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Le emozionanti parole di Gino Cecchettin ai funerali di Giulia: il ministro Valditara approva la lettura del discorso nelle scuole

Le emozionanti parole di Gino Cecchettin ai funerali di Giulia: il ministro Valditara approva la lettura del discorso nelle scuole

Le emozionanti parole di Gino Cecchettin ai funerali di Giulia: il ministro Valditara approva la lettura del discorso nelle scuole

da notizie.virgilio.it

Introduzione: Il discorso commovente di Gino Cecchettin, tenuto durante i funerali della sua amata figlia Giulia, ha toccato i cuori di chiunque abbia ascoltato le sue parole sincere e piene di significato. La profondità e la rilevanza del suo messaggio hanno suscitato l’interesse delle istituzioni. Con il governatore del Veneto, Luca Zaia, che, dunque, ha proposto di far leggere il discorso nelle scuole italiane. Il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, ha confermato questa decisione. Riconoscendo il valore morale e civile del messaggio di Cecchettin.

Il messaggio di Gino Cecchettin: Il discorso di Gino Cecchettin ai funerali di Giulia, tenuti martedì 5 dicembre presso la basilica di Santa Giustina a Padova, è stato accolto come un richiamo potente. Un invito alla riflessione sulla violenza di genere e sull’importanza di promuovere relazioni sane e rispetto reciproco. Le parole di Cecchettin hanno dimostrato una profonda consapevolezza delle sfide che la società deve affrontare riguardo a tali questioni. E hanno sottolineato il ruolo chiave della scuola nella formazione dei giovani.

La decisione di leggere il discorso nelle scuole: Il governatore Zaia ha proposto immediatamente di far leggere il discorso di Gino Cecchettin nelle scuole italiane. Riconoscendo il suo impatto e il suo valore educativo. Il ministro Valditara ha approvato questa iniziativa, evidenziando che le parole di Cecchettin sono di “alto valore morale e civile” e meritano di essere discusse all’interno delle aule scolastiche. Questa decisione mira a sensibilizzare gli studenti sulle tematiche legate alla violenza di genere e a stimolare una riflessione profonda sulle relazioni umane.

Il commento del ministro Valditara: Il ministro Valditara, esprimendo il proprio cordoglio al padre di Giulia, ha sottolineato l’impegno nel sollevare l’attenzione sulle questioni legate alla violenza di genere. Attraverso programmi educativi mirati. Ha promesso di intensificare gli sforzi per implementare corsi sull’educazione alle relazioni nelle scuole. Contribuendo così a creare un ambiente educativo che promuova il rispetto reciproco e la gestione costruttiva dei conflitti.

L’appello di Gino Cecchettin alle Istituzioni: Nel suo toccante discorso ai funerali di Giulia, Gino Cecchettin aveva rivolto un appello alle istituzioni. Per un intervento deciso e per un cambiamento nell’educazione offerta nelle scuole. Sottolineando il ruolo cruciale della scuola nella formazione dei giovani, ha chiesto investimenti in programmi educativi che insegnino il rispetto reciproco. E, inoltre, l’importanza delle relazioni sane e la gestione costruttiva dei conflitti.

L’impegno del Ministro Valditara: Il ministro Valditara ha colto l’appello di Cecchettin e ha rinnovato il suo impegno per migliorare l’attenzione sulle violenze di genere nelle scuole italiane. Ha sottolineato l’importanza di creare un ambiente sicuro e inclusivo nelle aule scolastiche. Affinché gli studenti possano apprendere valori fondamentali che contribuiscano a prevenire la violenza sin dalle prime fasi della loro formazione.

Conclusioni: Il discorso di Gino Cecchettin diventa così non solo un tributo commovente alla sua amata figlia Giulia. Ma anche un veicolo per sensibilizzare le generazioni future sulle questioni della violenza di genere e sulle relazioni umane. La decisione di far leggere il suo discorso nelle scuole italiane apre una porta importante per la discussione e la riflessione. Promuovendo la consapevolezza e l’educazione su temi critici che riguardano la società nel suo complesso.

SCIAME SISMICO A SPOLETO: SCOSSA DI MAGNITUDO 3 PROVOCA LA CHIUSURA DELLE SCUOLE

Sciame sismico a Spoleto: scossa di magnitudo 3 provoca la chiusura delle scuole

Sciame sismico a Spoleto: scossa di magnitudo 3 provoca la chiusura delle scuole

Sciame sismico a Spoleto: scossa di magnitudo 3 provoca la chiusura delle scuole

da rainews.it

Introduzione: Nella notte, la tranquilla città di Spoleto è stata scossa da un inaspettato sciame sismico, con la scossa più intensa registrata alle ore 3.23, con una magnitudo di 3. L’evento ha provocato un’ondata di preoccupazione tra i residenti e ha portato il sindaco Andrea Sisti a prendere provvedimenti immediati, ordinando la chiusura di tutte le scuole e delle attività per i minori. Le autorità stanno monitorando da vicino la situazione, mentre il Comune di Spoleto rassicura che, al momento, non sono stati segnalati danni o rischi significativi.

