Tag: Earwig e la strega

“Snake Eyes” scheda e recensioni del film

“Snake Eyes” scheda e recensioni del film

“Snake Eyes” scheda e recensioni del film

Distribuzione: Eagle Pictures/Paramount Pictures Italia

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Genere: Azione, avventura
Anno: 2021
Regia: Robert Schwentke
Cast: Henry Golding, Samara Weaving, Úrsula Corberó, Andrew Koji, Iko Uwais, Peter Mensah, Takehiro Hira, Hakura Abe, Steven Allerick
Paese:  USA
Durata: 121 minuti
Voto (media ponderata): ♥♥1/2 (su 5)

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La trama

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Snake Eyes: G.I. Joe – Le Origini, film diretto da Robert Schwentke, è uno spin-off della serie di film d’azione G.I. Joe. È incentrato su Snake Eyes (Henry Golding), il membro più silenzioso del gruppo militare anti-terrorista. Accompagnato in ogni missione dal suo lupo domestico Timber. Quando Snake Eyes salva la vita a un uomo, non immagina che questo sia l’erede legittimo di un antico e segreto clan giapponese, l’Arashikage.

Che per anni ha portato pace e stabilità al proprio Paese, combattendo il Cobra. Ovvero la maggiore organizzazione terroristica del mondo. Il suo atto da eroe gli vale l’ammissione a esso. Giunto nel Paese del Sol Levante, Snake Eyes viene introdotto alla dottrina del clan. E gli vengono insegnati i dettami dei guerrieri ninja.

Qui l’uomo sente di aver trovato finalmente un posto degno di essere definito “casa”. La lealtà e la fiducia promessa al clan, però, vengono meno, quando il suo passato segreto viene rivelato. È a quel punto che Snake Eyes si ritroverà davanti una scelta: mantenere la fiducia di chi gli è stato accanto in questo ultimo periodo o tradirla?

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La recensione di MyMovies.it

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Concentrarsi sui ninja della serie (che hanno sempre funzionato bene) è certo stata una buona idea. Ma la seriosità mal si sposa a personaggi che si chiamano “duro maestro”, “occhi di serpente”, “ombra della tempesta”. E addirittura Scarlett O’Hara – come la Rossella di Via col vento. Solo nei fumetti possono passare dall’azione al melodramma e ritorno senza colpo ferire.

Mentre per realizzare un miracolo simile al cinema serve quantomeno maggior ironia. Per certi versi siamo dalle parti di John Wick 3 – Parabellum, tra moto, katana e luci al neon. Ma mancano sia il sangue di un classificazione di censura per adulti, sia il ritmo incessante dell’azione. Sia una faccia stropicciata come quella di Keanu Reeves e dei suoi compari.

Recensione di Andrea Fornasiero. Voto: 2.5 (su 5)Leggi la recensione completa

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“Snake Eyes” scheda e recensioni del film – La recensione de IlCineocchio.it

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Non sorprende che Snake Eyes stuzzichi lo spettatore con le possibilità di un più ampio universo dei G.I. Joe, introducendo alcuni altri personaggi del franchise lungo la strada. Ma la natura obbligatoria di questi riferimenti svuota ulteriormente il film di energia. Similmente, il cliffhanger conclusivo atterra malamente, suggerendo un dramma futuro nel quale, finora, non è valsa la pena investire.

Ciò che ha sempre reso Snake Eyes una figura così amata è stato che, dietro quella maschera, non rivelava nulla. Era semplicemente un soldato perfetto, imperturbabile. La controparte cinematografica tenta ora di umanizzare quel guerriero, che finisce rapidamente ridotto a un altro pezzo di proprietà intellettuale pop cui attingere senza tanti complimenti o rispetto.

Recensione di Marco Tedesco. Voto: 7 (su 10)Leggi la recensione completa

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La recensione di IGN Italia

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Dopo una partenza tutto sommato sensata, il film si guasta finendo per mandare in malora anche quel paio di sequenze d’azione interessanti. Alcune scelte narrative sono francamente incomprensibili, sia diegeticamente che non. Al posto delle furbate di Henry Golding avrei preferito più scene di menare con Peter Mensah o Iko Uwais.

Recensione di Andrea Peduzzi Voto: 4.5 (su 10) – Leggi la recensione completa

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“EARWIG E LA STREGA” SCHEDA E RECENSIONI DEL FILM

“Earwig e la strega” scheda e recensioni del film

“Earwig e la strega” scheda e recensioni del film

“Earwig e la strega” scheda e recensioni del film

Distribuzione: Lucky Red

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Genere: Animazione, avventura, family
Anno: 2020
Regia: Goro Miyazaki
Voci italiane: Ilaria Pellicone, Daniela Calò, Pino Insegno, Stefano Broccoletti, Liliana Sorrentino
Paese: Giappone, USA
Durata: 82 minuti
Voto (media ponderata): ♥♥ (su 5)

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La trama

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Earwig e la strega, film diretto da Gorô Miyazaki, è ambientato nell’Inghilterra degli anni ’90 e racconta la storia di Earwig. E’ una bambina orfana cresciuta al St. Morwald’s Home for Children. La piccola ha sempre mostrato un carattere molto irrequieto e ribelle. Tanto che nell’orfanotrofio ha fatto sempre ciò che voleva in compagnia del suo caro amico Custard. Arrivata all’età di 10 anni, Earwig, che non ha voluto mai essere adottata, viene presa in affido contro il suo volere da una coppia, Bella Yaga e Mandrakula.

