“Black Mirror 6” la recensione della serie tv su Netflix
“Black Mirror 6” la recensione della serie tv su Netflix
“Black Mirror 6” la recensione della serie tv su Netflix
Disponibile su Netflix
Regia: Ally Pankiw, Sam Miller, John Crowley, Uta Briesewitz, Toby Haynes
Cast: Annie Murphy, Salma Hayek, Michael Cera, Himesh Patel, Rob Delaney, Ben Barnes, Cate Blanchett, Ayo Edebiri, Daniel Portman, John Hannah, Monica Dolan, Aaron Paul, Josh Hartnett, Kate Mara, Rory Culkin, Zazie Beetz, Danny Ramirez, Anjana Vasan, Paapa Essiedu
Paese: Regno Unito
Anno: 2023
Genere: Fantascienza, drammatico, thriller, antologico, satira, distopico
Episodi: 5
Durata: 58/95 minuti
Voto: 3.5 (su 5)
Il ritorno di Black Mirror con la sua sesta stagione ha sollevato aspettative e interrogativi riguardo alla capacità della serie di recuperare il suo antico fascino. Dopo alcuni episodi meno apprezzati nelle stagioni precedenti.
La nuova stagione, composta da cinque episodi auto-conclusivi, offre una miscela di tematiche distopiche e realtà parallele. Tutte immerse in un contesto tecnologico che rappresenta l’anello di congiunzione tra il mondo di fantasia della serie e la nostra realtà contemporanea.
Il primo episodio, “Joan è terribile”, segue la storia di Joan Tait, una donna ordinaria il cui mondo viene trasformato. Quando scopre che la sua vita è diventata il soggetto di una nuova serie TV su una piattaforma streaming chiamata “Streamberry”. L’idea di una società in cui ogni aspetto della vita di una persona è esposto e sfruttato per intrattenimento è affascinante e inquietante. E il rapporto tra realtà e finzione è costantemente enfatizzato.
Il secondo episodio, “Loch Henry”, presenta una coppia di registi indipendenti che tornano nella cittadina natale di uno di loro per realizzare un documentario su una serie di efferati omicidi. Anche in questo caso, la tecnologia svolge un ruolo di supporto. Ma la vera essenza della storia si trova nella complessa relazione tra passato e presente.
Il terzo episodio, “Beyond the Sea”, è una storia di fantascienza ambientata negli anni ’60 e segue due astronauti in missione spaziale. La narrazione si concentra sulla sofferenza e sulla claustrofobia della vita nello spazio. Esplorando la complessità della psicologia umana in condizioni estreme.
Tuttavia, è con gli ultimi due episodi, “Mazey Day” e “Demone 79”, che la stagione perde il suo slancio. Mentre “Demone 79” riesce a offrire una storia solida e coinvolgente, “Mazey Day” si mostra come un punto debole della serie. Proponendo una critica banale al mondo dei paparazzi senza aggiungere alcun contributo significativo al tema della privacy e delle immagini sensibili sul web.
In generale, la sesta stagione di Black Mirror sembra divisa in due parti, con i primi tre episodi che cercano di recuperare il vecchio fascino della serie. Mentre gli ultimi due si discostano dalla caratteristica distopia tecnologica di Black Mirror. Introducendo elementi soprannaturali che sembrano fuori posto.
La coerenza narrativa, elemento chiave che ha reso Black Mirror una serie apprezzata, sembra essersi persa lungo il cammino. I risvolti distopici e tecnologici che tanto avevano caratterizzato l’opera di Charlie Brooker sembrano essersi dissolti. Portando alla perdita dell’identità della serie.
Black Mirror, la serie televisiva di Charlie Brooker, ha sempre affrontato tematiche distopiche ispirate alla realtà contemporanea. Esplorando le conseguenze dell’avanzamento tecnologico in una società degenerata e instabile. La sesta stagione di Black Mirror sembra segnare una rottura con il passato. Proponendo nuovi episodi che dividono i fan tra chi li ritiene ancora in linea con lo spirito originale della serie e chi invece ne nega l’appartenenza a Black Mirror.
L’idea di una puntata che racconti gli “orrori” di aspettare a lungo la propria serie preferita, solo per consumarla rapidamente in poche ore, con riferimenti alla religione e alle sacralità della messa in onda, sarebbe certamente affascinante e metaforica. Proprio come la maggior parte degli episodi di Black Mirror. Ma la sesta stagione della serie sembra distanziarsi dalla tipica tecno-distopia, cercando risultati familiari in una sperimentazione che offre nuove prospettive.
I primi tre episodi della sesta stagione propongono temi attuali e li colorano di commedia, permettendo di affrontare dilemmi etici con leggerezza. La serie sembra evolversi, aprendosi a nuovi stili narrativi. E abbandonando alcuni cliché che l’avevano contraddistinta in passato.
Alcuni episodi della nuova stagione si rivelano molto forti e coinvolgenti. Mentre altri vengono criticati per l’introduzione di elementi soprannaturali che sembrano allontanarsi dalla distopia tecnologica tipica di Black Mirror. Tuttavia, questi episodi mantengono la capacità di emozionare e far riflettere lo spettatore, pur spingendosi in territori inesplorati.