Le scosse di terremoto: Il terremoto ha colpito la provincia di Perugia, con l’epicentro situato nelle vicinanze di Spoleto. Gli eventi sismici hanno avuto inizio già ieri pomeriggio, dopo le 14, e sono continuati durante la notte e le prime ore della mattina successiva. L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) ha registrato complessivamente 17 scosse con una magnitudo superiore a 2, con il picco di intensità raggiunto alle 3.23 con una magnitudo di 3. Un’altra scossa significativa, di magnitudo 2.8, è  registrata alle 5.47 di stamattina.

Provvedimenti del sindaco Andrea Sisti: A seguito delle scosse sismiche, il sindaco di Spoleto, Andrea Sisti, ha deciso di adottare misure precauzionali per garantire la sicurezza della comunità. Per la giornata odierna, il sindaco ha emesso un’ordinanza di chiusura delle scuole di ogni ordine e grado, così come di tutte le attività dedicate ai minori, compresi asili nido pubblici e privati, e centri diurni socio-riabilitativi per disabili e anziani non autosufficienti. Il Comune di Spoleto ha comunicato che l’ordinanza è attualmente in fase di predisposizione e sarà presto resa pubblica all’Albo pretorio online del Comune stesso.

Situazione attuale e azioni della Protezione Civile: Dopo le scosse, il Comune di Spoleto ha attivato il proprio centro della Protezione Civile a Santo Chiodo. Al momento, le autorità riferiscono che non ci sono segnalazioni di danni o situazioni di rischio nel territorio comunale. Tuttavia, la Protezione Civile rimane vigile e pronta a intervenire in caso di necessità. La tempestività delle misure adottate dal sindaco dimostra la prontezza delle autorità locali nel gestire situazioni di emergenza e garantire la sicurezza dei cittadini.

Monitoraggio continuo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia: L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia continua a monitorare attentamente la situazione sismica nella zona. La rete di sensori e strumenti avanzati consente una sorveglianza costante, aiutando le autorità a valutare eventuali rischi e adottare misure adeguate. Gli esperti raccomandano ai residenti di rimanere informati attraverso i canali ufficiali e di seguire le indicazioni delle autorità locali per garantire la massima sicurezza.

Conclusioni: Lo sciame sismico a Spoleto ha generato una serie di emozioni e preoccupazioni nella comunità. Tuttavia, le azioni immediate intraprese dal sindaco Andrea Sisti dimostrano la prontezza e l’efficacia delle autorità locali nel garantire la sicurezza dei cittadini. Il monitoraggio costante da parte dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia fornisce ulteriore rassicurazione, mentre la Protezione Civile è pronta a intervenire in caso di necessità. Gli abitanti di Spoleto sono invitati a rimanere informati e adottare misure precauzionali mentre la situazione evolve.

SCONTRO ALLA CAMERA SUL SALARIO MINIMO: OPPOSIZIONI RITIRANO LE FIRME E CONTE STRAPPA IL TESTO

Scontro alla Camera sul salario minimo: opposizioni ritirano le firme e Conte strappa il testo

Scontro alla Camera sul salario minimo: opposizioni ritirano le firme e Conte strappa il testo

Scontro alla Camera sul salario minimo: opposizioni ritirano le firme e Conte strappa il testo

da ansa.it

Una feroce battaglia sul salario minimo ha scosso l’Aula della Camera, trasformandosi in uno scontro politico ad altissima tensione. Dopo l’approvazione in commissione Lavoro della delega al governo per una “equa retribuzione”, il dibattito si è spostato in parlamento. Culminando in un colpo di scena. Il centrosinistra, inizialmente unito sulla proposta di stabilire un salario minimo di 9 euro lordi l’ora, ha improvvisamente ritirato le proprie firme dalla proposta. Ancora più sorprendente, il leader del Movimento 5 Stelle (M5S), Giuseppe Conte, ha strappato il testo della nuova proposta direttamente in Aula.

Il Governo approva nuove norme per il mercato tutelato dell’energia elettrica

La tensione era palpabile, e il gesto di Conte ha sottolineato la profonda divisione e la rabbia che circondano questo delicato argomento. Nel frattempo, a pochi passi da Montecitorio, il governo stava lavorando su una soluzione per i cittadini in vista della fine del mercato tutelato. Il Consiglio dei ministri ha approvato nuove norme per il mercato tutelato dell’energia elettrica, mirando a proteggere i 9 milioni di utenti nel passaggio alla concorrenza. Una campagna informativa dettagliata e un monitoraggio costante delle attività degli operatori e dei prezzi saranno implementati in collaborazione con l’Autorità di Regolamentazione per Energia Reti e Ambiente (Arera) e il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, coinvolgendo le associazioni dei consumatori.

Opposizioni durissime sul salario mininimo

Il leader M5S, Giuseppe Conte, ha accusato apertamente i suoi colleghi parlamentari: “State facendo carta straccia del salario minimo legale. Questa battaglia è stata rallentata, ma la vinceremo perché il Paese è con noi.” La segretaria del Partito Democratico (Pd), Elly Schlein, ha rivolto dure parole alla maggioranza, accusandola di essere d’accordo sullo sfruttamento dei lavoratori. Accuse simili sono giunte anche dal leader di Sinistra Italiana (SI), Nicola Fratoianni, e dal segretario di +Europa, Riccardo Magi, che ha denunciato il bypass del Parlamento e l’assenza di confronto con le parti sociali.

