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“Arriva il diavolo” di Linda Ladd leggi la recensione

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“Arriva il diavolo” di Linda Ladd leggi la recensione

Titolo: Arriva il diavolo
Autore: Linda Ladd
Genere: thriller
Editore: Nua edizioni
Pagine: 360
Prezzo: Euro 15
Prezzo E-book: 4,99

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Trama: Ha a disposizione i migliori dottori del mondo, e il padre è uno degli uomini più potenti dello stato. Ma nulla è riuscito a impedire a Mikey di soccombere ai suoi demoni più oscuri: quelli dentro la sua testa. Quelli che gli hanno detto di mettere fine a tutto.

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Avrebbe dovuto essere un caso di facile soluzione, soprattutto perché il compagno di Claire Morgan, il dottor Nicholas Black, ha riconosciuto in Mikey un suo ex paziente problematico. Ma poi Claire trova a casa di Mikey un altro corpo. Rannicchiato in un forno, carbonizzato fino a essere irriconoscibile, ucciso con un metodo inconcepibile.

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“Arriva il diavolo” è il quarto romanzo della serie sulla detective Claire Morgan. Un personaggio molto accattivante per la sua pragmaticità e ironia, che anche in questo libro dà il meglio di sé. Chi ha già letto gli altri romanzi, sa bene a cosa è andata incontro la protagonista, ma questa volta il caso, sempre ricco di omicidi macabri, è tutto sul piano psicologico in modo inquietante.

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La storia è narrata a doppia voce: quella nel presente di Claire e quella nel passato del serial killer. Quest’ultimo è completamente innamorato di sé stesso, è sì disturbato mentalmente, ma anche profondamente intelligente. I suoi racconti sono ancora più agghiaccianti perché raccontati con una freddezza e semplicità disarmante.

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La Ladd ha una scrittura molto semplice, ma coinvolgente, il lettore rimane incollato alle pagine perché viene totalmente travolto dalla storia. Rispetto ai romanzi precedenti, qui la vicenda è più lineare e chi è dotato di un buon intuito potrebbe capire chi è il serial killer prima del tempo.

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Ma quello che colpisce è come la scrittrice riesca a raccontare in modo lucido e credibile una psicologia così complessa come quella del serial killer. Ogni volta che parla il lettore avverte l’angoscia e la sua pericolosità, perché è un personaggio fuori dal comune.

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“Arriva il diavolo” è veramente un ottimo thriller psicologico che tine il lettore con il fiato sospeso e con la curiosità di sapere come ne uscirà la protagonista. Gli amanti del genere non rimarranno delusi.

Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)

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“IL VIAGGIO DI HALLA” DI NAOMI MITCHINSON LEGGI LA RECENSIONE

“Il viaggio di Halla” di Naomi Mitchison leggi la recensione

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“Il viaggio di Halla” di Naomi Mitchison leggi la recensione

Titolo: Il viaggio di Halla
Autore: Naomi Mitchison
Genere: fantasy
Editore: Fazi editore
Pagine: 148
Prezzo: Euro 15
Prezzo E-book: 7,99

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Trama: Questa è la storia di Halla, figlia di un re che decide di abbandonarla nei boschi. Qui viene accudita dagli orsi e poi cresciuta dai draghi sulle montagne rocciose; ma il tempo dei draghi, minacciati dagli odiosi e crudeli esseri umani, sta per finire. Odino, Padre di tutte le cose, offre ad Halla una scelta.

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Vivere alla maniera dei draghi, accumulando tesori da difendere, o viaggiare leggera e attraversare il mondo con passo lieve? Iniziano così le fantastiche avventure della ragazza, che girovagherà alla scoperta di nuove terre e antiche leggende, in mezzo a creature incredibili, luoghi misteriosi e magie dimenticate.

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“Il viaggio di Halla” di Naomi Mitchison è un fantasy pubblicato nel 1952 e narra la storia di Halla, un’umana cresciuta da un’orsa e dai draghi. Sin da subito la Mitchison stravolge i personaggi: qui gli umani sono cattivi e violenti. Mentre i draghi hanno una capacità di ingegno e intelligenza unica.

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E’ un romanzo breve che si legge tutto d’un fiato sia per la bellezza della storia che per la fluidità del racconto. Anche se alcune parti scorrono più lentamente, il lettore è totalmente coinvolto dalle vicende di Halla.

