“10 giorni con Babbo Natale” la recensione del film su Amazon Prime
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“10 giorni con Babbo Natale” la recensione del film su Amazon Prime
“10 giorni con Babbo Natale” la recensione del film su Amazon Prime
Disponibile su Amazon Prime Video
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Regia: Alessandro Genovesi
Cast: Fabio De Luigi, Valentina Lodovini, Diego Abatantuono, Angelica Elli, Matteo Castellucci, Bianca Usai
Genere: Commedia
Durata: 100 minuti
Voto: ♥♥♥ (su 5)
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La trama
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Dopo “10 giorni senza mamma” ritorna la famiglia Rovelli riunita per un’avventura natalizia, che li porterà lontano da casa. Ultimamente Carlo (Fabio De Luigi) e Giulia (Valentina Lodovini) si ritrovano spesso a discutere sulla divisione delle mansioni da svolgere a casa e in famiglia. Soprattutto perché lei ha ripreso di recente a lavorare ed è rimasto principalmente lui a occuparsi dei figli e delle faccende domestiche. A Carlo, però, questo ruolo di “mammo” tuttofare proprio non va giù e decide così di trovarsi anche lui un impiego. Purtroppo le sue speranze cadono miseramente, quando Giulia gli rivela che potrebbe ricevere una promozione, che la porterebbe a trasferirsi in Svezia. Il colloquio per questo posto si tiene a Stoccolma il 24 dicembre, impedendo alla famiglia di trascorrere insieme le festività natalizie.
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Il nostro giudizio
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In “10 giorni con Babbo Natale” Alessandro Genovesi affronta un tema molto spinoso e lo fa con enorme coraggio. Perché parlare di famiglia numerosa e lavoro, senza mai lasciarsi andare a facili estremismi, raccontando solo la realtà per ciò che è, non risulta mai impresa facile, anzi. E’ un dato di fatto che una coppia giovane, desiderosa di tirar su una famiglia tanto bella quanto numerosa debba fare delle rinunce. Si, ma chi è chiamato al maggior sacrificio? L’uomo o la donna? Capite bene, dunque, che addentrarsi in certe tematiche senza sposare nessun campanilismo è davvero impresa (quasi) impossibile.
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Solo per aver mantenuto il giusto equilibrio, insomma, Alessandro Genovesi dovrebbe ricevere molti complimenti. Anche perché, almeno in apparenza, con “10 giorni con Babbo Natale”, si mette in una posizione piuttosto scomoda. Se, infatti, in “10 giorni senza mamma” aveva, in maniera sacrosanta, redarguito quei tanti padri che, con la scusa del lavoro, si dimenticano di essere genitori, stavolta rivolge la medesima reprimenda anche alle madri. Perché Giulia è talmente presa dalla sua carriera da abbandonare totalmente la prole, lasciandola alle cure del marito Carlo. Persino durante le festività natalizie. Dove comincia, dunque, il labile confine tra realizzare sé stessi e dedicarsi ai progetti di famiglia?
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Attenzione: il film non vuole fare discorsi basati sul genere. Le mamme e i papà (i papà e le mamme) sono chiamati, in egual misura, agli stessi oneri e onori. Non è, dunque, un atto di accusa nei confronti delle donne in carriera, tutt’altro. Semmai un nuovo punto di vista, dal momento che il cinema di genere ‘natalizio’, da sempre, preferisce mettere alla berlina i papà distratti dal lavoro. Quasi come se solo gli uomini potessero arrogarsi il diritto di esibire tali ‘egoisimi’ e non anche le donne.
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“10 giorni con Babbo Natale” la recensione del film su Amazon Prime
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A questa attualissima tematica sociale “10 giorni con Babbo Natale” abbina un segmento al gusto di favola, con Diego Abatantuono nei panni di un Santa Claus a cui gli anni stanno giocando un brutto scherzo alla memoria. Un personaggio volutamente poco credibile, per far in modo che nessuno degli altri protagonisti riponga fede nella sua vera identità. La pellicola è sì commerciale e, come tutte le altre dello stesso filone, finisce col guardare i problemi solo in superficie senza scavare a fondo. Però è una pellicola che ha delle cose da dire e le dice, tutto sommato, con una buona dose di saggezza, riuscendo a mantenere il giusto equilibrio tra la crudezza dello schiaffo e la dolcezza della carezza.
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Alessandro Genovesi ritrae una famiglia piuttosto classica, per non dire stereotipata, ma, nonostante tutto (o forse proprio per questo) riesce a far affezionare lo spettatore ai personaggi. In questo nucleo stilizzato e non troppo definito, infatti, è più facile riconoscersi e compatire i piccoli e grandi dissidi rappresentati. Chi guarda si schiera, da una parte o dall’altra, chi dirige, invece, rimane al di sopra delle parti, limitandosi a raccontare col sorriso sempre a portata di mano. Questo è il grande merito del regista, aiutato, in maniera imprescindibile, dalle convincenti interpretazioni di Valentina Lodovini e Fabio De Luigi. Proprio quest’ultimo è il vero mattatore sulla scena, in grado di dare brio e ritmo all’opera sia quando è spalleggiato dall’attrice, sia quando divide la scena col cast di giovanissimi colleghi. Il meglio di sé, però, lo dà in coppia con Diego Abatantuono, quando mette in disparte il copione e si lascia andare ad una irrestitibile improvvisazione. Un film caustico, ma dal cuore tenerissimo.
Francesco G. Balzano
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