Il nono discorso di Mattarella: tradizione e simbolismo nella Sala dei Tofanelli
da corriere.it
Il nono discorso di fine anno del presidente Sergio Mattarella ha suscitato grande interesse non solo per il suo contenuto significativo ma anche per la scelta del luogo in cui è stato pronunciato. La Sala dei Tofanelli, un locale poco conosciuto vicino allo studio alla Vetrata al piano terra della palazzina Gregoriana, ha ospitato un discorso carico di simbolismo e emozione.
Il discorso si apre con suggestive immagini riprese da un drone, mostrando il Quirinale dall’esterno e l’entrata dal balcone. La scena si arricchisce con l’albero luminoso, le bandiere italiana ed europea, e una pianta rossa, la Stella di Natale, in un vaso blu. Questi dettagli visivi contribuiscono a creare un’atmosfera festosa e familiare, in linea con lo spirito delle festività natalizie.
La decisione di scegliere la Sala dei Tofanelli per il discorso del presidente non è casuale. Il locale, poco noto al pubblico, si trova al piano terra della palazzina Gregoriana, il nucleo più antico del Quirinale. Questo ambiente racchiude una storia che risale all’architetto Ottaviano Nonni, detto il Mascherino. La scelta della location denota una volontà di raccoglimento e tradizione, sottolineando l’importanza della memoria storica.
Il discorso, della durata di 17 minuti, è stato pronunciato in piedi, riprendendo la scelta fatta nei tre discorsi precedenti, a differenza del 2019 quando il presidente aveva preferito rimanere seduto. Mattarella ha iniziato esprimendo la sua preoccupazione per la fase storica attuale, caratterizzata dalle guerre in Ucraina e in Medio Oriente, nonché dall’accentuarsi dei contrasti politici.
Uno degli elementi più toccanti del discorso è stato il riferimento alla fede nuziale. Il presidente ha proclamato il suo discorso a mani giunte, con le dita della destra che accarezzano la fede, un simbolo tangibile del suo legame con Marisa, la moglie scomparsa nel 2012. Questo gesto ha aggiunto un tocco di intimità e profondità emotiva al discorso presidenziale.
Le parole del presidente sono state rivolte soprattutto ai giovani, con un appello a sviluppare un approccio basato sul “confronto e dialogo”. Mattarella ha sottolineato l’importanza di esercitare la libertà in modo responsabile, enfatizzando che la democrazia è più che mai legata all’azione concreta, come il voto, piuttosto che alla passività dei social media.
Il presidente ha vibrato di energia quando ha affrontato temi cruciali come la libertà e la democrazia. Ha enfatizzato che la democrazia richiede l’esercizio della libertà e ha sottolineato che “la democrazia è votare, non stare sui social”. Mattarella ha trovato ispirazione nei valori della Costituzione italiana, riscontrandoli nelle esperienze di viaggio, nelle storie di ragazzi con autismo al lavoro e nella solidarietà dimostrata dai giovani durante le calamità.
Il nono discorso di fine anno di Sergio Mattarella nella Sala dei Tofanelli si è rivelato un momento carico di emozioni, simbolismo e riflessioni profonde. Attraverso le sue parole, il presidente ha invitato alla riflessione, alla responsabilità e all’impegno verso un futuro migliore. La scelta di una location intrisa di storia e la presenza di simboli significativi hanno reso questo discorso non solo un atto istituzionale, ma anche un momento di connessione umana e condivisione di valori fondamentali.
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