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Nel romanzo troviamo tutte le caratteristiche del classico fantasy, ma in più ha la bellezza e la delicatezza di una fiaba. L’incipit è veramente scritto con un’abilità e delicatezza unica. Ricchissimo di simbolismo, ogni scena lascia al lettore uno spunto per pensare e cercare di apprezzare il significato vero del romanzo.

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La Mitchison ha uno stile di scrittura molto chiaro e mai banale. E’ un fantasy molto credibile, soprattutto per la semplicità nel raccontare della scrittrice. Bello, poi, il rapporto tra Halla e Uggi: tra loro si crea un legame fortissimo e puro, che rende i due personaggi veramente carismatici.

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“Il viaggo di Halla” è un fantasy di formazione. La protagonista prende sempre più consapevolezza di sé stessa e del suo ruolo nel mondo. Per gli amanti del genere è una lettura fondamentale, una storia classica ma allo stesso tempo modernissima.

Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)

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“LE CANAGLIE” DI ANGELO CAROTENUTO LEGGI LA RECENSIONE

“Le canaglie” di Angelo Carotenuto leggi la recensione

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“Le canaglie” di Angelo Carotenuto leggi la recensione

Titolo: Le canaglie
Autore: Angelo Carotenuto
Genere: romanzo
Editore: Sellerio
Pagine: 364
Prezzo: Euro 16
Prezzo E-book: 9,99

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Trama: E’ la storia corale di un gruppo di giovani e del Paese spaccato in cui la loro vicenda prende vita. Quel gruppo è la squadra di calcio più folle che sia mai esistita in Italia, la Lazio dei maledetti. Che in poco più di cinque anni, fra l’ottobre 1971 e il gennaio 1977, supera gli avversari in campo ma finisce per distruggere se stessa, passando dalla serie B allo scudetto. Nella domenica in cui gli italiani votano per il divorzio – e proiettata verso un epilogo che nessuno poteva immaginare.

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“Le canaglie” di Angelo Carotenuto è un romanzo che racconta le gesta di una squadra di calcio, la Lazio, che negli anni 70 è stata una compagine da film. E come scrive l’autore è lo specchio perfetto della Roma di quei tempi. Un periodo storico difficile, di forti cambiamenti, un tumulto continuo. La stessa Lazio di Maestrelli era una banda di individui che si odiavano tra loro, ma che in campo erano uniti più che mai e travolgevano tutto e tutti.

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Le vicende dei laziali, alcune anche al limite della legalità, per un tifoso sono il pane quotidiano. Di padre in figlio si tramandano le gesta di Long John e compagnia. Anche un ragazzino degli anni 2000 sa per filo e per segno cosa accadeva al campo sportivo di Tor di Quinto. Ma in pochi riescono a contestualizzare queste storie con la città di Roma degli anni 70. E il romanzo di Carotenuto ci riesce alla perfezione.

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Grazie al racconto del fotografo Marcello Traseticcio, abbiamo un ritratto perfetto di quella Lazio e del periodo di cambiamento dell’Italia. Dalle stragi terroristiche alle lotte cittadine, fino alle svolte epocali come il referendum sul divorzio. Tutto si interseca alla perfezione con quello che accadde alla Lazio.

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Infatti la squadra biancoceleste vinse il suo primo scudetto proprio il giorno in cui gli italiani scelsero il divorzio. Certo questi due avvenimenti per l’Italia hanno ruoli e importanza differenti, ma entrambi segnano una svolta epocale. La banda di Maestrelli o si amava o si odiava e non solo per la rivalità calcistica, ma proprio per lo stile di vita e di affrontare il mondo.

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Carotenuto ha uno stile scorrevole e diretto e una caratteristica di questo romanzo è l’uso del dialetto romano, quello proprio delle periferie. Ma è ben amalgamato e rende ancora più credibile tutta la storia raccontata. Una menzione particolare va fatta per come sono stati raccontati gli ultimi attimi di vita di Re Cecconi. Veramente straziante.

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“Le canaglie” è un bel libro sul calcio, ma non fine a se stesso, perché reso parte integrante della storia italiana e in particolare quella romana. Il tifoso laziale non può non leggere questo romanzo, sicuramente la storia la conoscerà, ma Carotenuto la rende ancora più interessante e soprattutto alcune vicende colpiscono dritto al cuore. Ad ogni modo, è un romanzo che andrebbe letto da ogni amante del calcio e non solo.

Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)

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“STO PENSANDO DI FINIRLA QUI” DI IAIN REID LEGGI LA RECENSIONE

“Sto pensando di finirla qui” di Iain Reid leggi la recensione

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“Sto pensando di finirla qui” di Iain Reid leggi la recensione

Titolo: Sto pensando di finirla qui
Autore: Iain Reid
Genere: narrativa
Editore: Rizzoli
Pagine: 256
Prezzo: Euro 18
Prezzo E-book: 9,99

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Trama: Interno degli Stati Uniti. Una statale silenziosa e vuota, solo profili piatti che si ripetono, un’altalena, un granaio, pecore ferme nella luce del pomeriggio, fienili e campi. Seduta in macchina, sotto la musica country trasmessa dalla radio, la ragazza di Jake guarda la campagna e continua a pensare che deve farla finita con lui. Anche se Jake, con quella sua aria svagata e le conversazioni interessanti, in fondo le piace.

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Ora sono di ritorno dalla casa dei genitori di lui, una fattoria sperduta dove lei ha incontrato per la prima volta quella coppia singolare e visto i recinti lugubri degli animali. Un incontro che le ha lasciato addosso una sensazione inafferrabile, come di chi avesse varcato, per il tempo di una sera, la scena di un’allucinazione altrui.

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“Sto pensando di finirla qui!” è il romanzo d’esordio dello scrittore canadese Iain Reid. La storia dalle prime pagine può sembrare un classico romanzo contemporanee sulle vicende di una coppia di giovani innamorati. Ma quasi subito notiamo che più che leggere di un viaggio in macchina dei protagonisti, ci troviamo all’interno di un lungo flusso di coscienza e tra i pensieri della ragazza di Jake.

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La prima parte è un continuo passaggio tra il presente e il passato. In questo modo Reid ci racconta come è nata la storia tra i due ragazzi. Lo stile è ipnotico, fatto di frasi molto brevi e dialoghi veloci in contrasto con la lunghezza infinita del viaggio e la claustrofobia del luogo (tutto si svolge all’interno della loro macchina). L’ambientazione esterna fredda e tetra, pur se poco descritta, riesce perfettamente a creare quel disagio che non abbandonerà mai il lettore.

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La seconda parte è l’esatto opposto: è un continuo crescere di suspanse e angoscia che attanaglia sia la ragazza sia chi legge. Fino ad arrivare al colpo di scena, totalmente inaspettato ma perfettamente riuscito. Il tutto reso benissimo in poche righe.

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“Sto pensando finirla qui” può sembrare un ottimo thriller, ma in realtà il suo vero intento è quello di parlare di solitudine, depressione e dell’incapacità di relazionarsi con il mondo.

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L’esordio di Reid è veramente potente, tanto da non passare inosservato a un grande del cinema come il premio Oscar Charlie Kaufman. Infatti il regista ha realizzato per Netflix l’omonimo film. Un piccolo gioiellino che non sfigura accanto al bellissimo libro di Reid. Entrambi consigliatissimi!

Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)

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“STO PENSANDO DI FINIRLA QUI” LEGGI LA RECENSIONE DEL FILM

“MERCEDES” DI DANIEL CUELLO LEGGI LA RECENSIONE

“The Shining di Stanley Kubrick Un’analisi del film” di Eleonora Della Gatta leggi la recensione

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“The Shining di Stanley Kubrick Un’analisi del film” di Eleonora Della Gatta leggi la recensione

Titolo: The Shining di Stanley Kubrick Un’analisi del film
Autore: Eleonora Della Gatta
Genere: saggio
Editore: PubMe, collana: Little Black Dress
Pagine: 196
Prezzo: Euro 12
Prezzo E-book: 3,99

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Cosa lega la pellicola The Shining di Stanely Kubrick a uno dei più noti saggi freudiani sul perturbante? Può un film, superficialmente catalogabile come di “genere”, essere invece un contenitore di significati ben più complessi e articolati, che spaziano dalla tecnica registica pura ai risvolti psicologici più nascosti e complessi? In questo testo si cerca di affrontare con metodo un’analisi completa di un film iconico, abbracciando un ventaglio di ipotesi e teorie che ci mostrano The Shining come una delle produzioni più complesse e ricche di retroscena della storia del cinema.

