Caso Balocco-Ferragni: scambio di mail esplosivo rivela dettagli sulla campagna di beneficenza sanzionata dall’Antitrust
da corriere.it
Introduzione
Il Natale 2022 è segnato da uno scontro di proporzioni epiche tra l’azienda dolciaria Balocco di Fossano e il team della celebre influencer Chiara Ferragni. Le mail interne, emerse recentemente, infatti, forniscono uno sguardo penetrante nel controverso scambio di corrispondenza avvenuto tra le due parti. Gettando, dunque, luce sulle turbolente trattative per la campagna di comunicazione con il pandoro “Pink Christmas” griffato Ferragni. La vicenda si è conclusa con una sanzione inflitta dall’Antitrust, accusando le società Fenice e TBS Crew di Ferragni e Balocco di pratiche commerciali scorrette.
Una “pratica commerciale scorretta”
Il fulcro della discordia risiede nell’utilizzo del tema della beneficenza. La Balocco aveva pianificato di destinare parte delle vendite del pandoro per l’acquisto di un nuovo macchinario a favore dei bambini affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing. Tuttavia, secondo l’Antitrust, questa iniziativa filantropica è una “pratica commerciale scorretta”. Poiché la comunicazione attorno alla donazione non corrispondeva alla realtà.
Il tema della beneficenza
Nel mese di ottobre 2022, l’email tra le due parti rivela una certa titubanza da parte della Balocco nel legare esplicitamente le vendite alla donazione. Temendo di incorrere nel rischio di pubblicità ingannevole. Il manager della Balocco, in una mail, esprime preoccupazioni e dichiara: “Occorre spiegarglielo bene, meglio forse per telefono”. In un’altra email inviata il 18 novembre 2022, si legge: “Per noi è molto importante sottolineare il sostegno al progetto benefico senza menzionare le vendite”. Tuttavia, il team di Ferragni insiste sulla connessione tra le vendite e la beneficenza nei loro comunicati.
La decisione finale
La Balocco, nel tentativo di preservare la reputazione e evitare accuse di pubblicità ingannevole, suggerisce di mettere in risalto il sostegno al progetto benefico. Senza associarlo direttamente alle vendite del prodotto. Nonostante ciò, le mail rivelano che la decisione finale sui contenuti è nelle mani di TBS Crew della “signora Ferragni.”
Il 20% dei Pandori è rimasto invenduto
La campagna, dunque, ha subito un duro colpo, non solo a livello etico ma anche economico. L’Antitrust sostiene che su 362.577 Pandori “griffati” Ferragni, circa il 20% è rimasto invenduto. Causando una perdita complessiva di 1,6 milioni di euro per i consumatori. Nonostante ciò, le società legate a Chiara Ferragni hanno guadagnato oltre un milione di euro per la licenza dei marchi.
Conclusioni
Il contenzioso, insomma, ha lasciato un’ombra sulla campagna di beneficenza apparentemente ben intenzionata, portando Balocco a dover affrontare una multa di 420 mila euro inflitta dall’Antitrust e danni d’immagine considerevoli. Il caso continua a suscitare interesse e solleva importanti questioni etiche nel mondo dell’influencer marketing e delle campagne filantropiche.
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