La sesta stagione di Black Mirror sembra essere una sperimentazione riuscita dei concetti fondatori della serie. Ciò che conta è l’effetto complessivo degli episodi, che continuano a coinvolgere ed emozionare, dimostrando la capacità della serie di reinventarsi senza perdere la sua identità.
Gli episodi “Loch Henry” e “Demone 79” sono esempi di questa evoluzione. Offrendo storie coinvolgenti che si muovono al di fuori dei confini della distopia tecnologica, pur mantenendo l’essenza di Black Mirror. La sesta stagione è un concept album. Una serie di episodi che riescono a far provare emozioni diverse e quasi mai deboli, rimanendo una delle serie di punta di Netflix.
La colonna sonora è sublime e le vibrazioni retrò tra nostalgia e universi paralleli contribuiscono a rendere ogni episodio un’esperienza unica. Black Mirror continua a essere un prodotto d’intrattenimento intelligente e attuale. Capace di farci riflettere sulle nostre azioni umane e sulle implicazioni dell’avanzamento tecnologico nella nostra società.
La sesta stagione di Black Mirror, disponibile in streaming su Netflix, continua a esplorare le tematiche distopiche e le conseguenze dell’evoluzione digitale sulla nostra società. Come ha sempre dichiarato lo stesso creatore della serie, Charlie Brooker, Black Mirror non demonizza l’avanzamento tecnologico, ma piuttosto mette in luce le fragilità e l’umanità di coloro che lo utilizzano.
La stagione presenta cinque episodi indipendenti, che dopo quattro anni di stop a causa della pandemia, tornano a farci riflettere sulla nostra quotidianità e sul futuro prossimo. Questa volta, Brooker decide di esplorare anche il passato per raccontare il futuro dell’umanità, affrontando cinque diverse ossessioni che sembrano affliggere l’essere umano da sempre.
“Joan è terribile,” diretto da Ally Pankiw, è uno degli episodi più efficaci e tipicamente “blackmirroresco” della stagione. Una storia meta-televisiva che apre varie dimensioni narrative e di lettura, seguendo la protagonista Joan (Annie Murphy) che scopre su Streamberry una serie che ritrae la sua vita quasi in tempo reale, ma in una versione ancora più terribile interpretata da Salma Hayek. Questo episodio affronta tematiche attuali come l’intelligenza artificiale, il consenso alla privacy digitale e l’egocentrismo della società moderna.
“Loch Henry,” diretto da Sam Miller, ci porta in un piccolo paesino inglese e si concentra sull’ossessione per le docu-serie true crime. Un ragazzo decide di girare un documentario sulla sua città, ma scopre un oscuro caso del passato che coinvolse suo padre. Questo episodio mette in luce l’interesse morboso per i crimini irrisolti e l’ossessione per la verità, con un cast che include Daniel Portman e John Hannah.
“Beyond the Sea,” diretto da John Crowley, ci porta nello spazio, dove due astronauti (Aaron Paul e Josh Hartnett) hanno scelto di avere repliche esatte di sé stessi sulla Terra, per non abbandonare mai le loro famiglie. Tuttavia, una serie di eventi porterà a un pericoloso triangolo amoroso che mette in evidenza l’egoismo umano e il desiderio di prevalere sull’altro, anche a distanza. Questo episodio esplora l’isolamento e l’ossessione per l’esplorazione spaziale.
“Mazey Day,” diretto da Uta Briesewitz, si svolge durante la nascita di Suri Cruise e tratta l’ossessione per la vita privata delle star e i segreti celati dietro le celebrità. Una fotografa dei vip (Zazie Beetz) si imbatte in una giovane star misteriosamente scomparsa (Clara Rugaard) e cerca di scoprirne la verità. Questo episodio gioca con i temi della privacy e delle false immagini, offrendo uno sguardo sullo stardom e la curiosità morbosa del pubblico.
“Demone 79,” diretto da Toby Haynes, si svolge alla fine degli anni ’70 e segue una commessa indiana (Anjana Vasan) che scopre un talismano che le permette di uccidere tre persone che se lo meritano entro tre giorni, altrimenti l’Apocalisse si scatenerà. Questo episodio mette in scena l’ossessione per la fine del mondo e la promessa di un mondo migliore, esplorando le brutture dell’animo umano e la confusione tra vittime e carnefici.
“Black Mirror 6” la recensione della serie tv su Netflix
La sesta stagione di Black Mirror continua a essere una serie attuale e coinvolgente, pur avendo subito un leggero cambiamento dalla sua uscita su Netflix. La scrittura di Charlie Brooker rimane sempre in mano al creatore inglese, mentre la regia si affida ancora una volta a nomi dell’entertainment britannico. La stagione affronta temi come l’intelligenza artificiale, la privacy digitale, l’ossessione per il passato e il desiderio di esplorazione spaziale, offrendo un’esperienza coinvolgente e riflessiva per lo spettatore.