Scontro alla Camera sul salario minimo: opposizioni ritirano le firme e Conte strappa il testo
da ansa.it
Una feroce battaglia sul salario minimo ha scosso l’Aula della Camera, trasformandosi in uno scontro politico ad altissima tensione. Dopo l’approvazione in commissione Lavoro della delega al governo per una “equa retribuzione”, il dibattito si è spostato in parlamento. Culminando in un colpo di scena. Il centrosinistra, inizialmente unito sulla proposta di stabilire un salario minimo di 9 euro lordi l’ora, ha improvvisamente ritirato le proprie firme dalla proposta. Ancora più sorprendente, il leader del Movimento 5 Stelle (M5S), Giuseppe Conte, ha strappato il testo della nuova proposta direttamente in Aula.
Il Governo approva nuove norme per il mercato tutelato dell’energia elettrica
La tensione era palpabile, e il gesto di Conte ha sottolineato la profonda divisione e la rabbia che circondano questo delicato argomento. Nel frattempo, a pochi passi da Montecitorio, il governo stava lavorando su una soluzione per i cittadini in vista della fine del mercato tutelato. Il Consiglio dei ministri ha approvato nuove norme per il mercato tutelato dell’energia elettrica, mirando a proteggere i 9 milioni di utenti nel passaggio alla concorrenza. Una campagna informativa dettagliata e un monitoraggio costante delle attività degli operatori e dei prezzi saranno implementati in collaborazione con l’Autorità di Regolamentazione per Energia Reti e Ambiente (Arera) e il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, coinvolgendo le associazioni dei consumatori.
Opposizioni durissime sul salario mininimo
Il leader M5S, Giuseppe Conte, ha accusato apertamente i suoi colleghi parlamentari: “State facendo carta straccia del salario minimo legale. Questa battaglia è stata rallentata, ma la vinceremo perché il Paese è con noi.” La segretaria del Partito Democratico (Pd), Elly Schlein, ha rivolto dure parole alla maggioranza, accusandola di essere d’accordo sullo sfruttamento dei lavoratori. Accuse simili sono giunte anche dal leader di Sinistra Italiana (SI), Nicola Fratoianni, e dal segretario di +Europa, Riccardo Magi, che ha denunciato il bypass del Parlamento e l’assenza di confronto con le parti sociali.
Le opposizioni, compreso il partito Italia Viva (Iv), guidato da Luigi Marattin, hanno criticato il governo per la presunta calpestatura dei diritti delle opposizioni. Il capogruppo di Fratelli d’Italia (FdI), Tommaso Foti, ha sottolineato che il ritiro delle firme ha una funzione principalmente politica e non comporta cambiamenti significativi dal punto di vista regolamentare.
Il richiamo del Presidente della Repubblica e le parole del commissario per il Lavoro dell’Unione Europea
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante la cerimonia delle stelle al merito, ha richiamato l’attenzione sui temi cruciali dell’inoccupazione, dei bassi salari e della precarietà nel mercato del lavoro. Sottolineando il ritardo nell’ingresso dei giovani e delle donne.
Anche l’Europa ha fatto sentire la sua voce in merito al salario minimo. Il commissario per il Lavoro dell’Unione Europea, Nicolas Schmit, ha dichiarato in un’audizione alla Camera che si dovrebbe garantire un “salario dignitoso”. Questa definizione, simile a quella prevista nella legge delega in discussione in Aula, è stata interpretata in modi divergenti da maggioranza e opposizione. Il centrodestra ha dichiarato vittoria, affermando che la direttiva europea non impone un salario minimo nei singoli Stati membri, ma piuttosto l’estensione della contrattazione collettiva.
Sul salario minimo un confronto politico acceso e appassionato
La situazione è complessa e carica di tensione, e il destino del salario minimo in Italia rimane incerto. Mentre l’Europa e le opposizioni continuano a esprimere le proprie posizioni, il governo è chiamato a gestire una delle questioni più spinose e dibattute del panorama politico attuale. La discussione sull’equa retribuzione promette di protrarsi, alimentando le fiamme di un confronto politico acceso e appassionato.
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