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“Città sommersa” di Marta Barone leggi la recensione

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“Città sommersa” di Marta Barone leggi la recensione

Titolo: Città sommersa
Autore: Marta Barone
Genere: Narrativa
Editore: Bompiani
Pagine: 304
Prezzo: Euro 18
Prezzo e-book: Euro 9,99

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Trama: Il ragazzo corre nella notte d’inverno, sotto la pioggia, scalzo, coperto di sangue non suo. Chiamiamolo L.B. e avviciniamoci a lui attraverso gli anni e gli eventi che conducono a quella notte. A guidarci è la voce di una giovane donna brusca, solitaria, appassionata di letteratura. E questo romanzo è memoria e cronaca del confronto con la scomparsa del padre, con ciò che è rimasto di un legame quasi felice nell’infanzia felice da figlia di genitori separati. Poi fatalmente spinoso, e con la tardiva scoperta della vicenda giudiziaria che l’ha visto protagonista. Chi era quello sconosciuto, L.B., il giovane sempre dalla parte dei vinti, il medico operaio sempre alle prese con qualcuno da salvare, condannato al carcere per partecipazione a banda armata? E perché di quel tempo – anni prima della nascita dell’unica figlia – non ha mai voluto parlare?

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“Città sommersa”è il primo romanzo di Marta Barone, dopo le esperienze con la letteratura per l’infanzia, e racconta il rapporto con la scoperta del passato di suo padre. Dopo la sua morte, la Barone sente l’esigenza di scoprire un periodo a lei totalmente sconosciuto del padre. Sin da subito il nome del genitore viene scritto solo con le iniziali, L.B., come si fa nelle classiche cronache giornalistiche.

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Le vicende del padre si svolgono tutte durante un periodo storico, gli anni ’60 e ’70, che è ricordato soprattutto per i fatti sanguinosi del terrorismo. Infatti la storia parte tutto da una memoria difensiva che riguardava L.B. nel processo a suo carico per partecipazione a banda armata. Nel romanzo il periodo storico viene raccontato con molta precisione, e in ogni singola parola traspare tutta l’angoscia della scrittrice e del genitore. La stessa che sicuramente provavano le persone in quei tremendi giorni.

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Marta Barone ha uno stile di scrittura molto curato e potente. In alcune pagine è un vero fiume in piena di parole ed emozioni, che il lettore legge tutto d’un fiato. E’ impossibile non provare le sue stesse sensazioni nello scoprire il passato del padre. La scrittrice ha l’ottima capacità di tenere il lettore incollato al libro, anche quando le notizie non portano a nulla di nuovo o di sperato.

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In “Città sommersa” non troviamo solo un classico memoir, ma è un romanzo dove si cerca di ricostruire il passato, ma anche il presente. Perchè la scrittrice è vero che riesce a ritrovare gran parte del passato, molte cose si sono perse e mai verranno ritrovate. Ma allo stesso tempo questo suo viaggio è servito per comprendere il suo rapporto con il padre. La loro dimensione nel mondo, ma soprattutto tra loro due. Le ultime pagine sono veramente toccanti per ogni figlio.

Barbara Piergentili

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“EUGENIA” DI LIONEL DUROY LEGGI LA RECENSIONE

“Eugenia” di Lionel Duroy leggi la recensione

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“Eugenia” di Lionel Duroy leggi la recensione

Titolo: Eugenia
Autore: Lionel Duroy
Genere: Narrativa
Editore: Fazi Editore
Pagine: 420
Prezzo: Euro 19
Prezzo e-book: Euro 9,99

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Trama: Eugenia è cresciuta a Iasi, centro culturale cosmopolita e raffinato, dove però, così come nel resto della Romania degli anni Trenta, gli ebrei iniziano a essere malvisti. Lo stesso accade nella famiglia di questa giovane studentessa di Lettere: sia i genitori che il fratello maggiore di Eugenia si lasciano contagiare dai pregiudizi razziali. Quando lo scrittore ebreo Mihail Sebastian, invitato per una conferenza all’università, viene violentemente aggredito da alcuni militanti di estrema destra, soltanto la ragazza si schiera in sua difesa.

