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Intesa Meloni-Rama sui migranti: arriva la sospensione dei giudici albanesi

Intesa Meloni-Rama sui migranti: arriva la sospensione dei giudici albanesi

Intesa Meloni-Rama sui migranti: arriva la sospensione dei giudici albanesi

da corriere.it

Introduzione

Il tanto atteso via libera all’accordo sui migranti tra Italia e Albania subisce un rallentamento significativo. Con la Corte costituzionale albanese che ha deciso di sospenderne l’iter di approvazione. La decisione è stata presa in risposta ai ricorsi presentati da una parte dell’opposizione. In particolare dal Partito Democratico e altri 29 deputati, incluso l’ex premier di centrodestra Sali Berisha.

Un accordo che ha suscitato un notevole dibattito

La presidente della Corte, Holta Zaçaj, ha annunciato la sospensione mercoledì. Spiegando che i ricorsi presentati rispettano i criteri richiesti e verranno esaminati in seduta plenaria. Nove giudici, sei donne e tre uomini, entreranno nel merito di un accordo che ha suscitato notevole dibattito in entrambi i paesi coinvolti.

L’appuntamento per la decisione è fissato per il 18 gennaio alle 10, e la sentenza potrebbe essere emessa entro la fine di febbraio. Nonostante i giudici abbiano tempo fino al 6 dicembre per pronunciarsi sul “protocollo” firmato tra i due governi sul “Rafforzamento della cooperazione nel campo delle migrazioni”.

La decisione arriverà dopo il 18 gennaio 2024

L’opposizione albanese ha accolto la notizia con entusiasmo, mentre il governo albanese ha mantenuto un silenzio significativo. L’avvocato Arbër Hoxha, intervenendo su Report Tv locale, ha dichiarato che il processo legale prevede di ascoltare le parti il 18 gennaio. Dopodiché i giudici prenderanno il tempo necessario per deliberare.

“La sicurezza e l’interesse pubblico dell’Albania non saranno danneggiati”

Per quanto riguarda il contenuto dell’accordo, Hoxha ha sottolineato che, apparentemente, “potrebbe esserci una violazione della procedura in termini di dibattito pubblico e trasparenza. Oltre a ciò, non vi è sostanzialmente alcuna violazione in quanto la sicurezza e l’interesse pubblico dell’Albania non saranno danneggiati.” Ha chiarito che si tratta di un accordo standard tra stati sovrani, che consente a uno stato di utilizzare il territorio di un altro stato sotto amministrazione.

Accolto il ricorso firmato da Berisha

La decisione della Corte costituzionale segue le accuse del deputato dell’opposizione Gazment Bardhi, che aveva affermato che i giudici stavano ritardando il pronunciamento in coordinamento con il premier Rama. La Corte ha accolto il ricorso firmato da Berisha, Bardhi e altri deputati, ma ha respinto il ricorso ufficiale del Partito Democratico guidato da Lulzim Basha per mancanza di documentazione.

Dubbi sulla collaborazione Italia-Albania

Ricordiamo che a novembre, a Roma, i premier Giorgia Meloni ed Edi Rama hanno sottoscritto l’accordo che prevede la creazione di due centri per l’identificazione e l’accoglienza dei migranti salvati nel Mediterraneo. La sospensione dell’iter in Albania getta un’ombra sul futuro di questa collaborazione, mentre entrambi i paesi rimangono in attesa della decisione della Corte costituzionale albanese.

Conclusione

Resta da vedere come questa sospensione influirà sul protocollo, che prevede la realizzazione di strutture di registrazione e accoglienza per i migranti, con l’Albania pronta ad accogliere fino a 3.000 migranti in attesa di decisioni sul loro futuro nel territorio italiano. Il protocollo, con una validità di cinque anni prorogabili automaticamente di altri cinque, rimane al centro di un acceso dibattito che ora si sposterà al nuovo anno, quando la Corte costituzionale albanese prenderà la sua decisione.

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Accordo tra Italia e Albania per la gestione dei flussi migratori

Accordo tra Italia e Albania per la gestione dei flussi migratori

Accordo tra Italia e Albania per la gestione dei flussi migratori

da ansa.it

Nel corso degli ultimi anni, la gestione dei flussi migratori è diventata una questione di grande rilevanza in Italia e in Europa. Il protocollo di intesa siglato tra l’Italia e l’Albania, annunciato dalla premier Giorgia  e Edi Rama, Primo Ministro albanese, rappresenta un passo significativo in questa direzione. 

