Tag: libri

“La Bella Indifferenza” di Athos Zontini leggi la recensione

Vuoi leggere la recensione di “La Bella Indifferenza” di Athos Zontini? “La Bella Indifferenza” di Athos Zontini leggi la recensione

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

“La Bella Indifferenza” di Athos Zontini leggi la recensione

Titolo: La Bella Indifferenza
Autore: Athos Zontini
Genere: narrativa
Editore: Bompiani
Pagine: 256
Prezzo: Euro 17
Prezzo E-book: 10,99

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

Trama: Una mattina Ettore Corbo, commercialista disilluso che lavora nello studio di famiglia, scopre di non riuscire più a vedere il volto delle persone. al suo posto un vuoto ovale da manichino. Le visite a cui si sottopone, convinto che si tratti di una malattia, non danno risultati. E per Corbo, intrappolato in un matrimonio privo di emozioni con Marta, non c’è via di uscita da quella cecità selettiva che gli nasconde o forse gli mostra la natura dell’essere umano. La nuova prospettiva fa emergere l’inutilità e la falsità delle faticose relazioni che intrattiene con il resto del mondo.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

“La Bella Indifferenza” è l’ultimo romanzo di Athos Zontini. Racconta la vita drammatica di Ettore Corbo, che, da un giorno all’altro, non riesce più a vedere i volti delle persone. Per il protagonista i visi sono dei gusci d’uovo, privi di lineamenti e ovviamente non riesce neanche a vedere le loro reazioni.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

Ettore si ritrova solo con il suo dramma e si chiude ogni giorno di più. E’ un uomo normale che si deve confrontare con un problema di difficile soluzione, che nemmeno i medici riescono a risolvere. Il protagonista ha vissuto accettando tutto quello che gli capitava. Non ha mai cercato di imporsi né nella vita privata, né sul lavoro. Insomma, si è fatto travolgere dalla vita, cercando di sopravvivere.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

Zontini, con la storia di Ettore, ci racconta il potere dell’indifferenza e della solitudine. Utilizza in modo surreale una malattia per parlarci del mondo. Ognuno, pur vivendo in società, è fondamentalmente solo. Nel momento in cui si rompe un legame che ci tiene attaccati alla società, per gli altri diventiamo strani, ma nulla di più.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

Ettore Corbo, infatti, viene visto dagli altri come un alieno, ma senza mai chiedere o interessarsi. Restano perplessi, ma poi tornano tutti al loro mondo. Fino a quando il ‘problema’ di Ettore non va a creargli un danno. E’ solo in quel momento che intervengono, ma solo per salvaguardare i propri interessi.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

Per tutto il romanzo, sentiamo sulla nostra pelle il malessere interiore e fisico che vive Ettore. E i momenti più duri e coinvolgenti sono quando il protagonista riesce per pochi istanti a rivedere i volti. L’emozione è forte, ma allo stesso tempo lo scoramento lo è ancora di più perchè non si riesce a capire cosa ha scatenato il tutto. E soprattutto la presa di coscienza di quanto sia difficile tornare alla normalità.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

Zontini ha uno stile molto coinvolgente e diretto, non cerca mai di entrare nel mondo di Ettore, ma vuole solo raccontare la sua vita. Anche il non dare una conclusione al romanzo spiazza, ma è totalmente coerente con la storia narrata. La vita di Ettore è stravolta e non si può concludere come se fosse una serie televisiva.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

“La Bella Indifferenza” è un romanzo profondamente angosciante e surreale, ma allo stesso tempo vero e coinvolgente. Entrare nel turbamenti del protagonista non è facile e spesso provoca anche del fastidio. E’ una lettura molto attuale e diversa dal solito.

Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

“IL MANOSCRITTO” DI FRANCK THILLIEZ LEGGI LA RECENSIONE

“Il manoscritto” di Franck Thilliez leggi la recensione

Vuoi leggere la recensione di “Il manoscritto” di Franck Thilliez? “Il manoscritto” di Franck Thilliez leggi la recensione

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

“Il manoscritto” di Franck Thilliez leggi la recensione

Titolo: Il manoscritto
Autore: Franck Thilliez
Genere: thriller
Editore: Fazi editore
Pagine: 480
Prezzo: Euro 18
Prezzo E-book: 12,99

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

Trama: Léane Morgan è considerata la regina del thriller, ma firma i suoi libri con uno pseudonimo per preservare la propria vita privata, che ha subito un profondo sconvolgimento. Sua figlia Sarah è stata rapita quattro anni prima e la polizia ha archiviato il caso come omicidio a opera di un noto serial killer.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

Dopo la tragedia, del suo matrimonio con Jullian non è rimasto che un luogo, la solitaria villa sul mare nel Nord della Francia che Léane ha ormai abbandonato da tempo. Ma quando il marito viene brutalmente aggredito subendo una perdita di memoria, lei si vede costretta a tornare in quella casa, carica di ricordi dolorosi e, adesso, di inquietanti interrogativi.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

“Il manoscritto” è un romanzo di Franck Thilliez che racconta le vicende della scrittrice di thriller Léane Morgan alle prese con la ricerca di giustizia per la scomparsa della figlia, Sarah, ad opera di un serial killer. Il romanzo è un continuo crescendo di crudeltà e angoscia che non lascerà scampo a nessuno, lettore compreso.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

Thilliez usa l’espediente del romanzo nel romanzo: il figlio di un noto scrittore, dopo la sua morte, trova questo testo, il manoscritto appunto, ma privo del finale. E così iniziamo la lettura aspettando il classico colpo di scena finale. Ma Thilliez non ci fa mancare nulla, e inventa un’altra chicca: anche la protagonista della storia è una scrittrice di thriller di fama mondiale. Quindi ci ritroviamo tra le mani una sorta di scatola cinese e, pagina dopo pagina, non possiamo farne più a meno.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

La scrittura è scorrevole e ricca di crudezza. Non ci viene risparmiato nulla: le efferratezze del serial killer sono descritte nei minimi particolati. Certo, per chi è facilmente impressionabile, non sarà la lettura più adatta. Ma è impossibile abbandonare la lettura, Thilliez sa come tenere alta l’attenzione e la tensione del lettore. Ogni capitolo ti invoglia ad andare avanti per cercare di risolvere il caso.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

Ma è proprio la risoluzione il vero colpo di genio dello scrittore francese. Perchè va al di là della semplice scoperta del colpevole, vuole spiazzare il lettore e ci riesce alla perfezione. Ma non si accontenta vuole lasciare un dubbio, una domanda nella testa del lettore.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

“Il manoscritto” è un thriller veramente ben costruito, appassionante e spiazzante allo stesso tempo. E’ veramente completo ed è impossibile restare indifferenti al finale. I veri amanti del genere rimarranno soddisfatti. Ma questo thriller lo dovrebbero leggere tutti, perchè è un peccato lasciare un romanzo come “Il Manoscritto” sullo scaffale della libreria.

Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

“IL LIBRO DELLE CASE” DI ANDREA BAJANI LEGGI LA RECENSIONE

“Il libro delle case” di Andrea Bajani leggi la recensione

Vuoi leggere la recensione di “Il libro delle case” di Andrea Bajani? “Il libro delle case” di Andrea Bajani leggi la recensione

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

“Il libro delle case” di Andrea Bajani leggi la recensione

Titolo: Il libro delle case
Autore: Andrea Bajani
Genere: narrativa
Editore: Feltrinelli
Pagine: 256
Prezzo: Euro 17
Prezzo E-book: 8,99

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

Trama: A quante parti di noi siamo disposti a rinunciare per continuare a essere noi stessi? E soprattutto: dove abbiamo lasciato ciò che non ci siamo portati dietro? Quali case lo custodiscono in segreto o lo tengono in ostaggio? Per raccontare la vita di un uomo, l’unica possibilità è setacciare le sue case, cercare gli indizi di quel piccolo inevitabile crimine che è dire “io” sapendo che dietro c’è sempre qualche menzogna.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

“Il libro delle case” è il nuovo romanzo di Marco Bajani, finalista de “Il premio Strega 2021”. Racconta la vita di Io attraverso le case che ha vissuto e abitato. Quello che colpisce sin da subito in questo romanzo è lo stile di scrittura di Bajani.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

