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“Ferrari” il film di Michael Mann con Adam Driver e Penelope Cruz sulla vita pubblica e privata di ‘Drake’

“Ferrari” il film di Michael Mann con Adam Driver e Penelope Cruz sulla vita pubblica e privata di ‘Drake’

“Ferrari” il film di Michael Mann con Adam Driver e Penelope Cruz sulla vita pubblica e privata di ‘Drake’

da tgcom24.mediaset.it

Introduzione

Il 14 dicembre 2023, il pubblico avrà l’opportunità di immergersi nell’affascinante dualità di Enzo Ferrari, noto come il “Drake”, grazie al film di Michael Mann, “Ferrari”. Dopo aver interpretato Maurizio Gucci nell’acclamato “House of Gucci” di Ridley Scott, Adam Driver è pronto a donare vita al leggendario costruttore automobilistico italiano. In anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia 2023, il film offre uno sguardo intimo sulla vita pubblica e privata di Enzo Ferrari. Esplorando i momenti più critici del 1957.

Una vita privata intensa

Il film si apre in un periodo di crisi per Enzo Ferrari, ex pilota e creatore delle auto più celebri al mondo. Dieci anni dopo aver fondato l’azienda insieme alla moglie Laura (Penelope Cruz), il rischio di fallimento incombe sulla scuderia. La coppia, è provata dalla morte del figlio Dino e dalla rivelazione dell’esistenza di Piero. Il figlio avuto da una relazione extraconiugale, affronta una tempesta coniugale sempre più intensa.

La trama del film

La trama si concentra sulla strategia disperata di Ferrari per salvare la sua scuderia. Il “Drake” decide di puntare tutto sulla leggendaria Mille Miglia, una gara di velocità che si tiene in Italia. Il film diventa così non solo la cronaca di un’icona delle corse automobilistiche ma anche la storia intima di Enzo Ferrari. Affronta i conflitti con la moglie tradita, l’affetto per il figlio segreto, i rapporti con l’amante (una storia nota a tutti), e le dinamiche con i piloti come Piero Taruffi e Alfonso De Portago, oltre a esplorare le intricatissime relazioni imprenditoriali dell’epoca.

La Mille Miglia del 1957

Uno dei momenti cruciali nel film è la fedele ricostruzione della famosa Mille Miglia del 1957, dove Alfonso De Portago perse la vita in un tragico incidente che causò la morte di nove spettatori, tra cui quattro bambini. Questo evento segnò la fine di un’epoca, portando al divieto della Mille Miglia per ragioni di sicurezza.

“Un uomo diverso da tutti”

Adam Driver, nel ruolo di Enzo Ferrari, condivide il suo coinvolgimento emotivo nel progetto. Descrive il Drake come “un uomo particolare, diverso da tutti”, sottolineando come il lutto per la morte del giovane figlio Dino abbia influenzato profondamente tutte le relazioni di Ferrari, sia in famiglia che nella scuderia.

“Uno sguardo su tutti gli aspetti complessi della vita di Ferrari”

Il regista Michael Mann, noto per il suo stile cinematografico distintivo e la capacità di esplorare profondamente i personaggi, ha evidenziato l’universalità dei contrasti nella vita di Enzo Ferrari. Ha affermato che il film offre uno sguardo su tutti gli aspetti complessi della vita di Ferrari, concentrati in un uomo straordinario.

Un’esperienza cinematografica autentica

Mann ha inoltre sottolineato l’importanza di girare il film in Italia, visitando i luoghi reali a Modena, immersi nella cultura e nella mentalità che hanno plasmato la vita di Ferrari. Anche se Adam Driver non ha avuto l’opportunità di guidare le auto per ragioni assicurative, la presenza di autentici veicoli e la riproduzione accurata dei luoghi ha contribuito a creare un’esperienza cinematografica autentica.

Conclusione

In conclusione, “Ferrari” di Michael Mann si presenta come un’opera cinematografica che va oltre la cronaca delle corse automobilistiche, esplorando la vita tumultuosa e appassionante di un’icona italiana, il Drake, il cui cuore sembra battere in funzione delle gare, ma che nasconde una storia profondamente umana di amore, perdita e perseveranza.

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Favino: “Assurdo che attori stranieri interpretino ‘Ferrari’” La replica del produttore: “Non c’è uno star system italiano riconoscibile nel mondo”

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da rollingstone.it

Introduzione: Una polemica è esplosa alla 80ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, e questa volta è stata l’industria cinematografica italiana a trovarsi al centro dell’attenzione. L’attore italiano Pierfrancesco Favino ha sollevato una questione intrigante riguardo all’affidare ruoli italiani ad attori stranieri. Una discussione che si è estesa dal film “House of Gucci” a “Ferrari” e che ha suscitato un acceso dibattito sull’identità e la rappresentazione del cinema italiano nel contesto globale.

La polemica di Favino: Durante un incontro stampa dedicato al film “Adagio” diretto da Stefano Sollima, Pierfrancesco Favino ha dato il via a una discussione. Che ha rapidamente catturato l’attenzione dei media e degli appassionati di cinema. Favino ha criticato l’abitudine di affidare ruoli italiani a attori stranieri. Spesso lontani dal contesto culturale e linguistico delle storie. Ha citato come esempio il film “House of Gucci” di Ridley Scott. In cui attori come Lady Gaga hanno interpretato personaggi italiani utilizzando stereotipi e accenti poco consoni.

Secondo Favino, questa pratica rappresenta un problema di appropriazione culturale. E solleva interrogativi sul perché attori italiani di talento, come Toni Servillo, Adriano Giannini e Valerio Mastandrea, non siano coinvolti in tali produzioni. Ha sottolineato che questa tendenza sembra un atteggiamento di disprezzo nei confronti del cinema italiano e delle sue leggi comuni.

La risposta di Andrea Iervolino: La risposta a questa critica è arrivata da Andrea Iervolino, CEO del Gruppo ILBE e produttore del film “Ferrari”. Iervolino ha sottolineato una realtà amara: il cinema italiano non ha creato un “star system” riconoscibile a livello mondiale negli ultimi trent’anni. Afferma che, a differenza di altri paesi europei, l’Italia non ha lanciato attori di fama internazionale come Banderas, Bardem, Cruz e molti altri.

Iervolino sostiene che per promuovere il cinema italiano a livello globale, è necessario realizzare produzioni internazionali che coinvolgano talenti italiani affiancati da attori stranieri. Cita il suo film “Ferrari” come esempio, sottolineando che tali film promuovono l’Italia e il suo genio creativo nel mondo, dando visibilità ai talenti italiani ancora poco noti.

Inoltre, Iervolino suggerisce che il cinema italiano dovrebbe guardare oltre i confini nazionali e collaborare con l’industria cinematografica internazionale per valorizzare le icone del “made in Italy”. Citando il suo progetto “Modigliani,” dove attori italiani come Riccardo Scamarcio lavorano fianco a fianco con star internazionali come Al Pacino, evidenzia il potenziale di tale sinergia nel rilanciare il cinema italiano.

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