Gli USA compiono nuovi attacchi su obiettivi Houthi
da corriere.it
Il New York Times ha riportato su una nuova operazione degli USA, questa volta mirata a un impianto radar nello Yemen, nell’ambito delle crescenti tensioni con i ribelli Houthi. Questo nuovo attacco, secondo fonti del Pentagono, è concepito per aggravare i danni causati dai precedenti bombardamenti alla capacità degli Houthi di minacciare il traffico marittimo nel Mar Rosso. Il Comando Centrale degli USA ha dichiarato che l’obiettivo è ridurre la loro capacità di attaccare i trasporti marittimi, inclusi quelli commerciali.
Washington ha ufficialmente annunciato di aver condotto un attacco contro i ribelli Houthi nello Yemen, subito dopo i bombardamenti congiunti americani e britannici contro siti Houthi accusati di minacciare il traffico marittimo internazionale nel Mar Rosso. Il Comando militare centrale degli USA (Centcom) ha comunicato che le forze statunitensi hanno attaccato un sito radar nello Yemen intorno alle 3:45 ora locale di sabato (00:45 GMT).
Nelle ultime settimane, la tensione nel Mar Rosso è salita, soprattutto a causa degli attacchi degli Houthi al traffico marittimo, in solidarietà con la Striscia di Gaza. Il presidente statunitense, Joe Biden, aveva precedentemente minacciato gli Houthi con ulteriori attacchi contro le loro posizioni se non avessero cessato il fuoco nel Mar Rosso.
In un dibattito al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, Israele ha rivolto pesanti critiche all’ONU, definendola “uno strumento contro Israele” e affermando che è “non solo distrutta, ma pericolosa”. La difesa di Israele alla Corte penale internazionale ha sostenuto che “atti di genocidio sono perpetrati contro di noi”. In risposta, l’ambasciatore palestinese ha invocato un cessate il fuoco, sostenendo che Israele ha deliberatamente distrutto tutto a Gaza.
Le azioni statunitensi contro gli Houthi rientrano in un contesto geopolitico complesso, in cui gli equilibri tra le potenze mondiali si fanno sempre più tesi. Le tensioni nel Mar Rosso, la minaccia al traffico marittimo e le critiche tra Israele e l’ONU rendono questo scenario diplomatico estremamente delicato.
Le azioni militari e le accuse di genocidio aumentano la complessità delle dinamiche internazionali. La comunità internazionale sarà chiamata a valutare attentamente le implicazioni di queste situazioni, cercando soluzioni diplomatiche e promuovendo il dialogo per ridurre le tensioni e prevenire ulteriori conflitti. Il futuro appare incerto, con molte incognite che richiederanno la collaborazione e l’impegno di tutte le parti coinvolte.
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