Caso Maignan: cosa prevedono le norme contro il razzismo e cosa rischia l’Udinese
da gazzetta.it
Mike Maignan, il portiere del Milan, ha sollevato una voce forte contro gli insulti razzisti subiti durante la partita contro l’Udinese. Le sue parole riflettono una crescente insoddisfazione per la persistente presenza del razzismo nel calcio. Egli sostiene che il sistema nel suo complesso debba affrontare le proprie responsabilità, chiedendo sanzioni severe per chi ha perpetrato tali atti e per coloro che hanno assistito senza intervenire. Il presidente federale, Gabriele Gravina, ha espresso solidarietà a Maignan, condannando duramente gli eventi di Udine e sottolineando la necessità di interrompere le partite quando si verificano comportamenti vergognosi.
La procedura seguita durante la partita al Bluenergy Stadium è stata attuata in conformità alle normative sportive, tra le più rigide in Europa. L’articolo 62 delle Norme Organizzative Interne alla Federazione (Noif), modificate nel febbraio 2019 su proposta di Gravina, prevede l’interruzione temporanea della partita da parte dell’arbitro in caso di comportamenti discriminatori. L’annuncio al pubblico avviene a gioco fermo, e se tali episodi si protraggono, l’arbitro ha il potere di sospendere la partita in considerazione delle condizioni ambientali. Dopo 45 minuti di interruzione, l’arbitro può dichiarare la chiusura della partita, riportando i fatti nel suo rapporto e lasciando agli Organi di Giustizia Sportiva l’applicazione delle sanzioni previste.
A Udine, l’arbitro ha seguito correttamente questa procedura, interrompendo temporaneamente la partita dopo gli episodi di discriminazione contro Maignan. Dopo la sospensione, non si sono verificati ulteriori incidenti di questo tipo. Il portiere del Milan ha lamentato gli insulti razzisti, e l’arbitro ha annunciato la sospensione, concludendo la partita successivamente senza ulteriori problemi.
Ora, il Giudice Sportivo Gerardo Mastrandrea dovrà decidere se infliggere sanzioni alla squadra e alla tifoseria dell’Udinese. Avrà a disposizione il referto arbitrale e il rapporto degli ispettori della Procura. Potrebbe decidere di chiudere la Curva dell’Udinese per un certo numero di partite o, data l’entità del caso, richiedere un’indagine ampliata alla Procura federale. In quest’ultimo scenario, il procuratore capo Chinè acquisirà testimonianze e immagini per stabilire la sanzione secondo l’art. 28 del Codice di Giustizia Sportiva, considerando anche possibili esimenti e attenuanti previste dall’art. 29 nei confronti della società. L’Udinese, impegnata da tempo contro la discriminazione, ha dichiarato la sua intenzione di collaborare pienamente con le autorità.
L’art. 28 del Codice di Giustizia Sportiva prevede una gamma di sanzioni in base alla gravità degli episodi, tra cui la chiusura di settori dello stadio, la sconfitta a tavolino, le porte chiuse e la squalifica del campo fino a due anni. In questo caso, si potrebbe optare per una delle prime tre sanzioni. Nel caso in cui i responsabili degli insulti razzisti vengano identificati e puniti individualmente, potrebbe non essere necessario penalizzare l’intero settore. La decisione del Giudice Sportivo sarà cruciale nel definire la risposta del calcio italiano a questa spiacevole vicenda, contribuendo a delineare un futuro più inclusivo e rispettoso.
MOURINHO ESONERATO DALLA ROMA PARLA JORGE MENDES: “NESSUNA TRATTATIVA PER IL RINNOVO”
Copyright © 2012 - 2022 FB Comunicazione di Francesco Girolamo Balzano Testata Giornalistica registrata presso Tribunale di Roma n.263/2012
Partita Iva: 11915641002 | Privacy Policy