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“Il treno dei bambini” di Viola Ardone leggi la recensione
Titolo: Il treno dei bambini
Autore: Viola Ardone
Genere: narrativa
Editore: Giulio Einaudi editore
Pagine: 248
Prezzo: Euro 17,50
Prezzo E-book: 8,99
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Trama: È il 1946 quando Amerigo lascia il suo rione di Napoli e sale su un treno. Assieme a migliaia di altri bambini meridionali attraverserà l’intera penisola e trascorrerà alcuni mesi in una famiglia del Nord. Un’iniziativa del Partito comunista per strappare i piccoli alla miseria dopo l’ultimo conflitto. Con lo stupore dei suoi sette anni e il piglio furbo di un bambino dei vicoli, Amerigo ci mostra un’Italia che si rialza dalla guerra come se la vedessimo per la prima volta. E ci affida la storia commovente di una separazione. Quel dolore originario cui non ci si può sottrarre, perché non c’è altro modo per crescere.
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“Il treno dei bambini” di Viola Ardone è un romanzo del 2019 che narra la storia di Amerigo Speranza, un bambino che nel dopoguerra si ritrova su uno di quei treni della speranza organizzati dal partito comunista.
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La prima parte è tutta la vicenda raccontata con gli occhi di Amerigo. E’ un bimbo, molto più maturo della sua età, che però, ovviamente, nei suoi racconti fa trasparire la sua igenuità. E spesso ci ruba un sorriso con i suoi racconti. I suoi sono ragionamenti semplici, ma, al tempo stesso, difficili da accettare per lui.
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L’amore viscerale per la madre è il filo conduttore di tutto il romanzo. Amerigo vive in simbiosi con la donna, ma allo stesso tempo il loro rapporto non contempla momenti di tenerezza e carezze. Sua madre è la classica donna, sola, del dopoguerra: una signora pratica, fredda, lontana da momenti frivoli.
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Allo stesso tempo, però, è una madre che per il bene di suo figlio prende una decisione difficilissima e molto sofferta. Amerigo, con la sua innocenza, ci porta su questi treni. Gli incontri con gli altri bambini sono molto divertenti e allo stesso tempo strazianti. La paura di non essere accettati al Nord e la paura di essere dimenticati dalle proprie famiglie, gli fa dire e pensare veramente di tutto.
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La Ardone ha uno stile assolutamente coinvolgente, che tiene incollati alla pagine. Vogliamo sempre sapere di più, e la lettura non stanca mai. Bellissime le sue accuratissime descrizioni dei luoghi, nonché ogni singolo racconto delle emozioni del piccolo Amerigo.
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L’ultima parte del romanzo è ambientata molti anni dopo, precisamente nel 1994, quando troviamo un Amerigo ormai adulto. Proprio questo stravolgimento mette ancora più in risalto la bravura della scrittrice. Cambia completamente il linguaggio, che diventa più maturo, ma sempre velato di malinconia. Si nota tantissimo la differenza di linguaggio: Amerigo ora è un uomo, non parla più in dialetto, ha perso tutta la sua innocenza.
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Questo romanzo non lascia assolutamente indifferenti, soprattutto la parte di Amerigo bambino. L’ultima parte, invece, scivola via troppo frettolosamente, come se si dovessero per forza concludere con quelle pagine. Forse un approfondimento in più sull’Amerigo adulto avrebbe reso questo romanzo veramente perfetto.
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“Il treno dei bambini è un romanzo che ci racconta un periodo storico, quello del dopoguerra, povero ma alla ricerca di una dignità e una speranza che si era persa durante il conflitto mondiale. La lettura è stata molto coinvolgente, ha riempito il cuore: tanti sorrisi, ma anche tanta profonda commozione e tristezza.
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Lo stile dell’Ardone è il vero punto di forza e ciò ha reso ancora più bello e completo questo romanzo. Una lettura che stimola e consigliata a tutti, sia per la storia, che è il nostro recente passato, sia per il gusto di apprezzare una scrittrice che sa lasciare il segno.
Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)
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