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“Il giro del mondo in 80 giorni” (2021) scheda e recensioni del film

“Il giro del mondo in 80 giorni” (2021) scheda e recensioni del film

“Il giro del mondo in 80 giorni” (2021) scheda e recensioni del film

Distribuzione: Notorious Pictures

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Genere: Animazione
Anno: 2021
Regia: Samuel Tourneux
Paese: Francia, Belgio
Durata: 82 minuti
Voto (media ponderata): ♥♥♥1/2 (su 5)

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La trama

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La giovane scimmia Passepartout, chiusa nella sua cameretta, sogna il giorno in cui potrà avventurarsi, zaino in spalla, sulle orme del suo idolo, l’esploratore Juan Frog De Leon. Detentore del record del giro del mondo nel più breve tempo possibile: novanta giorni. Nel mentre, però, vive in una terra popolata di gamberetti, dove l’avventura non ha spazio alcuno.

Almeno fino al giorno in cui arriva, in infradito su una tavola da surf, il ranocchio Phileas Frog. Simpatico e sbruffone, inseguito dal gerbillo femmina Fix, che lo accusa di aver rubato dieci milioni di vongoloni. Frog non trova di meglio per cavarsi d’impaccio che promettere di battere lo storico record circumnavigando il globo in soli ottanta giorni. È l’occasione che Passepartout aspettava da sempre. E per la quale vale persino la pena di scappare di casa.

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La recensione di MyMovies.it

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Samuel Tourneux, francese, classe 1973, approda al primo film con una serie di successi alle spalle nel cortometraggio d’animazione e non solo. Nel 2014 l’attrazione che ha creato per il parco di divertimenti Futuroscope, a nord di Poitiers, è stata premiata come la migliore al mondo. E mostra di avere le chiare e poco timore reverenziale.

Recensione di Marianna CappiVoto: 3.5 (su 5)Leggi la recensione completa

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“Il giro del mondo in 80 giorni” (2021) scheda e recensioni del film – La recensione di MoviePlayer.it

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Questo film animato riesce a fare il suo dovere: rivolto ad un pubblico principalmente di bambini, diverte ed appassiona. Raccontando le bizzarre avventure di un’improbabile coppia di esploratori. Ottimo l’umorismo fisico e vivace ma meno bene fondali e animazioni, spesso troppo semplici e statici.

Recensione di Erika Sciamanna. Voto: 3 (su 5)Leggi la recensione completa

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La recensione di SentieriSelvaggi.it

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Il giro del mondo in 80 giorni, scritto anche dal co-sceneggiatore di L’era glaciale 2: il disgelo Gerry Swallow, trova la formula giusta nella semplicità narrativa. E nell’inventività visiva. Guarda alla tradizione letteraria cinematografica e poi la reinventa. E ogni nuova apparizione ai protagonisti è una rivelazione come l’incontro con Juan Frog De Leon. Raggiunge così il suo obiettivo, quello di appassionarsi ai suoi personaggi. E di divertire con i tratti grafici che definiscono il cinema di Tourneux che trova l’equilibrio tra l’azione dei personaggi e gli ambienti.

Recensione di Simone Emiliani Voto: 3.5 (su 5) – Leggi la recensione completa

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“COME UN GATTO IN TANGENZIALE 2” SCHEDA E RECENSIONE DEL FILM

“Come un gatto in tangenziale 2” scheda e recensioni del film

“Come un gatto in tangenziale 2” scheda e recensioni del film

“Come un gatto in tangenziale 2” scheda e recensioni del film

Distribuzione: Vision Distribution

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Genere: Commedia
Anno: 2021
Regia: Riccardo Milani
Cast: Paola Cortellesi, Antonio Albanese, Luca Argentero, Sonia Bergamasco, Claudio Amendola, Sarah Felberbaum
Paese: Italia
Durata: 109 minuti
Voto (media ponderata): ♥♥♥ (su 5)

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La trama

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Sono passati tre anni dalla breve relazione tra Monica e Giovanni. I due si sono lasciati e hanno perso i contatti. Mentre i loro figli Agnese e Alessio si incontrano per puro caso a Londra, dove vivono per studio e lavoro. Nel frattempo Monica si prende la colpa di un furto eseguito dalle sue sorelle, le gemelle Pamela e Sue Ellen, e finisce in carcere. Per evitare di deludere suo figlio Alessio è dunque costretta a chiedere aiuto a Giovanni.

Il quale sta lavorando insieme alla sua nuova compagna Camilla al progetto di un centro culturale nella periferia di Roma. Grazie ai suoi agganci politici, Giovanni riesce a commutare la pena di Monica in un periodo di servizi socialmente utili. La donna dovrà scontarli presso una comunità che, per ironia della sorte, si trova proprio accanto al centro culturale.

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La recensione di ComingSoon.it

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Una ricetta che non cambia molto, mettendo sempre più in risalto le dinamiche (e i personaggi, come le gemelle) più divertenti del precedente film. Confermando l’affiatamento fra Cortellesi e Albanese. Se i tempi e il ritmo sono cruciali, per la commedia, il film si prende anche il lusso di un rallentamento. Quando cerca di mettere in luce contraddizioni sociali e le ferite di un mondo che si è fermato per la pandemia. Un sentito inno alla cultura e al rispetto degli altri, che invita a rompere con gli algoritmi che ci rinchiudono in una bolla di omologazione. A (ri)occupare le piazze e gli spazi condivisi delle nostre città.

