Matteo Renzi e il segreto svelato a Licia Ronzulli “Voglio rompere le scatole a Giorgia Meloni”
da lastampa.it
Nella suggestiva cornice di piazza San Lorenzo in Lucina, la conferenza stampa di Forza Italia giunge al termine, ma gli animi e le strategie politiche sono ancora al centro delle discussioni. Mentre i partecipanti si fermano per conversare, spiccano la presenza di Licia Ronzulli, capogruppo in Senato, il vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè, Paolo Emilio Russo. E altri esponenti di spicco del partito.
In questo scenario politico si fa notare la figura di Matteo Renzi, che, sia per caso che per intenzione, si presenta con l’aria sfrontata di chi cerca l’attenzione. Ronzulli lo provoca scherzosamente, ma la risposta di Renzi è un concentrato del suo stile spavaldo e ambiguo. Lasciando intendere che il suo obiettivo principale è “rompere le scatole” al leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. Senza coinvolgere Forza Italia in questa sfida.
Naturalmente, nessuno dei presenti sembra credere a questa dichiarazione. Tuttavia, nonostante i sorrisi e i saluti, a pochi minuti di distanza si ritrovano casualmente nello stesso ristorante. Qui si uniscono anche Antonio Tajani, presidente pro tempore del partito, il capogruppo alla Camera Paolo Barelli e il resto della pattuglia che segue il ministro degli Esteri.
All’interno del ristorante, i vari esponenti politici si dividono su tre tavolate diverse. Da un lato, ci sono le due anime di Forza Italia, una più critica nei confronti del governo e l’altra più fedele. Dall’altro lato, si trovano coloro che desiderano smantellare Forza Italia.
Come molti nel centrodestra, anche Giorgia Meloni è concentrata sulla sua preoccupazione principale. Evitare di essere travolta dalla fine del partito azzurro e impedire a Renzi di assumere un ruolo chiave nel Senato. Secondo testimonianze, la leader di Fratelli d’Italia ha espresso la sua ferma volontà di non farsi “portare a spasso” da Renzi. Sottolineando che l’attuale governo è l’unico in cui si impegna, altrimenti tornerà all’opposizione.
Meloni non considera plausibile un’ipotesi in cui Renzi faccia parte del suo governo, ma allo stesso tempo è preoccupata dalle ambizioni del leader di Italia Viva. E conosce bene la sua spregiudicatezza negli intrighi del Palazzo.
Basterebbe una manciata di senatori, tra quattro e sei, per mettere in seria difficoltà l’attuale maggioranza. Un piccolo esodo di delusi forzisti, di liberali poco convinti dell’apparente svolta moderata di Meloni o di berlusconiani che calcolano il proprio interesse personale, potrebbe rendere la situazione molto più fragile.
Proprio per questo motivo, Meloni deve consolidare i gruppi parlamentari e sostenere Tajani nel cammino verso le elezioni europee. Ha avuto colloqui e rassicurazioni con Marina Berlusconi riguardo ai 100 milioni di credito che la famiglia possiede. Assicurandosi che ci sia liquidità sufficiente per sostenere Fi durante la campagna elettorale. Ha anche discusso con Gianni Letta e ha consigliato a Tajani di essere chiaro fin da subito con i parlamentari.
Secondo la presidente del Consiglio, è essenziale procedere avanti con un centrodestra unito, formato da tre punte e da un partito che funga da moderato cuscinetto tra Fratelli d’Italia e la Lega. Questa forza politica dovrebbe rappresentare il PPE (Partito Popolare Europeo) in Italia. Tuttavia, Meloni teme che il progetto di ribaltare gli equilibri europei e sostituire i socialisti con i conservatori dell’ECR (Conservatori e Riformisti Europei) possa fallire. Se non ci fosse nemmeno un rappresentante italiano nella casa dei cristiano-democratici a Bruxelles.
L’obiettivo vitale per Meloni è raggiungere la soglia di sbarramento del 4%, considerando che si voterà con il sistema proporzionale. Tajani spera di arrivare alle elezioni del giugno 2024 senza dover aggregare altre liste. Ribadendo la necessità di impegno e unità per mantenere una percentuale intorno al 10%.
Tuttavia, considerando che la partita è ancora lunga e che ci sono numerosi rivali pronti a contendersi lo spazio politico, Meloni sembra inclinata a creare una federazione di altre sigle attorno a Forza Italia. Questo cartello di forze centriste, denominato i “Popolari”, costituirebbe un auspicio e una dichiarazione di appartenenza esplicita a Bruxelles. Addirittura, il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari ha recentemente espresso l’idea di un restyling e di un nuovo nome ispirato ai popolari. Meno legato alla figura di Berlusconi.
Tuttavia, anche Renzi sta lavorando su uno schema simile, cercando di federare altre liste con l’aiuto di Raffaella Paita come coordinatrice. Sarà interessante vedere se l’interesse comune a sopravvivere placherà le divergenze con Azione di Carlo Calenda. Nel frattempo, in vista delle elezioni europee, Renzi sta cercando di mettere d’accordo moderati, liberaldemocratici, socialisti, Più Europa, Letizia Moratti nel Nord e l’irruente Cateno De Luca al Sud.
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