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Colpita da un’improvvisa presa di coscienza, che le apre gli occhi di fronte al pericoloso espandersi dell’odio razziale, si trasferisce a Bucarest, dove ritrova Mihail e finisce per innamorarsene. Mentre il malinconico scrittore, impegnato a confrontarsi con il suo ruolo di intellettuale nel contesto dell’antisemitismo crescente, è esposto a rischi sempre maggiori. Eugenia è determinata a opporsi alla barbarie e a difendere i suoi ideali di libertà. Cercando di sopravvivere in un paese sconvolto dalla guerra arriverà a comprendere che l’unico modo per combattere il male è ricercarne l’origine.

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“Eugenia” di Lionel Duroy è un romanzo storico molto dettagliato sulle vicende della Romania al tempo della Seconda Guerra Mondiale. Ma lo scrittore oltre a raccontare quello che è realmente accaduto, ha scelto di parlare di Eugenia. Duroy ha creato questa bellissima protagonista: una ragazza molto giovane, ma veramente tanto coraggiosa.

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Eugenia racconta tutto quello che è accaduto durante il secondo conflitto mondiale nella sua Romania: soprattutto incentrando il racconto su quello che è accaduto agli ebrei romeni. Grazie alla giovane donna il lettore entra nell’ambiente culturale e intellettuale dell’epoca e li conosce tramite gli occhi di Eugenia. Su tutti Mihail Sebastian, uno scrittore ebreo, del quale si innamora perdutamente e farà di tutto per salvarlo dalla violenza inaudita del resto del mondo.

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Duroy non si è limitato a raccontare le vicende della giovane Eugenia, inserendola nel contesto storico, ma ha cercato di coinvolgere il lettore a prendere una posizione a pensare. E’ veramente impossibile rimanere distaccati o non provare rabbia leggendo le pagine di questo libro. Come la protagonista chi legge si pone le stesse domande e rimane spiazzato per la violenza e la crudeltà di cui è capace un uomo.

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Lo stile di Duroy è molto scorrevole ed è impossibile staccarsi dal libro. Eugenia entra dentro al lettore e difficilmente lo lascerà andare, la sua voglia di scoprire l’origine del male è la stessa che ogni essere umano vorrebbe scoprire. Ma spesso è un lavoro difficile e ancora più duro da accettare. Sono passati tanti anni dalle vicende narrante nel libro, ma purtroppo molti dialoghi, molte idee sono quanto mai attuali. “Eugenia” di Lionel Duroy è un romanzo bello, puro ma allo stesso tempo cattivo e crudo. Da leggere per ricordare e per far aprire gli occhi perchè non accada di nuovo.

Barbara Piergentili

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“FUGA DI MORTE” DI SHENG KEYI LEGGI LA RECENSIONE

“Addio Fantasmi” di Nadia Terranova leggi la recensione

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“Addio Fantasmi” di Nadia Terranova leggi la recensione

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Titolo: Addio Fantasmi
Autore: Nadia Terranova
Genere: Narrativa
Editore: Einaudi
Pagine: 208
Prezzo: Euro 17,00
Prezzo e-book: Euro 9,99

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Ida è appena sbarcata a Messina, la sua città natale: la madre l’ha richiamata in vista della ristrutturazione dell’appartamento di famiglia, che vuole mettere in vendita. Circondata di nuovo dagli oggetti di sempre, di fronte ai quali deve scegliere cosa tenere e cosa buttare, è costretta a fare i conti con il trauma che l’ha segnata quando era solo una ragazzina.

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Ventitre anni prima suo padre è scomparso. Non è morto: semplicemente una mattina è andato via e non è piú tornato. Sulla mancanza di quel padre si sono imperniati i silenzi feroci con la madre, il senso di un’identità fondata sull’anomalia, persino il rapporto con il marito, salvezza e naufragio insieme.

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Specchiandosi nell’assenza del corpo paterno, Ida è diventata donna nel dominio della paura e nel sospetto verso ogni forma di desiderio. Ma ora che la casa d’infanzia la assedia con i suoi fantasmi, lei deve trovare un modo per spezzare il sortilegio e far uscire il padre di scena.

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“Addio fantasmi” di Nadia Terranova (finalista al Premio Strega 2019) è un romanzo che colpisce al cuore in modo duro e forte. Fare i conti con il passato non è mai facile. Tanto più se come nel caso di Ida è successo qualcosa di drammatico. Il ritorno a casa travolge la protagonista Ida e anche il lettore vive tutte le difficoltà e le paure.