Recensione di Mauro DonzelliVoto: 3 (su 5)Leggi la recensione completa

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“Come un gatto in tangenziale 2” scheda e recensioni del film – La recensione di MyMovies.it

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Paola Cortellesi e Antonio Albanese riprendono con molto maggior spessore i ruoli di Monika e Giovanni. Creando un’insolita chimica basata sul mutuo rispetto e sulla reciproca gentilezza. E assecondano il ritmo veloce di commedia, che questa volta può contare sulle battute dette a mezza voce dall’uno o dall’altro personaggio. Sono quelle battute la cifra nuova di questa seconda puntata. Che ai toni strillati e ai colori kitch del primo episodio alterna saggiamente (e coraggiosamente) una capacità di tirare stoccate quasi impercettibili e menare fendenti autentici in sordina. Di questo è fatta la commedia italiana che funziona. Di morsi improvvisi ma letali, e di botta e risposta non edulcorati.

Recensione di Paola Casella. Voto: 3.5 (su 5)Leggi la recensione completa

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La recensione di CiakMagazine.it

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Sullo schermo, la storia raccontata torna a mettere la periferia al centro dell’attenzione. Più che quella di Bastogi e Coccia di Morto – che appaiono solo in alcuni momenti, quasi più come citazione obbligata che per necessità narrative – quella della parrocchia dove il bel sacerdote militante interpretato da Luca Argentero si prodiga per aiutare i cittadini più in difficoltà (che nella realtà non è a San Basilio, ma in zona Prenestina/Tor de’ Schiavi).

C’è sempre un intento sociologico e civile alla base, tipico del genere cui facevamo riferimento. Anche se non quello dei grandi maestri degli anni d’oro. Né quello di sviluppi più recenti, spesso confusi sulla differenza tra boccaccesco e sboccacciato. E anche qui, i momenti meno coerenti con il resto sono quelli in cui il ‘popolo’ di Bastogi viene gratuitamente rappresentato in maniera esagerata. Ben oltre il caricaturale o l’ironico. Momenti, appunto, che nulla tolgono alla piacevolezza dell’esperienza complessiva.

Recensione di Mattia Pasquini Voto: 3 (su 5) – Leggi la recensione completa

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“QUI RIDO IO” SCHEDA E RECENSIONE DEL FILM

“Qui rido io” scheda e recensioni del film

“Qui rido io” scheda e recensioni del film

“Qui rido io” scheda e recensioni del film

Distribuzione: 01 Distribution

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Genere: Biografico, drammatico
Anno: 2021
Regia: Mario Martone
Cast: Toni Servillo, Maria Nazionale, Cristiana Dell’Anna, Antonia Truppo, Eduardo Scarpetta
Paese: Italia, Spagna
Durata: 133 minuti
Voto (media ponderata): ♥♥♥1/2 (su 5)

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La trama

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Primi anni del XX secolo. Nella Napoli culturalmente vivace della Belle Époque, l’attore e commediografo Eduardo Scarpetta è al culmine del suo enorme successo a teatro. Felice Sciosciammocca, personaggio da lui creato, ha soppiantato Pulcinella come maschera tipica di Napoli, e le sue commedie riscuotono un successo senza pari.

Eduardo si barcamena tra il palco e un complesso nucleo familiare fatto di mogli, amanti e figli legittimi e illegittimi. Con la moglie Rosa De Filippo ha tre figli, Maria, Vincenzo e Domenico (riconosciuto da lui ma in realtà figlio del re Vittorio Emanuele II). Con Luisa, nipote di Rosa, ha invece avuto Titina, Eduardo e Peppino De Filippo, che vengono da lui mantenuti e lo trattano come uno zio. Pur consapevoli che egli sia loro padre.

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La recensione di ComingSoon.it

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Martone dirige un’irresistibile commedia popolare, in cui il ridicolo “è il rovescio del sublime”. In grado di rappresentare brillantemente un’epoca di trapasso, con un attore in splendida forma, Toni Servillo. Capace di passare da uno Scarpetta che recita a uno nella vita, quindi al cinema. Due tecniche diversissime, impossibili da mescolare come acqua e olio. Ma che lui riesce a rendere un flusso continuo e indistinguibile. Solo di una cosa Scarpetta non riesce a ridere, del tempo che passa.

Recensione di Mauro DonzelliVoto: 4 (su 5)Leggi la recensione completa

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“Qui rido io” scheda e recensioni del film – La recensione di MyMovies.it

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A ossessionare lo Scarpetta di Martone è il desiderio di essere riconosciuto. La volontà che “Il figlio di Iorio”, parodia della tragedia pastorale di D’Annunzio difesa in tribunale da Benedetto Croce, perito di parte, venisse ‘riconosciuta’. Disattesa resta la frustrazione legittima dei figli illegittimi, invitati a partecipare soltanto a un apprendistato artistico e professionale.