Le opposizioni, compreso il partito Italia Viva (Iv), guidato da Luigi Marattin, hanno criticato il governo per la presunta calpestatura dei diritti delle opposizioni. Il capogruppo di Fratelli d’Italia (FdI), Tommaso Foti, ha sottolineato che il ritiro delle firme ha una funzione principalmente politica e non comporta cambiamenti significativi dal punto di vista regolamentare.

Il richiamo del Presidente della Repubblica e le parole del commissario per il Lavoro dell’Unione Europea

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante la cerimonia delle stelle al merito, ha richiamato l’attenzione sui temi cruciali dell’inoccupazione, dei bassi salari e della precarietà nel mercato del lavoro. Sottolineando il ritardo nell’ingresso dei giovani e delle donne.

Anche l’Europa ha fatto sentire la sua voce in merito al salario minimo. Il commissario per il Lavoro dell’Unione Europea, Nicolas Schmit, ha dichiarato in un’audizione alla Camera che si dovrebbe garantire un “salario dignitoso”. Questa definizione, simile a quella prevista nella legge delega in discussione in Aula, è stata interpretata in modi divergenti da maggioranza e opposizione. Il centrodestra ha dichiarato vittoria, affermando che la direttiva europea non impone un salario minimo nei singoli Stati membri, ma piuttosto l’estensione della contrattazione collettiva.

Sul salario minimo un confronto politico acceso e appassionato

La situazione è complessa e carica di tensione, e il destino del salario minimo in Italia rimane incerto. Mentre l’Europa e le opposizioni continuano a esprimere le proprie posizioni, il governo è chiamato a gestire una delle questioni più spinose e dibattute del panorama politico attuale. La discussione sull’equa retribuzione promette di protrarsi, alimentando le fiamme di un confronto politico acceso e appassionato.

ARRESTATO TERRORISTA RICERCATO: L’INQUIETANTE EPISODIO NELLA METRO DI MILANO

Arrestato terrorista ricercato: l’inquietante episodio nella metro di Milano

Arrestato terrorista ricercato: l’inquietante episodio nella metro di Milano

Arrestato terrorista ricercato: l’inquietante episodio nella metro di Milano

da ansa.it

Nella tranquillità apparente della metropolitana di Milano, un episodio sconvolgente ha scosso la città quando un individuo, ricercato per terrorismo, è stato catturato dagli agenti della Polizia in un momento di tensione estrema.

Apprensione in metro

Nel cuore del sistema di trasporto cittadino, gli agenti della Polizia di Milano sono intervenuti con prontezza e determinazione quando un uomo, successivamente identificato come un algerino di 37 anni, ha provocato il panico nella metropolitana. Il sospetto, sconosciuto alle forze di polizia italiane, è stato individuato durante i servizi predisposti dal questore Giuseppe Petronzi, concentrati sulla sicurezza nelle metropolitane.

“Allah Akbar” e il tentativo di estrarre il coltello

La tensione è salita quando l’uomo, oggetto di un mandato di cattura internazionale per associazione terroristica, ha reagito in modo aggressivo al controllo degli agenti. Gridando “Allah Akbar”, ha cercato di estrarre un coltello con una lama impressionante di oltre 12 centimetri dal proprio zaino. L’azione ha immediatamente generato un’atmosfera di panico tra i passeggeri e gli addetti alla sicurezza presenti.

L’arresto decisivo

Nonostante la minaccia imminente, gli agenti della Digos hanno dimostrato coraggio e professionalità nell’affrontare la situazione. Riuscendo a neutralizzare l’individuo senza causare danni collaterali, hanno proceduto con l’arresto del 37enne algerino. La rapida reazione e la preparazione delle forze dell’ordine hanno giocato un ruolo fondamentale nel garantire la sicurezza pubblica in una situazione così delicata.

Risvolti internazionali

Successivamente all’arresto, è emerso che l’uomo era ricercato in Algeria per la sua presunta appartenenza alle milizie dello Stato Islamico e il suo coinvolgimento sul fronte siro-iracheno. Questo collegamento internazionale solleva riflessioni sulla portata delle reti terroristiche e sottolinea l’importanza della cooperazione internazionale nel contrastare il terrorismo.

Conclusioni e riflessioni sulla sicurezza pubblica

L’episodio nella metro di Milano pone l’attenzione sulla necessità di rafforzare ulteriormente le misure di sicurezza pubblica, sia a livello nazionale che internazionale. La prontezza e la competenza dimostrate dagli agenti della Polizia di Milano evidenziano l’importanza di investire nelle risorse e nella formazione delle forze dell’ordine per affrontare le minacce emergenti in modo efficace.

In conclusione, l’arresto del ricercato per terrorismo rappresenta un momento cruciale nella lotta contro il terrorismo, evidenziando la costante vigilanza necessaria per proteggere la sicurezza di chiunque utilizzi i mezzi di trasporto pubblico e sottolineando l’impegno delle autorità nel preservare la tranquillità della società.

PROTOCOLLO ITALIA-ALBANIA SULLA GESTIONE DEI MIGRANTI: DETTAGLI E CONTROVERSIE

Protocollo Italia-Albania sulla gestione dei migranti: dettagli e controversie

Protocollo Italia-Albania sulla gestione dei migranti: dettagli e controversie

Protocollo Italia-Albania sulla gestione dei migranti: dettagli e controversie

da ansa.it

Introduzione: Il recente protocollo Italia-Albania sulla gestione dei migranti, composto da 14 articoli e con una durata di cinque anni rinnovabili, ha sollevato un dibattito acceso in Italia e all’estero. Firmato dalla presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, e dal primo ministro albanese, Edi Rama, il protocollo stabilisce un quadro di cooperazione tra i due paesi. Per affrontare la sfida dei flussi migratori. Questo articolo esplorerà i dettagli chiave del protocollo, le reazioni politiche e le controversie circostanti.