Una scrittura molto poetica, evocativa, sicuramente non per tutti, perchè reggere uno stile così potente non è semplice. Anche chi ne rimane colpito, non arriverà al termine della storia senza faticare, in quanto, in alcuni punti, è molto dura andare avanti per quanto è estraniante.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

Nel corso della lettura, conosciamo la vita di Io grazie alle sue case e i suoi mobili. Tutto viene descritto nei minimi particolari, ma allo stesso tempo sono potentissimi anche i silenzi e i rapporti burrascosi all’interno delle singole case.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

Le vicende di Io le veniamo a conoscere non seguendo la normalità delle scorrere del tempo. Bajani, infatti, alterna capitoli tra presente e passato. E proprio questi continui salti temporali possono destabilizzare il lettore e potrebbero portare all’abbandono del romanzo. Il lettore che, invece, ne resterà coinvolto si troverà a pensare anche alla sua di vita, guardandosi intorno. Pensando alle case che ha cambiato o che visita, ed è proprio questo che rende unico questo romanzo.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

In questo viaggio nella vita di Io, il lettore riesce a provare le stesse emozioni soprattutto nei racconti della casa del 2020. La pandemia è entrata prepotentemente nella vita e la casa assume un ruolo fondamentale e sicuro contro il deserto del mondo esterno.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

“Il libro delle case ” di Andrea Bajani è un bel romanzo, molto particolare e, proprio per questo, non è per tutti. Ma, per chi ne rimarrà coinvolto, sarà una lettura molto intima, profonda che darà non pochi spunti di riflessione.

Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

“LANNO CHE A ROMA FU DUE VOLTE NATALE” DI ROBERTO VENTURINI LEGGI LA RECENSIONE

“L’anno che a Roma fu due volte Natale” di Roberto Venturini leggi la recensione

Vuoi leggere la recensione di “L’anno che a Roma fu due volte Natale” di Roberto Venturini? “L’anno che a Roma fu due volte Natale” di Roberto Venturini leggi la recensione

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

“L’anno che a Roma fu due volte Natale” di Roberto Venturini leggi la recensione

Titolo: L’anno che a Roma fu due volte Natale
Autore: Roberto Venturini
Genere: narrativa
Editore: SEM
Pagine: 192
Prezzo: Euro 17
Prezzo E-book: 8,99

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

Trama: Villaggio Tognazzi, Torvaianica, sul litorale romano. Alfreda, un’accumulatrice seriale con i primi segni di demenza senile, ha reso il suo villino un tugurio invivibile, dove vive per inerzia tra insetti e cianfrusaglie. Sopra di lei abita il figlio Marco, un giovane fattone, profondamente insicuro, la cui unica occupazione è accudire la madre.
Da qualche tempo Alfreda soffre di disturbi del sonno durante i quali le appare Sandra Mondaini.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

Nei suoi deliri notturni, immagina di parlare con l’attrice, sofferente per la “separazione” dal marito Raimondo Vianello, che riposa a Roma mentre lei è sepolta a Milano. Alfreda decide di mettere fine a quella “ingiustizia” e pone al figlio una condizione per lo sgombero del villino: trafugare la salma di Raimondo dal Verano e portarla al cimitero di Lambrate, da Sandra. Dopo le prime resistenze, Marco getta le basi del piano, aiutato da Carlo, un vecchio pescatore, e da Er Donna, il travestito più ambito della Pontina.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

“L’anno che a Roma fu due volte Natale” è il secondo romanzo di Roberto Venturini, presente nella dozzina de “Il Premio Strega 2021”. Racconta la storia surreale di Fernanda e Marco. E’ un romanzo sulla perdita, sull’elaborazione del lutto. La vicenda è ambientata sul litorale romano, Torvaianica, dove il passato e il ricordo dei bei tempi andati la fa da padrone.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

Lo stesso accade nella casa di Fernanda: dopo la prematura morte dell’adorato marito, si è rinchiusa nei ricordi e nell’accumulo seriale di oggetti. E’ impossibile entrare, ma lei, lì dentro, ci vive benissimo: i ricordi le danno quella forza che serve per sopravvivere. L’unico che riesce e accetta la situazione è suo figlio Marco, che è anche il legame con il mondo esterno. Ma anche lui vive ai margini di tutto.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