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“The Shining di Stanley Kubrick Un’analisi del film” di Eleonora Della Gatta è un saggio sul capolavoro cinematografico del grande regista. Analisi e saggi su questa pellicola ce ne sono molti, come riporta nel testo la stessa autrice. Ma con questo libro viene collegato il film al sentimento del perturbante, profondamente analizzato da Sigmund Freud.

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Nei vari capitoli Eleonora Della Gatta riesce ad analizzare la complessità del film, mettendo in risalto la profonda differenza di “Shining” con tutti gli altri film horror. Quest’ultimi hanno uno schema classico per ‘spaventare’ lo spettatore. L’opera di Kubrick, invece, stravolge completamente questa idea e utilizza espedienti diametralmente opposti, spaventando e destabilizzando ancora di più lo spettatore.

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Eleonora Della Gatta ha uno stile molto preciso, con una scrittura chiara ed efficace che aiuta il lettore a guardare con occhi diversi la pellicola. E a scoprire dei particolari che con una semplice visione, probabilmente, passerebbero inosservati.

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Molto interessanti gli approfondimenti e le chiavi di lettura che la Della Gatta ha portato alla luce nel saggio. Tutto questo fa capire al lettore quanto lavoro c’è stato dietro la realizzazione del film e l’enorme bagaglio culturale di Kubrick. Infatti, non si è limitato a portare sul grande schermo il thriller di Stephen King, ma ha voluto realizzare un’opera molto più complessa, con tanti sottotesti.

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“The Shining di Stanley Kubrick Un’analisi del film” di Eleonora Della Gatta è un saggio molto interessante, per chi, per la prima volta. vuole analizzare la pellicola di Kubrick. Ma anche per gli amanti del regista, perchè è un’analisi diversa e dà spunti per riguardarlo con un occhio diverso e più ‘preparato’.

Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)

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“IL GRANDE ME” DI ANNA GIURICKOVIC DATO LEGGI LA RECENSIONE

“Il grande me” di Anna Giurickovic Dato leggi la recensione

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“Il grande me” di Anna Giurickovic Dato leggi la recensione

Titolo: Il grande me
Autore: Anna Giurickovic Dato
Genere: narrativa
Editore: Fazi editore
Pagine: 230
Prezzo: Euro 18
Prezzo E-book: 10,99

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Trama: Simone, davanti alla consapevolezza di una morte certa, viene raggiunto a Milano dai suoi tre figli, dopo molti anni di lontananza. È l’inizio di un periodo doloroso, ma per Carla si tratta anche dell’ultima occasione per recuperare del tempo con suo padre. Simone, angosciato dal pensiero di aver fallito e di non poter più cambiare il suo passato, ripercorre le tappe della propria eccentrica esistenza, vissuta con grande passione e voracità.

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Mentre la sua lucidità mentale vacilla sempre più, vuole usare il poco tempo che gli resta anche per rimediare a vecchi errori e confessa ai figli un segreto. In Carla e i suoi fratelli riaffiorano ricordi di anni lontani. I momenti dell’infanzia in cui la famiglia era ancora unita e quelli legati alla separazione dei genitori, nel tentativo di ricostruire una verità dai contorni sempre più incerti. I ragazzi non possono far altro che assecondare il padre, tra realtà e delirio, mentre la malattia si dilata richiedendo sempre più attenzioni e occupando la totalità delle loro giornate.

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“Il grande me” di Anna Giurickovic Dato è un romanzo sul dolore e sull’impossibilità di accettare la morte di un proprio caro. Sin dalle prime pagine la malattia di Simone è predominante nella storia ed è chiaro quello che vuole dire: “Sono qui e ci sarò per tutto il tempo”.

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La malattia vista con gli occhi di un parente è destabilizzante, ci si sente già sconfitti e si vuole subito correre ai ripari. Proprio come fanno Carla i suoi fratelli Mario e Laura: si trasferiscono dal padre morente per aiutarlo, o forse per aiutare loro stessi.

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Anna Giurickovic Dato ha uno stile diretto e non edulcora nulla, è una scrittura realistica e dolorosa. Tutto si svolge in famiglia e anche nei momenti di distacco la malattia e gli affetti sono lì presenti come macigni.