Frammentato e intimo, eccessivo e ludico, il film tradisce più una sconfitta che una conquista, ribadendo una relazione padre-figlio esclusivamente scenica. Qui rido io è la storia tragicomica di un capocomico-patriarca e di una compagnia di figli-nipoti, che a turno ripetono la parte: “Scarpetta m’è pate a me”.

Recensione di Marzia Gandolfi. Voto: 3.5 (su 5)Leggi la recensione completa

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La recensione di CiakMagazine.it

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Se da questo punto di vista il parente più prossimo del film pare il (post-)eduardiano Sindaco del Rione Sanità, non è meno rilevante il filo che unisce Qui rido io con i precedenti Il giovane favoloso e Capri Revolution. Tasselli di una riflessione sull’arte nell’Italia a cavallo tra XIX e XX secolo dove l’atto creativo si confronta col peso della Storia e i dilemmi della politica. E che pare aver trovato proprio nel canto del cigno di Scarpetta la sua grandiosa coronazione.

Recensione di Emanuele Bucci Voto: 4 (su 5) – Leggi la recensione completa

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“POSSESSION L’APPARTAMENTO DEL DIAVOLO” SCHEDA E RECENSIONE DEL FILM

“Possession – L’appartamento del diavolo” scheda e recensioni del film

“Possession – L’appartamento del diavolo” scheda e recensioni del film

“Possession – L’appartamento del diavolo” scheda e recensioni del film

Distribuzione: Lucky Red e Universal Pictures

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Genere: Horror
Anno: 2020
Regia: Albert Pintó, Phil Grabsky
Cast: Begoña Vargas, Iván Marcos, Bea Segura, Sergio Castellanos, José Luis de Madariaga, Iván Renedo, Conchita Velasco, Javier Botet, María Ballesteros, Rosa Alvarez, Almudena Salort
Paese:  Spagna, Francia
Durata: 105 minuti
Voto (media ponderata): ♥♥♥ (su 5)

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La trama

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Possession – L’appartamento del diavolo, film diretto da Albert Pintó, è ambientato nella Madrid del 1976, poco dopo la morte di Francisco Franco. E la conseguente dissoluzione del regime. Racconta la storia della famiglia Olmedo – composta da Manolo (Iván Marcos), Candela (Bea Segura), i loro tre figli e il nonno malato. Decidono di trasferirsi nella capitale nella speranza di una vita migliore. La fortuna sembra dalla loro parte, perché riescono subito a stabilirsi in un grande appartamento in centro a un prezzo davvero economico.

Manolo inizia a lavorare in un’azienda e Candela viene assunta in un grande centro commerciale del luogo. Sin dal loro arrivo, però, la famiglia assiste a strani eventi inspiegabili. Fino a quando il piccolo Rafael (Iván Renedo), il figlio minore di Manolo, sparisce misteriosamente. Gli Olmedo scopriranno di non essere soli casa, ma che una presenza malvagia vive tra le mura da diversi anni e inizierà a tormentarli…

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La recensione di SentieriSelvaggi.it

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Eventi improvvisi ed inaspettati, come i reiterati “jump scares” utilizzati dal regista spagnolo, non badano allo status sociale dei protagonisti della storia. Specie se la materia in questione deve far sobbalzare, nonostante forzature evidenti di sceneggiatura (su tutte, l’inspiegabile capacità di ritornare alle abitudini quotidiane, nonostante la scomparsa di Rafael…) che avrebbero potuto compromettere tutto sommato un’evidente riuscita dell’opera.

Recensione di Leonardo Lardieri. Voto: 3 (su 5)Leggi la recensione completa

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“Possession – L’appartamento del diavolo” scheda e recensioni del film – La recensione di MoviePlayer.it

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Si tratta di un horror che intrattiene e coinvolge, con la giusta dose di brividi. Peccato per uno scarso approfondimento di certi temi e per la poca unicità della trama.

Recensione di Carlotta Deiana. Voto: 3 (su 5)Leggi la recensione completa

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La recensione di MyMovies.it

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La conflagrazione finale con la ponderosa spiegazione del torbido pregresso e delle conseguenti motivazioni alla base delle apparizioni spettrali tende un po’ alla ridondanza, al moralmente opinabile e all’ovvietà, compresa una breve deriva esorcistica. Ma Pintó riesce a mantenere una discreta valenza spettacolare. Anche se non evita la consueta sequela di sottofinali più o meno superflui. Molto buona la prova del cast, nel quale si mette in particolare evidenza Begoña Vargas. Che riesce a tratteggiare con sensibilità il ritratto dell’adolescente Amparo, divisa tra le sue aspirazioni e un segreto che la preoccupa.