Nel romanzo, Venturini ci ricorda tanti slogan, personaggi del passato e nel momento che li leggiamo non possiamo che sorridere e volare con i nostri ricordi. Tutto il romanzo è all’interno di una bolla che non fa contaminare ‘il bello che hanno vissuto i protagonisti’. Per Fernanda, infatti, è impossibile superare la morte del marito e questa difficoltà nei suoi sogni prende la forma di Sandra Mondaini. L’artista, nelle visti di fantasma, soffre per la lontananza dal marito Raimondo.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

Dopo questa richiesta di aiuto, Fernanda e Marco decidono di profanare la tomba di Raimondo Vianello per portare il feretro accanto a quello della moglie Sandra. Tutta la vicenda è resa in modo grottesco, ma senza mai scadere nel ridicolo. Ogni avvenimento è perfetto e funzionale alla storia.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

Una particolarità: leggendo il romanzo si ritrovano molte ambientazioni dei film di Claudio Caligari. E infatti, lo stesso Venturini cita nel libro una battuta tratta proprio da un film del regista: “Amore tossico”.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

“L’anno che a Roma fu due volte Natale” è un romanzo particolare, sia per lo stile di scrittura non banale, sia per tutta l’ambientazione. La desolazione, l’emarginazione vista in chiave grottesca, non è proprio per tutti. Ma la lettura risulta piacevole. La malinconia che ci accompagna per tutto il libro che culmina nel finale dolce/amaro, torna ad avvolgerci anche una volta terminata la lettura.

Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

“LA PIETRA OSCURA” DI MARCO BALIANI LEGGI LA RECENSIONE

“La pietra oscura” di Marco Baliani leggi la recensione

Vuoi leggere la recensione di “La pietra oscura” di Marco Baliani? “La pietra oscura” di Marco Baliani leggi la recensione

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

“La pietra oscura” di Marco Baliani leggi la recensione

Titolo: La pietra oscura
Autore: Marco Baliani
Genere: narrativa
Editore: Bompiani
Pagine: 368
Prezzo: Euro 17
Prezzo E-book: 10,99

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

Trama: Sono cinque e sono inseparabili. C’è Ulisse che viene dal Senegal, Inco grande, grosso e trasognato, Ago il minuscolo, Gemma, magra magra e con una memoria invidiabile, e Giorgio, detto Stampa per via delle stampelle. Insieme in terza media, in questa fine di primavera che è l’ultima da passare come una banda. Poi le loro strade si divideranno, è inevitabile, e fa un po’ male. Intanto condividono tempo e passioni: i giochi di ruolo nel negozio di fumetti di Sebastiano, e anche i fumetti, certo, i silenzi e le chiacchiere.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

E poi un gioco che li prende tantissimo, un gioco inventato da loro, in cui invece di trasformarsi in eroi potranno restare quello che sono. Un lago che custodisce oscure leggende, una cavità nella roccia, dentro il bosco: una grotta, un rifugio, forse il varco per un altro mondo. E lì, nella grotta, una pietra che si stacca dalle altre, scotta, lampeggia.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

“La pietra oscura” è il nuovo romanzo di Marco Baliani, noto regista e attore. Racconta la storia di un gruppo di ragazzini che si trovano a svelare un mistero in cui si ritrovano catapultati.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

Se dovessimo, catalogare il romanzo questo, sicuramente, rientrerebbe nella categoria dei fantasy per ragazzi. Ma, leggendolo, riscontriamo subito il limite di questa categorizzazione, perchè non è solo un fantasy. Ma un bel romanzo con un significato molto profondo, che terrà incollati anche gli adulti.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

Nel corso della lettura ci sembra di ritrovare le ambientazioni e le dinamiche tipiche de “I Goonies”, l’iconico film degli anni ’80 diretto da Richard Donner. Il romanzo di Baliani se ne discosta, però, non solo per l’ambientazione, ma soprattutto per il suo sottotesto. L’amicizia tra i ragazzini, emarginati dagli altri, è si fondamentale, ma è solo l’inizio. Baliani racconta la purezza, l’innocenza, propria dei più giovani, che devono lottare contro l’avidità e la corruzione degli adulti.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