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Anche il lettore si sente sopraffatto da tanto dolore, sa bene che non ci sarà un lieto fine, ma assiste passivo al precipitare della situazione. Non si parla solo di malattia, ma sono molti i momenti incentrati sui ricordi anche piacevoli, che però rendono la realtà ancora più dura da accettare.

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Non si è mai pronti a perdere un proprio caro e le ultime pagine sono un vero pugno allo stomaco. Si potrebbe pensare che l’epilogo già noto possa liberare e invece non è così. Anzi, fa sprofondare ancora di più nel dolore e nella sensazione di vuoto.

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“Il grande me” di Anna Giurickovic Dato è un bellissimo e straziante romanzo, che entra dentro fino alle ossa e il lettore lo fa suo. Una volta terminato bisogna prendersi del tempo per metabolizzare, ma è un libro necessario e che va letto!

Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)

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“GIRO DI VITE” DI HENRY JAMES LEGGI LA RECENSIONE

“Giro di vite” di Henry James leggi la recensione

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“Giro di vite” di Henry James leggi la recensione

Titolo: The Turn of the Screw
Autore: Henry James
Genere: romanzo gotico
Editore: Nua Edizioni
Pagine: 150
Prezzo: Euro 13
Prezzo E-book: 3,99

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Trama: Una giovane donna al suo primo lavoro. Due piccoli orfani dall’aspetto angelico e dall’indole stranamente silenziosa di cui prendersi cura. Una dimora isolata all’interno della quale si aggirano, minacciose, due presenze. Forse i fantasmi di due vecchi servitori morti in circostanze misteriose che sembrano determinati ad attirare i bambini in un’oscura trappola. Possedendo le loro menti e corrompendo le loro giovani anime innocenti.

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“Giro di vite” di Henry James è stato pubblicato per la prima volta a puntante nel 1898- E’ uno dei capisaldi della letteratura gotica e delle storie di fantasmi. La sua peculiarità è il modo in cui tutta la vicenda viene narrata. Ha proprio la struttura di una sceneggiatura di un film (dal 9 ottobre su Netflix The Haunting of Bly Manor, serie tv ispirata proprio a questo libro).

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Un prologo introduce il racconto e poi si passa in soggettiva con il ‘diario’ della giovane donna. Ci troviamo subito immersi nella campagna dell’Essex, dove tutto sembra perfetto e molto tranquillo. Conosciamo i vari protagonisti della storia che rispecchiano perfettamente le caratterizzazioni dell’epoca, ma questo equilibrio viene spezzato con le prime apparizioni.

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E’ proprio questo taglio netto il punto di svolta della storia e Henry James lo fa con una maestria unica, grazie a una scrittura molto ricercata che alza la tensione e cattura il lettore. L’ansia e le paure di Miss Giddens prendono il sopravvento su tutto e la narrazione diventa molto più intima e psicologica. Quello che interessa a Henry James non è tanto la storia in sé, quanto indagare l’animo umano in queste situazioni.

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L’espediente delle apparizioni serve solo a portare alla luce le paure, le fobie e le ansie dell’essere umano. Non a caso la storia ha un finale aperto, perché Henry James vuole che il lettore si ponga tante domande e abbia poche risposte certe.

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“Giro di vite” di Henry James, quindi, è un vero gioiello della letteratura gotica. Per gli amanti delle storie di fantasmi la sua lettura è un passaggio obbligatorio. Saper creare ansia e destabilizzare il lettore è fondamentale in questo genere letterario ed Henry James ci riesce alla perfezione.

Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)

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“IL CRIMINALE PALLIDO” DI PHILIP KERR LEGGI LA RECENSIONE

“Il criminale pallido” di Philip Kerr leggi la recensione

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“Il criminale pallido” di Philip Kerr leggi la recensione

Titolo: Il criminale pallido
Autore: Philip Kerr
Genere: thriller
Editore: Fazi editore
Pagine: 348
Prezzo: Euro 15
Prezzo E-book: 7,99

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Trama: Durante la torrida ondata di caldo estivo che affligge Berlino nel 1938, il popolo tedesco attende con ansia l’esito della conferenza di Monaco domandandosi se Hitler trascinerà l’Europa in una nuova guerra. Nel frattempo, in città sono scomparse diverse ragazze adolescenti, tutte bionde con gli occhi azzurri, tutte bellezze ariane. Heydrich in persona assolda il detective Bernie Gunther, costringendolo a tornare nella Kriminalpolizei, a capo di una squadra che faccia luce sul caso.