I Dettagli del Protocollo: Il protocollo Italia-Albania sulla gestione dei migranti è un documento di 9 pagine, che contiene 14 articoli che delineano vari aspetti della cooperazione tra i due paesi. Ecco alcuni dei punti salienti del protocollo:

  1. Durata e rinnovo: Il protocollo ha una durata di cinque anni, con la possibilità di rinnovarlo per altri cinque, a meno che una delle parti non decida di non rinnovarlo entro sei mesi dalla scadenza.

  2. Restituzione delle aree: L’Italia si impegna a restituire le aree dedicate ai centri per i migranti alla chiusura del protocollo.

  3. Diritto di difesa: Nei centri per i migranti previsti dal protocollo, il diritto di difesa è garantito. Con accesso consentito ad avvocati, organizzazioni internazionali e agenzie dell’UE che forniscono consulenza e assistenza ai richiedenti protezione internazionale.

  4. Periodo massimo di trattenimento: I migranti non possono rimanere nei centri previsti per più del periodo massimo di trattenimento consentito dalla legislazione italiana.

  5. Allontanamento: Alla fine delle procedure, le autorità italiane provvedono all’allontanamento dei migranti, con spese a carico dell’Italia.

  6. Limite di migrazione: Nei centri previsti dal protocollo, non possono essere presenti contemporaneamente più di tremila migranti.

  7. Gestione delle strutture: Le strutture sono gestite dall’Italia in conformità con le leggi italiane ed europee, e le controversie con i migranti sono sottoposte alla giurisdizione italiana.

  8. Nascita e morte: In caso di nascita o morte nei centri, i migranti sono sottoposti alla legge italiana. E l’Albania mette a disposizione l’obitorio per la salma, da trasferire entro 15 giorni dalla morte.

Reazioni Politiche e Controversie: L’accordo Italia-Albania ha suscitato reazioni politiche contrastanti sia in Albania che in Italia.

In Albania, l’opposizione di centrodestra ha criticato il primo ministro Rama per aver firmato l’accordo. Sostenendo che l’Albania non dovrebbe essere coinvolta nella gestione della crisi dei migranti.

In Italia, il Partito Democratico (Pd) ha espresso preoccupazioni sul protocollo, sostenendo che sembra violare le norme di diritto internazionale e di diritto europeo. Il Pd ha anche richiesto il coinvolgimento delle Camere nel processo decisionale.

Alcuni politici italiani, tra cui Enzo Amendola del Pd, hanno criticato l’accordo definendolo un “patto dello spritz” con l’Albania e suggerendo che non risolverà il problema dell’immigrazione.

Il Movimento 5 Stelle (M5S) ha affermato che l’accordo è solo propaganda e non affronta in modo efficace la questione migratoria. Hanno sottolineato che l’immigrazione dovrebbe essere affrontata a livello europeo attraverso cambiamenti nelle regole.

Conclusione: Il protocollo Italia-Albania sulla gestione dei migranti è un accordo complesso che cerca di affrontare la sfida dei flussi migratori attraverso la cooperazione tra i due paesi. Tuttavia, suscita preoccupazioni e controversie in entrambi i Paesi. Con alcuni politici italiani che sostengono che l’accordo potrebbe non essere efficace nel risolvere il problema dell’immigrazione. La questione rimane aperta, e sarà importante monitorare l’attuazione e gli sviluppi futuri relativi a questo protocollo.

ACCORDO TRA ITALIA E ALBANIA PER LA GESTIONE DEI FLUSSI MIGRATORI

Accordo tra Italia e Albania per la gestione dei flussi migratori

Accordo tra Italia e Albania per la gestione dei flussi migratori

Accordo tra Italia e Albania per la gestione dei flussi migratori

da ansa.it

Nel corso degli ultimi anni, la gestione dei flussi migratori è diventata una questione di grande rilevanza in Italia e in Europa. Il protocollo di intesa siglato tra l’Italia e l’Albania, annunciato dalla premier Giorgia  e Edi Rama, Primo Ministro albanese, rappresenta un passo significativo in questa direzione. 

Il quadro generale

L’accordo tra Italia e Albania è  presentato come una soluzione innovativa alla gestione dei flussi migratori nel Mar Mediterraneo. La sua applicazione inizierà nella primavera del 2024 e prevederà il trasferimento dei migranti salvati dalle navi italiane verso due centri in Albania. Punterà, inoltre, a dissuadere le partenze e il traffico di esseri umani. Questo protocollo di intesa è firmato da Giorgia Meloni ed Edi Rama a Palazzo Chigi.

Questo accordo non è nato improvvisamente ma è il risultato di discussioni tra i due leader già in precedenza. La sua preparazione è stata in gran parte condotta in modo discreto, con fonti di Palazzo Chigi che rivelano che il patto era stato essenzialmente concordato durante un incontro tra Meloni e Rama in Albania a metà agosto. Questo accordo è descritto come una “svolta storica non solo per l’Italia ma per tutta l’Unione europea”, poiché apre nuove prospettive nella gestione dei flussi migratori.

