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“Il criminale pallido” di Philip Kerr leggi la recensione
Titolo: Il criminale pallido
Autore: Philip Kerr
Genere: thriller
Editore: Fazi editore
Pagine: 348
Prezzo: Euro 15
Prezzo E-book: 7,99
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Trama: Durante la torrida ondata di caldo estivo che affligge Berlino nel 1938, il popolo tedesco attende con ansia l’esito della conferenza di Monaco domandandosi se Hitler trascinerà l’Europa in una nuova guerra. Nel frattempo, in città sono scomparse diverse ragazze adolescenti, tutte bionde con gli occhi azzurri, tutte bellezze ariane. Heydrich in persona assolda il detective Bernie Gunther, costringendolo a tornare nella Kriminalpolizei, a capo di una squadra che faccia luce sul caso.
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Mentre qualcuno cerca di far ricadere la colpa su un membro della comunità ebraica, l’investigatore si cala nei meandri della prostituzione, della pornografia e della stampa estremista. la Germania hitleriana, sotto la sua patina di ordine e decoro, nasconde sentieri sotterranei cosparsi di depravazione. E, come se non bastasse, la Notte dei cristalli è alle porte.
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“Il criminale pallido” è il secondo capitolo della trilogia berlinese di Philip Kerr, che ha come protagonista Bernie Gunther. Dopo il caso narrato in “Violette di marzo”, ritroviamo l’investigatore privato alle prese con una nuova indagine.
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Il contesto storico è sempre parte integrante nei libri di Kerr. I suoi thriller storici sono perfetti, riesce senza difficoltà a far incastrare i fatti realmente accaduti con le indagini di Bernie Gunther.
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Come in “Violette di marzo”, la scrittura è molto scorrevole, ma estremamente crudo: nulla è lasciato all’immaginazione. Il lettore si ritrova nelle vicende della Germania Hitleriana e per tutto il romanzo è presente una senso di oppressione e di incertezza storica.
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La punta di diamante de “Il criminale pallido” è proprio il protagonista. Bernie Gunther è un investigatore privato antinazista, freddo e disincantato. Riesce anche in situazioni molto complesse a far trapelare il suo humor nero, che spezza un po’ la pesantezza della vicenda. Kerr in questo secondo romanzo lo ha caratterizzato ancora di più e il lettore ne rimane ancora più affascinato.
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“Il criminale pallido” è veramente un ottimo thriller storico. Un caso forse meno potente di quello di “Violette di marzo”, ma sempre avvincente e sconcertante. E quando il caso lascia il posto agli eventi realmente accaduti, il pugno che arriva allo stomaco del lettore fa veramente male. La cattiveria e la follia umana sono molto più spaventose e pericolose. E ora non ci resta che attendere il capitolo finale della trilogia.
Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)
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