Recensione di Rudy Salvagnini Voto: 3 (su 5) – Leggi la recensione completa

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“JUNGLE CRUISE” SCHEDA E RECENSIONI DEL FILM

“Jungle Cruise” scheda e recensioni del film

“Jungle Cruise” scheda e recensioni del film

“Jungle Cruise” scheda e recensioni del film

Distribuzione: Walt Disney Italia

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Genere: Avventura
Anno: 2021
Regia: Jaume Collet-Serra
Cast: Dwayne Johnson, Emily Blunt, Jack Whitehall, Paul Giamatti, Edgar Ramirez, Jesse Plemons, Andy Nyman, Quim Gutiérrez
Paese:  USA
Durata: 127 minuti
Voto (media ponderata): ♥♥1/2 (su 5)

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La trama

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Jungle Cruise, il film diretto da Jaume Collet-Serra, è ambientato durante i primi anni del XX secolo. Segue la storia di Frank (Dwayne Johnson), capitano di un piccolo battello ma indomito, noto come La Quila. L’uomo accetta di accompagnare nei meandri della selvaggia giungla amazzonica due esploratori inglesi, la scienziata Lily Houghton (Emily Blunt) e suo fratello McGregor (Jack Whitehall).

La coppia è alla ricerca di un mitico albero che possiede straordinarie proprietà curative: l’Albero della Vita. La scoperta dell’arbusto potrebbe cambiare il futuro della medicina e salvare le sorti dell’umanità.Il gruppo dovrà vedersela non solo con i pericoli che la giungla nasconde, i suoi veri abitanti, gli animali selvatici, che non perderanno occasione per attaccarli. Ma anche con un’altra spedizione rivale tedesca, spietata e senza alcuno scrupolo.

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La recensione di MyMovies.it

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Se lo spettacolo funziona da un punto di vista narrativo, dal momento che il film, scritto da Glenn Ficarra e John Requa e poi ripreso da Josh Goldstein durante una lavorazione di quasi dieci anni, fila spedito e i personaggi sono indovinati (per quanto inevitabilmente riconducibili ai dettami posticci della Hollywood contemporanea), gli eccessi del regista Jaume Collet-Serra appesantiscono la visione. Gli inserti nel passato sono fuori tono. I movimenti di macchina mai giustificati. La magniloquenza di molte scene solo apparente, tra modellini ed effetti mal utilizzati. L’inevitabile cedimento all’estetica contemporanea finisce per essere un problema (anche se il pubblico apprezzerà, c’è da starne certi). Per un film a cui basterebbe il sano piacere del racconto per essere piacevolmente spassoso.

Recensione di Roberto Manassero. Voto: 3 (su 5)Leggi la recensione completa

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“Jungle Cruise” scheda e recensioni del film – La recensione di SentieriSelvaggi.it

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Le sequenze d’azione sono costruite su un perfetto e complesso meccanismo ad orologeria che non annoia ma non sorprende. Il film è impeccabile ma non sembra all’altezza dello scopo di diventare un nuovo punto di riferimento. Tutti sono troppo impegnati a rispettare la confezione per avere l’ingenuità necessaria per innovare. Purtroppo, i limiti del progetto sono la sua ambizione e la sua totale incapacità di accettare l’imprevisto. Lo spettatore è come un passeggero della barca di Dwayne Johnson che non si lascia convincere dalla verosimiglianza delle mille trappole della giungla. I pericoli sono troppo tempestivi per essere reali ed eccitanti. Tuttavia, sono abbastanza ben congegnati da non far chiedere i soldi indietro.

Recensione di Emanuele Di Porto. Voto: 2.5 (su 5)Leggi la recensione completa

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La recensione di MoviePlayer.it

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Un’operazione simile a quella fatta con i Pirati dei Caraibi. Sarà un successo anche questa volta? Jungle Cruise è un film pieno di ritmo e sorprese, anche se segue uno schema un po’ meccanico e ripetitivo, e con personaggi meno iconici rispetto a quelli della saga in questione. Ma intrattiene e… si prepara a diventare una saga.

Recensione di Maurizio Ermisino Voto: 3 (su 5) – Leggi la recensione completa

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“OLD” SCHEDA E RECENSIONI DEL FILM

“Old” scheda e recensioni del film

“Old” scheda e recensioni del film

“Old” scheda e recensioni del film

Distribuzione: Universal Pictures

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Genere: Thriller
Anno: 2021
Regia: M. Night Shyamalan
Cast: Eliza Scanlen, Thomasin McKenzie, Aaron Pierre, Vicky Krieps, Alex Wolff, Abbey Lee, Nikki Amuka-Bird, Gael Garcia Bernal, Ken Leung
Paese:  USA
Durata: 109 minuti
Voto (media ponderata): ♥♥♥1/2 (su 5)

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La trama

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Old, il film diretto da M. Night Shyamalan, è ambientato su una paradisiaca e isolata spiaggia tropicale. Dove si trova per motivi diversi un gruppo di 13 persone formato da: una coppia, una famiglia, qualche turista e un rifugiato. Tutto sembra trascorrere al meglio fino a quando viene rinvenuto in mare il corpo di una donna senza vita. Il mistero si fa ancora più grande, quando il gruppo inizia a invecchiare velocemente senza una ragione.