Infatti, gli unici adulti che aiutano la giovane comitiva sono anch’essi degli emarginati. Ovvero un’insegnante derisa dai colleghi, il proprietario di una fumetteria che vive immerso nel suo negozio e un barbone che ha deciso di non avere più contatto con il mondo esterno. Questi sono stati ‘contaminati’ e oppressi dal mondo avido e tutti e tre rivedono nei giovani protagonisti il loro passato, capendone l’importanza.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

Baliani ha uno stile di scrittura molto colloquiale, mai noioso o prolisso. Non perde mai il contatto con la realtà e, soprattutto, non si perde in descrizioni che farebbero distrarre il lettore. Pagina dopo pagina si entra in sintonia con i ragazzini, grazie alla buona caratterizzazione che gli ha dato lo scrittore.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

“La pietra oscura” è un romanzo, si per ragazzi, ma un adulto non avrà difficoltà ad appassionarsi alla storia. E sicuramente leggendo il finale, scritto veramente bene, ne rimarrà profondamente colpito. Consigliato agli amanti de “I Goonies” e a chi crede che prima o poi un mondo migliore arriverà.

Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

“AVANTI PARLA” DI LIDIA RAVERA LEGGI LA RECENSIONE

“Blu” di Giorgia Tribuiani leggi la recensione

Vuoi leggere la recensione di “Blu” di Giorgia Tribuiani? “Blu” di Giorgia Tribuiani leggi la recensione

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

“Blu” di Giorgia Tribuiani leggi la recensione

Titolo: Blu
Autore: Giorgia Tribuiani
Genere: narrativa
Editore: Fazi editore
Pagine: 256
Prezzo: Euro 16
Prezzo E-book: 9,99

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

Trama: Ginevra, per tutti Blu fin da bambina, ha diciassette anni, frequenta il liceo artistico ed è una ragazza solitaria intrappolata in un mondo tutto suo fatto di rituali ossessivi e gesti scaramantici. I suoi genitori sono divorziati e Blu vive con la madre, una donna che lavora molto ed è spesso fuori casa. Blu ha un fidanzato, che non riesce a lasciare perché divorata dai sensi di colpa, un ragazzo che vorrebbe amare e di cui, invece, sopporta appena la presenza.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

L’unica cosa che ama davvero è l’arte, e disegnare risulta un’attività in cui dimostra di avere talento. Così, quando durante una gita scolastica assiste a un’esibizione di performance art, resta folgorata, fino a sviluppare per lei una vera e propria ossessione. A questo punto, i pensieri maniacali si fanno via via più opprimenti, finché la sua determinazione a essere una brava ragazza la porta a vivere uno sdoppiamento della personalità subdolo e pericoloso.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

“Blu” è il nuovo romanzo di Giorgia Tribuiani che racconta la storia della diciassettenne Ginevra, conosciuta da tutti come Blu. La sua narrazione non è lineare, ma è tutto un insieme di frammenti, ossessioni e ricordi che la stessa Blu riporta a galla.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

E’ un romanzo molto complesso, scritto con la seconda persona singolare, una scelta stilistica che lo rende ancora più particolare. Allo stesso tempo, può destabilizzare quei lettori abituati a stili di scrittura più ordinari. La Tribuiani riesce a raccontare il disturbo ossessivo di Blu, e lo fa dall’interno, portando il lettore nella testa della ragazzina, tenendolo intrappolato.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

Tutto il romanzo porta con sé il peso dell’inadeguatezza di Blu nel relazionarsi col mondo. Il suo unico vero sfogo è l’arte, che però, in un animo così fragile, non può che sfociare in una vera e propria ossessione. Un’ossessione che, per Blu, si chiama Dora, un’artista che se, da una parte, farà aprire gli occhi alla giovane protagonista, dall’altra la renderà ancora più fragile, tanto da farla cadere sempre più giù.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

Il racconto che fa la scrittrice sul disturbo ossessivo non si ferma a pura esteriorità. Ma va a fondo e ci aiuta a scoprire anche il profondo senso di colpa e di inadeguatezza che attanaglia Blu. Tutto è circondato dalla confusione, eppure la scrittrice non perde mai il punto centrale della storia.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

“Blu” è un romanzo molto complesso, sicuramente non per tutti e non solo per lo stile di scrittura, che già di per sé destabilizza. Ma soprattutto perchè non è un libro rassicurante, non cerca di impressionare per il puro gusto di farlo, ed è carico di dolore. Consigliato a chi vuole leggere una storia autentica, che lascia il segno.

Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

“ANNI LUCE” DI ANDREA POMELLA LEGGI LA RECENSIONE

“Anni luce” di Andrea Pomella leggi la recensione

Vuoi leggere la recensione di “Anni luce” di Andrea Pomella? “Anni luce” di Andrea Pomella leggi la recensione

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

“Anni luce” di Andrea Pomella leggi la recensione

Titolo: Anni luce
Autore: Andrea Pomella
Genere: narrativa
Editore: Add Editore
Pagine: 160
Prezzo: Euro 13
Prezzo E-book: 5,99

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

Trama: Questa è la storia di un viaggio al crepuscolo del secolo, una spedizione da vagabondi sulle strade d’Europa per esorcizzare la paura della vita adulta che bussa alle porte. Anni luce è un romanzo di formazione, e i Pearl Jam sono la colonna sonora di uno spazio di luce e di ombre che ha affascinato una generazione.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

“Anni luce” è il romanzo di Andrea Pomella che si può racchiudere in poche parole: disagio esistenziale, grunge e Pearl Jam. In questo libro lo scrittore racconta della sua adolescenza segnata o scandita dagli album della band di Seattle. Per il protagonista Eddie Vedder e tutto il grunge rappresentano la sua esistenza.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

La continua estraneità dalla società che lo circonda e l’angoscia esistenziale vanno a stretto contatto con la sua vita. Tutto questo non riguarda solo Andrea e il suo amico Q., perché tra la fine degli anni 80 e per tutti i ’90 il grunge ha segnato e riunito una grossa fetta di giovani. Per la società erano dei giovani totalmente privi di ideali e abbandonati a se stessi.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

Il romanzo di Pomella, per chi ha vissuto l’adolescenza negli stessi anni, è un continuo ritrovarsi, sia per sensazioni che per la magia e anche la rabbia che lasciano le canzoni dei Pearl Jam. Ogni volta che Andrea parla di una canzone o di un gruppo per il lettore è un colpo al cuore. Si ritorna al passato con un piacevole senso di malinconia nel ricordare.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

In “Anni luce” lo scrittore racconta il passaggio dall’adolescenza alla vita adulta con uno sguardo più maturo e anche distaccato. Riesce a mettere nero su bianco tutto quello che provava, le sensazione e il continuo malessere, alleviato soltanto dall’ascolto di “Ten” dei Pearl Jam.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

“Anni luce” è un romanzo di formazione che accomuna un’intera generazione (quella degli anni 90) totalmente allo sbando, schiacciata da un passato ingombrante e da un futuro pieno di aspettative. Questo libro è una vera chicca per gli amanti dei Pearl Jam, che si ritroveranno in ogni singola pagina. Un consiglio: leggetelo ascoltando gli album della band di Seattle, sarà un viaggio ancora più profondo.

Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

“IL PANE PERDUTO” DI EDITH BRUCK LEGGI LA RECENSIONE

“Il pane perduto” di Edith Bruck leggi la recensione

Vuoi leggere la recensione di “Il pane perduto” di Edith Bruck? “Il pane perduto” di Edith Bruck leggi la recensione

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

“Il pane perduto” di Edith Bruck leggi la recensione

Titolo: Il pane perduto
Autore: Edith Bruck
Genere: narrativa
Editore: La Nave di Teseo
Pagine: 128
Prezzo: Euro 16
Prezzo E-book: 9,99

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

Trama: Miracolosamente sopravvissuta con il sostegno della sorella più grande Judit, ricomincia l’odissea. Il tentativo di vivere, ma dove, come, con chi? Dietro di sé vite bruciate, comprese quelle dei genitori, davanti a sé macerie reali ed emotive. Il mondo le appare estraneo, l’accoglienza e l’ascolto pari a zero, e decide di fuggire verso un altrove.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

