Chiara Ferragni indagata per truffa aggravata nel caso Pandoro Balocco
da corriere.it
L’influencer e imprenditrice Chiara Ferragni è al centro di un’indagine per truffa aggravata, in relazione al caso del pandoro “Pink Christmas” prodotto dall’azienda piemontese Balocco. La Procura di Milano ha iscritto Ferragni e Alessandra Balocco, presidente della Balocco Spa, nell’ambito di un’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco. La truffa aggravata è la principale accusa, e la reazione di Ferragni è stata di serenità, sebbene esprima turbamento per ciò che definisce strumentalizzazione mediatica.
La Procura di Milano ha aperto un’indagine su Chiara Ferragni e Alessandra Balocco in relazione al pandoro “Pink Christmas”. La truffa aggravata è l’accusa principale, con l’imprenditrice e la presidente della Balocco Spa entrambe coinvolte. La decisione di iscriverle nell’inchiesta è stata presa dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco.
Chiara Ferragni ha risposto all’indagine con un commento di serenità, sottolineando di aver sempre agito in buona fede. La sua fiducia nell’operato della magistratura è evidente, e si è dichiarata pronta a collaborare pienamente con le indagini. Tuttavia, ha espresso un profondo turbamento per quello che considera un uso strumentale delle informazioni da parte di alcuni media.
Le autorità competenti, con delega del procuratore aggiunto Eugenio Fusco, hanno acquisito documentazione presso la sede della Balocco a Cuneo. Questo passo è stato compiuto nel contesto dell’indagine che coinvolge Chiara Ferragni e la questione del pandoro “Pink Christmas”. L’inchiesta è stata avviata in seguito alle sanzioni inflitte dall’Antitrust a dicembre.
A dicembre, l’Antitrust ha multato con oltre un milione di euro due società legate a Chiara Ferragni e con ulteriori 400 mila euro la Balocco. Queste sanzioni derivano dalla campagna ingannevole associata alla vendita del pandoro “Pink Christmas”, con un aumento del costo di due volte e mezza rispetto al prezzo base. L’accusa principale era l’induzione ingannevole dei consumatori, suggerendo che l’acquisto contribuisse a donazioni all’ospedale per bambini Regina Margherita di Torino, quando in realtà la donazione era stata effettuata sei mesi prima dell’avvio della campagna.
L’inchiesta si basa anche su email scambiate tra la Balocco e una società di Chiara Ferragni, evidenziando il coinvolgimento delle due parti nella pianificazione della pubblicità. Nonostante i rischi evidenziati dalla Balocco sulla potenziale ingannevolezza dell’annuncio, i rappresentanti della Ferragni hanno continuato a suggerire come realizzare la campagna.
L’accusa principale nei confronti di Chiara Ferragni è di concorso in truffa aggravata, un reato che consente alla Procura di procedere anche senza la presentazione di una querela. Questo aspetto potrebbe complicare ulteriormente la situazione legale dell’influencer e imprenditrice.
Il coinvolgimento di Chiara Ferragni nell’indagine sulla truffa aggravata legata al pandoro “Pink Christmas” evidenzia la complessità del caso. Mentre la reazione della Ferragni è di serenità, la questione solleva domande sulla responsabilità e la trasparenza nella promozione di prodotti, soprattutto quando coinvolge cause benefiche. La strada legale si annuncia intricata, e le indagini dovranno fare luce su tutti i dettagli della controversia.
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