Tanto che l’intera esistenza di ogni individuo rischia di ridursi spaventosamente ad un solo giorno. Il gruppo si rende presto conto che ciò che sembrava un paradiso si sta trasformando in un incubo. Bloccati sulla misteriosa spiaggia che sembra nascondere un oscuro segreto, i protagonisti dovranno affrontare una corsa contro il tempo. Per cercare di salvarsi e sfuggire alla morte imminente.

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La recensione di MyMovies.it

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Credere che Shyamalan giri sempre lo stesso film è fuorviante. A meno di intenderlo nella migliore accezione possibile della definizione. Quella di Monet di fronte alla chiesa di Rouen, che preferisce affinare il medesimo soggetto, anche per sconvolgerlo, al salto nel buio. In questo senso l’insistenza sull’importanza del contrappasso e la riscoperta del fanciullo interiore assumono la forma di un ludus.

In cui evidenziare le parole con un colore sgargiante sembra l’unico modo per attirare l’attenzione su di esse. Il regista-bambino che si diverte con l’evidenziatore cerca compagni di giochi tra i suoi spettatori. Rinunciare assomiglia a perdere una occasione irripetibile, specie di fronte a lancette dell’orologio che scorrono troppo in fretta.

Recensione di Emanuele Sacchi. Voto: 4 (su 5)Leggi la recensione completa

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“Old” scheda e recensioni del film – La recensione di ComingSoon.it

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Old è un coming of age, una storia di formazione accelerata. In cui non è il cinema con le sue ellissi e il montaggio a prendersi la libertà di condensare una vita. Ma è l’universo sconvolgente di questa spiaggia a imporre al cinema di vivere una vita intera in un giorno. Un cambio di prospettiva che fa salire una notevole ansia nello spettatore. Declinando in maniera inusuale e struggente il rapporto fra un genitore e un figlio, i sensi di colpa e le speranze. L’adolescenza diventa età adulta e la vecchiaia si impone, vittima implacabile e definitiva di un tempo che scorre con regole proprie. Chi protegge chi? Una vita che non permette ricordi, impone il qui e ora, proprio come un film al cinema.

Recensione di Mauro Donzelli. Voto: 3.5 (su 5)Leggi la recensione completa

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La recensione di MadMass.it

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Il nuovo lavoro è forse quello più radicale e complesso tra tutti quelli realizzati sino ad ora da Shyamalan. Perché fugge dai marchi di fabbrica inconfondibili ai quali ci aveva abituato. IAn Old la tensione non è innalzata nei momenti più concitati, rimane sempre con un ritmo costante ed incessante. Proponendoci un universo leggibile da diverse angolature, dove tutto non è mai realmente ciò che sembra.

Una visione che richiede particolare attenzione e profondo coinvolgimento da parte dello spettatore. Dove una minima distrazione può essere, per certi versi, fatale. Probabilmente potrebbe rendersi necessaria una seconda visione per comprendere al meglio alcuni elementi della narrazione che ad un primo sguardo potrebbero sfuggire. Old è un film cangiante che disorienta e cattura lo spettatore, spingendolo a vedere ciò che è nascosto o semplicemente ignoto.

Recensione di Carlo Capalbo Voto: 3.5 (su 5) – Leggi la recensione completa

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“SNAKE EYES” SCHEDA E RECENSIONI DEL FILM

“Snake Eyes” scheda e recensioni del film

“Snake Eyes” scheda e recensioni del film

“Snake Eyes” scheda e recensioni del film

Distribuzione: Eagle Pictures/Paramount Pictures Italia

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Genere: Azione, avventura
Anno: 2021
Regia: Robert Schwentke
Cast: Henry Golding, Samara Weaving, Úrsula Corberó, Andrew Koji, Iko Uwais, Peter Mensah, Takehiro Hira, Hakura Abe, Steven Allerick
Paese:  USA
Durata: 121 minuti
Voto (media ponderata): ♥♥1/2 (su 5)

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La trama

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Snake Eyes: G.I. Joe – Le Origini, film diretto da Robert Schwentke, è uno spin-off della serie di film d’azione G.I. Joe. È incentrato su Snake Eyes (Henry Golding), il membro più silenzioso del gruppo militare anti-terrorista. Accompagnato in ogni missione dal suo lupo domestico Timber. Quando Snake Eyes salva la vita a un uomo, non immagina che questo sia l’erede legittimo di un antico e segreto clan giapponese, l’Arashikage.

Che per anni ha portato pace e stabilità al proprio Paese, combattendo il Cobra. Ovvero la maggiore organizzazione terroristica del mondo. Il suo atto da eroe gli vale l’ammissione a esso. Giunto nel Paese del Sol Levante, Snake Eyes viene introdotto alla dottrina del clan. E gli vengono insegnati i dettami dei guerrieri ninja.

Qui l’uomo sente di aver trovato finalmente un posto degno di essere definito “casa”. La lealtà e la fiducia promessa al clan, però, vengono meno, quando il suo passato segreto viene rivelato. È a quel punto che Snake Eyes si ritroverà davanti una scelta: mantenere la fiducia di chi gli è stato accanto in questo ultimo periodo o tradirla?