Edi Rama, il Primo Ministro albanese, ha sottolineato che l’Albania è uno Stato europeo anche se è in attesa di entrare nell’Unione Europea. Questo accordo è stato visto come una dimostrazione di solidarietà e cooperazione tra i due paesi, oltre a essere un importante passo avanti nella gestione della crisi migratoria.

Le reazioni e le critiche

Nonostante le intenzioni dichiarate del governo italiano, questo accordo non è privo di controversie e critiche. Le opposizioni politiche italiane hanno descritto il protocollo come una “Guantanamo italiana”, facendo riferimento al centro di detenzione statunitense a Guantanamo Bay. Alcuni leader politici italiani e attivisti per i diritti umani hanno espresso preoccupazioni sul fatto che questo accordo possa violare i diritti umani dei migranti.

In particolare, il segretario di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni, ha commentato che “si crea una sorta di Guantanamo italiana”, sospettando che i migranti potrebbero essere trattati in modo inappropriato o detenuti in condizioni disumane in Albania. Queste preoccupazioni hanno sollevato dubbi sulla conformità dell’accordo con le leggi internazionali sui diritti umani.

I dettagli dell’accordo

Secondo l’accordo, l’Italia utilizzerà il porto di Shengjin, situato in Albania, e l’area di Gjader, 20 chilometri nell’entroterra, per ospitare i migranti salvati nel Mar Mediterraneo dalle navi italiane. Saranno realizzate due strutture: una per le procedure di sbarco e identificazione e una per l’accoglienza temporanea dei migranti. Queste strutture ospiteranno non solo adulti, ma anche minori, donne in gravidanza e altri soggetti vulnerabili.

L’accordo prevede che una volta pienamente operativo, il flusso annuale di migranti trasferiti in Albania potrebbe raggiungere tra le 36.000 e le 39.000 persone. La giurisdizione dei centri sarà italiana, mentre l’Albania collaborerà con le sue forze di polizia per garantire la sicurezza e la sorveglianza all’interno di queste strutture.

Implicazioni per l’Europa

Questo accordo potrebbe avere implicazioni più ampie per l’Europa. Mentre l’Italia si è impegnata in questa soluzione con l’Albania, altri paesi europei stanno esplorando opzioni simili per la gestione dei flussi migratori.  La premier italiana Giorgia Meloni aveva condiviso l’approccio di Rishi Sunak, Primo Ministro britannico, di inviare richiedenti asilo in paesi terzi in attesa delle verifiche. Questo approccio sta guadagnando risonanza anche in Austria e in altri paesi europei.

La Commissione europea ha sottolineato che le leggi sull’asilo dell’Unione Europea si applicano solo alle domande presentate sul territorio di uno Stato membro, aprendo la porta a iniziative bilaterali e multilaterali per affrontare la questione dei migranti. Questo potrebbe rappresentare un cambiamento significativo nella politica europea sulla gestione dei flussi migratori.

L’accordo tra Italia e Albania, dunque, rappresenta senz’altro una novità nella gestione dei flussi migratori in Europa. Tuttavia, le critiche e le preoccupazioni sollevate da alcune opposizioni mettono in evidenza la necessità di garantire il rispetto dei diritti umani dei migranti coinvolti. Resta da vedere come questo accordo influenzerà la politica migratoria dell’Unione europea nel suo complesso e se altri paesi seguiranno l’esempio dell’Italia.

GUERRA A GAZA: L’ESERCITO D’ISRAELE INTENSIFICA L’OFFENSIVA CONTRO HAMAS

Guerra a Gaza: l’esercito d’Israele intensifica l’offensiva contro Hamas

Guerra a Gaza: l’esercito d’Israele intensifica l’offensiva contro Hamas

Guerra a Gaza: l’esercito d’Israele intensifica l’offensiva contro Hamas

da ansa.it

La situazione nella Striscia di Gaza ha raggiunto una nuova fase di intensità con l’annuncio da parte dell’esercito israeliano che Gaza City è  completamente circondata. E con la possibilità di un blitz all’ospedale di Shifa, il principale della Striscia, dove si ritiene che ci sia un nascondiglio per gli alti dirigenti di Hamas . La guerra in corso tra Israele e Hamas ha causato la morte di migliaia di persone e ha provocato una vasta distruzione nella regione.

La Striscia di Gaza Divisa in Due

Il portavoce militare israeliano, Daniel Hagari, ha dichiarato che “la Striscia è ora divisa in due settori: Nord e Sud”, segnando un’ulteriore escalation nella crisi. Questa divisione geografica potrebbe avere profonde implicazioni per la popolazione civile intrappolata tra i due fronti. Nel frattempo, le unità israeliane, tra cui la 36ª divisione, hanno raggiunto la costa di Gaza, preparandosi per un’eventuale avanzata.

La giornata è iniziata con un tragico bombardamento israeliano che ha colpito il campo rifugiati di Maghazi, nel centro della Striscia. Causando la morte di almeno 45 persone, secondo le autorità sanitarie di Hamas. Il bilancio complessivo delle vittime a Gaza è salito a 9.770, con oltre 4.800 minori tra le vittime, da quando Israele ha iniziato l’operazione militare.

