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Imbucato teatrale la recensione di “Oh Diss’ea”
In scena al Teatro Ghione
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Roberto Ciufoli, Simone Colombari e Max Paiella portano in scena un divertissement che ripercorre il classico dei classici greci. Con la consueta verve ed ironia accompagnati, o meglio per meglio dire disturbati, dalle brillanti parodie del simpatico musicista.
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L’inizio con la più classica delle recitazioni, i Feaci e Calipso, Circe (al Circeo) e Polifemo, i Proci ed il cane Argo. Fino a Penelope che, rivedendo il suo sposo dopo 30 anni, appunto disse “Oh!”. Sessanta minuti abbondanti in un crescendo di battute, giochi di parole e sottolineature musicali. Coinvolgendo il pubblico che ride e si diverte.
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Al di là dell’indubbio talento degli interpreti va sottolineata la voglia di esserci, di testimoniare in questo momento difficile dal futuro incerto l’amore per il teatro. E la necessità pressante, quasi fisica, di salire sul palcoscenico per incontrare nuovamente il pubblico: chapeau!
Maurizio Zucchetti
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Imbucato teatrale la recensione di “Favete Linguis”
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Dopo quasi sei mesi di forzata interruzione riapro la mia rubrichetta con il piacere di recensire un trio di talentuosi e versatili artisti che divertono e si divertono riprendendo il “Varietà degli Anni 60”. Genere assai poco frequentato che meriterebbe molta più attenzione. Perché, oltre ad interessare gli spettatori più maturi, intriga ed affascina anche gli spettatori più giovani. Questo spettacolo chiude la seconda edizione della Rassegna “E…state! al Wood” di Claudia Campagnola. Rassegna che nche quest’anno ha incontrato il favore del pubblico proponendo spettacoli piacevoli ed interessanti.
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Toni Fornari, Emanuela Fresi e Stefano Fresi, supportati dall’ottima Cristiana Polegri ai fiati, rendono un affettuoso omaggio al Quartetto Cetra. Raccogliendone l’ideale eredità sia nelle accurate esecuzioni musicali che nelle abilità “tecniche” con le quali intrattengono gli spettatori. Novanta minuti di spettacolo nei quali si passa dal medley degli anni ’30 ad un vecchio grammofono con il volume altalenante. Dalla “Vasca” di Alex Britti declinata in varie modalità alla rivisitazione di Shakespeare con il suggeritore impacciato. In un crescendo di risate ed applausi da parte della platea completa in ogni ordine di posti.
Maurizio Zucchetti
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