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La recensione di MyMovies.it

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Concentrarsi sui ninja della serie (che hanno sempre funzionato bene) è certo stata una buona idea. Ma la seriosità mal si sposa a personaggi che si chiamano “duro maestro”, “occhi di serpente”, “ombra della tempesta”. E addirittura Scarlett O’Hara – come la Rossella di Via col vento. Solo nei fumetti possono passare dall’azione al melodramma e ritorno senza colpo ferire.

Mentre per realizzare un miracolo simile al cinema serve quantomeno maggior ironia. Per certi versi siamo dalle parti di John Wick 3 – Parabellum, tra moto, katana e luci al neon. Ma mancano sia il sangue di un classificazione di censura per adulti, sia il ritmo incessante dell’azione. Sia una faccia stropicciata come quella di Keanu Reeves e dei suoi compari.

Recensione di Andrea Fornasiero. Voto: 2.5 (su 5)Leggi la recensione completa

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“Snake Eyes” scheda e recensioni del film – La recensione de IlCineocchio.it

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Non sorprende che Snake Eyes stuzzichi lo spettatore con le possibilità di un più ampio universo dei G.I. Joe, introducendo alcuni altri personaggi del franchise lungo la strada. Ma la natura obbligatoria di questi riferimenti svuota ulteriormente il film di energia. Similmente, il cliffhanger conclusivo atterra malamente, suggerendo un dramma futuro nel quale, finora, non è valsa la pena investire.

Ciò che ha sempre reso Snake Eyes una figura così amata è stato che, dietro quella maschera, non rivelava nulla. Era semplicemente un soldato perfetto, imperturbabile. La controparte cinematografica tenta ora di umanizzare quel guerriero, che finisce rapidamente ridotto a un altro pezzo di proprietà intellettuale pop cui attingere senza tanti complimenti o rispetto.

Recensione di Marco Tedesco. Voto: 7 (su 10)Leggi la recensione completa

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La recensione di IGN Italia

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Dopo una partenza tutto sommato sensata, il film si guasta finendo per mandare in malora anche quel paio di sequenze d’azione interessanti. Alcune scelte narrative sono francamente incomprensibili, sia diegeticamente che non. Al posto delle furbate di Henry Golding avrei preferito più scene di menare con Peter Mensah o Iko Uwais.

Recensione di Andrea Peduzzi Voto: 4.5 (su 10) – Leggi la recensione completa

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“EARWIG E LA STREGA” SCHEDA E RECENSIONI DEL FILM

“Earwig e la strega” scheda e recensioni del film

“Earwig e la strega” scheda e recensioni del film

“Earwig e la strega” scheda e recensioni del film

Distribuzione: Lucky Red

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Genere: Animazione, avventura, family
Anno: 2020
Regia: Goro Miyazaki
Voci italiane: Ilaria Pellicone, Daniela Calò, Pino Insegno, Stefano Broccoletti, Liliana Sorrentino
Paese: Giappone, USA
Durata: 82 minuti
Voto (media ponderata): ♥♥ (su 5)

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La trama

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Earwig e la strega, film diretto da Gorô Miyazaki, è ambientato nell’Inghilterra degli anni ’90 e racconta la storia di Earwig. E’ una bambina orfana cresciuta al St. Morwald’s Home for Children. La piccola ha sempre mostrato un carattere molto irrequieto e ribelle. Tanto che nell’orfanotrofio ha fatto sempre ciò che voleva in compagnia del suo caro amico Custard. Arrivata all’età di 10 anni, Earwig, che non ha voluto mai essere adottata, viene presa in affido contro il suo volere da una coppia, Bella Yaga e Mandrakula.

Giunta nella sua nuova casa, Bella Yaga le rivela di essere una strega e che ha adottato Earwig affinché desse una mano in casa. La bambina accetta, purché la donna prometta di insegnarle la magia. Stanca di lavorare e pulire, non ricevendo alcun insegnamento magico in cambio, Earwig prova a fuggire dalla casa. Scoprendo così che è impossibile, in quanto Mandrakula ha sigillato ogni uscita.

In preda alla frustrazione e alla disperazione, la bambina trova nel gatto Thomas un fedele amico. Scoprendo che l’animale è in grado di parlare. Grazie a lui, riesce a intrufolarsi durante la notte nel laboratorio magico e creare un incantesimo che le permetta di essere resistente alla magia della coppia. Questo è solo l’inizio di una serie di eventi che porteranno Earwig a ottenere il controllo della casa e dei due proprietari. Facendo, tra l’altro, una scoperta incredibile…

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La recensione di MyMovies.it

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Maliziosa e sovente insolente, petulante e civettuola, Erica si guadagna il suo posto nella lunga galleria dei personaggi femminili Ghibli. Fiera sotto i codini da ninfetta, lascia il ‘nido familiare’ verso un’altra vita e un anno sabbatico. Esonerato come la sua eroina dalla ‘routine dell’istituto’ per sperimentare e cercare altrove, Gorō Miyazaki traghetta lo Studio dai disegni animati alle immagini di sintesi.

