“Lizzie” di Eva Wanjek leggi la recensione
Titolo: Lizzie
Autore: Eva Wanjek
Genere: narrativa
Editore: Beat edizioni
Pagine: 496
Prezzo: Euro 12
Trama: Nella Londra vittoriana della metà del XIX secolo, una congrega di giovani pittori, accomunati dall’avversione per l’arte ufficiale, desta l’attenzione generale della cultura britannica e l’apprezzamento di critici del valore di John Ruskin. Si fanno chiamare Confraternita dei Preraffaelliti. Ne fanno parte artisti di talento come William Hunt, John Everett Millais e Walter Howell Deverell.
Rossetti è ossessionato dalla ricerca della modella perfetta, una donna capace di incarnare il suo ideale di bellezza e tramutarsi nella sua Beatrice, nella sua Madonna, nella sua Eva. L’affannosa ricerca termina il giorno in cui Deverell incontra per strada la ventenne Elizabeth Siddal.
“Lizzie” è un romanzo di Eva Wanjek, pseudonimo degli scrittori Martin Michael Driessen e Lisbeth Lagemaat. L’idea dei due autori era di raccontare la storia di Elizabeth Siddal, poetessa, pittrice, musa e amante del preraffaellita Dante Gabriel Rossetti. Purtroppo l’intento è in parte fallito. Perchè, prima di tutto, quello che ne esce fuori è una storia fin troppo romanzata, quasi da romanzo di appendice.
E questo fa perdere importanza sia ai due protagonisti principali che a tutto il movimento preraffaellita. Nel romanzo, infatti, ci troviamo davanti degli artisti che passano il loro tempo a dipingere, senza un vero e proprio fine. Tutto è fin troppo Bohemien. Anche lo stesso concetto di bello, nel romanzo, è ridotto al semplice aggettivo.
Non si trova mai il loro rifiuto delle convenzioni artistiche proprie di quell’epoca e la volontà di riportare al concetto della purezza del periodo pre-rinascimentale. Anche Lizzie è totalmente appiattita nel libro. La sua depressione, è vero, ha avuto un ruolo importante nella sua vita, ma qui oscura totalmente la sua potenza di artista.
Lo stesso Dante Gabriel Rossetti ne esce totalmente ridimensionato e risulta un piccolo borghese in cerca di successo. L’amore distruttivo tra i due è predominante nel romanzo, ma il tutto viene raccontato restando troppo in superficie.
Anche lo stile, seppur in linea con il periodo storico, è sin troppo semplice e banale. Ovviamente l’autore non voleva di certo scrivere una biografia della Siddal, ma i più attenti noteranno degli ‘errori’ storici, che sicuramente sono serviti per aggravare ancora di più la situazione psicologica della protagonista. Però allo stesso tempo fanno storcere il naso al lettore.
“Lizzie”, se lo si vuole leggere, bisogna sin da subito capire che non ci si trova di fronte a una biografia. Ma è un romanzo che vuole raccontare, solo l’amore forte e distruttivo tra due grandi artisti, come Elizabeth Siddal e Dante Gabriel Rossetti.
Barbara Piergentili
(account Instagram: letture_barbariche)
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