Ilaria Salis a processo: rifiuta il patteggiamento e il legale denuncia: “Trattata come un cane”
da corriere.it
Ilaria Salis, una donna di 39 anni, si trova dietro le sbarre di un carcere ungherese dallo scorso febbraio, accusata di aver preso parte a un’aggressione ai danni di manifestanti di estrema destra. La sua situazione si è complicata ulteriormente quando le è negata la revoca della custodia cautelare, poiché si riteneva potesse costituire un pericolo di fuga. L’accusa che pende su di lei è di tentato omicidio colposo in concorso, un reato che potrebbe costarle fino a 24 anni di prigione.
Prima del processo, Salis ha ricevuto la proposta di un accordo di patteggiamento che avrebbe comportato una pena di 11 anni di reclusione. Tuttavia, decisa a difendere la sua innocenza, ha rifiutato questa via conciliativa. In seguito, il giudizio è rinviato al 24 maggio, in attesa dell’istruttoria e delle richieste probatorie. Nel frattempo, uno dei coimputati tedeschi è condannato a tre anni di carcere dopo essersi dichiarato colpevole.
Durante le udienze, la scena che ha colpito maggiormente è stata quella delle manette che legavano Salis, rendendola simile a un animale tenuto al guinzaglio. Gli avvocati hanno prontamente sollevato il problema, sottolineando come tale trattamento violi le normative europee e rappresenti una grave violazione della dignità umana.
La Farnesina ha reagito convocando l’ambasciatore ungherese a Roma e chiedendo un intervento immediato per garantire i diritti di Salis e porre fine alle sue condizioni detentive disumane. Anche il Comune di Milano si è unito alla battaglia, chiedendo l’estradizione della donna in Italia affinché possa affrontare il processo nel suo paese.
Il padre di Ilaria Salis ha denunciato pubblicamente il trattamento subito dalla figlia, evidenziando il suo impegno per far valere i suoi diritti e la sua innocenza. La comunità milanese, insieme alle istituzioni locali, ha espresso solidarietà e ha fatto appello alla giustizia affinché venga fatta luce sulla situazione e vengano rispettati i diritti fondamentali della detenuta.
Mentre il processo prosegue e le indagini continuano, resta la speranza che la verità venga alla luce e che Giustizia venga fatta nel rispetto dei diritti umani e della dignità di tutti i coinvolti.
BASE USA COLPITA IN GIORDANIA AL CONFINE CON LA SIRIA: 3 SOLDATI UCCISI E 25 FERITI
Copyright © 2012 - 2022 FB Comunicazione di Francesco Girolamo Balzano Testata Giornalistica registrata presso Tribunale di Roma n.263/2012
Partita Iva: 11915641002 | Privacy Policy