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“La mia vita da zucchina” recensione film
Disponibile su: Amazon Prime Video
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Regia: Claude Barras
Voci italiane: Lorenzo D’Agata, Lucrezia Roma, Riccardo Suarez, Stefano Mondini, Gabriele Meoni, Chiara Fabiano, Luca Tesei, Anita Ferraro, Barbara Salvucci, Paola Giannetti, Fabrizia Castagnoli, Riccardo Scarafoni
Genere: Animazione, Commedia, Drammatico
Durata: 66 minuti
Voto: ♥♥♥♥
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Il protagonista della storia è un bambino di 9 anni soprannominato Zucchina. Dopo la scomparsa della madre viene mandato a vivere in una casa famiglia. Grazie all’amicizia di un gruppo di coetanei, tra cui spicca la dolce Camille, riuscirà a superare ogni difficoltà. Abbracciando infine una nuova vita.
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“La mia vita da zucchina” è un film che ha molto coraggio, perché riesce a parlare di argomenti assai delicati senza mai ricorrere ad un buonismo di comodo. Racconta, infatti, una storia solo apparentemente ruvida, ma in realtà carica di una profonda umanità ed un’incredibile carica empatica nei confronti dei piccoli protagonisti. Il merito è, soprattutto, della splendida sceneggiatura ci Céline Sciamma che, con incredibile bravura, riesce a creare un perfetto mix di elementi drammatici, anche profondissimi, mitigati con una giusta dose di speranza.
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Non è facile parlare ad un pubblico di giovanissimi di un loro pari età con una vita familiare insostenibile. Nessun bambino dovrebbe sapere che esistono genitori tutt’altro che amorevoli e, anzi, deleteri per la propria crescita, come accade a Zucchina. Però è innegabile che anche questa, seppur amarissima, è una realtà. Allora, è bene indorare la pillola e dire pure che gli istituti minorili non sono sempre un inferno in terra, anzi, molte volte offrono una speranza, seppur piccola, a chi, suo malgrado, a costretto a viverci.
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“La mia vita da zucchina”, come se non bastasse, affronta pure lo spinosissimo tema della sessualità. Perché non è vero che le domande su cosa accade nei rapporti con l’altro sesso sono appannaggio della pubertà, ma iniziano molto prima. E la risposta non può e non deve essere pudica, ma, al contrario, libera da ogni pudore, come sono (che bellezza!) le menti dei bambini. Parlavamo di questa pellicola come di una pellicola coraggiosa, ed effettivamente è così.
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Perché si immerge nei problemi, li indaga da dentro e non li giudica da fuori. La splendida regia di Claude Barras non ha intenti moralistici. Preferisce piuttosto mettere a confronto diretto il pubblico con i suoi pupazzi in step-motion, che hanno occhi troppo grandi e innocenti per poter mentire. Splendida e commovente la cover di “Le vent nous portera” dei Noir Desir realizzata, chitarra, controbasso e vibrafono, dalla splendida voce della svizzera Sophie Hunger.
Francesco G. Balzano
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