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Dopo la scomparsa del padre la protagonista non ha mai voluto più avere risposte e nè affrontare tutte le sue insicurezze. Appena ha potuto è scappata da Messina per cercare di farsi una ‘nuova vita’, ma anche a Roma Ida ha sempre gli stessi problemi. Nella sua vecchia stanza, che la madre ha lasciato così come era, Ida ricorda la sua giovinezza, la sua amicizia con Sara. Ma tutto è raccontato con tanta malinconia e nella scrittura della Terranova affiora tutto il dolore.

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NadiaTerranova con la sua scrittura semplice, diretta e ricca di quotidianità riesce a coinvolgere in pieno il lettore, che soffre e si sente imprigionato proprio come Ida. E grazie a un colpo di scena molto drammatico, che la Terranova rende ancora più di forte impatto con poche semplici parole. Ida riesce a riprendere in mano la sua vita, a convivere con il passato, che farà sempre male ma ora ha una sua vera collocazione.

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“Addio fantasmi” è veramente un bel romanzo, molto coinvolgente e toccante. La difficoltà nell’accettare la perdita di chi si ama è sempre immensa, ricca di colpe. Il lettore, soffre, piange e si angoscia insieme a Ida. Ma alla fine sicuramente riuscirà a trovare quella pace e consapevolezza che può essere di aiuto. Un bel romanzo può anche questo.

Barbara Piergentili

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“LUX” DI ELEONORA MARANGONI LEGGI LA RECENSIONE

“Lux” di Eleonora Marangoni leggi la recensione

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“Lux” di Eleonora Marangoni leggi la recensione

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Titolo: Lux
Autore: Eleonora Marangoni
Genere: Narrativa
Editore: Neri Pozza
Pagine: 251
Prezzo: Euro 17,00
Prezzo e-book: Euro 9,99

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Ci sono molti modi di trasformare qualcuno in un fantasma, e Thomas Edwards si è scelto il suo. La sua vita non ha proprio niente che non va: Tom è un giovane italoinglese di buona famiglia, che abita a Londra e viaggia spesso per lavoro. Architetto, gestisce con successo uno studio di light design, e da quasi un anno fa coppia fissa con Ottie Davis, una chef in carriera con un figlio di sette anni, Martin.

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Ma Thomas abita il mondo solo in superficie: schivo e in parte irrisolto, lascia che la vita scorra senza pensarci troppo; il suo ricordo di un amore finito, quello per Sophie Selwood, è una presenza costante e tangibile, che illumina gli eventi e le cose che lo circondano, e ci racconta di come l’amore, o il ricordo dell’amore, possano trasformarsi in una composta e implacabile ossessione.

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Una strana eredità da parte di un eccentrico zio costringe Thomas a uscire dalla quotidianità. Un viaggio verso un’isola del sud Italia, un albergo affascinante e malandato e un fine settimana imprevisto – in compagnia della gente del posto e degli altri forestieri giunti a loro volta sull’isola – saranno l’occasione perfetta per sparigliare le carte, guardare le cose da un altro punto di vista e fare finalmente i conti con il passato, questo animale saggio e al contempo grottesco che sembra sempre volerci indicare la strada.

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“Lux”, romanzo d’esordio di Eleonora Marangoni (vincitore del premio Neri Pozza 2017 e candidato al Premio Strega 2019) racconta il rapporto che ognuno di noi ha con la propria vita presente e passata. Thomas il protagonista è profondamente legato ad un amore passato, ma si lascia scivolare addosso il presente. Viaggio in lungo e in largo, ma senza mai cercare un vero e proprio legame.

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Il momento di svolta anche del romanzo, che nella prima parte scorre molto lentamente, ma senza mai annoiare, è l’arrivo del protagonista sull’isola. Un’eredità particolare e anche un po’ eccentrica per Thomas, ma che grazie al suo essere quasi magica, lo aiuterà a trovare una sua dimensione. Infatti l’isola e l’hotel Zelda riusciranno a far capire a Thomas l’importanza del ricordo, degli affetti che nel bene o nel male ci hanno segnato.

