“Viva l’Italia Anti-Fascista”: applausi per il grido alla Scala alla prima col “Don Carlo”
da ansa.it
La Prima della Scala, uno degli eventi più attesi dell’anno per gli amanti della lirica e della cultura italiana, ha preso una piega inusuale quest’anno. L’apertura della stagione è arrivata con l’opera “Don Carlo” di Giuseppe Verdi diretta dal maestro Riccardo Chailly. Tuttavia, l’attenzione principale è catturata da un grido animoso che ha attraversato il loggione, rompendo la solenne atmosfera dell’evento: “Viva l’Italia Anti-Fascista”.
Questo insolito richiamo è avvenuto prima dell’inno di Mameli e ha suscitato una reazione a catena di applausi da parte del pubblico presente. Il grido è udito da coloro che affollavano il loggione, creando un momento di tensione e riflessione sulla storia politica e sociale dell’Italia. L’inusuale dichiarazione è seguita da una serie di applausi, evidenziando la divisione di opinioni all’interno della prestigiosa sala.
Nel palco reale, normalmente riservato al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, c’era la senatrice a vita Liliana Segre. La Segre ha condiviso la sua nostalgia per Mattarella, definendolo “come un fratello”. La sua presenza ha aggiunto un elemento di simbolismo e memoria storica a una serata che già si preannunciava fuori dall’ordinario.
“Viva l’Italia Anti-Fascista”: applausi per il grido alla Scala alla prima col “Don Carlo” – La reazione di Matteo Salvini
La reazione politica non si è fatta attendere. Matteo Salvini, vicepremier, ha commentato le grida provenienti dal loggione, sottolineando che chiunque le emettesse “ha un problema”. Ignazio La Russa, presidente del Senato, ha dichiarato di non aver sentito l’urlo, dissociandosi da una possibile polemica.
Il basso Michele Pertusi ha aggiunto ulteriore drammaticità alla serata con un malore, mettendo in mostra il suo spirito professionale continuando a esibirsi nonostante i problemi di voce. L’opera “Don Carlo” ha ricevuto tredici minuti di applausi, nonostante alcune disapprovazioni udite all’uscita del regista Lluís Pasqual.
Il palcoscenico si è illuminato anche con la presenza di illustri ospiti. Patti Smith ha dichiarato di essere lì “per i bambini, non per la politica”, mentre il regista spagnolo Pedro Almodóvar si è detto entusiasta della sua prima volta alla Scala.
La presenza di Liliana Segre nel palco reale è stata accompagnata da un tocco di attenzione sociale. Alcune ospiti hanno sfidato la tradizione teatrale, indossando abiti rossi per mandare un messaggio contro i femminicidi. Questo gesto simbolico ha portato l’attenzione sulla lotta contro la violenza sulle donne, ricordando Giulia Cecchettin, Giulia Tramontano e tutte le vittime del femminicidio.
Fuori dal teatro, la manifestazione non si è limitata all’apprezzamento dell’arte. Diversi gruppi di manifestanti si sono radunati, con bandiere sindacali e richieste di diritti per i lavoratori dello spettacolo. La presenza di attivisti contro la partecipazione della cantante Anna Netrebko, collegata al regime di Putin, ha aggiunto un elemento di protesta politica all’evento.
In conclusione, la Prima della Scala quest’anno è stata molto più di una serata di lirica e cultura. È diventata un palcoscenico per espressioni audaci, ricordi storici, e richiami sociali che hanno reso questa serata indimenticabile e piena di sfumature politiche e culturali.
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