Il quadro generale

L’accordo tra Italia e Albania è  presentato come una soluzione innovativa alla gestione dei flussi migratori nel Mar Mediterraneo. La sua applicazione inizierà nella primavera del 2024 e prevederà il trasferimento dei migranti salvati dalle navi italiane verso due centri in Albania. Punterà, inoltre, a dissuadere le partenze e il traffico di esseri umani. Questo protocollo di intesa è firmato da Giorgia Meloni ed Edi Rama a Palazzo Chigi.

Questo accordo non è nato improvvisamente ma è il risultato di discussioni tra i due leader già in precedenza. La sua preparazione è stata in gran parte condotta in modo discreto, con fonti di Palazzo Chigi che rivelano che il patto era stato essenzialmente concordato durante un incontro tra Meloni e Rama in Albania a metà agosto. Questo accordo è descritto come una “svolta storica non solo per l’Italia ma per tutta l’Unione europea”, poiché apre nuove prospettive nella gestione dei flussi migratori.

Edi Rama, il Primo Ministro albanese, ha sottolineato che l’Albania è uno Stato europeo anche se è in attesa di entrare nell’Unione Europea. Questo accordo è stato visto come una dimostrazione di solidarietà e cooperazione tra i due paesi, oltre a essere un importante passo avanti nella gestione della crisi migratoria.

Le reazioni e le critiche

Nonostante le intenzioni dichiarate del governo italiano, questo accordo non è privo di controversie e critiche. Le opposizioni politiche italiane hanno descritto il protocollo come una “Guantanamo italiana”, facendo riferimento al centro di detenzione statunitense a Guantanamo Bay. Alcuni leader politici italiani e attivisti per i diritti umani hanno espresso preoccupazioni sul fatto che questo accordo possa violare i diritti umani dei migranti.

In particolare, il segretario di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni, ha commentato che “si crea una sorta di Guantanamo italiana”, sospettando che i migranti potrebbero essere trattati in modo inappropriato o detenuti in condizioni disumane in Albania. Queste preoccupazioni hanno sollevato dubbi sulla conformità dell’accordo con le leggi internazionali sui diritti umani.

I dettagli dell’accordo

Secondo l’accordo, l’Italia utilizzerà il porto di Shengjin, situato in Albania, e l’area di Gjader, 20 chilometri nell’entroterra, per ospitare i migranti salvati nel Mar Mediterraneo dalle navi italiane. Saranno realizzate due strutture: una per le procedure di sbarco e identificazione e una per l’accoglienza temporanea dei migranti. Queste strutture ospiteranno non solo adulti, ma anche minori, donne in gravidanza e altri soggetti vulnerabili.

L’accordo prevede che una volta pienamente operativo, il flusso annuale di migranti trasferiti in Albania potrebbe raggiungere tra le 36.000 e le 39.000 persone. La giurisdizione dei centri sarà italiana, mentre l’Albania collaborerà con le sue forze di polizia per garantire la sicurezza e la sorveglianza all’interno di queste strutture.

Implicazioni per l’Europa

Questo accordo potrebbe avere implicazioni più ampie per l’Europa. Mentre l’Italia si è impegnata in questa soluzione con l’Albania, altri paesi europei stanno esplorando opzioni simili per la gestione dei flussi migratori.  La premier italiana Giorgia Meloni aveva condiviso l’approccio di Rishi Sunak, Primo Ministro britannico, di inviare richiedenti asilo in paesi terzi in attesa delle verifiche. Questo approccio sta guadagnando risonanza anche in Austria e in altri paesi europei.

La Commissione europea ha sottolineato che le leggi sull’asilo dell’Unione Europea si applicano solo alle domande presentate sul territorio di uno Stato membro, aprendo la porta a iniziative bilaterali e multilaterali per affrontare la questione dei migranti. Questo potrebbe rappresentare un cambiamento significativo nella politica europea sulla gestione dei flussi migratori.

L’accordo tra Italia e Albania, dunque, rappresenta senz’altro una novità nella gestione dei flussi migratori in Europa. Tuttavia, le critiche e le preoccupazioni sollevate da alcune opposizioni mettono in evidenza la necessità di garantire il rispetto dei diritti umani dei migranti coinvolti. Resta da vedere come questo accordo influenzerà la politica migratoria dell’Unione europea nel suo complesso e se altri paesi seguiranno l’esempio dell’Italia.

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