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La scrittrice ha una capacità descrittiva molto incisiva, nulla viene lasciato in disparte. Ma allo stesso tempo è tutto molto evocativo e profondamente personale. In “Lux” tutto ha voce: dai personaggi ai singoli oggetti, paesaggi. Nulla è lasciato in disparte. LA scrittura è molto ricercata, attenta al dettaglio e a tratti artificiosa. Ma si fonde perfettamente con la storia, senza mai disturbare. Le vicende di Thomas potevano essere scritte solo in questo modo.

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“Lux” è un romanzo molto particolare con una storia che a tratti può sembrare semplice o che non porti a nessun tipo di conclusione. Invece è proprio questo il suo punto di forza. Bisogna andare oltre, lasciarsi andare alla malinconia dei ricordi per apprezzare molto di più il presente, senza resta ancorati al passato.

Barbara Piergentili

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“FEDELTA'” DI MARCO MISSIROLI LEGGI LA RECENSIONE

“Fedeltà” di Marco Missiroli leggi la recensione

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“Fedeltà” di Marco Missiroli leggi la recensione

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Titolo: Fedeltà
Autore: Marco Missiroli
Genere: Narrativa
Editore: Einaudi
Pagine: 232
Prezzo: Euro 19,00
Prezzo e-book: Euro 9,99

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‘Il malinteso’, così Carlo e Margherita chiamano il dubbio che ha incrinato la superficie del loro matrimonio. Carlo è stato visto nel bagno dell’università insieme a una studentessa: “si è sentita male, l’ho soccorsa”, racconta al rettore, ai colleghi, alla moglie, e Sofia conferma la sua versione.

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Margherita e Carlo non sono una coppia in crisi, la loro intesa è tenace, la confidenza il gioco pericoloso tra le lenzuola. Le parole fra loro ardono ancora, cosí come i gesti. Si definirebbero felici. Ma quel presunto tradimento per lui si trasforma in un’ossessione, e diventa un alibi potente per le fantasie di sua moglie. La verità è che Sofia ha la giovinezza, la libertà, e forse anche il talento che Carlo insegue per sé. Lui vorrebbe scrivere, non ci è mai riuscito, e il posto da professore l’ha ottenuto grazie all’influenza del padre.

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La porta dell’ambizione, invece, Margherita l’ha chiusa scambiando la carriera di architetto con la stabilità di un’agenzia immobiliare. Per lei tutto si complica una mattina qualunque, durante una seduta di fisioterapia. Andrea è la leggerezza che la distoglie dai suoi progetti familiari e che innesca l’interrogativo di questa storia: se siamo fedeli a noi stessi quanto siamo infedeli agli altri? La risposta si insinua nella forza quieta dei legami, tenuti insieme in queste pagine da Anna, la madre di Margherita, il faro illuminante del romanzo, uno di quei personaggi capaci di trasmettere il senso dell’esistenza

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In una Milano vivissima, tra le vecchie vie raccontate da Buzzati e i nuovi grattacieli che tagliano l’orizzonte, e una Rimini in cui sopravvive il sentimento poetico dei nostri tempi, il racconto si fa talmente intimo da non lasciare scampo.

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“Fedeltà” di Marco Missiroli (candidato al Premio Strega 2019) è uno dei romanzi più chiacchierati del momento. E come sempre ha spaccato in due la critica: molti lo hanno amato altri esattamente l’opposto. Il nuovo libro di Missiroli racconta la storia di una coppia della borghesia milanese. Non succede nulla di particolare, ma la vita quotidiana che ha solo uno scossone per via di un’malinteso’.

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In “Fedeltà” più che raccontare storie di tradimenti, lo scrittore si concentra su tutti i dubbi, i pensieri e i turbamenti che scaturiscono da questo ‘malinteso’. Quindi, parla della fedeltà con se stessi, di quello che uno ottiene se è veramente è quello che desidera. Infatti Carlo e Margherita vivono la loro vita di coppia con intensità, ma è il resto che gli crea i dubbi e la voglia di ‘altro’. Soprattutto Carlo in Sofia, più che la voglia di un’altra donna, la vede come quello che lui non è. La giovane ha buone potenzialità nello scrivere, il protagonista invece non riesce.