Gaza Isolata sotto un’Intensa Pioggia di Bombe

Gaza è tornata ad essere isolata dal mondo esterno, con tutte le comunicazioni telefoniche e via internet interrotte. Inoltre, Hamas ha segnalato “intensi bombardamenti” israeliani nelle vicinanze degli ospedali nella Striscia. Gaza City e alcune zone a nord, come Tel Al-Hawa, Zeytun, Shujaiyeh, Albasara, Rimal, al-Nasser e Karama, risultano particolarmente colpite dai bombardamenti.

Nonostante gli incessanti attacchi, Hamas ha continuato a lanciare razzi sulla città di Tel Aviv e in altre zone centrali di Israele. L’Iron Dome, il sistema di difesa missilistica israeliano, è riuscito ad intercettare i razzi lanciati dalla Striscia, evitando vittime, ma causando forti esplosioni nell’aria.

Tensioni al confine con il Libano

Le tensioni rimangono alte anche al confine tra Israele e il Libano, con nuovi scambi di colpi con il gruppo Hezbollah. Un drone israeliano ha colpito un’auto nel sud del Libano, uccidendo tre bambine e la loro zia, mentre Hezbollah ha risposto con un razzo anticarro lanciato nel Kibbutz Yiftach. Causando la morte di un civile.

Il capo di stato maggiore israeliano, Herzi Halevi, ha avvertito che sono pronti a lanciare un attacco nel nord in qualsiasi momento. Nel frattempo, il leader di Hezbollah, Hasan Nasrallah, ha annunciato un nuovo discorso per il prossimo sabato, suggerendo che la situazione potrebbe continuare a deteriorarsi.

La polemica sulle dichiarazioni del Ministro Amichai Eliahu

La situazione è ulteriormente complicata dalle dichiarazioni del ministro per la Tradizione ebraica, Amichai Eliahu, che ha evocato la possibilità di un attacco nucleare su Gaza come “una delle possibilità”. Anche se ciò metterebbe a rischio la vita dei 240 ostaggi israeliani detenuti da Hamas. Le parole di Eliahu hanno suscitato una forte reazione negativa, con il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, che lo ha immediatamente sospeso dal suo incarico. Eliahu ha cercato di mitigare la polemica affermando che si trattava di una “metafora”, ma il danno era già fatto.

L’obiettivo dell’esercito israeliano a Gaza

Secondo il portavoce militare Daniel Hagari, risultano colpiti oltre 2.500 obiettivi terroristici nella Striscia di Gaza dall’inizio delle operazioni. Le forze israeliane continuano a eliminare i terroristi in combattimenti ravvicinati e in attacchi aerei mirati contro le infrastrutture di Hamas. E poi i depositi di armi, i posti di osservazione e i centri di comando e controllo nella Striscia. Hagari ha sottolineato come Hamas abbia sfruttato strutture civili, tra cui ospedali come l’ospedale di Shifa, per condurre le proprie attività militari.

Un elevato tributo tra i giornalisti

La guerra in corso tra Israele e Hamas ha un impatto devastante anche sulla libertà di stampa. Secondo il Comitato per la Protezione dei Giornalisti (CPJ), almeno 36 giornalisti e operatori dei media sono morti dall’inizio del conflitto. Di questi, 31 erano palestinesi, 4 israeliani e 1 libanese. Otto giornalisti sono rimasti feriti, 3 risultano dispersi e altri otto arrestati. La situazione mette in evidenza i rischi mortali a cui corsi dai giornalisti che cercano di documentare il conflitto e la catastrofe umanitaria in corso.

SCANDALO COOP MIGRANTI: ARRESTATA LILIANE MUREKATETE MOGLIE DEL DEPUTATO SOUMAHORO

Scandalo coop migranti: arrestata Liliane Murekatete moglie del deputato Soumahoro

Scandalo coop migranti: arrestata Liliane Murekatete moglie del deputato Soumahoro

Scandalo coop migranti: arrestata Liliane Murekatete moglie del deputato Soumahoro

da repubblica.it

Nel mezzo di uno scandalo che scuote il mondo delle cooperative per l’accoglienza dei migranti, Liliane Murekatete, moglie dell’onorevole Aboubakar Soumahoro, finisce in manette, insieme alla suocera del parlamentare, Marie Therese Mukamitsindo. Per entrambe l’accusa è di frode nelle pubbliche forniture, bancarotta fraudolenta patrimoniale per distrazione e auto riciclaggio. Questa seconda inchiesta sulle cooperative gestite dalla famiglia Murekatete-Soumahoro ha rivelato una serie di irregolarità che scuotono l’opinione pubblica e le istituzioni.

Le indagini portano all’arresto di Liliane Murekatete, che si trova ai domiciliari nella residenza condivisa con il deputato Aboubakar Soumahoro a Casal Palocco. Anche la suocera dell’onorevole, Marie Therese Mukamitsindo, è  posta agli arresti domiciliari nella città di Latina. Il cognato Michel Rukundo è  obbligato a rimanere a Carpeneto, in provincia di Alessandria. Inoltre, c’è il sequestro di beni per un valore di circa due milioni di euro. Questo sequestro coinvolge i primi tre indagati e un altro cognato di Soumahoro, Richard Mutangana, che attualmente si trova all’estero.

