“Zack Snyder’s Justice League” la recensione del film
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Regia: Zack Snyder
Cast: Ben Affleck, Henry Cavill, Amy Adams, Gal Gadot, Ray Fisher, Jason Momoa, Ezra Miller, Willem Dafoe, Jesse Eisenberg, Jeremy Irons, Diane Lane, Connie Nielsen, J.K. Simmons
Genere: Azione, avventura, fantastico, fantascienza
Durata: 242 minuti
Voto: ♥♥♥ (su 5)
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Solitamente, le versioni dei film con i ‘tagli del regista’ sono appannaggio degli appassionati di una pellicola. Un modo, per i più curiosi, di scoprire quale ‘magia’ si è persa nel percorso tra il montaggio e la sala. Rimangono, però, momenti per lo più non necessari per la comprensione dell’opera, figuriamoci se addirittura vadano a stravolgere i fatti raccontati al cinema.
Contro ogni ragionevole previsione, invece, “Zack Snyder’s Justice League” sfida questa consuetudine, riemergendo dall’ombra dopo la grande richiesta dei fan, che avevano invaso i social implorandone l’uscita. Fan che ora sono divisi sulla qualità di questo film ma, in fin dei conti, emerge una sostanziale soddisfazione. Almeno maggiore di quella del 2017, quando il film deluse le aspettative di pubblico e box office.
Gli ‘Snyder cut’ contengono materiale inedito e una montagna di effetti visivi, compresa una revisione dell’aspetto del villain, Steppenwolf. Ma ci sono tanti cambiamenti significativi, che trasformano completamente la narrazione. Ad esempio, ci viene rivelato che Steppenwolf non agisce da solo, ma per servire Darkseid, che in questa edizione appare insieme ad un altro membro della Justice League, il Martian Manhunter.
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Ma basta questo a rendere “Zack Snyder’s Justice League” un qualcosa da vedere assolutamente? Non proprio, a meno che voi non siate dei grandi appassionati di storie di redenzione e vendetta, o, più in sintesi, degli amanti dei fumetti. Oltretutto, la pellicola dura più di quattro ore e questo aspetto non va in alcun modo a suo favore, anche perché, diciamolo chiaramente, non è affatto un capolavoro, anzi.
C’è da dire, comunque, che Snyder, nelle sue intenzioni originali, aveva immaginato un film molto diverso da quello, poi, voluto dalla DC e dalla Warner Bros. Perciò, quando ha abbandonato il progetto, la produzione ha affidato il compito a Joss Whedon, che l’ha riportato sui binari voluti dai piani alti dell’operazione. Il risultato è stato comunque dignitoso, ma molto lontano dalla visione del povero Snyder che, nel frattempo, piangeva la dolorosa scomparsa della figlia Autumn per suicidio.
Nonostante le impronte di Whedon fossero evidenti su tutto il film del 2017, i fan si scagliarono contro Snyder per le attese deluse dal progetto. Quindi, è obiettivamente difficile convincere qualcuno a perdere 4 ore della propria vita per guardare un film non proprio memorabile. Senza contare, poi, che qui lo stile di Snyder è all’ennesima potenza e, perciò, se generalmente non lo apprezzate, stavolta è davvero il caso di lasciar perdere. Io stesso, devo ammetterlo, ho guardato il film soltanto per motivi lavorativi. Ora che l’ho fatto, però, non posso dirmi pentito.
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In “Zack Snyder’s Justice League” il regista dimostra di essersi evoluto in qualcosa di più di un ninfomane che adora così tanto il suo stile da renderlo l’unico motivo della visione. Qui c’è anche sostanza, profonda comprensione di ciò che la gente si aspetta dalla narrazione di un supereroe, che esso provenga dall’Universo DC o Marvel poco importa. Snyder tratteggia un film pieno di personaggi vivaci ed esplosivi, protagonisti perfetti per un film d’azione degno di questo genere. La pellicola è colma di momenti di tensione, che sono il vero pane del settore e, forse, oltre all’aspetto meramente commerciale, il reale motivo che spinge gli studios a produrne in serie.
E la suspense Snyder la porta avanti, potente, fino alla fine, come mai era successo in un’opera precendentemente targata DC. Quella che osserviamo prima dello scorrere dei titoli di coda, in fondo, più che una conclusione è una proposta di sequel che, probabilmente, però, non vedrà mai la luce. Un bel problema per la produzione visto che, ora, la curiosità è davvero alle stelle.
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Tornando al cuore del film, occorre sottolineare la bravura di Snyder nel non trascurare i personaggi già noti al pubblico (Superman, Batman e Wonder Woman) mettendo, però, al centro della sua narrazione il poco conosciuto Cyborg. Proprio quest’ultimo, l’umano Victor trasformato dal padre in un mezzo robot, è quello che più interessa a Snyder. Perché gli permette di tirare fuori la sua anima più politica, quella che lo porta a raccontare l’isolamento degli afroamericani nelle società occidentali, dove sono al centro di mille sospetti.
Nonostante questa particolare attenzione, Snyder non dimentica gli altri protagonisti. Con bravura, anzi, riduce al minimo il già ingombrante ego di Batman e Superman, ormai già ampiamente analizzati in altre pellicole, e dà eguale importanze a quelle che, prima di questo film, erano considerate figure secondarie. Un vero peccato, insomma, che, almeno per il momento, non ci sia in previsione un nuovo capitolo di questo taglio pensato da Snyder. Visto il contesto produttivo, è meglio essere grati di aver potuto dare un’occhiata a questo progetto rimasto nell’ombra così a lungo. Se, poi, dovessero esserci le condizioni per un altro capitolo, tanto meglio. A patto che la durata si limiti, al massimo, a due ore, però!
Francesco G. Balzano
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