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Senza dubbio il personaggio che ha un impatto forte è Anna, la mamma di Margherita. La donna scandisce la vita, quella stabilità fragile, ma pur sempre stabilità. E’ il punto d’incontro dei due protagonisti e già solo con la sua presenza e quotidianità ristabilisce quell’equilibrio che tanto cercano Carlo e Margherita. Altra ‘protagonista’ è la città di Milano, Missiroli descrive alla perfezione la città. Tutti gli spostamenti dei personaggi del suo libro sono al dettaglio, anche un lettore che non conosce Milano non faticherà a ‘muoversi’ tra le vie.

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“Fedeltà” è un libro scritto molto bene, forse un po’ troppo costruito al limite della perfezione e questo può far perdere un po’ di coinvolgimento nella lettura. Ma è veramente molto bello il continuo cambio di punto di vista della storia. Un flusso continuo, quasi un bel pianosequenza, per trovare un paragone nel mondo del cinema.

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Missiroli ha scritto un buon romanzo soprattutto nella prima parte con un racconto più muscolare, pieno di dubbi, pensieri. Mentre la seconda parte è un po’ più debole, quasi passiva. Un riportare le conseguenze di tutti i turbamenti della parte iniziale, senza mai approfondire troppo.

Barbara Piergentili

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“ELEANOR OLIPHANT STA BENISSIMO” DI GAIL HONEYMAN LEGGI LA RECENSIONE

“Eleanor Oliphant sta benissimo” di Gail Honeyman leggi la recensione

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“Eleanor Oliphant sta benissimo” di Gail Honeyman leggi la recensione

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Titolo: Eleanor Oliphant sta benissimo
Autore: Gail Honeyman
Genere: Narrativa
Editore: Garzanti
Pagine: 352
Prezzo: Euro 17,90
Prezzo e-book: Euro 9,99

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Mi chiamo Eleanor Oliphant e sto bene, anzi: benissimo. Non bado agli altri. So che spesso mi fissano, sussurrano, girano la testa quando passo. Forse è perché io dico sempre quello che penso. Ma io sorrido, perché sto bene così. Ho quasi trent’anni e da nove lavoro nello stesso ufficio. In pausa pranzo faccio le parole crociate, la mia passione. Poi torno alla mia scrivania e mi prendo cura di Polly, la mia piantina: lei ha bisogno di me, e io non ho bisogno di nient’altro. Perché da sola sto bene. Solo il mercoledì mi inquieta, perché è il giorno in cui arriva la telefonata dalla prigione. Da mia madre.

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Dopo, quando chiudo la chiamata, mi accorgo di sfiorare la cicatrice che ho sul volto e ogni cosa mi sembra diversa. Ma non dura molto, perché io non lo permetto. E se me lo chiedete, infatti, io sto bene. Anzi, benissimo. O così credevo, fino a oggi. Perché oggi è successa una cosa nuova. Qualcuno mi ha rivolto un gesto gentile. Il primo della mia vita. E questo ha cambiato ogni cosa. D’improvviso, ho scoperto che il mondo segue delle regole che non conosco. Che gli altri non hanno le mie stesse paure, e non cercano a ogni
istante di dimenticare il passato. Forse il «tutto» che credevo di avere è precisamente tutto ciò che mi manca. E forse è ora di imparare davvero a stare bene.

“Eleanor Oliphant sta benissimo” di Gail Honeyman leggi la recensione

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“Eleanor Oliphant sta benissimo” è stato un vero e proprio caso letterario. E’ stato tradotto in moltissime lingue e come capita in queste occasioni ha profondamente diviso la critica e i lettori. Questo romanzo o si ama o si odia. Sin dalle prime pagine ci troviamo a stretto contatto con la protagonista del romanzo. Una ragazza che a prima vista potrebbe sembrare una classica Bridget Jones, semplice e diretta. Ma non è così Eleanor è una
persona profondamente sola e con problemi mentali seri, che per la protagonista sono la normalità.

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La scrittrice è riuscita a caratterizzare alla perfezione la sua protagonista con tutte le sfaccettature che può avere una persona come lei. Da una lettura superficiale può sembrare un personaggio comico e buffo. Ma sotto c’è tanta sofferenza, solitudine e un disagio che la paralizza. Il lettore si lascia coinvolgere dai pensieri e le’avventure’ di Eleanor, senza perdere di vista il mistero che avvolge il suo passato.