La messa in scena patisce però le limitazioni tecniche di un mezzo non ancora padroneggiato. Piombando il film in un gioco di piani fissi che fanno rimpiangere tutta l’audacia del disegno e gli slanci lirici di cui gli animatori Ghibli hanno il segreto. Troppo ponderato e poco evocatore per un Ghibli. Troppo sbrigativo e poco consistente per lasciare un segno. Earwig e la strega ha tutto del pilota di una serie TV animata che non dona mai veramente il desiderio di vederne di più. Peccato.

Recensione di Marzia Gandolfi. Voto: 2.5 (su 5)Leggi la recensione completa

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“Earwig e la strega” scheda e recensioni del film – La recensione di Cinematographe.it

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Tra pozioni, incantesimi stravaganti e magia a portata di mano Earwig e la Strega costruisce un’impalcatura instabile per sostenere il peso della narrazione. Le tradizionali animazioni dello Studio Ghibli vengono soppiantate da una computer grafica che tradisce le premesse dei noti capolavori. A favore di un racconto lacunoso e graficamente anonimo. Le energie – e le speranze – sono riposte nella protagonista, la piccola Earwig, più matura dell’età che sembra avere. E decisamente poco accattivante nonostante l’espressione corrucciata e i codini all’insù.

A fallire è la mancanza di empatia con il progetto e i suoi personaggi, dovuta forse alla foga di concludere la cronaca degli eventi. Senza soffermarsi sul mistery background disseminato lungo l’intero corso della pellicola. Earwig e la Strega è un film sostanzialmente incompiuto, impersonale, estraneo alla poesia degli antenati Ghibli. Che nel tentativo di aprire lo Studio a nuovi orizzonti ha fallito sotto il peso della veterana animazione firmata Miyazaki: Hayao Miyazaki.

Recensione di Giulia Calvani. Voto: 1.9 (su 5)Leggi la recensione completa

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La recensione de IlCineOcchio.it

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Sebbene Earwig e la strega non sia all’altezza della magnifica reputazione dello Studio Ghibli, non si può criticare Gorô Miyazaki per aver provato a spostare il tiro in questa direzione inesplorata. Non è che ci sia qualcosa di sbagliato nell’animazione disegnata a mano. O che l’animazione 2D sia, in qualche modo, carente. Soltanto ha senso che un grande studio di animazione sperimenti all’interno del suo campo da gioco.

Rimanere fedeli alla tradizione può portare conforto agli spettatori. Ma quello stesso conforto può trasformarsi in stanchezza creativa per gli artisti coinvolti. Se il Ghibli o anche Gorô Miyazaki decidessero di fare un altro film in 3D, non ci resta che sperare che la narrazione sarà più completa. E lo stile più necessario al racconto della nuova fiaba.

Recensione di Gioia Majuna Voto: 6 (su 10) – Leggi la recensione completa

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“SOGNANDO A NEW YORK – IN THE HEIGHTS” SCHEDA E RECENSIONI DEL FILM

“Sognando a New York – In The Heights” scheda e recensioni del film

“Sognando a New York – In The Heights” scheda e recensioni del film

“Sognando a New York – In The Heights” scheda e recensioni del film

Distribuzione: Warner Bros. Pictures Italia

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Genere: Drammatico, musicale
Anno: 2020
Regia: Jon M. Chu
Cast: Anthony Ramos, Leslie Grace, Melissa Barrera, Jimmy Smits, Olga Merediz, Daphne Rubin-Vega, Stephanie Beatriz, Dascha Polanco, Marc Anthony, Lin-Manuel Miranda
Paese: USA
Durata: 143 minuti
Voto (media ponderata): ♥♥♥ (su 5)

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La trama

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In the Heights – Sognando a New York, film diretto da Jon M. Chu, è l’adattamento cinematografico dell’omonimo musical di Broadway. Racconta le storie di diversi personaggi, che vivono nel quartiere di Washington Heights, a nord di Manhattan. Tra questi c’è Usnavi (Anthony Ramos), giovane proprietario di una bodega, che vive con sua nonna. Sogna di riuscire a vincere o ereditare una grossa fortuna.

Così da poter andare a vivere nella sua terra natìa, la Repubblica Dominicana. La sua amica d’infanzia, Nina (Leslie Grace), è tornata nel quartiere, dopo il college. Portando con sé diverse notizie da comunicare ai suoi genitori. Nel piccolo microcosmo di Washington Heights Usnavi, Nina e tutti gli altri abitanti del quartiere affronteranno diverse situazioni. Che li porteranno a comprendere cosa significa realmente quella semplice parola “casa”.

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La recensione di MyMovies.it

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Laddove i dialoghi tendono al retorico e al melenso, i testi di Miranda mantengono invece tutta la loro forza lirica ed esplosiva. E i suoi ritmi sudamericani mescolati al rap e all’hip hop rimangono irresistibili. Anche se non ha la forza rivoluzionaria di Hamilton, creato e messo in scena da Miranda nel 2015, In The Heights nel 2005 ha anticipato l’epoca dell’orgoglio di comunità.

Anche Sognando a New York riassume efficacemente l’esperienza dell’immigrazione recente negli Stati Uniti e il desiderio di far parte del Sogno Americano. Anzi: di creare un sogno parallelo che includa e rispetti il background culturale di tutti quelli che hanno reso grande la Mela.

