenuta dai terroristi. La “lotteria della morte” messa in scena dai fondamentalisti è stata ancora più crudele, con Noa che doveva rivelare il tragico destino dei suoi compagni.
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