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Ma è proprio il passato e lo sviluppo di questa parte di trama che ha qualche pecca. Sin dall’inizio sappiamo già come sarà il finale. Non che ci debba per forza sempre essere un colpo di scena, non è un thriller. Ma proprio la semplicità del racconto contrasta veramente tanto con la profonda, minuziosa descrizione e caratterizzazione della protagonista.

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“Eleanor Oliphant sta benissimo” è un romanzo che si legge senza difficoltà, grazie a un linguaggio semplice, diretto e senza fronzoli. Il lettore si affeziona pagina dopo pagina a Eleanor, sperando in alcuni momenti di poterle dare un po’ di sollievo e affetto. E proprio la forza della protagonista che ha reso questo libro un best seller. Ma allo stesso tempo è un romanzo che non ha grosse pretese, assolve in pieno il suo compito: quello di intrattenere il lettore.

Barbara Piergentili

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“RESTO QUI” DI BALZANO LEGGI LA RECENSIONE

“Resto qui” di Balzano leggi la recensione

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Titolo: Resto qui
Autore: Marco Balzano
Genere: Narrativa
Editore: Einaudi
Pagine: 184
Prezzo: Euro 18,00
Prezzo e-book: Euro 9,99

 

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Quando arriva la guerra o l’inondazione, la gente scappa. La gente, non Trina. Caparbia come il paese di confine in cui è cresciuta, sa opporsi ai fascisti che le impediscono di fare la maestra. Non ha paura di fuggire sulle montagne col marito disertore. E quando le acque della diga stanno per sommergere i campi e le case, si difende con ciò che nessuno le potrà mai togliere: le parole.

 

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L’acqua ha sommerso ogni cosa: solo la punta del campanile emerge dal lago. Sul fondale giace il mistero di Curon. Siamo in Sudtirolo, terra di confini e di lacerazioni: un posto in cui nemmeno la lingua che hai imparato da bambino è qualcosa che ti appartiene fino in fondo. Quando Mussolini mette al bando il tedesco e perfino i nomi sulle lapidi vengono cambiati, allora non resta che scegliere le parole una a una per provare a raccontare.

 

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Trina è una giovane madre che alla ferita della collettività somma la propria: invoca di continuo il nome della figlia scomparsa. Da allora non ha mai smesso di aspettarla, di scriverle nella speranza che le parole gliela possano restituire. Finché la guerra viene a bussare alla porta di casa. E Trina segue il marito disertore sulle montagne, dove entrambi imparano a convivere con la morte. Poi il lungo dopoguerra, che non porta nessuna pace.

 

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E così, mentre il lettore segue la storia di questa famiglia e vorrebbe tendere la mano a Trina, all’improvviso si ritrova precipitato a osservare, un giorno dopo l’altro, la costruzione della diga che sommergerà le case e le strade, i dolori e le illusioni, la ribellione e la solitudine.

 

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“Resto qui” di Marco Balzano (vincitore del premio Campiello 2015, Finalista al Premio Strega 2018 e Vincitore Premio Bagutta 2019) è un romanzo che rapisce il lettore sin dalle prime pagine. Mentre Trina scrive alla figlia scomparsa e ci fa provare sulla nostra pelle la sua disperazione. Ci racconta anche la sua forza nel resistere e andare avanti nonostante tutti gli accadimenti tragici.

 

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Il romanzo ha una prosa semplice ed essenziale che mette sempre in risalto gli stati d’animo della protagonista e li fa sentire propri. E’ impossibile restare insensibile a tutto quello che accade ed è veramente accaduto a Curon, in Val Venosta, nel periodo fascista e dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale (uno dei periodi storici più bui e tristi della nostra epoca).

 

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“Resto qui” è un romanzo che sicuramente arricchirà il lettore e farà guardare con un occhio diverso la torre del campanile, che vediamo in tantissime immagini e in tante fotografie. E finalmente gli renderà quella giustizia e quel rispetto che hanno avuto gli abitanti di quella vallata ormai sommersa, che fino all’ultimo hanno cercato di resistere con una profonda dignità all’inevitabile.