Giunta nella sua nuova casa, Bella Yaga le rivela di essere una strega e che ha adottato Earwig affinché desse una mano in casa. La bambina accetta, purché la donna prometta di insegnarle la magia. Stanca di lavorare e pulire, non ricevendo alcun insegnamento magico in cambio, Earwig prova a fuggire dalla casa. Scoprendo così che è impossibile, in quanto Mandrakula ha sigillato ogni uscita.

In preda alla frustrazione e alla disperazione, la bambina trova nel gatto Thomas un fedele amico. Scoprendo che l’animale è in grado di parlare. Grazie a lui, riesce a intrufolarsi durante la notte nel laboratorio magico e creare un incantesimo che le permetta di essere resistente alla magia della coppia. Questo è solo l’inizio di una serie di eventi che porteranno Earwig a ottenere il controllo della casa e dei due proprietari. Facendo, tra l’altro, una scoperta incredibile…

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La recensione di MyMovies.it

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Maliziosa e sovente insolente, petulante e civettuola, Erica si guadagna il suo posto nella lunga galleria dei personaggi femminili Ghibli. Fiera sotto i codini da ninfetta, lascia il ‘nido familiare’ verso un’altra vita e un anno sabbatico. Esonerato come la sua eroina dalla ‘routine dell’istituto’ per sperimentare e cercare altrove, Gorō Miyazaki traghetta lo Studio dai disegni animati alle immagini di sintesi.

La messa in scena patisce però le limitazioni tecniche di un mezzo non ancora padroneggiato. Piombando il film in un gioco di piani fissi che fanno rimpiangere tutta l’audacia del disegno e gli slanci lirici di cui gli animatori Ghibli hanno il segreto. Troppo ponderato e poco evocatore per un Ghibli. Troppo sbrigativo e poco consistente per lasciare un segno. Earwig e la strega ha tutto del pilota di una serie TV animata che non dona mai veramente il desiderio di vederne di più. Peccato.

Recensione di Marzia Gandolfi. Voto: 2.5 (su 5)Leggi la recensione completa

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“Earwig e la strega” scheda e recensioni del film – La recensione di Cinematographe.it

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Tra pozioni, incantesimi stravaganti e magia a portata di mano Earwig e la Strega costruisce un’impalcatura instabile per sostenere il peso della narrazione. Le tradizionali animazioni dello Studio Ghibli vengono soppiantate da una computer grafica che tradisce le premesse dei noti capolavori. A favore di un racconto lacunoso e graficamente anonimo. Le energie – e le speranze – sono riposte nella protagonista, la piccola Earwig, più matura dell’età che sembra avere. E decisamente poco accattivante nonostante l’espressione corrucciata e i codini all’insù.

A fallire è la mancanza di empatia con il progetto e i suoi personaggi, dovuta forse alla foga di concludere la cronaca degli eventi. Senza soffermarsi sul mistery background disseminato lungo l’intero corso della pellicola. Earwig e la Strega è un film sostanzialmente incompiuto, impersonale, estraneo alla poesia degli antenati Ghibli. Che nel tentativo di aprire lo Studio a nuovi orizzonti ha fallito sotto il peso della veterana animazione firmata Miyazaki: Hayao Miyazaki.

Recensione di Giulia Calvani. Voto: 1.9 (su 5)Leggi la recensione completa

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La recensione de IlCineOcchio.it

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Sebbene Earwig e la strega non sia all’altezza della magnifica reputazione dello Studio Ghibli, non si può criticare Gorô Miyazaki per aver provato a spostare il tiro in questa direzione inesplorata. Non è che ci sia qualcosa di sbagliato nell’animazione disegnata a mano. O che l’animazione 2D sia, in qualche modo, carente. Soltanto ha senso che un grande studio di animazione sperimenti all’interno del suo campo da gioco.

Rimanere fedeli alla tradizione può portare conforto agli spettatori. Ma quello stesso conforto può trasformarsi in stanchezza creativa per gli artisti coinvolti. Se il Ghibli o anche Gorô Miyazaki decidessero di fare un altro film in 3D, non ci resta che sperare che la narrazione sarà più completa. E lo stile più necessario al racconto della nuova fiaba.

Recensione di Gioia Majuna Voto: 6 (su 10) – Leggi la recensione completa

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“SOGNANDO A NEW YORK – IN THE HEIGHTS” SCHEDA E RECENSIONI DEL FILM

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