“Il pane perduto” è l’ultima opera di Edith Bruck, candidato al Premio Strega 2021. E’ un romanzo autobiografico sul periodo di prigionia nei campi di concentramento, la successiva liberazione e la sua ‘nuova vita’. La piccola Ditke viene deportata insieme alla sua famiglia di origine ebraica in diversi campi di concentramento. E con il suo sguardo da bambina racconta, con estrema crudezza, le nefandezze e la follia del regime nazista.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

La piccola, insieme alla sorella, vive ogni giorno sulla sua pelle cosa significhi perdere la propria identità e dignità. Ogni singola parola è una pugnalata per il lettore, è veramente impossibile restare indifferenti. La domanda che vien facile porsi è: “ma come sono riuscite a sopravvivere?”.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

Nella prima parte, dove la Bruck racconta la prigionia, il lettore è sopraffatto dalla brutalità e la crudeltà del racconto. Nella seconda parte, che coincide con la liberazione e l’inizio di una nuova vita, invece, la sensazione di inadeguatezza della protagonista diventa anche quella del lettore. La sensazione di estraneità purtroppo anche verso i suoi familiari che non hanno vissuto la prigionia è lacerante. Si sente troppo diversa dal mondo in cui si ritrova a vivere.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

La lettera finale a Dio è veramente struggente, non solo per le parole della Bruck. Ma soprattutto per la sua infinita voglia di tramandare quello che le è successo ai più giovani. Non bisogna dimenticare.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

“Il pane perduto” è un romanzo breve ma intensissimo, che sa colpire al cuore il lettore. Un libro che va letto e tramandato, perchè tutte le sofferenze subite non possono e non devono essere mai dimenticate. Una lettura fondamentale e necessaria per tutti.

Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

“COME UN RESPIRO” DI FERZAN OZPETEK LEGGI LA RECENSIONE

“Come un respiro” di Ferzan Ozpetek leggi la recensione

Vuoi leggere la recensione di “Come un respiro” di Ferzan Ozpetek? “Come un respiro” di Ferzan Ozpetek leggi la recensione

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

“Come un respiro” di Ferzan Ozpetek leggi la recensione

Titolo: Come un respiro
Autore: Ferzan Ozpetek
Genere: narrativa
Editore: Mondadori
Pagine: 168
Prezzo: Euro 17
Prezzo E-book: 9,99

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

Trama: È una domenica mattina di fine giugno e Sergio e Giovanna, come d’abitudine, hanno invitato a pranzo nel loro appartamento al Testaccio due coppie di cari amici. Stanno facendo gli ultimi preparativi in attesa degli ospiti quando una sconosciuta si presenta alla loro porta. Molti anni prima ha vissuto in quella casa e vorrebbe rivederla un’ultima volta, si giustifica.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

Il suo sguardo sembra smarrito, come se cercasse qualcuno. O qualcosa. Si chiama Elsa Corti, viene da lontano e nella borsa che ha con sé conserva un fascio di vecchie lettere che nessuno ha mai letto. E che, fra aneddoti di una vita avventurosa e confidenze piene di nostalgia, custodiscono un terribile segreto.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

“Come un respiro” è il terzo romanzo di Ferzan Ozpetek che racconta le vicende che legano due sorelle, Elsa e Adele. Sono tanto unite da giovani quanto distanti in vecchiaia. Questo romanzo è l’emblema della filmografia del regista turco.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

Ci troviamo nella classica convivialità di un appartamento romano, tanto caro a Ozpetek. Tutto segue una semplicità e una quotidianità, fino a quando il passato non bussa alla porta. Leggendo questo romanzo sembra di avere tra le mani una sceneggiatura di un suo film. Quasi in ogni pagina, un cultore della filmografia del regista può giocare a ricollegare un personaggio o una scena a una delle sue tante pellicole.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

E se questo da una parte è perfetto grazie all’ottima scrittura di Ozpetek, dall’altra è sinceramente una pecca. Scorrendo le pagine si ha sempre la sensazione del già letto o già visto. E tutto ciò in un film, grazie anche alla bravura degli attori e a un ottimo montaggio, può affascina. Ma nel leggerla in un libro, questa magia si perde, perchè si ha l’idea di una continua ripetizione.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

