“Fedeltà” di Marco Missiroli leggi la recensione
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“Fedeltà” di Marco Missiroli leggi la recensione
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Titolo: Fedeltà
Autore: Marco Missiroli
Genere: Narrativa
Editore: Einaudi
Pagine: 232
Prezzo: Euro 19,00
Prezzo e-book: Euro 9,99
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‘Il malinteso’, così Carlo e Margherita chiamano il dubbio che ha incrinato la superficie del loro matrimonio. Carlo è stato visto nel bagno dell’università insieme a una studentessa: “si è sentita male, l’ho soccorsa”, racconta al rettore, ai colleghi, alla moglie, e Sofia conferma la sua versione.
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Margherita e Carlo non sono una coppia in crisi, la loro intesa è tenace, la confidenza il gioco pericoloso tra le lenzuola. Le parole fra loro ardono ancora, cosí come i gesti. Si definirebbero felici. Ma quel presunto tradimento per lui si trasforma in un’ossessione, e diventa un alibi potente per le fantasie di sua moglie. La verità è che Sofia ha la giovinezza, la libertà, e forse anche il talento che Carlo insegue per sé. Lui vorrebbe scrivere, non ci è mai riuscito, e il posto da professore l’ha ottenuto grazie all’influenza del padre.
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La porta dell’ambizione, invece, Margherita l’ha chiusa scambiando la carriera di architetto con la stabilità di un’agenzia immobiliare. Per lei tutto si complica una mattina qualunque, durante una seduta di fisioterapia. Andrea è la leggerezza che la distoglie dai suoi progetti familiari e che innesca l’interrogativo di questa storia: se siamo fedeli a noi stessi quanto siamo infedeli agli altri? La risposta si insinua nella forza quieta dei legami, tenuti insieme in queste pagine da Anna, la madre di Margherita, il faro illuminante del romanzo, uno di quei personaggi capaci di trasmettere il senso dell’esistenza
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In una Milano vivissima, tra le vecchie vie raccontate da Buzzati e i nuovi grattacieli che tagliano l’orizzonte, e una Rimini in cui sopravvive il sentimento poetico dei nostri tempi, il racconto si fa talmente intimo da non lasciare scampo.
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“Fedeltà” di Marco Missiroli (candidato al Premio Strega 2019) è uno dei romanzi più chiacchierati del momento. E come sempre ha spaccato in due la critica: molti lo hanno amato altri esattamente l’opposto. Il nuovo libro di Missiroli racconta la storia di una coppia della borghesia milanese. Non succede nulla di particolare, ma la vita quotidiana che ha solo uno scossone per via di un’malinteso’.
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In “Fedeltà” più che raccontare storie di tradimenti, lo scrittore si concentra su tutti i dubbi, i pensieri e i turbamenti che scaturiscono da questo ‘malinteso’. Quindi, parla della fedeltà con se stessi, di quello che uno ottiene se è veramente è quello che desidera. Infatti Carlo e Margherita vivono la loro vita di coppia con intensità, ma è il resto che gli crea i dubbi e la voglia di ‘altro’. Soprattutto Carlo in Sofia, più che la voglia di un’altra donna, la vede come quello che lui non è. La giovane ha buone potenzialità nello scrivere, il protagonista invece non riesce.
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Senza dubbio il personaggio che ha un impatto forte è Anna, la mamma di Margherita. La donna scandisce la vita, quella stabilità fragile, ma pur sempre stabilità. E’ il punto d’incontro dei due protagonisti e già solo con la sua presenza e quotidianità ristabilisce quell’equilibrio che tanto cercano Carlo e Margherita. Altra ‘protagonista’ è la città di Milano, Missiroli descrive alla perfezione la città. Tutti gli spostamenti dei personaggi del suo libro sono al dettaglio, anche un lettore che non conosce Milano non faticherà a ‘muoversi’ tra le vie.
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“Fedeltà” è un libro scritto molto bene, forse un po’ troppo costruito al limite della perfezione e questo può far perdere un po’ di coinvolgimento nella lettura. Ma è veramente molto bello il continuo cambio di punto di vista della storia. Un flusso continuo, quasi un bel pianosequenza, per trovare un paragone nel mondo del cinema.
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Missiroli ha scritto un buon romanzo soprattutto nella prima parte con un racconto più muscolare, pieno di dubbi, pensieri. Mentre la seconda parte è un po’ più debole, quasi passiva. Un riportare le conseguenze di tutti i turbamenti della parte iniziale, senza mai approfondire troppo.
Barbara Piergentili
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