“L’avvelenatore” di Emanuele Altissimo leggi la recensione
Titolo: L’avvelenatore
Autore: Emanuele Altissimo
Genere: narrativa
Editore: Bompiani
Pagine: 288
Prezzo: Euro 18
Ebook: Euro 9,99
Trama
Essere figli significa, in una certa misura, essere in balia di chi ci ha generati; ogni adulto porta dentro di sé questo marchio nascosto. Nelle campagne dove Arno Paternoster è cresciuto, ogni anno i contadini spargono concimi azotati, fosforo, cloruro di ammonio. Quando lui era bambino, suo padre gli mostrava le sinistre iridescenze delle pozzanghere per ricordargli che quelle sostanze scorrono anche nell’acqua con cui ci dissetiamo. Ha fatto questo per tutta la vita, il dottor Paternoster, contaminare ogni pensiero di suo figlio, ogni scelta della famiglia come un veleno nascosto,
Ma era un medico stimato, un punto di riferimento in paese: nessuno avrebbe mai voluto credere che facesse un uso malato della sua autorità. Adesso Arno è un uomo adulto, ha un buon lavoro, una bambina e una moglie in gamba, che fa la poliziotta. Non vede suo padre da anni, eppure lo ha sempre accanto come un’ombra: odiare qualcuno non ci libera della sua presenza. E quando il dottor Paternoster viene ucciso, è naturale che sia Arno il primo sospettato. Arno che era appena tornato di nascosto nella casa di famiglia. Arno che non ha un alibi.
“L’Avvelenatore” di Emanuele Altissimo è un romanzo avvincente che penetra profondamente nelle dinamiche familiari, portando alla luce segreti sepolti e tensioni irrisolte. La storia si sviluppa tra le pittoresche campagne, dove il protagonista, Arno Paternoster, è cresciuto con un’ombra oscura che lo ha accompagnato fin da bambino: suo padre, il dottor Paternoster, un uomo stimato ma con una personalità conturbante.
La scrittura tesa, precisa e martellante di Altissimo ci cattura sin dalle prime pagine, conducendoci attraverso un intricato labirinto di emozioni e segreti familiari. La contaminazione emotiva di Arno, causata dalle manipolazioni psicologiche del padre, è così palpabile da farci sentire come se fossimo noi stessi intrappolati in questo vortice di disperazione.
Quando il dottor Paternoster viene ucciso, Arno diventa il principale sospettato, e la storia si evolve in un avvincente giallo psicologico. La tensione cresce costantemente, spingendoci a sospettare di ogni personaggio, a sviscerare gli intrecci dei rapporti familiari e della comunità di provincia. Altissimo sa come creare suspense e colpi di scena, mantenendoci incollati alle pagine fino alla rivelazione finale.
Attraverso uno stile narrativo magistrale, il romanzo affronta temi profondi, come l’eredità familiare e l’influenza dei genitori sulla vita dei figli. Arno, con la sua famiglia e la moglie poliziotta, rappresenta un microcosmo che rispecchia le complessità delle relazioni umane. Le parole non dette, i segreti celati negli armadi e il desiderio di liberarsi dai fantasmi del passato costituiscono l’anima di questo romanzo coinvolgente.
A quattro anni dal suo esordio letterario, Emanuele Altissimo dimostra una maturità narrativa sorprendente. Con “L’Avvelenatore,” l’autore ci costringe a confrontarci con la nostra stessa umanità, esplorando le ombre che si celano nei meandri della mente umana. Questo romanzo ci spinge a desiderare la luce anche nei momenti di maggior oscurità, a lottare per la nostra libertà interiore quando sembra che nessuno creda in noi.
“L’Avvelenatore” di Emanuele Altissimo è un romanzo straordinario che affascina i lettori con la sua profondità psicologica, il ritmo incalzante e il modo in cui ci coinvolge emotivamente. Una lettura imperdibile per gli amanti del mistero e della narrativa psicologica, che lascia un’impronta indelebile nella mente e nel cuore di chiunque osi sfidare i demoni del passato.
Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)
“LE STREGHE NON ESISTONO” DI LUCA SCARLINI LEGGI LA RECENSIONE
Copyright © 2012 - 2022 FB Comunicazione di Francesco Girolamo Balzano Testata Giornalistica registrata presso Tribunale di Roma n.263/2012
Partita Iva: 11915641002 | Privacy Policy