Ferzan Ozpetek, con poche righe, riesce a delineare ogni singolo personaggio, ma lascia sempre una porta aperta al mistero. Anche le lunghe lettere della protagonista sono racconti, ma mai troppo approfonditi. Il ‘non detto’ in Ozpetek la fa da padrone e il lettore viaggia nel suo mondo.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

“Come un respiro” è un romanzo piacevole da leggere tutto d’un fiato. Non spicca per originalità, soprattutto per un vero estimatore dell’Ozpetek regista. Ma è un ulteriore tassello per entrare ancora di più nel suo universi e, soprattutto, un’ottima ragione per non volerne più uscire.

Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

“IL PESO DEL SANGUE” DI LAURA MCHUGH LEGGI LA RECENSIONE

“Nessuna parola dice di noi” di Gaia Manzini leggi la recensione

Vuoi leggere la recensione di “Nessuna parola dice di noi” di Gaia Manzini? “Nessuna parola dice di noi” di Gaia Manzini leggi la recensione

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

“Nessuna parola dice di noi” di Gaia Manzini leggi la recensione

Titolo: Nessuna parola dice di noi
Autore: Gaia Manzini
Genere: narrativa
Editore: Bompiani
Pagine: 224
Prezzo: Euro 17
Prezzo E-book: 9,99

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

Trama: Per Ada, giovane copywriter, le parole sono un gioco: le armi con cui l’intelligenza sfida le leggi della responsabilità. Le parole che la raccontano, però, Ada sa avvolgerle nel silenzio. Per sua madre, infatti, le parole servono a levigare le anomalie della vita: come il fatto che da sempre, nella casa sul lago, è lei a prendersi cura di Claudia, la bambina che Ada ha avuto quando era troppo giovane. Per Alessio invece più delle parole contano i gesti e le immagini. Lui e Ada sono una coppia creativa d’eccezione; l’uno completa l’altra in un’intesa felice destinata a portarli lontano, fino in America.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

“Nessuna parola dice di noi” è il romanzo di Gaia Manzini che racconta l’amore, nel senso più ampio del termine, e delle difficoltà di trovare il proprio posto nel mondo. Tutto viene catalogato, c’è una parola per tutto, ma nella vita di tutti i giorni è difficile trovare un termine adatto.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

E la storia di Ada è proprio questo. Una giovane donna che cerca di trovare una sua identità, un suo percorso. Infatti, ha tante insicurezze, accentuate da un evento che le ha cambiato la vita da giovanissima: la nascita di Claudia.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

La piccola figlia di Ada è sempre un po’ nell’ombra, ma è comunque presente e la sua figura è forte, più forte di tutto. Claudia viene cresciuta dalla nonna, l’altro personaggio femminile della storia: una donna completa agli occhi di Ada. La madre è tutto quello che non è lei.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

La scrittrice riesce con poche parole a con tanti ‘non detto’ a farci capire lo stato d’animo di Ada. In ogni pagina, grazie a uno stile pulito e molto incisivo, l’insicurezza e le paure di Ada diventano anche quelle del lettore. Il rapporto con Alessio è potente e travolgente, ma Claudia rimane sempre lì.

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

“Nessuna parola dice di noi” è un romanzo che tiene incollati alle pagine. La Manzini riesce a farci provare e comprendere tutto quello che prova Ada. Nessuno, al termine della lettura, si sentirà autorizzato a giudicare la giovane protagonista, perché non si troveranno le parole più adatte. Forse proprio perchè con le parole non è possibile racchiudere tutto.

Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)

[the_ad_placement id=”adsense-in-feed”]

“LA PROSSIMA VOLTA IL FUOCO” DI JAMES BOLDWIN LEGGI LA RECENSIONE

Copyright © 2012 - 2022 FB Comunicazione di Francesco Girolamo Balzano Testata Giornalistica registrata presso Tribunale di Roma n.263/2012

Partita Iva: 11915641002 | Privacy Policy

Sito web realizzato da

Musa Studio | Web e Comunicazione

VPS