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Mentre qualcuno cerca di far ricadere la colpa su un membro della comunità ebraica, l’investigatore si cala nei meandri della prostituzione, della pornografia e della stampa estremista. la Germania hitleriana, sotto la sua patina di ordine e decoro, nasconde sentieri sotterranei cosparsi di depravazione. E, come se non bastasse, la Notte dei cristalli è alle porte.

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“Il criminale pallido” è il secondo capitolo della trilogia berlinese di Philip Kerr, che ha come protagonista Bernie Gunther. Dopo il caso narrato in “Violette di marzo”, ritroviamo l’investigatore privato alle prese con una nuova indagine.

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Il contesto storico è sempre parte integrante nei libri di Kerr. I suoi thriller storici sono perfetti, riesce senza difficoltà a far incastrare i fatti realmente accaduti con le indagini di Bernie Gunther.

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Come in “Violette di marzo”, la scrittura è molto scorrevole, ma estremamente crudo: nulla è lasciato all’immaginazione. Il lettore si ritrova nelle vicende della Germania Hitleriana e per tutto il romanzo è presente una senso di oppressione e di incertezza storica.

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La punta di diamante de “Il criminale pallido” è proprio il protagonista. Bernie Gunther è un investigatore privato antinazista, freddo e disincantato. Riesce anche in situazioni molto complesse a far trapelare il suo humor nero, che spezza un po’ la pesantezza della vicenda. Kerr in questo secondo romanzo lo ha caratterizzato ancora di più e il lettore ne rimane ancora più affascinato.

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“Il criminale pallido” è veramente un ottimo thriller storico. Un caso forse meno potente di quello di “Violette di marzo”, ma sempre avvincente e sconcertante. E quando il caso lascia il posto agli eventi realmente accaduti, il pugno che arriva allo stomaco del lettore fa veramente male. La cattiveria e la follia umana sono molto più spaventose e pericolose. E ora non ci resta che attendere il capitolo finale della trilogia.

Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)

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“VIOLETTE DI MARZO” DI PHILIP KERR LEGGI LA RECENSIONE

“MAI STATI COSI’ FELICI” DI CLAIRE LOMBARDO LEGGI LA RECENSIONE

“Mai stati così felici” di Claire Lombardo leggi la recensione

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“Mai stati così felici” di Claire Lombardo leggi la recensione

Titolo: Mai stati così felici
Autore: Claire Lombardo
Genere: narrativa
Editore: Bompiani
Pagine: 560
Prezzo: Euro 22
Prezzo E-book: 11,99

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Trama: Chicago, anni settanta. David sta per iscriversi a medicina quando incontra Marilyn, studentessa di letteratura. Grande amore istantaneo, rapide nozze, tre figlie in rapida successione, poi, a distanza, la quarta. Una bella casa nei sobborghi: lui medico di famiglia, lei madre a tempo pieno, poi alla guida di un negozio di ferramenta. Ma se i tuoi genitori sono stati così fortunati, o così abili, o tutt’e due le cose, non è detto che tu riesca a imitarli. Anzi.

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Dopo un’adolescenza complicata Wendy, la primogenita, vedova troppo presto di un marito adorato, cerca vie di fuga nell’alcol e nel sesso facile. Violet rinuncia alla carriera da avvocato per fare la mamma perfetta e scoprire che non lo è. Liza, accademica in carriera, aspetta un bambino che forse non vuole da un uomo che forse non ama. E Grace, la più piccola, nasconde i suoi fallimenti alla famiglia e diventa schiava delle sue stesse bugie.

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“Mai stati così felici” è una bellissima storia familiare di Claire Lombardo. La scrittrice ci porta all’interno della famiglia Sorenson: da fuori può sembrare una famiglia perfetta, senza problemi o sofferenze. Ma non è così. Pagina dopo pagina conosciamo David, Marilyn, Wendy, Violet, Liza e Grace. Sei persone comuni, con le loro difficoltà e le loro insicurezze, ma allo stesso tempo una famiglia forte e carismatica.

