Imbucato Teatrale, la recensione di “Uno, nessuno e centomila”
Per Enrico Lo Verso il contatto con il pubblico è estremamente importante. Lo si vede dall’insolita e cordiale accoglienza che riserva agli spettatori. Sia nel foyer del teatro, sia nello scendere in platea, insieme alla rigorosa regista Alessandra Pizzi. Entrambi a raccogliere le loro impressioni immediatamente dopo il temine dello spettacolo.
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La sua recitazione è perfetta. La precisa scelta dei tempi scenici, poi, conduce il pubblico attraverso un testo ostico pur se molto rappresentato, denso di filosofia e destabilizzante.
Vitangelo Moscarda, scoprendo di non conoscere il suo corpo, comprende come sia impossibile che egli si veda come lo vedono “gli altri”. Ciascuno dei quali peraltro lo vede in modo diverso, e quanto sia illusoria la presunzione che la realtà sia la stessa per tutti. Ma si ribella a questo ruolo di marionetta in cui il mondo lo costringe. Egli, perciò, agisce in modo bizzarro, inconsueto, fino ad essere considerato pazzo.
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Interessante notare come la filosofia dell’autore sia vicina al concetto di base della meccanica quantistica. Non sapremo mai il ruolo che abbia avuto in tutto ciò l’incontro avvenuto nel 1935 fra Pirandello ed Einstein.
Maurizio Zucchetti
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