Israele: “Due mesi di pausa per il rilascio degli ostaggi” e i parenti dei rapiti irrompono nella Knesset “Riportateli a casa”
da ansa.it
Israele ha presentato una proposta attraverso i mediatori egiziani e qatarioti, proponendo fino a due mesi di pausa nei combattimenti come parte di un accordo a più fasi che coinvolgerebbe il rilascio degli ostaggi rimasti a Gaza.
Secondo le fonti citate da Axios, Israele è in attesa di una risposta da parte di Hamas e si mostra cautamente ottimista riguardo ai progressi futuri. La proposta prevede il rilascio di tutti gli ostaggi vivi e dei corpi di coloro deceduti, strutturato in più fasi:
Prima Fase:
Fasi Successive:
Un gruppo di familiari degli ostaggi israeliani a Gaza ha fatto irruzione nella commissione finanze della Knesset, chiedendo azioni urgenti per il rilascio dei loro cari. Questo atto è parte di una più ampia protesta contro la presunta inazione del governo, che ha portato alla sospensione dei lavori della commissione.
La tensione è elevata a Khan Yunis, con l’esercito israeliano che circonda l’ospedale Nasser. Le forze israeliane si dirigono verso il mare e Rafah, raggiungendo la università al-Aqsa e isolando l’area umanitaria di Moassi. L’esercito ha anche stretto d’assedio l’edificio centrale della Mezzaluna Rossa, paralizzando le sue attività.
Secondo Israele, l’ospedale Nasser è stato utilizzato da Hamas per scopi militari, citando informazioni di intelligence. L’edificio è stato circondato da mezzi blindati israeliani, interrompendo le attività della Mezzaluna Rossa.
Josep Borrell, Alto rappresentante dell’UE, solleva dubbi sulla quantità di vittime a Gaza e annuncia la discussione della situazione al consiglio esteri. Sottolinea la necessità di una soluzione a due stati. Nel frattempo, i laburisti israeliani presentano una mozione di sfiducia, la prima dall’inizio della guerra, criticando il governo per il mancato rilascio degli ostaggi.
La Presidenza dell’UE, rappresentata dal Belgio, chiede un cessate il fuoco immediato e la liberazione degli ostaggi. La Giordania si unisce a questo appello, esortando l’UE a lavorare per una soluzione a due stati.
Il ministro degli Esteri francese, Stephane Sejourné, esprime la speranza che siano imposte sanzioni ai coloni israeliani violenti in Cisgiordania nei prossimi giorni. Critica le dichiarazioni del premier Netanyahu sulla soluzione a due stati e sottolinea la necessità di creare uno Stato palestinese con garanzie di sicurezza per tutti.
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