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Quello che predomina per tutto il romanzo è l’amore tra David e Marilyn. Un sentimento forte e quasi perfetto che è difficilissimo, se non impossibile, da eguagliare. E’ proprio il rapporto tra i genitori quello che fa sentire imperfette e sbagliate le figlie e le loro vite. Chi ne risente è la più piccola, che si trova ad affrontare la vita di tutti i giorni collezionando un fallimento dopo l’altro, e sentendosi al di fuori del nucleo familiare.

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La Lombardo ha un’ottima capacità nel raccontare la quotidianità senza farla sembrare patinata. E’ vero che la famiglia Sorenson è borghese, ma non è assolutamente patinata. Ogni personaggio è ben caratterizzato, il lettore, pagina dopo pagina, può immaginare la possibile reazione di ognuno di loro davanti ad un evento.

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“Mai stati così felice” è un bel romanzo corposo, ma la lettura scorre velocemente ed è impossibile da abbandonare. Leggendo le vicende dei protagonisti è impossibile restare indifferenti a quello che gli accade e si viene coinvolti totalmente. La scrittura della Lombardo è chiara, schietta, ma mai volgare: i dialoghi sono reali, nulla di costruito.

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“Mai stati così felici” è un ottimo romanzo familiare, ben scritto e coinvolgente. Per gli appassionati di saghe familiari la sua lettura è fondamentale. E arrivati alla fine sarà dura lasciar andare la famiglia Sorenson.

Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)

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“VA TUTTO BENE SIGNOR FIELD” DI KATHARINE KILALEA LEGGI LA RECENSIONE

“L’abito da sposo” di Pierre Lemaitre leggi la recensione

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“L’abito da sposo” di Pierre Lemaitre leggi la recensione

Titolo: L’abito da sposo
Autore: Pierre Lemaitre
Genere: thriller
Editore: Fazi Editore
Pagine: 334
Prezzo: Euro 17
Prezzo E-book: 8,99

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Trama: Chi è veramente Sophie? Sappiamo che ha trent’anni ed è la babysitter di Léo, il figlio di una coppia di ricchi parigini. Il resto è un mistero. Ma sappiamo che è ossessionata da una doppia identità, dimentica cosa ha fatto poche ore prima e vive in un costante stato di oblio. Una sera la mamma di Léo rientra tardi e trova Sophie addormentata davanti alla tv, le propone di restare a dormire e lei accetta. 

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Il mattino dopo la ragazza si risveglia sola in casa e fa la terribile scoperta: nella notte Léo è stato strangolato nel sonno, proprio accanto a lei. Infatti da qui ha inizio una lunga fuga, un sentiero che condurrà Sophie fin negli abissi del crimine per salvarsi da un omicidio che non ha commesso ma per il quale è l’imputato perfetto. Fino a quando scoprirà cosa è davvero accaduto quella notte e chi l’ha condannata alla sofferenza.

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“L’abito da sposo” di Lemaitre è un thriller psicologico molto complesso. Sin dalle prime pagine ci troviamo nella vita di Sophie, che è un concentrato di ansie e paure. Anche la lettura non sarà semplice, perché, anche se narrativamente parlando succede poco, entrare nella testa della protagonista è spaventoso. E’ un continuo vortice di emozioni che destabilizzano.

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Questa prima parte è in netto contrasto con la seconda: è tutto un susseguirsi in modo metodico di date e racconti. Da qui in poi per il lettore sarà impossibile abbandonare il libro. Si crea una dualità tra la protagonista e il mondo che la opprime e sarà tutto un continuo di colpi di scena spiazzanti.

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Lemaitre ha un’abilità nel descrivere tutti i disagi psicologici: dai disturbi della personalità alla vendetta più cruda. Il tutto condito da una continua confusione e angoscia crescente. La sua scrittura è asciutta e cattiva che per tutto il romanzo ha la capacità di destabilizzare il lettore, che non riesce mai a trovare un appiglio.

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“L’abito da sposo”, quindi, è un ottimo thriller psicologico che tocca corde molto sensibili e difficilmente ci lasceranno impassibili. Infatti, al termine del libro il lettore si guarderà intorno con molta più paura e sospetto: tutto ‘merito’ della bravura di Lemaitre.

Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)

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