Al centro dell’inchiesta si trova la Cooperativa Karibu di Sezze, gestita dalla famiglia di Liliane Murekatete e Aboubakar Soumahoro. Questa cooperativa, insieme al Consorzio Aid, si occupa dell’accoglienza di richiedenti asilo e minori non accompagnati. Tuttavia, entrambe le cooperative sono attualmente in liquidazione dopo uno scandalo emerso un anno fa. Lo scandalo comprendeva denunce di lavoratori non pagati, condizioni disumane per gli ospiti delle cooperative. E, poi, enormi debiti con il Fisco, il Ministero delle Imprese e il Made in Italy.

Dopo un’ispezione del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, è stata presa la decisione di chiudere le due cooperative. Successivamente, le indagini hanno portato a misure interdittive e sequestri per reati fiscali, culminando negli arresti dei membri del Consiglio di Amministrazione della Karibu e in un altro sequestro preventivo a fini di confisca.

Le indagini condotte dalla polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Latina hanno rivelato una serie di gravi problemi nelle attività di Karibu e Aid. Queste cooperative hanno ricevuto considerevoli finanziamenti pubblici da varie istituzioni, tra cui Prefetture, Regioni e Comuni, destinati a progetti specifici o piani di assistenza per i richiedenti asilo e i minori non accompagnati. Tuttavia, secondo il procuratore capo di Latina, Giuseppe De Falco, queste cooperative hanno fornito un servizio inadeguato e non conforme agli accordi presi.

Le strutture gestite da Karibu e Aid erano caratterizzate da condizioni disumane, tra cui sovraffollamento, alloggi in cattive condizioni, arredi inadeguati, igiene carente, mancanza di derattizzazione e deblattizzazione, mancanza di riscaldamento, scarsa fornitura di acqua calda, cattiva conservazione degli alimenti, cibo insufficiente, umidità, muffe, scarsa pulizia, e mancanza di vestiti e prodotti per l’igiene.

In pratica, il denaro pubblico destinato all’accoglienza dei migranti è stato speso in modo improprio, mentre le cooperative legate alla famiglia di Soumahoro, secondo le indagini, hanno lasciato i migranti africani in condizioni disperate, senza cibo, con pochi vestiti e senza adeguata protezione dal freddo. Questo scandalo ha rivelato una gestione irresponsabile dei fondi pubblici e un totale disprezzo per il benessere degli ospiti delle cooperative.

MANOVRA ECONOMICA 2024 ANCORA IN FASE DI DEFINIZIONE E LA MELONI BOCCIA IL PRELIEVO SUI CONTI CORRENTI

Manovra economica 2024 ancora in fase di definizione e la Meloni boccia il prelievo sui conti correnti

Manovra economica 2024 ancora in fase di definizione e la Meloni boccia il prelievo sui conti correnti

Manovra economica 2024 ancora in fase di definizione e la Meloni boccia il prelievo sui conti correnti

da ansa.it

La manovra economica del governo italiano è ancora in fase di definizione, con diverse parti in attesa di ulteriori discussioni e negoziati tra le forze politiche coinvolte. In particolare, Lega e Forza Italia si impegnano per apportare alcune modifiche alla manovra prima della sua approvazione in Parlamento. La principale area di dibattito riguarda le questioni legate alle pensioni e agli affitti brevi. Ma anche il tema dei pignoramenti è al centro dell’attenzione.

Entrambe le parti politiche chiedono modifiche significative alla normativa sui pignoramenti, che riguarda il sequestro dei beni di chi non adempie ai propri obblighi finanziari. Nel tentativo di trovare un compromesso, la versione attuale della manovra prevede che il pignoramento dei conti correnti scatti solo per debiti con il fisco superiori a mille euro. Il leader della Lega, Matteo Salvini, assicura che non ci saranno incursioni nei conti correnti. E che si tratta solo di un’ottimizzazione degli strumenti digitali esistenti. Tuttavia, la premier, Giorgia Meloni, dichiara che questa norma ha la sua approvazione.

Nelle ultime bozze della manovra, sono apportate altre modifiche importanti. Inizialmente si prevedeva l’anticipo dell’adeguamento all’aspettativa di vita per i pensionati a partire dalla fine del 2024. Ma ora si considera il ritorno a questa misura nel 2027. Inoltre, sembra che l’ipotesi di un intervento sul turn over nella pubblica amministrazione non figuri più nei testi recenti.

Altre modifiche riguardano la tax credit per il cinema, che subirà una stretta e potrebbe escludere le imprese non indipendenti o non europee dalla sua agevolazione. Inoltre, si introduce un tetto di 50.000 euro per i titoli di Stato che possono essere esclusi dal calcolo dell’Isee. Si tratta un indicatore di reddito utilizzato in Italia per la concessione di prestazioni sociali.

Il partito Fratelli d’Italia ha scelto di tacere sulle modifiche alla manovra. Ritenendo che le decisioni prese finora rappresentino un compromesso complesso che sarebbe difficile da smantellare. Questa decisione è influenzata dalla situazione internazionale e dai risultati ottenuti attraverso le scelte politiche finora adottate.

Dall’altro lato, Forza Italia promette di lottare per limitare gli aumenti della cedolare secca sugli affitti brevi. Mentre la Lega, che da sempre sostiene il superamento della legge Fornero in materia di pensioni, si sta confrontando con l’idea di Quota 104, con un possibile ricalcolo contributivo. L’obiettivo della Lega è superare la legge Fornero e dimostrare di mantenere le promesse fatte durante la campagna elettorale in materia di pensioni.