Barbara Piergentili

 

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“LE COSE CHE BRUCIANO” DI SERRA LA RECENSIONE

“Le cose che bruciano” di Serra leggi la recensione

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“Le cose che bruciano” di Serra leggi la recensione

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Titolo: Le cose che bruciano
Autore: Michele Serra
Genere: Narrativa
Editore: Feltrinelli
Pagine: 176
Prezzo: Euro 15,00
Prezzo e-book: Euro 9,99

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Furibondo per la bocciatura di un suo brillante progetto di legge, Attilio abbandona la carriera politica e si ritira in montagna, tra boschi e trattori. Condivide le sue giornate con la piccola comunità agreste che lo circonda: la vita all’aperto è la sua guarigione. Ma i ricordi incombono.

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Hanno la forma immateriale dei rapporti personali irrisolti, delle parole sprecate in televisione, delle occasioni perdute quando viveva in società. E hanno l’ingombro fisico degli oggetti che il passato ha accumulato attorno a lui. Casse e casse di libri, lettere, fotografie, documenti, mobili tarlati, cianfrusaglie.

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Attilio Campi è refrattario a tutto quello che gira nel mondo di oggi (internet, i social). Ma soprattutto vorrebbe cadere nell’oblio ed essere dimenticato come lui sta cercando di fare con la sua vita passata. Si è rifugiato in un paesino per cercare di recuperare la quotidianità e poter apprezzare l’umiltà della vita, ricca di azioni semplici ma che riempiono e danno tanta soddisfazione.

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Nel suo nuovo romanzo, Michele Serra racconta si la storia della redenzione del personaggio attaccabrighe e insofferente. Ma è soprattutto una dura critica all’Italia di oggi totalmente devota alla frivolezza e all’apparire, con sempre un maggior impoverimento culturale che colpisce tutti, nessuno escluso.

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“Le cose che bruciano” di Michele Serra è un romanzo ben strutturato, con una scrittura intelligente e molto forbita che può essere un ottimo punto di riflessione sulla società di oggi.

Barbara Piergentili

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“KM 123” DI CAMILLERI LEGGI LA RECENSIONE

“Km 123” di Camilleri leggi la recensione

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Titolo: Km 123
Autore: Andrea Camilleri
Genere: Giallo
Editore: Mondadori
Pagine: 154
Prezzo: Euro 15,00
Prezzo e-book: Euro 9,99

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Tutto inizia con un cellulare spento.

A telefonare è Ester, a non rispondere è Giulio, finito in ospedale a causa di un brutto tamponamento sulla via Aurelia. A riaccendere il telefonino, invece, è Giuditta, la moglie di Giulio, che ovviamente di Ester non sa nulla. Potrebbe essere l’inizio di una commedia rosa, ma il colore di questa storia è decisamente un altro: un testimone, infatti, sostiene che quello di Giulio non sia stato un incidente, ma un tentato omicidio, e la pratica passa dagli uffici dell’assicurazione a quelli del commissariato.

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Andrea Camilleri, maestro indiscusso del giallo d’autore italiano, ci regala un pasticciaccio pieno di humour e altrettanto mistero, in cui tutti i personaggi – e noi che leggiamo con loro – indizio dopo indizio si convincono di aver indovinato la verità.

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Accantonato per un attimo il Commissario Montalbano, Andrea Camilleri per i 90 anni de ‘Il Giallo Mondadori’ ha scritto una storia di omicidi, gelosia ricca di colpi di scena. Il lettore viene subito coinvolto nel caso, grazie allo stile molto veloce ricco di dialoghi, sms e articoli di giornale, che lascia poco spazio alle descrizione dell’ambiente che circonda i protagonisti della vicenda.

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Camilleri, con la sua arguzia e l’immancabile humor in “Km 123” racconta una storia di gelosia e tradimenti che trascinano il lettore fino alla fine, cercando di scoprire il colpevole. Per poi spiazzarlo con un finale, che fa riflettere sulla cattiveria e l’egoismo degli uomini.

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“Km 123” è un giallo godibilissimo, veloce (si legge tutto d’un fiato!) e avvincente in puro stile Camilleri. Consigliato agli amanti del genere, ma anche a chi ama l’ottima scrittura e libri arguti.

Barbara Piergentili

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