Recensione di Paola Casella. Voto: 3 (su 5)Leggi la recensione completa

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“Sognando a New York – In The Heights” scheda e recensioni del film – La recensione di MoviePlayer.it

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Un musical che vive di un mix di rap e musica latina, di soul e di salsa. Per raccontare una storia fatta di piccoli sogni personali e di rivendicazioni collettive. È un musical costruito alla perfezione, vivo e vibrante di storie in cui si respira verità. Agli amanti del genere piacerà.

Recensione di Maurizio Ermisino. Voto: 3 (su 5)Leggi la recensione completa

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La recensione di MadMass.it

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La forza di Sognando a New York – In the Heights è il musical nel senso più maestoso ed esuberante del termine. La sua più grande vittoria è affermare la supremazia del sueñito, il sogno a misura d’uomo. Capace di non logorarne la già brevissima esistenza e frutto di un lavoro che non prevede turni o profitti.

Recensione di Andrea Voto: 3.5 (su 5) – Leggi la recensione completa

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“CHERNOBYL 1986” SCHEDA E RECENSIONI DEL FILM

“Chernobyl 1986” scheda e recensioni del film

“Chernobyl 1986” scheda e recensioni del film

“Chernobyl 1986” scheda e recensioni del film

Disponibile su: Netflix 

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Genere: Drammatico, storico
Anno: 2021
Regia: Danila Kozlovsky
Cast: Danila Kozlovsky, Oksana Akinshina, Filipp Avdeev, Ravshana Kurkova, Nikolay Kozak, Igor Chernevich, Artur Beschastnyy, Nikolay Samsonov, Anton Shwartz, Andrey Archakov, Samvel Tadevosian, Dmitrii Matveev
Paese: Russia
Durata: 136 minuti
Voto (media ponderata): ♥♥ (su 5)

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La trama

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Aprile 1986. Dopo l’esplosione nella centrale nucleare di Chernobyl, l’ex vigile del fuoco Alexey accorre, insieme ad altri due compagni, per prestare soccorso. E contenere il più possibile gli effetti devastanti delle radiazioni. Il compito è però arduo: dovranno svuotare manualmente il reattore centrale in fiamme.

Se non vi riuscissero, la fusione potrebbe finalizzarsi. E dare avvio a una detonazione ulteriore il cui calore sprigionerebbe del vapore radioattivo. La cui portata arriverebbe a contaminare in poco tempo Kiev, Mosca e l’intera Europa. Alexey non penserà neppure per un istante a nient’altro che a dare il proprio contributo per riparare a un disastro causato dalla negligenza di un intero regime.

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La recensione di Cinematographe.it

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E’ un blockbuster catastrofico che strizza l’occhio allo stile hollywoodiano, con il dramma storico che si mescola con l’azione e il melò. Per raggiungere una fetta di pubblico più eterogenea possibile. Ne viene fuori un incrocio tra il K-19 di Kathryn Bigelow e il ricco filone del disaster movie d’oltreoceano.

Che non delude per quanto concerne la confezione assai realistica e qualitativamente di buona fattura. Ma che lascia molto a desiderare per le scelte operate in fase di scrittura. Una scrittura che, invece di tutelare e curarsi del rispetto della verità e dell’oggettività storica, ha preferito raggirare le cause. E omettere i responsabili per preservare i diretti interessati.

Recensione di Francesco Del Grosso. Voto: 2.2 (su 5)Leggi la recensione completa

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“Chernobyl 1986” scheda e recensioni del film – La recensione di MoviePlayer.it

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Troviamo pochi motivi di interesse, se non il più semplice e medio intrattenimento più basilare, all’interno di questo film russo. Controparte cinematografica (e quasi una risposta) della più riuscita miniserie targata HBO. Il tragico evento storico è lasciato come motore per muovere dei personaggi archetipici.

E imbastire un film di stampo melodrammatico, che non vuole far riflettere né concentrarsi sul disastro della centrale nucleare. Diventa invece un inno all’eroismo maschile, dell’uomo che si sacrifica per il proprio Paese. Dove solo qualche momento registico spicca in un film davvero televisivo. Sarà il pubblico a scegliere se accontentarsi (e i numeri su Netflix sembrano premiare l’operazione). Ma per noi è davvero troppo poco.

Recensione di Matteo Maino. Voto: 2 (su 5)Leggi la recensione completa

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La recensione di FilmPost.it

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I risultati sembrano premiare un film che, anche in patria, ha ricevuto un’accoglienza tiepida e giudizi non sempre lusinghieri da parte della critica specializzata. Chernobyl 1986 non sembra avere il focus nel fatto storico che dà il titolo alla pellicola. Il disastro del quarto reattore, con tutte le terribili conseguenze, passa più volte in secondo piano. Al punto che le gesta di Alexey non stonerebbero in un qualunque altro tipo di film d’azione. O qualsivoglia disaster movie in stile hollywoodiano.

Recensione di Anna Culotta Voto: 4.5 (su 10) – Leggi la recensione completa

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“BLOOD RED SKY” SCHEDA E RECENSIONI DEL FILM

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