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L’Iran apre nuovi fronti: attacchi in Pakistan Iraq Siria e Yemen

L’Iran apre nuovi fronti: attacchi in Pakistan Iraq Siria e Yemen

L’Iran apre nuovi fronti: attacchi in Pakistan Iraq Siria e Yemen

da ansa.it

Attacchi aerei iraniani sul Pakistan

Il Pakistan ha accusato l’Iran di condurre attacchi aerei “illegali” sul suo territorio, provocando la morte di due bambini e il ferimento di altri tre. Il ministero degli Esteri pakistano ha convocato il rappresentante iraniano a Islamabad per protestare contro questa violazione della sovranità, dichiarando che l’attacco ha avuto gravi conseguenze. Nonostante l’esistenza di canali di comunicazione tra i due paesi, l’atto è  definito “totalmente inaccettabile”. Il Pakistan ha sottolineato che tali azioni unilaterali minano la fiducia bilaterale e non sono in linea con le relazioni di buon vicinato.

Bombe su Khan Yunis: raid israeliani in Palestina

Le agenzie di stampa palestinesi riportano che 13 persone sono  uccise e molte altre ferite in raid aerei e d’artiglieria israeliani su Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza. Gli attacchi hanno colpito edifici residenziali e vicinanze ospedali, portando il bilancio delle vittime a 158 nelle ultime 24 ore. Il kibbutz di Beeri ha confermato la morte di due ostaggi israeliani rapiti da Hamas, Yossi Sharabi e Itai Svirsky, sostenendo che sono stati uccisi nei bombardamenti israeliani su Gaza.

L’Iran apre nuovi fronti: attacchi in Iraq, Siria e Yemen

L’Iran ha intensificato la sua azione nella regione, lanciando “missili balistici” su Iraq e Siria. Questi attacchi sono stati descritti come un segnale a Israele e agli USA, accusati di creare insicurezza nella regione. Gli USA hanno risposto colpendo i ribelli filoiraniani in Yemen, mentre Israele ha condotto un massiccio attacco contro i miliziani del Partito di Dio nel sud del Libano. Teheran ha rivendicato di aver distrutto un centro di spionaggio israeliano a Erbil, capitale del Kurdistan iracheno, provocando la condanna degli USA e l’accusa di aggressione alla sovranità da parte dell’Iraq.

Escalation delle tensioni: Siria e Mar Rosso

In Siria, le forze iraniane hanno colpito i luoghi di raduno dei comandanti legati agli attacchi terroristici recenti, in risposta al duplice attentato di gennaio rivendicato dall’Isis. Le tensioni si sono ulteriormente acuite con gli attacchi degli Houthi filoiraniani in Yemen, seguiti dalla risposta degli USA contro le postazioni di missili antinave. Israele ha attaccato gli Hezbollah nel Libano meridionale, definendo l’operazione uno dei maggiori attacchi dall’inizio delle ostilità. La Striscia di Gaza continua a essere teatro di scontri, con un alto bilancio di vittime da entrambe le parti.

Reazioni internazionali e conseguenze

Le azioni dell’Iran hanno suscitato condanne da parte degli USA e dell’Iraq, che hanno denunciato un’aggressione alla loro sovranità. L’Unione europea ha incluso il leader di Hamas, Yayha Sinwar, nella lista dei terroristi, applicando sanzioni. Mentre la situazione nella regione continua a evolversi, la comunità internazionale osserva con preoccupazione l’escalation delle tensioni nel Medio Oriente.

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USA e Gran Bretagna attaccano Houthi in Yemen e Biden spiega: “Risposta a attacchi contro navi”

USA e Gran Bretagna attaccano Houthi in Yemen e Biden spiega: “Risposta a attacchi contro navi”

USA e Gran Bretagna attaccano Houthi in Yemen e Biden spiega: “Risposta a attacchi contro navi”

da ansa.it

Gli USA, insieme alla Gran Bretagna e ai loro alleati, hanno lanciato una serie di attacchi mirati contro le postazioni controllate dai ribelli Houthi nello Yemen. Questo intervento segue la sfida degli Houthi, che hanno ignorato gli avvertimenti di non intensificare i loro attacchi nel Mar Rosso.

Ampia coalizione di Paesi Alleati

La coalizione internazionale coinvolge diversi alleati degli USA, tra cui Paesi Bassi, Australia, Canada e Bahrein. Questi Paesi forniranno supporto logistico, intelligence e altri mezzi per sostenere l’operazione. La collaborazione multinazionale è progettata per affrontare efficacemente la minaccia rappresentata dagli Houthi nella regione.

USA e Gran Bretagna attaccano Houthi in Yemen e Biden spiega: “Risposta a attacchi contro navi” – Metodi d’attacco multidimensionali

Secondo quanto riferito da fonti ufficiali degli USA, gli attacchi sono stati eseguiti principalmente attraverso l’uso di aerei da combattimento e missili Tomahawk. Più di una dozzina di obiettivi strategici Houthi sono presi di mira da missili lanciati da diverse piattaforme, compresi cielo, terra e mare, utilizzando anche il sottomarino USS Florida. Gli obiettivi selezionati sono attentamente scelti per indebolire la capacità degli Houthi di attaccare le navi nel Mar Rosso. Questi includevano sistemi radar, depositi, siti di lancio di droni, missili balistici e missili da crociera.

Risposta decisa agli attacchi Houthi

Il presidente Joe Biden ha giustificato l’azione militare come una “risposta diretta agli attacchi Houthi”. Ha sottolineato che, se necessario, non esiterà a intraprendere ulteriori misure per proteggere la sicurezza del popolo americano e garantire il libero flusso del commercio internazionale.

Preoccupazioni dell’Arabia Saudita

Il Regno dell’Arabia Saudita ha espresso “grande preoccupazione” per le operazioni militari in corso nella regione del Mar Rosso. In una dichiarazione ufficiale del ministero degli Esteri di Riad, si è invitato a “esercitare autocontrollo ed evitare un’escalation”. Tale posizione riflette la crescente preoccupazione internazionale riguardo alla stabilità della regione e sottolinea la necessità di cercare soluzioni diplomatiche per risolvere la crisi.

Prospettive future

L’operazione militare internazionale nel Mar Rosso ha riacceso l’attenzione sulla complessa situazione nello Yemen e sulle tensioni regionali. Mentre gli USA e i loro alleati perseguono attivamente misure per contrastare gli Houthi, resta cruciale il coinvolgimento della comunità internazionale nella ricerca di una soluzione pacifica e sostenibile per stabilizzare la regione. La diplomazia rimane fondamentale per prevenire un’escalation delle tensioni e garantire la sicurezza e la prosperità a lungo termine nella regione del Mar Rosso.

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