Un’altra parte significativa della Manovra riguarda il finanziamento del Ponte sullo Stretto, un’infrastruttura molto attesa. Sono stati stanziati 11,6 miliardi di euro fino al 2032 per il suo completamento, con 780 milioni previsti per il prossimo anno. La realizzazione del Ponte sarà soggetta all’approvazione del progetto definitivo da parte del Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica entro il 2024.

Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha difeso la manovra, sottolineando che cerca di trovare un equilibrio tra le esigenze di vari soggetti e i vincoli di bilancio. Ha affermato che la manovra è improntata a una responsabilità di prudenza realista. E che il governo sta cercando di rispondere ai bisogni dei cittadini e alle esigenze economiche del Paese. Riconosce che molti soggetti si sono opposti alle misure della manovra, comprese le amministrazioni locali. Ma ha sottolineato la necessità di migliorare l’efficienza nella gestione delle risorse e dei processi amministrativi, date le limitate risorse disponibili.

In conclusione, la manovra economica italiana è ancora soggetta a negoziati e discussioni tra i partiti politici, con alcune modifiche significative apportate alle bozze iniziali. Le decisioni finali influenzeranno diversi settori, tra cui pensioni, affitti brevi e finanziamento di importanti progetti infrastrutturali come il Ponte sullo Stretto.

LA SANGUINOSA FOLLIA A LEWISTON NEL MAINE: 22 VITTIME E 60 FERITI E L’AGGRESSORE E’ ANCORA LATITANTE

La sanguinosa follia a Lewiston nel Maine: 22 vittime e 60 feriti e l’aggressore è ancora latitante

La sanguinosa follia a Lewiston nel Maine: 22 vittime e 60 feriti e l’aggressore è ancora latitante

La sanguinosa follia a Lewiston nel Maine: 22 vittime e 60 feriti e l’aggressore è ancora latitante

da open.online

Nel cuore della tranquilla città di Lewiston, nel Maine, un terribile episodio ha sconvolto la comunità. Un ex militare, identificato come Robert Card, ha scatenato il caos aprendo il fuoco in diversi luoghi pubblici, causando la morte di almeno 22 persone e ferendone tra 50 e 60. Questa tragedia ha scosso profondamente gli abitanti, mentre le autorità locali e federali sono mobilitate per catturare il presunto killer ancora in fuga.

Il profilo di Robert Card

Robert Card, un uomo di 40 anni, è un ex militare con una storia di problemi mentali. Aveva prestato servizio nell’esercito, raggiungendo il grado di sergente. A causa dei suoi problemi di salute mentale, però, aveva perso il lavoro e la situazione sembrava peggiorare con il passare del tempo. Secondo alcune fonti locali, sebbene non ancora confermate ufficialmente dalla polizia, Card avrebbe precedenti per aggressione e minacce di violenza.

La Furia Omicida

L’incubo inizia intorno alle ore 19 locali, quando Card ha aperto il fuoco nel ristorante-bar “Schemengees Bar” di Lewiston. Questo locale era un punto di ritrovo per la comunità locale, frequentato da persone che si riunivano per mangiare e giocare a biliardo. Da lì, il killer si è spostato verso la “Sparetime Recreation,” una sala da bowling frequentata da un numero significativo di persone, compresi almeno venti bambini. Infine, Card ha colpito un grande magazzino, Walmart, diffondendo il terrore e la morte ovunque andasse.

La caccia all’uomo

In seguito alle sparatorie, Robert Card è riuscito a sfuggire alle autorità ed è attualmente in fuga. La polizia del Maine e l’FBI hanno attivato una massiccia caccia all’uomo per assicurare alla giustizia il presunto assassino. La comunità è in allerta, e i residenti rimangono obbligatoriamente al chiuso, poiché l’aggressore è descritto come “armato e pericoloso”.

Il ruolo delle armi negli Stati Uniti

Questa tragedia, purtroppo, solleva nuovamente la discussione sul problema delle armi negli Stati Uniti. La facilità di accesso alle armi da fuoco è un argomento di grande preoccupazione, poiché episodi come quello di Lewiston mettono in evidenza la necessità di rivedere le leggi sul possesso di armi. E, quindi, rafforzare i controlli per prevenire simili tragedie in futuro.

Reazioni delle autorità

La governatrice del Maine, Janet Mills, ha seguito da vicino gli sviluppi dell’incidente, esortando i cittadini a seguire le direttive delle forze dell’ordine. Il presidente Joe Biden, ha appreso della strage mentre partecipava a una cena di Stato con il premier dell’Australia, Antony Albanese. Ha offerto tutto il supporto federale necessario per affrontare questa “terribile” situazione.

In conclusione, la strage a Lewiston rappresenta una terribile tragedia che ha colpito profondamente la comunità. Oltre alla necessità di assicurare alla giustizia l’autore di questi atti terribili, questa tragedia mette in risalto l’importante discussione sul controllo delle armi negli Stati Uniti. Un problema che richiede un’attenzione costante da parte delle autorità e della società nel suo complesso. Nel frattempo, la comunità di Lewiston è unita nel dolore e nella speranza di riabilitarsi da questa terribile tragedia.

GAZA REGISTRA 704 MORTI IN 24 ORE: E’ IL BILANCIO PIU’ ALTO DALL’INIZIO DEL CONFLITTO

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