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“Genitori vs influencer” la recensione del film
Disponibile su Now
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Regia: Michela Andreozzi
Cast: Fabio Volo, Ginevra Francesconi, Giulia De Lellis, Ruben Mulet Porena, Emma Fasano, Massimiliano Bruno, Nino Frassica, Paola Minaccioni, Matteo De Buono, Paola Tiziana Cruciani, Massimiliano Vado, Michela Andreozzi.
Genere: Commedia
Durata: 94 minuti
Voto: ♥ 1/2 (su 5)
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“Genitori vs Influencers” vorrebbe andare oltre il semplice scontro tra i protagonisti. Il film di Micaela Andreozzi con Ginevra Francesconi, Fabio Volo e Giulia De Lellis, infatti, vorrebbe volare molto più in alto. Puntando a contrasti molto più interessanti. Il film vorrebbe partire dal contrasto tra vecchi e nuovi esempi di commedia italiana. Non riesce, però, a trovare una sintesi tra questi due esempi. Risultando poco interessante e, inoltre, con un rapporto ambiguo con la realtà che vuole rappresentare.
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La storia è quella di Paolo, un professore perennemente preoccupato e decisamente antisociale. L’uomo si scontra spesso con la figlia Simone (pronunciato alla francese) e odia l’influencer Ele-O-Nora. Finirà però per farsi sedurre dallo sfarzoso mondo del networking. “Genitori vs Influencers” poteva essere lo spunto giusto per parlare del nuovo contesto digitale ma il tema è così poco trattato che, quando scorrono i titoli di coda, ci si chiede se si è davvero assistito a qualcosa di veramente interessante.
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Il film racconta la dimensione social senza avere idea di cosa sia realmente, ma vedendola solo come un enorme buco nero. Un buco nero che inghiotte la realtà e costringe gli utenti a comportarsi in modo insensato. Tutte le questioni affrontate da “Genitori vs influencers” poggiano su una struttura sottile, troppo sottile. La stessa che sostiene anche la superficialità del ritratto delle nuove generazioni al centro della storia, la cui psicologia è ridotta a una massa informe di definizioni usa e getta.
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Tuttavia, l’elemento peggiore di questo lungometraggio è il suo rapporto assolutamente ambiguo con il mondo degli influencer. Almeno inizialmente, infatti, punta all’ironia ma, con il passare dei minuti, comincia a simpatizzare con loro, finendo per imitare compiaciuto quegli atteggiamenti che avrebbe voluto criticare. Insomma, più che una satira sul mondo dell’internet moderno, “Genitori vs Influencers” è una commedia italiana che cerca di staccarsi dalle caratteristiche del genere senza riuscirci.
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Così, lo spettatore si trova di fronte a un film senza costrutto, dove l’unico tentativo della regista è quello di mettere in piedi qualcosa di mai visto prima. E nel tentativo esasperato di innovare, finisce per mettere in secondo piano certezze comiche come quelle che potrebbe offrire il cast di supporto, per concentrarsi su un cast di protagonisti poco adatti allo scopo. La regia reinterpreta alcuni dei fondamenti della commedia degli equivoci senza averli prima assimilati, finendo per riproporli in modo frettoloso e, a volte, superficiale.
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Non sorprende, quindi, che una scelta che tira fuori il genere dal suo terreno di coltura, non abbia, poi il potere di colpire davvero il pubblico, che rimane più confuso che deliziato. “Genitori vs Influencers” non esamina criticamente le novità. Piuttosto, gioca sulle sue ambiguità e parla allo stomaco del suo pubblico. Perdendo, così, l’opportunità di un’auspicabile riflessione sulla condizione del rapporto digitale-utente.
Francesco G. Balzano
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